Gentilissimi dottori,
io vi scrivo per conoscere il motivo per il quale vado a cercare il nome della mia psicologa su internet. Asserisco che la psicologa mi piace molto, ha un bel viso in particolare. Durante la settimana, a cinque-sei giorni dalla seduta, ho l'abitudine di scrivere il suo nome su google o su facebook. Ogni sua immagine che vedo è fonte di orrore...... e provo una sensazione a dir poco spaventosa come quella di un sub che si ritrova nelle profondità di un mare e si accorge di aver finito l'ossigeno. Comunque sia, nonostante le sue foto mi ispirino una sensazione di orrore e di dolore, continuo a cercarla su internet indifferentemente. Ma non solo. Il problema principale è che l'ho trovata su facebook e non vado a ficcanasare soltanto il suo profilo, ma anche quelli dei suoi amici.
Nonostante queste ricerche mi provochino dolore e rabbia, insisto in questo masochismo che mi fa malissimo.
Che sia chiaro...... io non vorrei cercarla su facebook o su google ma c'è qualcosa dentro di me che mi spinge a farlo. Che cos'è?
E' ovvio che lo discuterò con la psicologa, ma non nelle prossime sedute. Prima o poi, arriverà il momento ma non mi sento ancora pronto. A voi - che siete attivi in questo sito - vi è mai capitato che un vostro paziente vi abbia trovato?
Cordiali saluti a voi che fate una nobile professione..... aiutate a far stare bene le persone,
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Prenota subito un appuntamento online a 44€
Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.
Miglior risposta
1 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Caro Anonimo
io credo che il motivo che la spinga a cercare il nome della sua psicoterapeuta sia collegato al fatto di voler mantenere, quando non vi vedete, un contatto con lei e, credo, che la sua reazione (cioè che la cosa in qualche modo la fa star male), derivi da una sorta di gelosia e possessività nei suoi confronti.
A mio avviso è scattato una sorta di transfert e lei si comporta come un "innamorato" geloso e possessivo, che soffre ed è comunquae felice di saperne di più.
Quindi, considerata da questo punto di vista la situazione e , trattandosi di un transfert, i contenuti di questa "ossessione compulsiva" saranno molto importanti nel momento in cui verranno interpretati.
Però io comprendo anche che lei ne debba parlare con la terapeuta nel momento in cui si sente pronto.
Il rapporto terapeutico, sebbene sottenda, una volontà di trasparenza e di espressione libera di fatti ed emozioni da parte del paziente, non può, a mio avviso, essere mai forzatura.
Quindi si prepari a parlarne, ma si senta anche libero di farlo al momento che sente giusto e opportuno per lei.
Esprimere queste cose non è mai semplice e i tempi del paziente vanno rispettati.
Lei,tra l'altro, è consapevole di doverlo fare prima o poi.
Cordiali saluti e buon proseguimento della psicoterapia.
Grazie di seguirci su questo portale.
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta.
1 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve anonimo,
mi sento di rassicurarti circa la questione che poni.
A me suona come bisogno di contatto, di vicinanza con la tua psicologa. Un bisogno che si acuisce proprio quando passano più giorni senza il suo sostegno. La rabbia forse sta nello scoprire che la tua psicologa non è "solo" la "tua psicologa" ma una persona come tutti, con una vita come tutti, e altri pazienti oltre te.... Può spaventare o far soffrire. Ma anche rassicurare.
Quando ti sentirai pronto potrai scoprire con lei che non c'è nulla di cui vergognarsi.
Buona vita.
S. C.
1 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Ciao Anonimo. Chiaramente la cosa (dal mio punto di vista) migliore, sarebbe quella di parlarle immediatamente, ma non ho capito da quanto tempo hai iniziato il tuo percorso con questa psicologa e quindi non che tipo di rapporto avete stabilito: detta in due parole, ti sto chiedendo se hai già stabilito un rapporto di fiducia con lei, tanto da porterti aprire ad un vissuto emotivo nei suoi riguardi.
prova a chiederti: cosa succederebbe se tu gliene parlassi subito? che tipo di aspettative hai? che tipo di risposta ti immagini?
Magari hai ragione tu a sostenere che non è il momento, ma prova a darti queste risposte.
un saluto
Giovanni Ruggiero
25 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Caro Anonimo, scusa se ti rispondo senza giri di parole, ma mi sembra che Tu non abbia ben compreso l'essenza del contratto analitico.
Ossia l'analizzato dice tutto quello che pensa, che gli accade, che vive, senza censurare, rimandare, omettere niente, l'analista ascolta con benevolenza e attenzione fluttuante senza privilegiare alcun elemento. Le interpretazioni devono essere date al momento opportuno, ossia quando l'analizzato vi è praticamente arrivato da solo o molto vicino.
Detto questo il Tuo compito, per il Tuo bene, è di riferire tutto quanto hai scritto ( e il resto che non hai scritto ) alla Tua terapeuta. Diversamente non l'aiuti ad aiutarti. E senza la Tua piena incondizionata fiducia e collaborazione nessun analista può fare bene il suo lavoro per Te e per cui Tu lo paghi.
Cordialmente. Dr. Marco Tartari, Asti
25 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile anonimo,
non sono molto chiari i motivi della tua ambivalenza : la tua psicologa ti piace ma ti suscita orrore, dolore e rabbia? E' per questo che la cerchi ossessivamente su Internet? Potresti essere un pò più chiaro?
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).