Mi sento completamente invisibile e non importante per nessuno

Inviata da Emma · 12 mar 2015 Autorealizzazione e orientamento personale

Ho 18 anni, soffro di anoressia, fobia sociale e depressione. Sento di contare meno di zero, nessuno si preoccupa dei miei bisogni, di come potrei sentirmi. Non si fanno problemi a offendermi, umiliarmi, ignorarmi, come se non fossi una persona ma un oggetto inutile e sgradito. Non so come esternare il mio dolore, sento di non aver vicino nessuno, ma non posso dirlo ai miei perchè si infurierebbero, mi riempirebbero di insulti e forse anche di botte come è successo una volta in cui dissi "starebbero tutti meglio se io non ci fossi". Perché sì, negli ambienti in cui sono obbligati a considerarmi, come scuola e famiglia, mi penalizzano e mi trattano come un problema. Dagli altri mi estromettono direttamente, nessuno ha mai tenuto conto della mia anoressia, nè di qualsiasi altro mio problema di salute fisica e mentale. Non importa a nessuno il fatto che io possa suicidarmi, e probabilmente se lo facessi non si preoccuperebbero neanche di fare bella figura venendo al mio funerale. Tutti mi trattano come un'ingrata, come se il mondo mi stesse facendo il gran favore di sopportare la mia presenza, e mi negano anche il riconoscimento dei miei problemi..."chiunque sta più male di me". Non voglio più uscire di casa, nè stare in mezzo alla gente. Ultimamente l'unica cosa che mi provoca soddisfazione è pensare al senso di colpa che causerei almeno a qualcuno se mi ammazzassi. Mi piacerebbe farli sentire male almeno la metà di come mi sento io ogni giorno, ma so che non avrei mai il coraggio. Ormai il disturbo alimentare è diventato il mio unico rifugio perché non trovo altri modi per affermarmi in nessun campo. Non so nemmeno perché ho scritto questo, visto che non mi aspetto nessun tipo di sostegno. Forse volevo solo sfogarmi e attirare l'attenzione di chi leggerà per un minuto, visto che non riesco ad attirare quella delle persone attorno a me. Scusate.

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Miglior risposta 13 MAR 2015

Gentile Enrica,

anche se la gente che hai intorno sembra ignorarti, svalutarti e non curarsi di te, ritengo sia un tuo preciso dovere quello di prenderti cura di te stessa in prima persona, ascoltarti, valorizzarti e sviluppare strategie per la tua realizzazione personale, professionale e affettiva nel mondo.
Non è così determinante che tu non sia importante per gli altri, ma è fondamentale che tu sia importante per te stessa. Prova a focalizzarti sulla tua persona, sui suoi bisogni, le sue mancanze e su quanto puoi fare per rafforzarla e intervenire sulle criticità, insomma, diventa la migliore amica di te stessa, piuttosto che concentrarti su quanto gli altri non ti comprendano e ti feriscano. Stai diventando adulta e puoi, anzi devi, imparare a reggerti sulle tue gambe, affrontando a muso duro anche un ambiente ostile e affettivamente povero.
Ci sono altre persone, altri ambienti, lì fuori, nel tuo futuro, con cui potrai e dovrai confrontarti, dove negozierai relazioni altre rispetto a quelle dell'infanzia: preparati a questo futuro, guidalo se possibile, formati per attraversarlo con decisione e intelligenza e vedrai come, almeno in buona parte, la vita potrà essere nelle tue mani. Evita di ripiegarti su situazioni e ambienti dove non trovi soddisfazione e cerca di passare oltre. Devi contare per te stessa e su te stessa per essere incisiva nei rapporti interpersonali. E lascia andare la sofferenza, vedi di capire che non ti serve a niente se non ad ancorarti al passato. Coltivati e, se ne hai l'occasione, fatti aiutare da un professionista a scoprire la tua forza e le tue risorse. Stai attraversando una fase di transizione verso la vita adulta, non tornare indietro, guarda avanti e supererai il guado.
Tanti auguri.

dr.ssa Emanuela Carosso
psicologa - psicoterapeuta.

Dr.ssa Emanuela Carosso Psicologo a Torino

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17 MAR 2015

Cara Enrica,
innanzitutto la forza che hai a disposizione per superare tutto ciò e iniziare un cambiamento positivo della tua vita deriva proprio dall'entità del tuo disagio e dalla forza dei sintomi di cui soffri. Le dinamiche che emergono da quanto scrivi sembrano abbastanza chiare: in famiglia non accettano le tue problematiche, e dagli altri ti senti squalificata. Comprensibile che il problema alimentare diventa per te l'unica espressione di te in relazione col mondo e con gli altri. Infatti ha una valenza comunicativa e relazionale.
Considera che tutti i giorni ci sono in gioco delle aspettative: tu ti aspetti che gli altri si comportino nei tuoi confronti in un determinato modo, e gli altri si aspettano da te che ti comporti in un determinato modo. In questo gioco di relazioni succede che alcune aspettative vengono soddisfatte e altre vengono disattese. Si tratta quindi di iniziare a fare in modo di cambiare le aspettative in gioco. Prova a chiederti: cosa succederebbe se domani tradissi le aspettative che gli altri hanno nei miei confronti? Cosa potrei fare per stupirli positivamente?
Un caro saluto,

Dott. Claudio Stambul

Dott. Claudio Stambul Psicologo a Firenze

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14 MAR 2015

Gentile Enrica,
quanto è sottopeso? Mi sembra strano che la famiglia non si preoccupi se il peso scende sotto una soglia di sicurezza. Ad ogni modo da ciò che riferisce sembra evidente che ci siano dei problemi di una certa entità con i familiari che con ogni probabilità potrebbero essere risolti o almeno mitigati con una terapia psicologica. L'ideale sarebbe che intraprendeste una terapia familiare, ma se i suoi genitori e parenti coinvolti non fossero disponibili, provi intanto lei ad andare da uno psicologo/a psicoterapeuta che potrà tentare almeno di migliorare la comunicazione e/o di sollecitare e indurre la collaborazione della famiglia.
Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologo a Roma

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13 MAR 2015

Ciao Enrica,
leggo con molto dispiacere il tuo grido di dolore, di fronte a quanti sembrano ignorare i tuoi disagi. La sofferenza degli altri a volte fa paura e può darsi che ci sia qualcuno che abbia visto il tuo dolore ma non sappia come aiutarti o stare vicino. Sei proprio sicura che non ci sia qualche sguardo "amico" che si poggia su di te e aspetta solo un tuo cenno?
Se non riesci a vederlo ti consiglio di rivolgerti alla tua Asl di appartenenza, di sicuro ci sarà un consultorio a cui potrai rivolgerti per avere un aiuto psicologico, per poter ripartire e riprenderti la tua vita. Hai solo 18 anni e hai diritto a trovare la tua felicità! Coraggio!
Un caro saluto

Dott.ssa Alice Parri
Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Alice Parri Psicologo a Firenze

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13 MAR 2015

Salve Enrica
anche se non sarà piacevole leggere,ciò che le stò per dire,mi sento di essere molto onesta con lei, visto la sua onestà nell'ammettere di avere bisogno di essere "vista" ovviamente non solo fisicamente ma guardata nel profondo dei suoi sentimenti, l'anoressia è un modo per punire i suoi genitori attraverso la sua sofferenza fisica, un modo per farli sentire in colpa, ma purtroppo continuando così farà del male solo a lei...il consiglio che posso darle è di farsi seguire da uno psicologo/psicologa per essere aiutata a vedersi finalmente dentro e vedà che quando ci riuscirà anche gli altri la vedranno.
lo deve a se stessa almeno per i suoi 18 anni, non ci si può arrendere così a se stessi, anche perchè sta dimostrando tramite il suo sintomo, in quanto l'anoressia non è il vero problema ma il sintomo di un problema e di un disagio più profondo, che forza di carattere ne ha ! la usi per fare del bene a se stessa usi il suo sintomo non per distruggere gli altri tramite la distruzione di sè, ma per combattere il suo "demone"interno così sarà orgogliosa di se come lo saranno anche gli altri.
auguri
dott.ssa Lucia Scarcella
Roma

Studio Psicologia Giuridica Criminologia e Psicodiagnosi Psicologo a Roma

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13 MAR 2015

Cara Enrica,
ho letto con grande attenzione la tua lettera e ho percepito un grandissimo dolore e una grandissima incapacità anche di viverlo. Sono rimasta senza fiato e parole nel leggere tutta la tua sofferenza. Mi sembra che tu stia urlando: c'è qualcuno che mi può aiutare, è un grido disperato di aiuto. Non credo molto all'intervento psicologico on line, ma credo tantissimo alla possibilità che ti possa dalle risposte ottenute cogliere il consiglio migliore. Il mio consiglio è di rivolgerti immediatamente ad un consultorio o un centro psicosociale della tua zona, sono sicura che troverai persone disposte ad aiutarti e accoglierti.
Un affettuoso saluto Dott.sa Paola Madesani

Dott.sa Paola Madesani Psicologo a Brescia

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13 MAR 2015

Cara Enrica,
forse il tuo immenso dolore nasce dal vissuto profondo di “contare meno di zero”e di non sentirti amata e considerata come vorresti. Questo vissuto probabilmente ha radici profondissime e genera in te una rabbia e un rancore senza confini. Ti poni perciò nei confronti del mondo con una modalità offensiva/difensiva che mal dispone gli altri.. Se gli altri ti ignorano, tu li ignori, se gli altri ti rifiutano, tu li rifiuti in un continuo gioco al rialzo, in cui l’ultima provocazione diventa uccidersi solo per suscitare il senso di colpa in chi resta. Ma poi non ce la fai… e l’unico modo di manifestare il tuo potere è la tua anoressia, un lasciarsi morire con l’ostinata volontà di accusare gli altri del tuo lento suicidio.

Quando al dolore si risponde solo l’odio, la spirale distruttiva ci conduce in un vortice che può finire solo con la desertificazione di ogni valore umano.

Eppure ciò che cerchi è solo un po’ di amore e di considerazione. Perché allora non centrarti su questo vero e originario bisogno e cercare un modo concreto e possibile di soddisfarlo? Il tuo odio in te si è cristallizzato, è diventato una scelta che si autoalimenta. Ma è la “tua” scelta, dipende cioè dalla tua volontà. Così come hai deciso di odiare, così puoi, trasformando questa decisione, decidere di amare, di amarti. Questo è un tuo potere, puoi scegliere di centrarti sul bisogno e sul desiderio di amore e cercare i luoghi, i modi, le cose e le persone a cui potere chiedere questo amore o da cui lo potresti ricevere, o da cui, forse, a ben guardare, già lo ricevi o l’hai ricevuto. Non da tutti, certo, non sempre, certo, non come vorresti, certo. Ma da qualcuno e nella quantità e nei modi sufficienti per attivare in te una scelta di vita. Un’altra vita, rispetto all’inferno che ora vivi. Dipende da te. Se vuoi avviarti a fare questa scelta certamente non ti mancheranno le risorse né persone esperte che ti possano aiutare in questo cammino.

Sinceri auguri!

Dott.ssa Danila Giuranno Psicologo a Lecce

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