Non vedo via di uscita

Cara Federica,
lavorare all'interno di un laboratorio può essere molto faticoso e stressante, sotto tanti punti di vista.
Anche i ricercatori ed i docenti più brillanti si trovano quotidianamente ad affrontare e gestire situazioni di forte stress; le ricerche che non procedono, i campioni che da un giorno all'altro non sono più adatti per continuare con lo studio, i finanziamenti che non arrivano o che non sono sufficienti a coprire le spese (stipendio incluso), i risultati che non portano ad alcun esito...chi più ne ha, più ne metta.
Temo che anche la docente/relatrice di cui sta parlando si stia trovando in questa situazione e che sotto queste continue pressioni trovi in lei (ahimè) anche una valvola di sfogo. Purtroppo, anche i docenti ed i ricercatori sono umani ed in questo senso i laboratori possono diventare delle vere e proprie trappole infernali per chi è particolarmente sensibile alle pressioni ed al giudizio degli altri.

I pensieri ossessivi, come li definisce lei, e più in generale le paure che la portano a realizzare i peggiori degli scenari meriterebbero di essere affrontati all'interno di un percorso psicologico che potrà avviare con lo specialista che ritiene essere più adatto a lei. Anche i pensieri relativi alla possibilità di suicidio non sono assolutamente da sottovalutare; la invito per questo a contattare un professionista per parlarne o anche a recarsi al pronto soccorso a lei più vicino, qualora si facessero importanti, dove troverà l'assistenza ed il supporto necessari.

Lei conclude, chiedendo aiuto o consigli dimostrando il suo grande coraggio; per questo sono sicura che, se lo vorrà, riuscirà a ricevere il migliore aiuto che possa desiderare in questo momento.
Semmai (?) arrivasse un provvedimento disciplinare, col tempo, avrà tutti gli strumenti per poterlo affrontare nel migliore dei modi; magari chiedendo il supporto dei suoi cari, dei suoi amici o anche di un professionista che la possa affiancare e sostenere (se lo riterrà opportuno).
Si tratta comunque di una situazione risolvibile, per quanto faticosa.

Vedrà che questa esperienza, se ben elaborata, le servirà molto per riscoprirsi in tutta la sua forza…E quella sarà una bella sorpresa!
Un caro saluto.

Dott.ssa Francesca Conti

Cara Federica, grazie per la tua condivisione. Mi dispiace molto per la situazione che stai vivendo. Da come la racconti e da come posso immaginare, non deve essere affatto facile. Perché usi parole come "essere spregevole e schifoso"? Io credo che tu sia troppo dura con te stessa. Hai detto una cosa non vera, sì, ma chi sarebbe riuscito a mantenere la calma all'interno di un ambiente così ostile? Hai provato a sopravvivere nel modo che ritenevi più giusto e va bene così.
Bisognerebbe comprendere per te quanto e come mai è così importante essere un modello e, soprattutto, che tipo di modello. Io ti consiglierei un sostegno psicologico per riuscire a centrarti e a mantenere il focus in maniera consapevole su ciò che stai facendo, senza alimentare i pensieri ossessivi. Esercitati a perdonarti e "lasciare andare" il senso di colpa che hai soprattutto nei confronti di te stessa. E' difficile, ma non impossibile. Hai mai sentito parlare della minfulness? Potrebbe essere d'aiuto. Per qualsiasi cosa, sono a tua disposizione, ricevo anche online. Ti auguro il meglio.

Dott.ssa Giulia Cangemi

Provi ad usare il poco tempo a disposizione per fare i due esami che le mancano e se capita accetti un voto basso.

E dica pure la verità.
La farà sentire meglio.

Mi dispiace profondamente sentire che stai attraversando un periodo così difficile e carico di sofferenza. È estremamente importante cercare aiuto immediato in una situazione così critica. Non esitare a parlare con qualcuno di fiducia, un amico, un familiare o un professionista della salute mentale che possa offrirti supporto.

Ricorda che ci sono persone e risorse disponibili per aiutarti ad affrontare queste difficoltà. Il pensiero suicida è un segnale di allarme serio e non dovresti affrontarlo da sola. Parla con qualcuno il prima possibile per ottenere il supporto di cui hai bisogno per affrontare questa situazione.

Puoi anche cercare aiuto da professionisti della salute mentale, come psicologi o psichiatri, o rivolgerti a servizi di emergenza per la salute mentale.

Per favore, non sottovalutare l'importanza di cercare aiuto ora. La tua vita è preziosa e ci sono persone pronte ad aiutarti a superare questa situazione difficile.

Ciao Federica,
comprendo la tua situazione e la sofferenza che ne scaturisce. Noto, già da queste poche righe, quanto sia dispregiativo e assillanmte il giudizio che dai nei confronti di te stessa che certamente contribuisce in modo notevole ad aumentare l'ansia nei confronti di questo ostacolo. Un percorso psicologica che possa aiutarti ad affrontare questo scoglio è sicuramente un opzione ottimale per la tua situazione.
Dott. Orsolini Stefano.

Gentile Federica,
Queste sembrano essere delle idee suicidiarie che sono salite all’improvviso, stimolate dal pressing ambientale universitario. Il fatto che lei abbia ritardato di due esami non è di per sè grave, poiché capita di avere dei rallentamenti soprattutto quando un ambiente viene percepito come ostile. La bugia di cui riferisce non ha un grande nocumento anzi potrebbe essere stato un modo per difendersi dalla pressione indebita. Piuttosto una riflessione sarebbe da farsi: sembra che lei sia alle prese con un’immagine di sè troppo ideale che non ammette errori, neppure per proteggersi da situazioni coercitive. Quando l’ideale diviene troppo esigente allora si trasforma in istanza superegoica che sanziona e punisce. Per questo bisogna recuperare il senso del limite umano e accogliere la propria capacità di sentirsi vitali. E per questo credo che ciò che lei ha pensato circa il cambiare luogo e ricominciare per concludere altrove, sia una buona, anzi ottima, soluzione alternativa per abbassare il livello di pressione interna ed esterna psicologica.
Credo anche che sia indispensabile attivarsi nella ricerca di uno psicoterapeuta con cui cercare di capire il senso di quella ideazione pericolosa.
Quando c’è la vita, significa che essa scorre e noi siamo nel flusso di questo scorrere di vita. La vita è ciò che noi abbiamo di importante per noi e dobbiamo preservarla.
Quindi cambio di ambiente e colloqui per iniziare subito una psicoterapia.
Un saluto pregno di forza
Dott. Pietro Salemme

Cara Federica
mi dispiace per le emozioni negative che sta sperimentando, grazie per averle condivise in questo spazio.
Mi colpisce la tendenza a giudicarsi severamente, sarebbe utile comprendere questa dinamica e le motivazioni alla base.
Un’ adeguata elaborazione potrebbe permetterle di avere una opinione più morbida rispetto ai suoi agiti e dare loro il giusto significato.
A tale scopo, posso consigliarle di intraprendere un percorso terapeutico nel quale sentirsi accolta e trovare le sue risposte.
Resto a disposizione, anche online, qualora avesse bisogno di un colloquio o di un chiarimento.
Un caro saluto,
Dott.ssa Ilaria Tempesta

Cara Federica,

credo sarebbe fondamentale che, prima di definirti un essere spregevole e schifoso per un semplice ritardo legato a due esami, tu riflettessi sull'intransigenza eccessiva che ti riservi. Inoltre, potresti cominciare a pensare da dove deriva questo giudice interiore che sentenzia che sarebbe meglio morire piuttosto che ammettere che sei un essere umano e non un robot che deve soddisfare le aspettative del mondo intero. Infine, tu stessa sai di essere una studentessa modello che puo' avere dei bisogni e desideri di tempi piu' dilatati, e che questo aspetto non e' direttamente proporzionale al tuo fallimento.
Sono a tua completa disposizione per approfondire la tua storia familiare e interpersonale, anche in modalita' online.

Dott.ssa Francesca Orefice

Cara Federica,
mi spiace molto per il momento terribile che sta passando. Cambiare relatore sarebbe un peccato perchè vorrebbe dire ricominciare tutto da capo; dire la verità all'attuale relatrice potrebbe essere la soluzione migliore per liberarsi almeno un po' dal senso di colpa che la schiaccia in questo momento.
Però le chiedo: se una sua amica si trovasse nella sua stessa situazione, che consiglio le darebbe? E riguardo all'ipotesi di togliersi la vita?
Provi ad osservare la situazione dall'esterno, per quanto sia difficile farlo, e vedrà che di tutte le opzioni possibili quella del suicidio è l'unica da non tenere assolutamente in considerazione!
La prego, parli con qualcuno, anche solo amici e parenti se non vuole o non può affidarsi ad uno psicologo; si faccia aiutare a superare questa difficoltà, perchè la sua vita vale più di qualsiasi altra cosa e non deve mai essere subordinata al suo successo scolastico/universitario.
La abbraccio,

Gabriella De Stefano.

Gentilissima Federica,
Mi sembra che rischiare una sanzione sia il danno minore. Tutto sommato un danno accettabile. La pressione e la stanchezza (di fine percorso) possono giocare un ruolo troppo importante che è bene che la razionalità tenga a bada. Tutto il lavoro fatto ( tanto lavoro e ben fatto) merita di essere portato a termine. Se ne ha la possibilità, consulti uno specialista della sua zona per chiarire la ragione per cui un ostacolo sul suo cammino la porta ad pensare ad una conclusione così drastica….sproporzionata, forse? La incoraggio a cimentarsi come tante volte ha fatto

Cara Federica,
prova ad essere meno severa con te stessa e più accogliente...gli errori se percorsi con consapevolezza possono farci crescere. Potresti esprimere come ti sei sentita e scusarti per come hai agito...a volte essere autentici ripaga con stessi è con gli altri.
Saluti
Dott.ssa Daria Arboretti

Buongiorno Cara
La vita e sempre preziosa, e vale sempre la pena viverla.
La vitave fatta di ostacoli, che è utile superarli.
Ti invito a fare dei colloqui con uno psicoterapeuta.
Dottssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Ciao Federica, mi arriva la pressione che senti addosso e penso anche che giudicare rabbiosamente il numero di esami che mancano alla persona sia un pessimo modo di esercitare il ruolo di docente.
Detto questo penso che possa essere importante non aggiungere ulteriori bugie e pensare a una soluzione. Da quello che so non esiste un regolamento accademico che regoli situazioni di questo tipo quindi non mi pare che tu possa avere un proseguimento discipline. Non so che facoltà tu faccia ma prima mandare all'aria tutto e ricominciare da zero (dispendiosa come soluzione) puoi valutare la possibilità di cambiare relatore o dire alla tua professoressa la verità. Quali conseguenze ci possono essere? Si arrabbia? Ti manda via? Se ti manda via e te la trovi correlatore alla discussione ti fa domande impegnative? Tutte conseguenze gestibili direi. Queste ovviamente sono solo ipotesi. Farti aiutare da un/a professionista a decidere penso che possa esserti di aiuto, anche per scegliere tu in piena consapevolezza cosa fare. Un caro saluto, Luisa Fossati