Salve ho 30 e ormai da 5 mesi ho abbandonato mio marito in seguito all ennesimo episodio di violenza che questa volta mi aveva spaventata più del solito. L ho abbandonato perché nonostante abbia provato a fargli capire quanto questi episodi mi facessero male soprattutto mentalmente, lui non ha smesso di ripeterli. Ha molta difficoltà nel gestire la sua rabbia e minimizza azioni come dare schiaffi e cose del genere che pur non essendo violenze pesanti per me lo sono poiché non sono abituata a ciò e lungi da me il volermici abituare. Inoltre diverse volte ho portato addosso anche il dolore fisico di queste azioni che non si sono sempre e solo limitate a schiaffi. Sono tornata nel mio paese(lui è australiano) perche nel suo mi sentivo sola e maltrattata e adesso mi sento male perché mi dico che avrei potuto cercare un aiuto esterno insieme a lui e che forse son stata egoista a pensare solo di mettermi al sicuro dalla sua violenza. A lui ho detto che se vuole riscattare questo rapporto e dimostrarmi di essere cambiato(in questi mesi ha partecipato ad un gruppo di aiuto per uomini violenti) puo venire qui dove lo accoglierei volentieri e dove avendo famiglia ed amici mi sento protetta. Ho fatto bene/male? Cosa mi consiglierebbe una persona saggia ed esterna alla situazione? Accetto qualsiasi tipo di consiglio/critica/idea/rimprovero.
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22 MAG 2017
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Gentile Anna,
non è dato sapere se lei prima di sposarsi si è resa conto del carattere irascibile e violento di suo marito oppure lo ha sottovalutato.
E' da presumere che lei non abbia avuto figli da quest'uomo per cui a maggior ragione ha fatto bene a prendere le distanze e non deve per questo sentirsi in colpa.
Infatti accettare di seguire il suo uomo all'altro capo del mondo allontanandosi dalla sua famiglia e poi subire anche violenza è davvero troppo.
Se ritiene ci siano ancora margini di recupero per questa relazione, le consiglio molta cautela perchè correggere un temperamento impulsivo e violento richiede ben più che qualche incontro in gruppi di auto-aiuto.
A mio parere, qualunque altro progetto che riguardi la coppia (allontanarsi nuovamente dalla sua famiglia, accogliere l'idea di una possibile gravidanza etc.) richiede altrettanta se non maggiore cautela e dovrebbe essere subordinato all'esito di un valido percorso terapeutico di suo marito.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
22 MAG 2017
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Gentile Anna, la vera domanda è non lo amo abbastanza o dovevo aspettare prima di sposarmi e conoscerlo meglio? A volte il senso di colpa per ciò che ci sembra un fallimento ci fa pensre che dovevamo provare a fare di tutto per confermare la nostra decisione. Invece è molto saggio tornare indietro se capiamo di avere sbagliato. A volte la voglia di fuggire da una situazione ci fa cadere in una situazione peggiore solo perchè eravamo presi da noi stessi. E quando siamo presi da noi stessi non siamo in grado di scegliere consapevolmente per il meglio.
Le consiglio un percorso di Psicoterapeia che le sia di aiuto nel cercare la sua strada e realizzare i suoi desideri come persona.
22 MAG 2017
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Cara Anna,
la situazione mi pae molto complessa e liquidarla in due parole sarebbe davvero futile...
Quello che mi colpisce è la domanda" lo amo abbastanza?", nn deve sentirsi in colpa per quanto accaduto, e non mi pare che lei non abbia dato alternative.... leconsiglio di intraprendere un percorso psicoterapeutico, per sostenere il cambiamento...
un abbraccio...