salve, ho 19 anni e sono in cura da una psicologa psicoterapeuta da un mese a causa di un pensiero ossessivo su un mio ex partner e a episodi di depersonalizzazione e derealizzazione. da 4 settimane ho una continua dissociazione da me dato che mi sono identificata nella vocina interiore riguardo l'ex per non sentire più quel pensiero e essere triste. Da qualche settimana ho iniziato a pensare davvero al suicidio perchè mi sento un morto che cammina, completamente priva di emozioni, non riesco a guardarmi allo specchio, sento la mia voce esterna, ho continue emicranie e dolore agli occhi a causa di un piano visivo allargato, non ho più l'immagine mentale visiva. La specialista che mi segue mi da consigli su cosa fare ma io non vedo miglioramenti anzi più il tempo passa e più la sensazione di distacco peggiora e più le immagini mentali di ricordi e sogni sbiadiscono. Solo concentrandomi sulla realtà e su ciò che sento riesco a riavvicinarmi alla mia voce e a sentire maggiormente il mio corpo ma l'effetto dura poco e attuare questa pratica è molto faticoso. Cosa mi consigliate di fare? Non riesco più ad andare avanti così
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4 AGO 2020
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Buongiorno Giorgia,
quella che ci descrive è una sintomatologia che desta la mia preoccupazione clinica. Non sono sicura di capire che cosa intende per 'piano visivo allargato'; intuisco che si tratti di un'alterazione della percezione visiva.
Rispondo con molta cautela e inizio in maniera generale: la sofferenza che le ha procurato la rottura con l'ex partner ha generato un dolore in lei così insopportabile che soffre di depersonalizzazizone, cioè si estranea da se stessa per non sentire il dolore.
Come se quel dolore fosse psichicamente insopportabile per lei.
Il dolore mentale è il più difficile da sopportare; quando ci si riesce è grazie al fatto che le persone importanti della nostra vita ci hanno amato abbastanza per farci sentire che, se anche perdiamo qualcuno per qualsiasi ragione, c'è sempre un modo per consolarci e trovare conforto in altre relazioni. Per sopportare il dolore si deve aver interiorizzato il meccanismo di 'riparazione dell'anima' che ci può essere trasmesso solo da relazioni positive e significative.
Dico questo perché un terapeuta può avere questo ruolo, anzi, direi che questo è il ruolo principale di un buon terapeuta: accogliere, comprendere, aiutare a risolvere insomma indicare come 'ripararsi l'anima' in caso di ferite, senza perdere la voglia di vivere.
Considerando che lei, stando a quello che ci dice, ha una sofferenza cita, non escluderei l'uso temporaneo di farmaci che faciliterebbero la ripresa. Rimango a disposizione per ogni altro chiarimento.
dott. Giuliana Gibellini, psicologa-psicoterapeuta, Specialista in psicologia clinica
4 AGO 2020
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Giorgia,
posso immaginare quanto sia difficile sentirsi priva di emozioni e quanto tu abbia bisogno di cominciare a stare meglio. Un mese di psicoterapia è ancora poco, ci vuole più tempo. Ma è molto importante che tu parli con la tua terapeuta dei pensieri che descrivi qui, di quello che provi, della difficoltà a portare pazienza perché il malessere ti pesa tanto. Parlane apertamente, è la cosa migliore che tu possa fare in questo momento per te, per poter riacquistare la fiducia nel tuo futuro. Non sei sola, hai chi ti accompagna in questo percorso.
Dott.ssa Katarina Faggionato
4 AGO 2020
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Cara Giorgia,
lei si trova in un momento iniziale del lavoro su di sè e occorre tempo per costruire la relazione terapeutica e per osservarne l'efficacia. Si senta libera di comunicare tutti i suoi vissuti alla sua terapeuta e di affrontare insieme a lei le difficoltà che incontra, ad esempio nel mettere in pratica i suggerimenti ricevuti. I sintomi che descrive sono seri e sicuramente molto dolorosi, richiedono da parte di chi li prende in carico una specifica preparazione. Quello che conta, in questa fase, è che lei sappia e senta di essersi affidata ad una persona che possiede gli strumenti per esserle di aiuto, e quindi affidarsi e mantenere la fiducia nella psicoterapeuta e nelle sue capacità di guarigione.
In bocca al lupo
Dott.ssa Franca Vocaturi