Non mi sento vicino a nessuno
Non so come porla, ma farò del mio meglio: in poche parole, non mi sento legato a nessuno. Ho affetti, ci sono persone a cui tengo, a cui voglio bene, ma più ci penso, più mi pare ovvio come queste persone non mi siano veramente vicine, non abbiamo un vero legame come me. Mi spiego: sanno chi sono, il mio nome, cosa faccio (parlo anche dei miei genitori, soprattutto di mio padre), etc, cioè hanno una conoscenza di me generale, come individuo, una conoscenza che definirei però superficiale; non sanno chi sono veramente, quali sono le mie paure, i miei sogni, cosa desidero dalla vita e più passano gli anni più questa situazione peggiora. Perchè so già cosa mi potrebbero dire in molti, perché non ne parli? Perché non sei tu ad aprirti per primo? Perché l'ho fatto per anni, da piccolo, nell'adolescenza, un ragazzino magrolino, fin troppo estroverso, empatico, sensibile, che chiedeva a tutti come stavano, che si interessava agli altri, che desiderava ardentemente fare il bene di chi gli stava intorno (regali fatti ai genitori senza aver mai ricevuto un grazie, un padre in grado solo di criticare, favori su favori agli amici e non). Ma con il passare degli anni le cose sono cambiate, ho capito come fossi solo io a chiedere agli altri come stavano, ad organizzare avvenimenti, a fare regali, a elemosinare disperatamente attenzioni dagli altri, senza ottenere nulla in cambio. Mi ero calato in un ruolo, un ruolo però che ho deciso di svestire negli ultimi anni. Cosa è accaduto? Liberandomene mi sono accorto di come io sia essenzialmente solo, di come tutti questi anni di "amicone degli altri" non abbiamo spinto gli altri a chiedermi come va, ad interessarsi a me. Questo si è tradotto in un desiderio sempre più forte di voler passare tempo da solo, lontano dalla mia famiglia (non mi interessa passare del tempo nememno con i miei nipoti, sarà brutto da dire, ma è così, non sento un legame nemmeno con loro), lontano dagli amici, figuriamoci i conoscenti. Rimane solo la mia ragazza, lei in parte mi capisce, ma anche lei, seppur sia la persona che amo di più al mondo, sembra non essere in grado di stabilire una connessione con quello che sono veramente. E non chiedetemi cosa sia questo 'quello che sono veramente', perché non lo so, è solo una sensazione, una sensazione di vuoto che c'è tra me e gli altri, una lontananza che non riesco a spiegare, come se, durante una delle tante serate passate in compagnia, io non fossi lì, come se il vero me fosse altrove, mentre la sua proiezione regge la scena, sorridente, in un mondo che gli appare forse un pò troppo lontano.