Nessuno mi ha mai amata
A 37 anni ho collezionato una serie di relazioni tossiche (la più lunga, con tanto di matrimonio, durata 5 anni); dopo l'ultima 'significativa' (a cui sono seguite altre tre frequentazioni disfunzionali) ho iniziato a cercare, saltuariamente, il supporto di una psicologa, grazie alla quale abbiamo capito insieme che la mia scelta di partner 'sbagliati' è legata alla mia famiglia di origine (con cui ho attualmente un rapporto molto conflittuale) caratterizzata da rapporti rigidi e gerarchici, mio padre (forse narcisista?) anaffettivo, mia madre succube, entrambi manipolatori e svalutanti (colpevolizzazione continua e critica di ogni mia scelta e della mia persona). Per 'sopravvivere' a questo ambiente opprimente, essendo comunque una persona molto empatica e con buone risorse, ho coltivato nel tempo tantissime passioni (animali, montagna, attività sportive), oltre a realizzarmi professionalmente, trovando così sempre un rifugio felice in queste cose dai miei fallimenti relazionali. Con il tempo e la consapevolezza tuttavia è andato via via acuendosi il mio senso di solitudine, che è esploso letteralmente con l'ultima frequentazione, giunta ormai alle battute finali, con un uomo evitante. Da circa 2 mesi mi sento sprofondare sempre più in uno stato di disperazione (con crisi di pianto frequentissime) e apatia (non provo più la stessa gioia di prima neppure dedicandomi alle mie passioni), non trovo supporto in nessun rapporto umano (probabilmente perchè in parte anche nelle mie scelte delle amicizie ho seguito criteri malsani quanto in amore) e i miei pensieri diventano sempre più cupi e ruotano intorno all'idea di non essere mai stata amata, con sentimenti alterni di ingiustizia e disistima verso me stessa; nella mia testa è presente il principio che l'amore sia qualcosa che si debba meritare e dal momento che non l'ho avuto o il mondo è ingiusto o sono io che non me lo merito e quindi non valgo (e d'altra parte ho attorno persone che di fatto non mi hanno dato/stanno dando alcun valore). Razionalmente vorrei trovare il modo di 'risalire' o almeno fermare questa caduta libera verso un malessere sempre più profondo, ma emotivamente non trovo un appiglio.