Perché mi sento a disagio con tutti, noiosa, strana e insopportabile?

Inviata da Nina_K · 12 dic 2023 Autorealizzazione e orientamento personale

Riassumere in un paragrafo un disagio che mi porto dentro da anni e con cui faccio i conti ogni giorno mi risulta davvero difficile e forse mi sento stupida anche a parlarne perché so bene che ci sono situazioni più serie per cui la gente soffre ma è una sensazione che non riesco mai a far andare via e anche adesso che ne parlo sto piangendo perché mi fa stare male davvero.

Mi sento sempre fuori luogo, sento sempre di essere una persona strana, noiosa, che fa discorsi strani e noiosi, che fa riferimento a cose strane e noiose, che si commuove per qualsiasi cosa, che nota cose che non interessano alla maggior parte delle persone. Non penso di essere una persona interessante, faccio esperienze ma se dovessi raccontarle mi sentirei di star dicendo cose che non interessano a nessuno.
Non è una sensazione che provo solo con gli estranei ma anche con la mia famiglia, il mio fidanzato e i miei amici.

Provo un disagio incredibile quando devo stare con una persona sola. Cerco di riempire sempre i vuoti, di fare domande perché ho paura del silenzio e di essere noiosa.

In gruppo invece sento sempre che non esiste un momento per me in cui posso dire qualcosa e se c'è sento di dire cose stupide. E quando lo faccio cerco di essere super veloce perché mi viene l'ansia a pensare di star parlando troppo e annoiando gli altri.
Potrei paragonare i miei interventi a quelle notizie flash che danno all'inizio di un servizio del telegiornale per riassumere le notizie del giorno (non so se ho reso l'idea).

Non sono una "timida". Al contrario, sono fastidiosa.
Quando voglio scherzare indosso la maschera di quella che fa la precisina e ti prende in giro mettendo i puntini sulle i e a volte so bene che divento odiosa ma io davvero non lo faccio con cattiveria e ho sempre paura che la gente questo non lo capisca. So che a volte esagero nei miei modi, sotto tutti i punti di vista.

So bene che la mia esistenza non devo misurarla in base a quanto riesco a "intrattenere la gente".
Ma perché dopo una giornata trascorsa con persone a cui voglio bene, devo mettermi a pensare a tutte le cose che ho detto? Perché devo sempre chiedermi se ho fatto qualcosa di sbagliato o che potesse essere frainteso e giudicato?

Poi, sembra che devo sempre difendermi. Da qualsiasi cosa.
In passato sono stata amica con delle persone che avevano un brutto modo di fare (almeno per i miei gusti). Avevano qualcosa di cattivo da dire, cercavano sempre un modo per spiccare prendendo in giro o sminuendo gli altri.
A loro andava bene e mi sono sempre sentita la "permalosa" della situazione. Che poi io permalosa lo sono davvero. Ci sono dei confini che non voglio che vengano superati perché altrimenti mi sento ferita.
Spesso quando sono arrabbiata, tesa o triste, basta davvero poco per farmi esplodere.

Scrivere queste cose mi ha fatto lo stesso effetto di quando ne parlai con la psicologa l'anno scorso.
Piangevo e piango, mi buttavo giù e continuo a buttarmi giù.
Mi sembra di fare 10 passi avanti e 50 dietro.
Dalla psicologa non ci vado più, abbiamo terminato il percorso perché sembrava andasse tutto bene.
Mi sono allontana da persone che mi facevano stare male come ad esempio quegli amici di cui ho parlato prima.
Ho un nuovo gruppo di amici composto da alcuni cugini con cui ho un buon legame. Mi sono sentita rinata con loro.
Ora però sono sprofondata di nuovo nei miei mille pensieri. E questo mi rende triste perché pensavo di aver superato questo malessere.
E invece è sempre lì pronto a sbucare fuori e a destabilizzarmi.

Io non riesco a non pensarci, non riesco a lasciarmi andare, non riesco a non autosabotarmi.
Non riesco a passare una serata senza poi farmi mille paranoie e chiedermi "ho esagerato?", "si è annoiato con me?", " forse avrebbe preferito la compagnia di qualcun altro?", "forse non avrei dovuto dire questa frase?", "forse non mi sopporta più?", "forse sono stata troppo strana?".
Vorrei spegnermi il cervello certe volte.

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Miglior risposta 19 DIC 2023

Gentile Nina,
da quanto scrive emerge sostanzialmente un problema di bassa autostima ed ansia sociale da cui lei prova a difendersi non con il ritiro e l'isolamento ma diventando pedante e cavillosa con oscillazioni tra rabbia tristezza e dubbi ossessivi.
Probabilmente il percorso di psicoterapia fatto non ha avuto una durata sufficiente per cui sarebbe opportuno riprenderlo o iniziarne uno nuovo preferibilmente ad orientamento cognitivo-comportamentale.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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2 FEB 2024

Buongiorno Nina,
Intanto la ringrazio perchè alcuni dei temi di sofferenza personale che riporta in questo breve riassunto sono tutt'altro che semplici da esprimere e sicuramente comportano un dolore che ha ricadute sull'autostima e su come ci si percepisce con gli altri.
Nel testo riportato si possono intravedere diversi temi che sarebbe interessante affrontare in un percorso psicologico: il senso di inadeguatezza con gli altri, la paura di abbandonare un certo modo di fare e definizioni identitarie discordanti che generano attrito.
Per prima cosa sarebbe utile separare alcuni generi di spiegazioni del problema dal vissuto connesso al problema. In un'ottica sistemico-relazionale, si potrebbe andare ad esplorare le diverse sfumature di questa inadeguatezza nei vari contesti relazionali che ha citato (con la famiglia, nei rapporti amorosi o quelli amicali) per provare gradualmente a capire a cosa serve questo vissuto e come modificare l'immagine di sè in relazione agli altri.
Se dovesse avere necessità di un consulto più specialistico, resto a disposizione.

Dott. Lorenzo Atti

Dott. Lorenzo Atti Psicologo a Modena

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24 DIC 2023

Gentilissima Nina,
Grazie per avere condiviso il tuo disagio, ci tengo a precisarti che ho letto con attenzione il tuo messaggio non mi sono annoiata, comprendo la difficoltà che stai vivendo. Le tue sensazioni di inadeguatezza e di giudizio che descrivi sembrano in modo chiaro sembrano radicate in te da molto tempo. È importante sottolineare che hai già compiuto un passo significativo verso il superamento di questo disagio, prendendo consapevolezza di queste dinamiche.
Quello che emerge dal tuo racconto è la presenza costante del tuo "rimuginio", che ti porta a rivivere il tuo passato facendoti perdere di vista il momento presente, questa spirale ti causa un bel sabotaggio.
Sicuramente essere seguita da un professionista in un percorso di psicoterapia, potrebbe aiutarti a uscire da questo forte disagio che ti porta ansia e malessere. aiutandoti anche a capire meglio le tue dinamiche relazionali, il tuo bisogno di accettazione e le tue emozioni, andando così a lavorare anche sulla ta autostima ritrovando la tua serenità.
Nella speranza di esserti stata utile in questo breve spazio, rimango a disposizione per qualsiasi domanda anche online.
Saluti
Dott.ssa Simona Adorni

Dott.ssa Simona Adorni Psicologo a Podenzana

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23 DIC 2023

Gentilissima utente, io non mi sono affatto annoiata leggendo ciò che ha descritto in maniera chiara e dettagliata.
Il suo disagio è sicuramente riconducibile alla sua scarsa autostima; è come se avesse continuamente bisogno di
essere confermata dalle persone che la circondano e si mettesse sempre in discussione, rispetto a ciò che dice e ciò che fa.
Sicuramente il suo atteggiamento deriva da come sono state le sue prime relazioni all'interno del suo contesto familiare; è qualcosa che si apprende nel senso che, se i genitori sono piuttosto svalutanti e tendono a non riconoscere le nostre qualità, ma anzi cercano
sempre di focalizzarsi su ciò che in noi non funziona, noi diveniamo i primi giudici severi di noi stessi e non siamo mai soddisfatti.
Spesso i nostri caregivers pensano che ciò possa produrre in noi degli effetti benefici, ma purtroppo non è così. L'idea che i figli non vadano mai elogiati, altrimenti non si impegnano abbastanza, è dura a morire. Chiaramente, io non posso conoscere come sono le modalità relazionali all'interno del suo nucleo familiare, ma è altamente probabile che sia successo qualcosa di simile. Riferisce anche esperienze di svalutazione da parte degli amici; anche questo è molto impattante per la propria autostima e lei ha fatto molto bene ad allontanarli. Ciò denota che, nonostante le sue insicurezze, ha una bella personalità. Le suggerisco di riprendere il percorso di psicoterapia, magari con un altra professionista, per ricercare l'origine del suo disagio e, in tal modo, poter rafforzare la sua autostima e poter esprimere le sue capacità e le sue potenzialità. Le faccio tantissimi auguri e rimango a disposizione, senza alcun impegno, per eventuali ulteriori consigli e approfondimenti.
Dott.ssa Daniela Noccioli.

Dottoressa Daniela Noccioli Psicologo a Cascina

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22 DIC 2023

Cara Nina,
Grazie per aver condiviso il tuo sentire.
Nelle tue interessanti parole finali affermi come sia difficile in questo momento "spegnere" la tua mente, considerati i tanti pensieri intrusivi, che vi si affollino.
Sì, ti confermo che spesso la mente lavora proprio con tecniche sabotative, allontanando lo sguardo interiore dalle emozioni in corso, quelle esperite nel presente. Quindi dove potresti puntare il tuo sguardo? Ampliando il tuo zoom attentivo cosa trovi di utile al benessere emotivo nel tuo presente?
Quali sono i tuoi "tesori interiori" che potresti far emergere?
Sembra che il tuo momento di vita attuale sia molto più roseo di quelli trascorsi, che ti senta comunque inserita, nonostante la tua ritrosia.
A volte però può capitare che "il godere appieno del qui ed ora", sperimentando emozioni funzionali ci spaventi un po'... Ti sembra forse di "non meritarti" la serenità?
Questo tema emotivo potrebbe essere approfondito proprio con un@ professionista psicolog@: troverai nel tuo presente tutte quelle emozioni funzionali che orienteranno il tuo sguardo in modo alternativo.
Ti auguro un buo percorso
Dr.ssa Ornella Peloso - Psicologa - Pedavena (Belluno)

Dott.ssa Ornella Peloso Psicologo a Pedavena

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21 DIC 2023

Gentile Nina, innanzitutto la ringrazio per aver condiviso con noi la sua esperienza. Mi spiace molto per la situazione che descrive e posso immaginare il disagio connesso a questi dubbi che le sorgono dopo aver passato momenti anche potenzialmente piacevoli con qualcuno e non le permettono di godersi le belle occasioni.
Le suggerirei di valutare la ripresa del percorso psicologico o l'inizio di un nuovo percorso, al fine di rielaborare il suo vissuto e le emozioni connesse, sviluppando insieme al professionista strategie utili per far fronte a situazioni di difficoltà e sentirsi più efficace nella sua quotidianità.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero

Dott.ssa Elena Sinistrero Psicologo a Torino

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21 DIC 2023

Cara Nina, anche qui con noi sta svalutando l'importanza dei suoi pensieri e delle sue emozioni quando ci dice - cito - "forse mi sento stupida anche a parlarne perché so bene che ci sono situazioni più serie per cui la gente soffre". Il suo malessere, i suoi pensieri, i suoi interessi contano! Sarebbe interessante fare un salto nella sua infanzia e prima adolescenza per conoscere un po' il suo mondo relazionale del passato. Ha avuto modo, ad esempio, di affinare le sue abilità sociali con il gruppo dei pari quando era piccola? Già soffriva di una certa dose d'ansia?
Vorrei portare la sua attenzione su questo eccesso di ruminazione che mette in atto. Chiedendosi costantemente se e dove ha sbagliato nella relazione non fa altro che indebolire dall'interno i legami che cerca di creare, semplicemente perché per essere più cauta la volta successiva perderà di spontaneità. Forse, la noia che attribuisce all'altro la percepisce lei stessa - mentre cerca di riempire i vuoti - insieme a un grado significativo di "angoscia da intrattenimento".
Non lasciare spazi liberi, tappare i buchi del discorso - se ci pensa - può tutelare dall'incertezza di ciò che potrebbe essere detto/fatto dall'altro. Lei dice di essere un po' permalosa, di esplodere con poco quando non sta bene emotivamente. Sicuramente un rapporto vero, sincero, intimo può anche ferire (nella giusta misura), ma la maggior parte delle volte proprio queste ferite rafforzano il legame; altre volte invece lo rompono, perché non tutti i legami devono necessariamente essere mantenuti. Ovviamente, è giusto mettere dei paletti, l'importante è che non sentiamo la necessità delle barricate. Cara Nina, le relazioni autentiche sono dei legami "parlanti", in cui spesso alcuni contenuti che non vogliamo portare alla coscienza affiorano da soli, in un commento, una battuta, un'attività che si fa insieme.
Non conosco l'orientamento e gli obiettivi clinici della psicologa che l'ha seguita lo scorso anno, ma posso dirle con certezza che il lavoro non si può considerare concluso.
Dal mio punto di vista, un percorso clinico dovrebbe avere lo scopo di farla entrare maggiormente in contatto con le sue paure, i suoi desideri e pensieri; solo in questo modo il lato relazionale può davvero migliorare.
Mi contatti pure, se desidera.
Un caro saluto

Dott.ssa Susanna Mattoccia

Susanna Mattoccia Psicologo a Roma

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20 DIC 2023

Cara Nina,
ti ringrazio per aver condiviso queste sensazioni, emozioni e pensieri nonostante il grosso peso e la sofferenza che questa condivisione ti ha fatto provare.

Mi sembra di percepire che questa sensazione di inadeguatezza sia presente in te da molto tempo e deve essere stato molto faticoso conviverci.
Mi chiedo se sia successo qualcosa in particolare in quest'ultimo periodo che ti hanno portato nuovamente a sprofondare in questa tendenza al rimugino che ti tiene legata costantemente al passato. Sarebbe molto importante cercare delle strategie per gestire l'ansia che siano più funzionali per te e che ti permettano di goderti ciò che ti circonda.
Ti auguro di trovare la forza di cominciare nuovamente un percorso psicoterapeutico così da poter essere più serena.

Cordialmente,
Dott.ssa Cristina Pellegrino

Cristina Pellegrino Psicologo a Varese

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19 DIC 2023

Carissima Nina,

Ho letto con attenzione il tuo messaggio e comprendo la difficoltà che stai vivendo. La costante sensazione di inadeguatezza e la paura di essere giudicata che descrivi sembrano essere radicate in te da molto tempo, e diventate una presenza costante nella tua vita. È importante sottolineare che hai già compiuto un passo significativo verso il superamento di questo disagio, prendendo consapevolezza di queste dinamiche.

Le tue parole suggeriscono la presenza di un intenso rimuginio, che ti porta a ripensare in modo ossessivo a situazioni e conversazioni passate. Questo aspetto potrebbe indicare l'importanza di iniziare a concentrarsi sul qui e ora, e di interrompere i circoli viziosi del pensiero.

Ritengo che potresti trarre beneficio da un percorso che si focalizzi su obiettivi specifici e soluzioni pratiche, finalizzato ad affrontare le tue paure e a ridurre le manifestazioni di ansia sociale. Inoltre, potrebbe essere utile esplorare le dinamiche relazionali e imparare a gestire in modo più efficace le tue emozioni, al fine di ridurre la dipendenza dall'approvazione degli altri e rafforzare la tua autostima.

Spero che queste considerazioni possano offrirti una prospettiva utile per affrontare la tua situazione. Ti incoraggio a valutare l'idea di intraprendere un percorso, in modo da poter essere sostenuta da un professionista che ti aiuti a vivere una vita più serena e appagante.

Un caro saluto,

Dott. Ettore Tumolo

Dott. Ettore Tumolo Psicologo a Origgio

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