Pensieri di suicidio

Inviata da alessandro · 2 apr 2017 Depressione

Buonasera,
ho 44 anni e mi sembra di non avere quasi mai vissuto periodi di felicità. Certe volte stavo bene, ma si trattava di periodi abbastanza corti. I miei problemi cominciavano quando avevo diciassette anni, che poi si sono aggravati per un amore non corrisposto. Sono riuscito a tirarmi fuori da solo, con grande difficoltà e dopo un tentativo di suicidio fallito. Mi sentivo sempre un po' strano, senza gioire più di tanto, per cose o situazioni che per altri erano belle. La mia vita amorosa è piena di fallimenti, sono stato sempre respinto, forse anche perché innamorandomi ci ho messo sempre tutta la mia energia, fatto che alle donne di fatto non sembra piacere. Alla fine sono riuscito a sposarmi, ma il matrimonio mi rende infelice (cosa che riesco bene a nascondere davanti a mia moglie). Perché allora mi sono sposato? Per avere un po' di certezza nella vita. Mia moglie invece sembra felice. Nella vita professionale vado molto bene, i miei genitori erano operai,ma con tanto impegno sono riuscito a costruirmi un benessere e sono diventato imprenditore con un certo successo. La gente probabilmente pensa che io possa essere felice, mi possa sentire fortunato –oggettivamente avrà anche ragione. Comunque sento un immenso vuoto dentro. In autunno poi, dopo un lungo periodo di amicizia, mi sono pian pianino innamorato di una collaboratrice più giovane di me, e sarei stato capace di lasciare tutto per lei. Lei mi ha risposto di no. Ho naturalmente distrutto l’amicizia con la mia stupidaggine. Adesso dopo cinque mesi non sono ancora riuscito a superare questa crisi, la vedo ogni giorno e mi fa molto male essere stato respinto. Lei non mi parla più, a pena mi saluta. Mi sento molto depresso è non ho più la forza di lavorare, ma riesco in qualche modo a nascondere il mio stato. Penso di essere un fallito nella vita e mi chiedo perché non posso essere felice e contento come tanti altri. Non dormo più bene, mi alzo alle 3 del mattino, penso a quest’amore non corrisposto e sono torturato da pensieri di suicidio che sono sempre più concreti. Sono abbastanza disperato e non riesco più a trovare una soluzione al problema. Anche perché normalmente le soluzioni ai problemi professionali li trovo sempre, la mia autostima non c’è più – probabilmente non ci è mai stata. Ho rinunciato alle mie attività del tempo libero perché non ho più energie e non mi piacciono più. Provo vergogna e non mi sento di incontrare altre persone. E faccio molta fatica a nascondere il tutto al lavoro e a casa. Qualcuno mi può dare un consiglio?

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Miglior risposta 3 APR 2017

Gentile Alessandro,
l’amore non corrisposto può causare grande sofferenza, tristezza, rabbia e anche disperazione e la delusione può essere intensa come per un amore finito. Avere un umore depresso è normale, anzi è proprio l’elemento che segnala la fine di una relazione (o di una speranza) e ci consente di evolvere, di voltare pagina. Per distinguere ciò che è fisiologico da ciò che non lo è di solito si ricorre alla durata di tale stato, poiché se i sintomi depressivi durano per troppo tempo si evince che quel lutto, quella tristezza ne ha agganciate altre mai elaborate. Nel suo caso un altro segnale è dato dall’intensità della sofferenza, che la spinge a pensare al suicidio.
Mi colpisce il fatto che sembra abbia cercato per tutta la sua vita di incontrare una persona che le dimostrasse di poter essere amato per poi scoprire, quando ciò avviene, che questo la lascia infelice. Così come la lascia infelice la sua posizione sociale e il suo successo lavorativo. Inoltre continua a dire che è sempre stato respinto quando, dal poco che sappiamo di lei, sembrerebbe che ciò non sia vero.
Sembra anche che faccia fatica a fare i conti con il rifiuto e che quando ciò si verifica non riesca ad accettarlo tanto da fare delle sciocchezze, come nell’ultima situazione da lei riportata.
Da quanto scrive dentro di lei si agitano la tristezza, il dolore sordo, la vergogna e la rabbia che prende la strada della disperazione e delle idee suicidarie
Credo abbia bisogno di fare un lavoro su di sé che partendo dalla situazione attuale ripercorra le diverse tappe della sua vita. Col suo terapista potrà valutare la necessità di un ricorso a un supporto farmacologico. Molti elementi in ciò che racconta mi hanno fatto sorgere delle domande; tante, troppe per cui evito di riportarle in questo breve feedback.
Con la psicoterapia potrà diventare più consapevole di sé, di ciò che gli sta intorno e di come funziona in determinate circostanze. Ciò gli consentirà di effettuare una lettura diversa della realtà che lo circonda e di poter anche cambiare alcuni aspetti e/o atteggiamenti.
Un saluto

Dott.ssa Lucia Rinaldi

Lucia Rinaldi Psicologo a Roma

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3 APR 2017

Gentile Alessandro,
lei sembra descrivere una depressione con relativi rimugini , ruminazioni, ansie e cali di energie, legati a questo sentimento non corrisposto.
sarebbe il caso di farsi seguire da un terapeuta e valutare anche la possibilità di una terapia farmacologica se, come dice, i pensieri suicidari sono continui e costanti.
saluti
dott.ssa Rita Pranzo

Anonimo-146760 Psicologo a Torino

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