non riesco a perdonare del tutto mio padre

Inviata da caridad · 5 mar 2024 Terapia familiare

ho 22 anni, ormai sono passati 10/11 anni dal tradimento di mio padre. Tradì mia madre, facendola cadere in depressione, e si sposó poi con la nuova compagna, lasciando casa nostra.
Prima di andarse però ho subbito due anni di convivenza da separati, situazione abbastanza disfunzionale, in quando mi sono sentita emotivamente abbandonata, e i litigi erano all’ordine del giorno.
Ho imparato a trattenere le mie emozioni, e fare “la cosa giusta”, quello che andava fatto.
Non mi sono mai arrabbiata con lui, non gli ho mai rinfacciato il male che mi ha provocato.
Ancora oggi mio padre sta con questa donna, sono felice per lui, è felice così.
Io però sento che ho messo una maschera per molto tempo. Recentemente ho deciso di intraprendere un percorso psicologico per rafforzare la mia sicurezza e curare i miei attacchi d’ansia.
Ho ripreso coscienza di quella ferita, che forse non ha mai cicatrizzato del tutto. Provo ancora tanta rabbia repressa, e ciò mi sta distaccando sempre più, silenziosamente da lui. Sento che far finta che le cose siano ok, non va bene.
Io a casa sua sto male, penso a tutto il male che mi hanno procurato lui e la sua donna. Razionalmente lo so che dovrei superarlo e perdonare, ma emotivamente sento un mix di emozioni tristi che mi turba non poco. Mi viene da piangere in momenti causali solo alla vista.
Non so se sia giusto…magari sparire di punto in bianco, per un po’ dalla sua vita, riprendere in mano la mia e cercare di rafforzare la mia stabilità emotiva e in futuro magari ritentare a costruire un rapporto con lui

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Miglior risposta 18 MAR 2024

Gentile Caridad,
nel percorso psicologico che da poco lei ha intrapreso, è utile, a mio parere, riflettere anche sulle dinamiche che hanno comportato la separazione dei suoi genitori affinchè lei non tragga conclusioni affrettate nell'attribuire colpe e nel designare la vittima e l'oppressore dal momento che nelle crisi coniugali con relative conseguenze le responsabilità sono da ripartire tra entrambi i partner.
Pertanto, un punto importante non è solo la difficoltà di perdonare ma anche quello di non individuare in maniera sbrigativa e imprecisa un colpevole.
Poi è comprensibile che lei, da figlia adolescente di genitori separati, abbia sofferto per cui fa bene a prendersi cura ora della sua ferita emotiva.
Cordiali aluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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14 APR 2024

Cara Caridad,
Sento che prova ancora molto dolore per le ferite del passato. A volte queste se non curate adeguatamente possono lasciare degli squarci indelebili e condizionare ancora oggi le nostre relazioni. È ancora seguita da uno psicologo? Se si avete lavorato sull'importanza di dare voce a quello che sente? Parla di aver imparato a trattenere le emozioni, in realtà la prospettiva che dovrebbe adottare è opposta e cioè imparare a riconoscere e ad esprimerle. Adesso è una giovane adulta e non più la bambina del passato che si è sentita abbandonata. Può imparare a dire come si sente, a parlare di come si è sentita, a validare quello che prova. Rispetto alla bambina del passato, la giovane adulta che è adesso può cambiare il suo ruolo nella relazione con suo padre: adesso non è più quella bambina impotente di fronte alle decisioni dei grandi ma può a sua volta prendere le decisioni che più la fanno stare bene. Se dovesse avere bisogno mi contatti pure per una videoconsulenza.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita

Dott.ssa Antonella Vita Psicologo a Padova

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19 MAR 2024

Gentile utente, le emozioni represse non fanno mai bene e soprattutto non si possono reprimere per sempre. Più che allontanarsi le consiglierei di riflettere maggiormente su ciò che sente. Se ha iniziato un percorso psicologico le consiglierei di usare quello come uno spazio in cui dar voce alle sue emozioni così come ha fatto ora per messaggio. Spero di esserle stata d'aiuto.

Distinti saluti dott. Morgione Massimo

Massimo Morgione Psicologo a Torino

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19 MAR 2024

Salve cara, la ringrazio per aver scritto.
Riporta un vissuto ancora molto doloroso ed è prezioso che possa affrontarlo in un percorso terapeutico, attraverso il quale nominare proprio a ciò che a lungo ha censurato ma spesso ciò ha bisogno di molto tempo per perdere di intensità dato che non si è subito pronti ad ammettere pensieri ed emozioni sconvenienti e a sostare in un processo di profonda rielaborazione. Si dia ancora tempo per comprendere meglio e dare voce a ciò che sente.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Di Costanzo

Dott.ssa Francesca Di Costanzo Psicologo a Milano

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19 MAR 2024

Buongiorno,
non esiste una risposta giusta in assoluto ma quella che ci fa stare meglio in un determinato momento.
Aver "riaperto" la ferita ci aiuta a superarla, perdonando gli altri e perdonandoci.
A volte bisogna lasciar andare, darsi il permesso di esprimere le proprie emozioni e parlarne direttamente con gli interessati.
Solo così scopriremo che gli altri sono a volte "fragili" proprio come noi e che il dolore che ci hanno provocato non è stato intenzionale ma che hanno fatto solo quello che potevano con le risorse che avevano in quel momento.

Un cordiale saluto
Daniela Rega

Daniela Rega Psicologo a Rimini

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18 MAR 2024

buonasera Caridad
quello che é successo, rispetto alla sua descrizione, tra i suoi, ha procurato quello stato d'ansia che patisce. La rabbia che prova dentro sé occorre farla uscire cosicché non interferisca più con il suo stato d'animo. Scriva una lettera con tutto ciò che prova e sente nei riguardi dei suoi e di suo padre nello specifico, senza censure o paure di ciò che prova, e dopo la legga e la condivida con la sua/o psicologa/o. Le servirà per aiutarla a dare un senso alle emozioni o sentimenti che prova attualmente verso i suoi genitori. Non si senta in colpa a descrivere ciò che sente, perché questo é il materiale sul quale lavorare in terapia. Se sente che al momento ha bisogno di distanziarsi dal suo genitore lo faccia, per essere più serena nel riflettere, per non farsi travolgere dalle emozioni negative che produce la presenza di suo padre, per vedere le cose dall'alto e prendere atto che lei, ora, sta costruendo un nuovo percorso di vita che la porterà a valutare, in altro modo, i comportamenti subìti e vissuti in adolescenza. Il perdono é un insegnamento veicolato dall'educazione e non deve essere obligatorio. Vi sarà tempo per questo. Non si domandi se é giusto o no, faccia ciò che sente necessario al suo benessere mentale e emozionale e poi vedrà, come dice, se in futuro sentirà l'esigenza di ricostruire un rapporto, perlomeno, non più soggetto alle emozioni e stati d'animo che prova ora verso di lui.
Buon lavoro Caridad.

Dott. Giancarlo Mellano Psicologo a Padova

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17 MAR 2024

Gentile utente, Capisco quanto sia difficile affrontare il tradimento di suo padre e il dolore che ha provato. Prendersi del tempo per curare queste ferite è importante per il suo benessere emotivo. Se sente di avere bisogno di tempo e spazio per guarire e trovare stabilità emotiva, è assolutamente valido. Comunicare apertamente con suo padre riguardo ai suoi sentimenti potrebbe aiutarla. Ricordi che prendersi cura di sé stessa è una priorità, e il suo terapeuta sarà lì per sostenerla, se necessario. Sia gentile con se stessa e si conceda il tempo di guarire.cordialmente Gdv

Giada Di Veroli Psicologo a Roma

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16 MAR 2024

Buongiorno.
Ho l'impressione che il malessere subito per anni in silenzio l'abbia portata a "chiudersi" in una dimensione di dolore, in cui si aspetta illusoriamente un gesto da parte di suo padre, che possa funzionare in qualche modo da "risarcimento" rispetto a tutto il danno che sente le ha creato in passato.
Questa è una situazione purtroppo comune, ma anche altamente disfunzionale in quanto non portatrice di alcun beneficio a lungo termine. Riterrei che la strada migliore sia provare semmai ad esprimere a suo padre quello che sente di aver taciuto con lui per anni. Spesso, l'utilizzo di una lettera indirizzata a quest'ultimo può essere utile, in primis, per esprimere le sue sensazioni e i suoi bisogni; solo in un secondo momento potrà valutare, in sede di terapia, se anche sentire di avere le risorse per consegnare la lettera al padre.

Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero

Dott.ssa Elisa Folliero Psicologo a Spino d'Adda

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15 MAR 2024

Gentilissima Caridad, grazie per la sua testimonianza innanzitutto. Capisco la situazione che descrive, e posso solo immaginare quanto sia difficile per lei gestire tutte queste emozioni e pensieri dolorosi rispetto al passato e alla figura di suo padre. Credo che la decisione di aver intrapreso un percorso di terapia la potrà aiutare in questo senso, ad esplorare e comprendere a fondo quello che per lei ha significato, provando ad elaborarlo insieme al suo professionista.
in bocca al lupo!
cordiali saluti
AV

Dott.ssa Antea Viganò Psicologo a Pessano con Bornago

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14 MAR 2024

Gentile Caridad, si sente tutta la sofferenza che si porta e che rimanda ad un passato e ad un presente ingombranti. Il fatto che si stia prendendo cura di questa ferita è importante e protettivo. Ragionare su quanto sia giusto o sbagliato un comportamento a volte fa perdere di vista ciò che sentiamo buono per noi. Prendersi tempo e dedicarsi tempo può essere la risposta più funzionale per lei, in questo momento. Un caro saluto, Maria dr. Zaupa

Dottoressa Maria Zaupa Psicologo a Vicenza

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14 MAR 2024

Buongiorno caridad,
La ringrazio per aver condiviso qua la sua situazione.
Immagino quanto l’abbia fatta soffrire ciò che ha subito da bambina; di solito da piccoli non abbiamo molte risorse per elaborare da soli ciò che sta succedendo, anche perché il nostro cervello non è ancora del tutto sviluppato perciò anche volendo non riusciremmo a farlo senza un appoggio e un aiuto.
Quello che vorrei provare a fare in queste poche righe è darle uno spunto di riflessione.
Si è mai domandata da dove nascono le emozioni (ansia, tristezza, rabbia, disgusto,…)?
Si è mai chiesta per quale motivo in una stessa identica situazione due persone reagiscono con emozioni diverse? O magari anche con la stessa ma a con un’intensità diversa?
Le emozioni dipendono da COME NOI INTERPRETIAMO LA REALTA’, UNA SITUAZIONE, CIO’ CHE CI ACCADE. E quell’interpretazione lì noi la diamo per giusta e corretta al 100%, ma in realtà è solo la NOSTRA interpretazione.
Per cui ogni volta che prova un’emozione intensa negativa, provi ad identificare quale pensiero l’ha portata a provare quell’emozione e dopo ciò provi a trovare almeno un’altra interpretazione di quella situazione; questo potrebbe cambiare l’intensità dell’emozione che sta provando se non l’emozione stessa.

Sperando di essere riuscita a darle uno spunto di riflessione

Le auguro una buona giornata,

Dott.ssa Giada Valmonte

Dott.ssa Giada Valmonte Psicologo a Genova

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14 MAR 2024

Buongiorno Caridad
Ragione ed emotività sono molto distanti e le motivazioni che la razionalità può capire ed accettare lasciano la sua parte emozionale ancora sofferente e distante.
Le consiglio di risolvere questa situazione con qualche seduta di ipnosi PNL americana per la rimozione dei traumi. Di fatto si va a curare la parte emotiva sofferente della bambina di 12 anni che è ancora in lei senza alcuna perdita di controllo ma con un beneficio quasi immediato.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti
Cordiali saluti
Paola von korsich Giardini

Dott Paola Von Korsich Giardini Psicologo a Monza

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13 MAR 2024

Gentile Caridad,
la situazione da lei descritta evoca una grande sofferenza che porta avanti da anni senza mai dagli sfogo. Anche se razionalmente ad oggi è felice per suo padre,non significa che abbia superato il trauma del suo tradimento nei confronti di sua madre ma soprattutto da chi credeva in lui e non gli sono mai date spiegazioni.
I fatti non si possono cambiare, tuttavia non accettarli (che non significa tollerarli) porta solo a malessere e pensieri negativi che si trascinano da anni. In una terapia cognitivo-comportamentale può analizzare meglio la situazione, decentrarsi e vedere l'evento traumatico in un'ottica diversa,trasformata.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento Dott.ssa Gloria Giacomin

Dott.ssa Gloria Giacomin Psicologo a Bologna

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13 MAR 2024

Buongiorno,

dice che sono passati 10/11 anni, quindi di anni lei ne aveva 11/12, era poco più di una bambina e le ferite che si creano in quelle età sono più dure a rimarginarsi, tenendo conto poi di cosa ha dovuto vivere, ovvero vedere una madre cadere in depressione, un padre allontanarsi, una conflittualità costante e un senso di peso all'idea di aggiungere anche le sue emozioni a questo calderone familiare già bollente.
Credo che dirsi che si deve "perdonare" e quasi incolparsi per non riuscire a farlo sia un atto talvolta più distruttivo che altro. Perdonare può risultare impossibile a volte e può andare bene che sia così e non è una questione di "lui si merita o meno la sua rabbia", è una questione di correttezza con se stessa, può anche non arrivare a perdonare. Perdonare è diverso che riuscire a comprendere, integrare l'accaduto, poterci convivere senza che faccia più così male, non permettergli di influenzare la nostra vita presente e futura.
Non si dia il perdono come obiettivo, quello al massimo verrà come effetto secondario.

Un saluto
Dr. Luca Bacchiega

Dr. Luca Bacchiega Psicologo a Gallarate

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