Paura di non superare la fine di una storia

Inviata da Privatamente · 25 gen 2024 Dipendenza affettiva

Buonasera Scrivo per avere un aiuto. Ho conosciuto il mio ex fidanzato nel 2018: e stato - per me - un colpo di fulmine. Mi è piaciuto subito, in un modo che non mi era mai successo ho subito saputo che sarebbe stato lui. E me lo sono preso (lo vedo oggi) incurante delle sue titubanze (usciva da una storia e prima ancora da un’altra che si era accavallata) Siamo stati insieme 4 anni, innamorati pazzi. Progettando, costruendo un futuro, prima a distanza quando è andato a studiare in Francia per un anno e poi ancora quando si è trasferito in una regione lontana dalla mia per lavoro. All’inizio ho fatto avanti e indietro e poi, complice il covid mi sono spostata più stabilmente a 5 ore di treno da casa: Io studiavo e potevo permettermelo, ero meno vincolata di lui. Quindi ho passato molto tempo facendo su e giù. Prima avevo altri impegni a casa ed ero costretta a tornare, poi col covid mi sono stabilita più definitivamente. Con la ripresa della vita sono riprese anche le attività in cui ero impegnata, in particolare il concorso per cui stavo studiando. Inoltre stare lì, in un posto in cui non avevo niente oltre lui, che pure faceva un lavoro molto impegnativo per cui stava fuori magari dalle sette alle sette, almeno, così finivo per stare molto tempo da sola, mi sentivo sola e trovavo un po’ deprimente trasferirmi per lui lasciando la mia vita qua, senza avere niente (nemmeno un lavoro, perché appunto stavo studiando per cui passavo tutto il giorno in casa). Quindi siamo andati avanti cosi. Un amore bellissimo: un’affinità emotiva, fisica e intellettuale,
Non ci siamo annoiati nemmeno un giorno. Poi ho passato qualche mese in cui mi sono gettata a capofitto nello studio per sostenere gli scritti del concorso che stavo studiando, per cui mi sono molto sacrificata e probabilmente ho molto sacrificato anche lui. Avevo bisogno di studiare 12 ore al giorno, con le comodità di casa e con un compagno di studi che è stato fondamentale. Cosa che rimanendo giù da lui non sarebbe stata possibile. Finito il concorso sono tornata giù. Pronta a “stabilirmi”: avevo fatto tutto il possibile, era tempo di stare insieme. Basta sottrarci tempo. Peccato che lui si fosse raffreddato enormemente. Dopo qualche mese di continue tensioni e malumori esplodo dicendo che così non andava. Mi sentivo trascurata, sempre trattata male, non più una priorità. Lui mi sorprende dicendo che in effetti non sapeva se fosse ancora innamorato di me, che da qualche mese non provava più slancio, voglia di fare le cose, di prendersi cura di me. Mi crolla il mondo addosso: mi aspettavo dei problemi ma MAI avrei pensato ad una cosa così profonda. Mi chiede di andarmene, tempo per riflettere. Prendo tutte le mie cose e torno a casa. Continuiamo a sentirci, dopo un paio di mesi ci rimettiamo insieme, ricominciamo a vederci ma dopo appena tre mesi mi lascia di nuovo: mi dice che non mi ama e che è finita, dopo una notte passata insieme. Sorpresa. Passano sei mesi, ricominciamo nel frattempo a sentirci e poi, con grande circospezione, a vederci. Ci rimettiamo insieme, io scoppio di gioia. ma la crisi non sembra mai accantonata del tutto. Si trasferisce per lavoro, ancora lontano da me, e mi appoggio un po’ da lui, facendo sempre avanti e indietro, pianificando per far tornare tutto. Ma sempre sentendomi con un piede fuori. Nel frattempo passo gli scritti (dopo quasi due anni) del famoso concorso e studio per l’orale: finalmente posso festeggiare questo traguardo con lui. Passiamo insieme nove mesi: lui è tornato, ma mai del tutto, mai al 100%. Solo io non lo voglio vedere. Comincio a lavorare e ho anche io delle esigenze adesso, non sono più a disposizione, e Forse questo gli costa troppo. Mi accorgo che in questa storia non ci mette niente, ci sta perché sta bene con me, dice che mi vuol bene (non mi ha mai più detto che mi ama) che si sente fortunato che sono perfetta, ma intanto mi sembra di tirare tutto io; proprio come quando è cominciata. Dopo qualche settimana che ho cominciato a lavorare (un lavoro molto impegnativo) e che mi barcameno per vederlo scopro che una volta che non ci siamo visti perché sono stata trattenuta per lavoro mi ha tradita. Una cosa da niente, dice. “Non è il punto”. Il punto è che non mi ama più, che non vede il futuro, e che non riusciva a lasciarmi andare perché sa quanto conto e quanto valgo. Perché con me sta benissimo ma quando mi allontano è come se si spegnesse una luce. Ho preso le mie cose, pochissime, e sono andata via. Stavolta so che nemmeno io ero felice, che vivevo all’ombra di un rapporto esaurito - mio malgrado - che era come cavare succo da una rapa. Che non aveva neanche avuto il coraggio di dirmelo e di nuovo ho dovuto tirare fuori tutto io. So che devo andarmene. So che valgo di più. Non lo vedo e non lo sento da due mesi, faccio un lavoro bellissimo, ho tanti amici, interessi, sport. Rido. Ma spesso mi viene da piangere, sono disperata, ho paura che non sarò mai più così felice. Ho paura di essere vecchia (34 anni) di aver buttato via gli anni migliori. Non riesco a non pensare al tradimento, a chiedermi come e quanto. A non riconoscere l’uomo che pensavo di amare e con cui parlavo di comprare casa, di avere figli, di amore, fino all’ultimo. Sono devastata dal senso di colpa per quel che avrei potuto fare di diverso, per essere stata egoista. Sono devastata a quando penso alla nostra casa insieme a come l’abbiamo riempita d’amore, a quanto guardavamo lontano. A quanto mi piacesse e ho il terrore che non la supererò mai, temo di averlo idealizzato oltre ogni dire. E che niente sarà mai al suo livello. Essere amata da lui era bellissimo; e ora ho questa ferita a ricordarmi che non ne vale la pena, di continuare ad amarmi. E non riesco a scacciarlo dalla mia mente, ogni cosa me lo ricorda e mi ricorda i tempi bellissimi in cui eravamo insieme, quando io stessa pensavo “ma come si fa, ad essere così fortunate???” Da non crederci. Ora non vedo futuro.

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