Non so se chiedere un periodo di aspettativa
Da quando due anni fa sono tornata nella mia città non sto più bene, non che prima fossi serena, ma il lavoro andava bene prima, mi piaceva perfino, il mio nuovo incarico lavorativo mi ha provocato una forte delusione e stress anche se paradossalmente il carico di lavoro è veramente scarso. Non so come arrivare a fine giornata, le mie mansioni non sono definite e chiunque, anche di altri uffici, può mettere mano a qualsiasi cosa io faccia o contestarla e questo mi provoca frustrazione e tristezza. Mi sento senza obiettivi e le possibilità di andarmene sono scarse, perché il mio capo preferisce tenermi a non fare nulla piuttosto che cedermi. Al tempo stesso l'idea che mi venga assegnato un compito mi spaventa e mi infastidisce.
Già due anni fa, appena arrivata, siccome stavo piuttosto male ho iniziato un percorso con una psicoterapeuta, mi sembrava di compiere seri progressi, ma ora la situazione è di nuovo ingovernabile per me. Mi viene da piangere spesso, anche in strada, e in ufficio devo andare a nascondermi quando non riesco a trattenere le lacrime, sono stanca e ho difficoltà a concentrarmi, non capisco quello che leggo. da quando ho capito che questa situazione lavorativa non cambierà più nonostante tutti i miei sforzi sono spesso apatica emi sento come annebbiata.
A questo punto non so se devo prendermi un periodo di aspettativa per cercare di recuperare uno stato mentale più sano (impiegando il tempo in qualche terapia o tecnica particolare?) oppure non cambierebbe nulla anche se mi prendessi del tempo. Inizio ad avere il sospetto che il problema sono io e che la soluzione non ci sia perché la mia insoddisfazione, la sensazione di essere sopraffatta dalla vita nonostante abbia quasi 40 anni e la mia paura del futuro non si possono risolvere. Non riesco nemmeno a provare soddisfazione per i piccoli ma concreti successi extralavorativi e l'avvio di una relazione e vedo al tempo stesso altri con vite più difficili conservare una migliore tenuta psicologica.