In pratica ogni volta che parlo di me non riesco a controllare le emozioni. Mi vengono gli occhi lucidi e poi mi scendono le lacrime. Mi capita quando racconto ai miei genitori cosa vorrei fare nella vita, quando devo affrontare una situazione critica con il mio datore di lavoro e non vengo capita, quando racconto al mio ragazzo cosa sento.... Ho sempre avuto questo disturbo, e anche mia sorella più piccola, ma in certe situazioni sta diventando davvero pesante e incontrollabile...
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22 MAR 2013
· Questa risposta è stata utile per 24 persone
Cara Giulia,
da quanto dice mi pare che il pianto sgorghi ogni volta che parla di sè,
ma soprattutto quando parla di qualcosa di conflittuale che la riguarda.
Il pianto dunque non è legato all'emotività in generale, ma a condizioni che suscitano emozioni contrastanti, la spinta in una direzione e la corrispondente paura o rabbia.
In effetti, le due situazioni che ci cita riguardano il suo futuro ed il rapporto col capo.
Mi pare che il pianto possa rappresentare una sorta di valvola di sfogo, come una fuoriuscita di emozioni derivanti da un conflitto che innalza la temperatura, che rende quasi intollerabile quanto si muove dentro.
Ciò mi fa pensare ad una sorta di difficoltà a contenere le emozioni, di un'insicurezza che crea questo stato di ritiro. Il pianto infatti è un segno di disagio, ma crea anche una sorta di fuga dalla situazione interna ed esterna. Se ci fa caso, quando emerge il pianto, il discorso si smorza e si perde il contenuto per andare sulla relazione.
E' come se il pianto richiamasse attenzione su sè, sul bisogno di essere contenuta e accudita e distogliesse quindi da quanto sta dicendo, dalla situazione narrata. Costituisce quindi una sorta di fuga da quanto vuol affrontare e condividere.
Il fatto che questa reazione è comune anche a sua sorella, mi lascia supporre che probabilmente in famiglia manca un modello di contenimento solido riguardo alle emozioni e forse anche una sorta di rafforzamento della modalità infantile di ritiro.
Non so se è il suo caso, ma spesso i genitori desiderano proteggere i figli, salvaguardandoli da dolori e ingiurie del mondo, ma così facendo i figli crescono con l'idea di non essere abbastanza forti e capaci.
E' importante che lei vada un pò ad osservarsi, a capire quali nodi la rendono più debole, quali convinzioni distorte le fanno pensare di non essere capace di affrontare i conflitti della propria vita, gli altri importanti, le persone che hanno potere e le difficoltà.
Vedrà che lavorandoci un pò su, le cose miglioreranno. Come per le prestazioni fisiche, anche per quelle emotive è necessario allenamento costante e progressivo.
Forza allora, si dia da fare e si fidi.
4 APR 2013
· Questa risposta è stata utile per 7 persone
Gentile Giulia,
non appena veniamo al mondo piangiamo e ciò vuol dire essere vivi. Man mano crescendo spesso gli adulti dicono al bambino di non piangere, ma nonostante il pianto sia visto culturalmente come qualcosa di negativo, invece a livello fisiologico consente di scaricare le tossine. Ora come lo stress e l'ansia che sono funzionali se non superano una certa soglia, nel suo caso sembra che il pianto le crei disagio. Forse sarebbe importante capire qual'è l'origine di questo suo stile comportamentale all'interno di un percorso psicodiagnostico e psicoterapeutico di modo che possa controllare meglio gli "ingranaggi idraulici".
24 MAR 2013
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buonasera,
si' una difficolta' a gestire le proprie emozioni che si manifestano per ora con il pianto, una difficolta' che trae origini dalla sua educazione ricevuta in famiglia, infatti anche sua sorella dice ha la stessa difficolta'. Se sta diventando un disagio potrebbe pensare a un percorso personale con uno psicologo per elaborare e gestire la sua emotivita', ovvero per esprimere i suoi sentimenti emozioni senza disagio. ci rifletta
24 MAR 2013
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Giulia,
sarebbe opportuno sapere quali pensieri le passano per la mente quando inizia a sentire l'arrivo del pianto e se c'è un pensiero ricorrente. La catena dei pensieri potrebbe ormai scattate in modo automatico, sensa che lei se ne rende conto. Inoltre il timore di piangere potrebbe innescare proprio il comportamento del pianto vero e proprio. Se questo la mette a disagio in certe circostanze, può anticipare ai suoi interlocutori proprio che sta per piangere aggiungendo una motivazione.
Un saluto
dott. Cristina Mencacci
22 MAR 2013
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Il pianto è una valvola di sfogo naturale per le nostre emozioni, possiamo piangere per il divertimento come per il dolore, ed è questo che lo provoca più comunemente. Nel suo caso, il solo pensare a se stessa è sufficiente ad indurre le lacrime. Fermare il pianto è difficile quanto trattenersi nel ridere.
Credo che potrebbe migliorare la sua condizione, lavorando su come gestisce le sue emozioni.
Cordiali saluti
Dr. Cristian Sardelli
22 MAR 2013
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile signora Giulia,
è un problema il suo che è di lunga data e probabilmente ha origini neuropsicologiche. In rete troverà tante spiegazioni interessanti e forse qualche consiglio pratico ma non per la soluzione definitiva. Solo un clinico competente dopo opportuna valutazione, se è il caso anche strumentale o testologica potrà dirle se è curabile o se è guaribile e in che modo.
Probabilmente trattasi di problema congenito
dr paolo zucconi neuropsicoterapeuta e sessuologo comportamentale a Udine
22 MAR 2013
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Salve Giulia,
il suo problema riguarda il controllo e la regolazione emotiva. Per affrontare e risolvere questo problema sarebbe molto utile affrontare un percorso terapeutico, non necessariamente lungo, nel quale poter "parlare di lei" ed affrontare l'intensa carica emotiva che ha dentro.
La regolazione emotiva è una capacità che si acquisisce nel rapporto con l'altro, fin da piccoli, con i propri genitori. La psicoterapia è una relazione significativa all'interno della quale questo aspetto può essere ripreso e corretto.
Cordiali saluti.
Dott. Alessandro Montenero. Rimini.
22 MAR 2013
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buongiorno gentile Giulia,
probabilmente Lei vive le domande esistenziali e di responsabilità con grande tensione, come se si trattasse di problematiche che ricoprono la sua vita di tragicità e insicurezza. Lo scuotimento che prova fino alle lacrime denota, dunque, una gestione emozionale complicata ma se questo potrebbe far parte della sua personalità, è anche vero che può imparare a modulare le emozioni. Se sente che da sola Le è difficile crescere e trasformarsi in tal senso, un percorso psicoterapeutico potrebbe darle profondo giovamento.Se è di Roma, resto a sua disposizione nel caso desiderasse approfondire quanto suggerito.
Cordialmente
21 MAR 2013
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Giulia,
la sua emotività emerge in maniera consistente e forse potrebbe esserle utile un breve intervento psicologico che la aiuti a gestirla al meglio; ritengo soprattutto necessario comprendere i motivi e le origini profonde di questa sua tendenza, che sembra essere uno sfogo immediato ad una situazione interiore di "troppo pieno", come le sue emozioni fossero troppo forti per essere contenute dentro di lei. Se lo desidera rimango a sua disposizione. Un cordiale saluto, dott.ssa Lucia Mantovani, Milano