Fobia sociale nei confronti della psicologa

Inviata da Vale · 9 dic 2022 Ansia

Salve, sono Valentina, ho 24 anni e da un mese, ogni settimana, vado dalla psicologa.
Lei mi ha detto che se dovessimo dare un'etichetta ai miei sintomi quella dovrebbe essere l'ansia sociale.
Il problema è che la situazione sociale che mi provoca maggiore ansia, ultimamente, sono le sedute che faccio con lei, perché mi sento in dovere di giustificare i miei pensieri durante le situazioni d'ansia.
Credo che io cercassi in lei una figura che mi potesse dare un aiuto anche consolatorio, invece nelle sue sedute, da parte sua, percepisco la negazione dei miei sentimenti e punti di vista quando io vorrei imparare a prendere atto delle cose negative che possono esserci nella mia vita ed andare avanti, senza però negarne l'esistenza.
Le ho fatto presente che provo forte ansia nel parlare con lei (perché è un estraneo) di argomenti che per me sono importanti. Quando gliel'ho detto ho avuto l'impressione che lei credesse che la stessi accusando, io volevo solo spiegarle cosa mi passava per la testa, ovvero che sentivo di dover giustificare a lei le mie ansie inconsce.
Io non so quanto di tutto questo sia dato dalla mia ansia sociale e quanto dalla realtà dei fatti.
Il problema è che non riesco a tranquillizzarmi davanti a lei, tremo sempre e finisco per piangere, tremo anche adesso ripensando alla seduta (avvenuta ieri).
Come ultima cosa mi ha chiesto come mi sentivo prima e dopo la seduta ed io le ho mentito dicendo che stavo meglio quando in realtà da quando vado dalla psicologa mi sento molto più insicura, goffa, ansiosa. La mia ansia è peggiorata in altri aspetti della mia vita e mi sento più sbagliata.
Non penso sia colpa dell'approccio che lei usa nel chiedermi di parlare di me stessa, ma del fatto che non mi riesce a calmare. Ad esempio la prima volta che sono andata da lei le ho detto che avevo paura e lei mi ha semplicemente chiesto perché, io le ho spiegato e lei mi ha risposto che non devo avere paura. Quando sono tornata a casa ho cercato conforto su internet ed ho scoperto che moltissimi sono a disagio a parlare con lo psicologo e mi è bastato sapere questo per sentirmi molto meglio ed avrei voluto che me l'avesse detto.
Ovviamente anche lei è umana e non può sapere a priori cosa mi possa far stare meglio, però resta il fatto che io dopo le sedute sto peggio, quindi forse qualcosa non sta funzionando e non mi sento libera di esprimere questa cosa.
Forse sta cercando di non darmi conforto per farmi camminare sulle mie gambe e diventare più forte senza bisogno di conferme dall'esterno?
Ma, in questo caso, che senso ha andare dallo psicologo se devo camminare sulle mie gambe ed essere autonoma? Sono già piuttosto brava a criticare tutti i miei modi di pensare in solitudine.

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Miglior risposta 12 DIC 2022

Insista nel comunicare alla sua terapeuta questo suo mal stare. Dica la verità se a fine seduta si sente peggio di quando è arrivata in studio. Espliciti di sentirsi giudicata se si sente giudicata e comunichi di percepirla offesa se la percepisce offesa. Dica la sua verità senza tirarsi indietro e se non trova spazio cambi terapeuta.

Tiziana Viol Psicologo a Vittorio Veneto

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12 FEB 2023

Insista nel comunicare alla sua terapeuta questo suo mal stare.............

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15 DIC 2022

Carissima Valentina,
imparare a "camminare con le sue gambe e ritrovare la propria autonomia" E' IL SENSO di un percorso psicologico!
Da quello che mi sembra di cogliere dalle sue parole, ci potrebbe essere la necessità di esplicitare alla collega, non solo come si sente, ma anche le sue aspettative rispetto al lavoro insieme e definire insieme l'obiettivo da raggiungere.
Il rapporto tra paziente e psicologo è una relazione (nella quale ci si può anche non piacere, è un incontro tra persone e quindi può succedere) ed è importante che si basi sulla fiducia. Il lavoro terapeutico può anche essere difficile, doloroso...ma se c'è fiducia, accoglienza, autenticità lo studio del proprio psicologo diventa il "luogo sicuro" all'interno del quale affrontare anche i vissuti difficili.

Le auguro di trovare il modo per intraprendere il suo cammino, nella direzione che lei desidera per sé stessa,
un caro saluto

Dott.ssa Melania Rivalta

Dott.ssa Melania Rivalta Psicologo a Ravenna

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15 DIC 2022

Gentile Vale,
lo strumento più efficace per una buona terapia è l'instaurasi di una buona relazione di fiducia con la proprio terapeuta. Non sempre questo avviene in modo immediato, nè tantomento in modo semplice, ma è un elemento imprescindibile affinché si possa lavorare bene insieme. Per questo è importante comunicare alla sua terapeuta tutte le emozioni, sentimenti, vissuti che prova. Qualora queste sensazioni negative dovessero continuare a verificarsi, nulla le vieta di cambiare terapeuta.

Cordiali saluti

Dott.ssa Aida Moosavian Psicologo a Modena

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13 DIC 2022

Cara Valentina,
Condivido tutto quel che ha scritto, ma comincerei col parlare ancora con la psicologa ed esprimere molto apertamente e sinceramente quel che sente. Come ha detto Lei, è umana, siamo tutti umani e come tali siamo fallibili.
Provi a mettere in seduta le parole che ha scritto qui, sicuramente qualcosa si modificherà, mi creda.
Rimango disponibile, qualora decidesse di contattarmi

Dott.ssa Michela Dicosta

Dott.ssa Michela Dicosta Psicologo a Cantù

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11 DIC 2022

Cara Vale, sarebbe utile capire da quanto tempo sta andando dalla sua psicologa, e cosa intendi per "darmi conforto". L'obiettivo della psicoterapia non è la rassicurazione, anche se potrebbe essere necessaria solo inizialmente per creare un clima di accoglienza, ma in nessun modo modo è un intervento terapeutico.
Di solito chi scrive in questo portale per cercare risposte sulla propria psicoterapia già in atto, è per invalidare il percorso o lo psicoterapeuta in un gioco psicologico che conferma il proprio funzionamento: l'altro non mi .comprende a pieno, l'altro mi giudica e io cerco di evitarlo e/o svalutarlo.
È difficile uscire da questo circuito autoreferenziale se non riesce ad esporre alla sua terapeuta i suoi pensieri e stati d'animo più autentici. Non le consiiglio di cambiare perché potrebbe ripetersi lo stesso gioco.
Non si arrenda, i benefici di un percorso psicoterapeutico possono non vedersi subito, e non subito dopo un incontro.
Occorre tempo!
Intanto le auguro il meglio
Dottoressa Aniela Corsini

Dott.ssa Aniela Corsini Psicologo a San Benedetto del Tronto

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11 DIC 2022

Cara Valentina,

credo che tu debba trovare il coraggio per spiegare alla tua psicologa il disagio che provi, diversamente non chiarirete mai cosa non va. A volte è sufficiente questo per riavviare il processo terapeutico. La trasparenza è la prima cosa. E' necessario che impari gradualmente a camminare con le tue gambe, nessuno nasce che ha già questa capacità, sei giovane, e questo è un vantaggio.
Se, dopo aver chiarito, i problemi continueranno significa che è necessario cambiare psicoterapeuta; con serenità, senza rimpianti e con decisione. Dici che per te lei è una estranea, questa non è una buona cosa. Dovrete affrontare insieme questa cosa per riavviare il discorso.
Coraggio Valentina, vedrai che scoprirai più fiducia in te stessa proprio anche grazie al fatto di chiarire queste cose.
Provaci, poi mi fai sapere.

Grazie dell'attenzione

Dott.Gabriele Lenti

Dott. Gabriele Lenti Psicologo a Genova

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10 DIC 2022

Ciao Valentina, non entro nel merito del lavoro della collega, quello però che mi sento di dirti è che devi essere completamente sincera con lei rispetto agli stati d'animo che tu provi durante la seduta e quello che ti porti a casa dopo. Questo potrà fare chiarezza a lei e anche a te per aiutare l'incontro terapeutico. Da quello che ho letto hai fatto 4 sedute però hai tenuto celato questo malessere, Il prima possibile parlale liberamente e se nulla dovesse cambiare di comune accordo potreste decidere di interrompere il lavoro terapeutico assieme. Resto a disposizione per qualsiasi parere tu abbia bisogno. Cordialmente. Dott.ssa Simona Contino

Dott.ssa Simona Contino Psicologo a Gravina di Catania

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10 DIC 2022

Buongiorno
L' ansia fa parte della vita. E quando noi non riusciamo a gestirla allora ci dobbiamo lavorare.
La relazione terapeutica è fondamentale tra clinico e paziente.
Se una persona ci mette ansia ci dobbiamo chiedere il perché.
La collega gli ha detto il termine ansia , forse per tranquillizzarla.La terapia serve per diventare delle persone consapevoli, adulte, comprendere diverse tematiche.
Se lei si sente a disagio, si chieda il perché ed agisca di conseguenza.
Dott ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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10 DIC 2022

Salve Valentina,
Il setting delle seduta è proprio il luogo preposto per affrontare le sue difficoltà e non mi stupisce che se queste vengano fatte risalire all'ansia sociale, che si manifestino anche con la sua terapeuta, con la quale si tende a ripetere i propri meccanismi inconsci. Per questo motivo le consiglio di affrontare apertamente con lei le sue difficoltà, in primis il perché non si fida delle risposte che lei le dà, tenendo a mente che la fiducia e la relazione col terapeuta richiedono del tempo e un sì reciproco per potersi instaurare. Le auguro un buon proseguimento del suo percorso.
Un caro saluto
Dottoressa Valentina Donnari

Dott.ssa Valentina Donnari Psicologo a Porto Sant'Elpidio

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10 DIC 2022

Cara Vale, buongiorno.
Mi dispiace tanto sentire questo suo malessere, e la difficoltà nell'esprimerlo alla collega. Voglio rassicurarla però del fatto che quello che sta vivendo, le sue sensazioni ed emozioni, sono normali in questo momento. Sta facendo un'esperienza nuova ( quella della terapia) e sta vivendo un modo di relazionarsi all'altro differente rispetto a ciò a cui è abituata.
La collega in buona fede, non può darle il conforto che lei si aspetta, ma le darà qualcosa di molto più profondo, ovvero la possibilità di trovare dentro lei stessa le risorse necessarie ad uscire da questo stato di malessere. Il percorso terapeutico è spesso difficile e doloroso, ma la direzione è quella che và verso la sua piena libertà e indipendenza.
Quindi per rispondere alla sua ultima domanda, il senso di andare dallo psicologo è proprio quello di non smettere mai di camminare con le proprie gambe, ma avere comunque uno specchio che rifletta a lei ciò che vive in maniera più nitida e consapevole.
Provi ad esplorare, quando se la sentirà, le paure, le emozioni e le aspettative che ha rispetto alla terapia con la collega.

Un caro saluto,

Dott.ssa Sara Murgia

Anonimo-189564 Psicologo a Oristano

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10 DIC 2022

Gentile Valentina, la relazione terapeutica molto facilmente attiva le ansie che il paziente vive nella sua quotidianità. In genere è un segnale positivo perché indica che il paziente è entrato emotivamente in terapia. È anche molto comune che nelle prime fasi della terapia il paziente sperimenti un peggioramento dal momento che prende consapevolezza delle sue emozioni e di aspetti che tende a evitare. È una condizione che in genere si attenua con il procedere del lavoro, man a mano che il paziente acquisisce gli strumenti per affrontare tali aspetti. È anche comune la paura di aprirsi e può essere un tema importante di approfondimento.
È forse meno utile se il terapeuta respinge il contenuto come se fosse un ostacolo piuttosto che la porta di ingresso al mondo del paziente.
Se questo effettivamente è quello che è accaduto è da affrontare ulteriormente in terapia considerando anche l’eventualità di sentire altri pareri oltre a quelli che riceverai qui. Non sempre un paziente e un terapeuta sono compatibili e possono lavorare insieme.
Un caro saluto.
Dr. Patrizia Mattioli

Dott.ssa Patrizia Mattioli Psicologo a Roma

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10 DIC 2022

Buongiorno cara,
Mi dispiace. Non so se la sua psicologa voglia farla camminare sulle sue gambe in autonomia, ma quello potrebbe essere l’obiettivo, non la partenza. In partenza magari occorre di più avere un bastone accanto, senza sostituirsi a lei. Detto questo, mi pare che abbia già esposto alla sua psicologa le difficoltà che prova nei suoi confronti, e non credo siano resistenze nè tanto meno pensieri suoi disfunzionali se sta male ogni seduta: semplicemente questo percorso non sembra sostenerla per come lei vuole e deve (pagando) essere sostenuta. Dal suo racconto non sembra non intenzionata a mettersi in gioco, quanto piuttosto non a suo agio nel farlo. Se uno specialista non ci piace e non ci capisce, abbiamo tutto il diritto di cambiarlo. C’è scritto anche nel consenso informato
Mi dispiace molto, un forte abbraccio

Dott.ssa Cecilia Autelli Psicologo a Pavia

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10 DIC 2022

Buongiorno Valentina, inizio con il tranquillizzarla sul fatto che non sempre la relazione terapeutica si forma all’interno della terapia. Questo tipo di relazione è molto particolare e pregna di dinamiche che vedono protagoniste attive sia lo psicologo che il paziente in egual modo. Può succedere che, quando si inizia un percorso terapeutico, non si riesca a stabilire una relazione terapeutica efficace, in questo caso dovrebbe essere il terapeuta in primis a consigliare l’invio presso un collega. Sicuramente non è auspicabile che si provi questo disagio da quando si è iniziato un percorso. Tutto questo non vuol dire che il terapeuta non è competente o non è in grado di fare il suo lavoro, ma semplice la coppia non ha funzionato e questo non può essere un problema del paziente.

Dott.ssa Sara Santilli Psicologo a Roma

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10 DIC 2022

Salve Vale,
Lasciando da parte le etichette diagnostiche che una volta enunciate e comunicate non cambiano nulla anzi caricano di maggiore ansia nè aumentano la conoscenza anzi la ingabbiano, sarebbe opportuno in seduta ascoltare quello che lei prova, sia a livello psichico come pensieri ed emozioni, sia a livello corporeo come reazioni fisiologiche (sudorazioni, palpitazioni, respiri corti, dolori da contrattura muscolare, etc..). È importante attivare uno spazio di ascolto di sè condiviso. Ciò può ridurre la tensione da subito. Non credo che la terapeuta sia lì per giudicarla, questo non fa parte della mission etica della nostra professione. Perché non parlare di questo senso del giudizio che lei vive proprio con la terapeuta stessa? Bisogna dire però che la psicoterapia si basa sull’incontro e questo ha sempre dell’insondabile e misterioso. Se l’idiosincrasia di rapporto tra voi continua, potrete sempre decidere di salutarvi e lei potrà iniziare una nuova cura con un altro dottore.
Dott. Pietro Salemme

Dott. Pietro Salemme Psicologo a Roma

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