Buongiorno, sono una ragazza di 22 anni e studio psicologia clinica alla magistrale (lo scrivo anche perché gli studi mi hanno resa maggiormente consapevole riguardo me stessa).
Da sempre mi agito molto quando si tratta di aghi, ospedali e dolori sconosciuti, evitando anche prelievi. Più volte mi è capitato di sentirmi svenire o svenire concretamente, e il primo ricordo risale a quando ero a fine elementari. Ad oggi ho compreso che ciò è dovuto alla fobia degli aghi e alla paura di soffrire di qualcosa di grave (come un tumore) o di poter rischiare di morire.
L'unico modo per calmarmi in queste situazioni è attuare le varie disposizioni per evitare lo svenimento e parlarne con qualcuno (in particolare i miei genitori). Tuttavia non sarà sempre possibile avere l'aiuto di qualcuno e vorrei riuscire a poter controllare la forte sensazione di svenimento (con annebbiamento, tremori, battito accelerato...) e la paura annessa (che poi peggiora se ricerco i sintomi su internet per rassicurarmi). Esistono delle tecniche concrete che posso attuare in situazioni simili? Grazie per la disponibilità.
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29 MAG 2023
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Gentile F.,
le fobie specifiche e le fobie ipocondriache con disturbi psicosomatici sono molto frequenti e vanno trattate mediante un percorso di psicoterapia preferibilmente ad orientamento cognitivo-comportamentale con annesse tecniche di esposizione e di rilassamento psico-fisico.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
25 MAG 2023
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Potrebbe provare con la respirazione circolare, la meditazione di centratura, l'EMDR, Rescue Remedy dei fiori di Bach.
Poi le toccherà accettare l'idea di morire e finalmente starà meglio.
25 MAG 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile F.
Dal suo racconto si evince una possibile angoscia che ha trovato un proprio canale di sfogo nella sua fobia; poiché sostiene di studiare psicologia le consiglio di leggere la formazione delle fobie come descritto da Freud, e sono convinta che probabilmente le muoverà qualcosa in lei in termini di riflessioni.
Valuti quanto ciò stia influenzando la sua vita quotidiana e probabilmente è giunto il momento di rivolgersi a un supporto più tecnico e professionale di quello che possono fornirle i suoi genitori. I quali chiaramente possono aiutarla fino a un certo punto.
Le auguro ogni bene
25 MAG 2023
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve F.
La prima cosa che mi sento di consigliare è iniziare un percorso terapeutico per affrontare le tematiche che ha scritto e approfondire da dove arrivano queste paure ed eventuali schemi disfunzionali. In questa sede voglio solo metterla in guardia sui comportamenti che mantengono e rafforzano l’ansia ovvero la ricerca di consolazione: quando lei va su Internet o ricerca consolazione dai suoi genitori perpetua i meccanismi di tipo ansioso. Su internet non troverà mai niente di rassicurante, e chiedere aiuto ai familiari (che non sono medici) se sul momento restituisce consolazione, poi peggiora la situazione perché le paure torneranno inevitabili in quanto è l’incertezza che lei sembrerebbe non tollerare (incertezza di avere qualcosa). Infine le ricordo che è impossibile controllare i propri battiti, o eventuali malori, se una cosa deve succedere succederà indipendentemente che lei me abbia paura o meno. Ciò che lei può davvero controllare sono i comportamenti, pertanto Bisogna che interrompa i circoli viziosi dell’ansia che altro non fanno che confermare gli schemi sottostanti. Si ricordi che la sola cosa da evitare è l’evitamento stesso perché di nuovo mantiene il circolo vizioso dell’ansia: evitare i prelievi aumenterà la sua paura quando dovrà farli, perché implicitamente confermerà lo schema che sia pericoloso farli. è sperimentando ogni volta che non succederà niente di catastrofico che la risposta ansiosa sarà via via minore. Questa è quella che si chiama esposizione , affrontando le sue paure scoprirà che i mostri non sono così terribili.
Resto a disposizione