Ansia di andare dallo psicologo
Gentilissimi, scrivo qui con la consapevolezza che sarebbe meglio parlarne con lo psicologo che mi segue e che dare pareri su internet ha poco senso: trovo però più facile scrivere che parlare, e spero che voi possiate aiutarmi almeno un po'.
Sono in terapia da più di un anno per problemi di depressione e preciso che ho tratti evitanti di personalità.
Ho sospeso la terapia da quando è iniziato l'isolamento per il coronavirus perché non potevo continuarla da casa, ora sto per riprenderla ma da quando lo psicologo mi ha contattato per chiedermi se volessi fissare un appuntamento mi è salita un'ansia stratosferica e non ne capisco il motivo.
Non ho mai avuto paura di andare in studio da lui, non ho mai desiderato di non andare, tranne ora, e non capisco se è dovuto al mio essere evitante, se è dovuto al fatto che "mi sono disabituat*" e ho paura di tornare ad essere sottopost* ad una cosa così difficile, stancante e dolorosa come la terapia o al famoso blocco che trovo scritto ovunque su internet, quello che hai quando sei al nocciolo del problema e invece di affrontarlo vuoi scappare.
Da quando ho fissato l'appuntamento il mio cervello cerca in automatico scuse per rimandarlo, motivi da cogliere al volo per poter dire che non posso più. Mi dico "che ci vado a fare, che gli dico", mi ripeto che forse dovrei lasciar perdere proprio la terapia, perché tanto il più devo farlo io e molte cose, come riprendere i contatti sociali, non riesco a farle perché mi addolorano troppo e allora lo psicologo che può farmi, non dipende mica solo da lui?
Questa cosa di lasciare la terapia la dissi al mio psicologo, ma lui mi rispose che dipende da me, che devo scegliere io, dandomi però una risposta ben poco d'aiuto.
E' solo evitamento, ansia anticipatoria, dovrei dare ascolto a questa paura oppure zittirla come faccio (o provo a fare, o dovrei fare) quando mi frena dal fare cose normali come uscire con gli amici?
Grazie dell'ascolto,
Robin