morte di un padre, conflitti con la madre e la voglia di ripartire da me

Inviata da Giulia · 6 dic 2016 Terapia familiare

Salve a tutti! sono Giulia, una giovane ragazza di 23 anni. Appassionata di massaggi, fisioterapia, idroterapia, terapie manuali.. insomma mi piace rimettere in piedi le persone sulle proprie gambe e migliorare il proprio stato di salute, passione che poi dopo tanti anni, ho scoperto per pura casualità, essere la stessa passione di mio padre. Ero molto legata a papà, purtroppo però è morto per un tumore poco dopo al mio quarto compleanno. Dei miei primi quattro anno ho bellissimi ricordi di famiglia, vivevamo a roma.. in una bella casa etc. Eravamo davvero felici, fino a quando non si è ammalato papà, il trasferimento a ravenna etc etc ... che dire gli anni sono passati ma ho la sensazione di non aver superato mai la sua morte. Spesso, a distanza di molti anni piango ancora per lui e sinceramente non so se sia normale. Durante tutti questi anni, soprattutto da piccola, mamma mi ha fatto sia da mamma sia da papà (pur avendo trovato poi un uomo che tutt'ora stanno insieme, e tutt'ora non vado d'accordo con lui). Il problema, oltre a tutta questa tristezza e sofferenza di tutti questi anni che mi sto portando dentro, ora ho la necessità di conoscere maggiormente le mie radici, le mie origini... sapere di più di papà e della mia famiglia (purtroppo non molti ho contatti e rapporti con loro). Ho bisogno di trovare la serenità dentro di me. Mi sento chiusa un po' in una piccola gabbia d'oro in quanto mamma ha fatto sempre di tutto per farmi sapere il meno possibile e controllarmi. A 23 anni sento la necessità di vivere più liberamente e serenamente la mia vita, ma purtroppo l'autorità e il "regime/dittatura" di mamma non me lo permette. Come dicevo, sono appassionata di fisioterapia etc e soffro anche per il fatto che non sempre mia mamma mi ha appoggiato negli studi. Per anni ho sofferto di crisi di pianto e per i primi tre anni di università ansia e qualche attacco di ansia..appena entravo all'università (in un percorso che non mi piaceva) mi sentivo soffocare, un nodo alla gola fortissimo, iniziavo a piangere e sentivo l'esigenza di uscire dalla struttura universitaria. Purtroppo il test di fisioterapia non l'ho passato, ma ho trovato una buona alternativa studiando scienze motorie (con l'idea di continuare fisioterapia in spagna con altri due anni aggiuntivi avendo questa futura laurea) ma ho sempre la sensazione di non essere in pace con me stessa. Ho iniziato questi studi a 600 km di casa e stando un po' lontana dal suo regime mi sono tranquillizzata un po', ma appena rientro a casa, cosa che dovrebbe esser piacevole, inizio ad innervosirmi e non sentirmi più libera. ...a volte mi chiedo se sono io quella strana?! rispetto ai ragazzi/e della mia età io non cerco quello che vogliono gli altri.. anzi, mi piace studiare, non fumo, mai ubriacata o drogata...non adoro le discoteche e cose simili..... vorrei solo un po' di serenità, una laurea, un lavoro con un stipendio degnitoso e basta. Vorrei sentirmi serena e ho questi fardelli che mi sto portando dietro che non riesco a togliermi da anni.. come devo fare???
da quando ho iniziato a 600km questo nuovo percorso di studio (scienze motorie), gli attacchi di ansia etc sono spariti, diciamo che sapendo di avere questa valida opportunità per proseguire gli studi all'estero come fisioterapia mi ha tranquillizzato molto.. ma non riesco a liberarmi dal dolore della morte di papà e a mettere i paletti tra me e mamma per iniziare a prendere la situazione in mano.
è normale non essere mai serena, pensare perennemente al futuro, di chi diventerò, di dove e come vivrò, a una casa tutta mia e pensare sempre a papà?
vi ringrazio in anticipo e scusate per tutti questi pensieri scritti in disordine!

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Miglior risposta 13 DIC 2016

Buongiorno Giulia, la ringrazio per aver condiviso così tanto della sua vita in queste righe. La sua è una storia molto affascinante e costellata di momenti duri e ferite mai rimarginate. Queste possono diventare vere e proprie "trappole" per la felicità, e il raggiungimento dei nostri scopi, che vedo lei ha ben chiari in mente, e di questo le faccio i complimenti. Credo che un percorso di terapia le darebbe finalmente le tante risposte che cerca da sempre, a 23 anni può decidere anche questo, oltre al lavoro e agli studi. Diventare consapevole delle sue trappole. Un caro saluto.
Dott.ssa Piera Briganti Psicologa

Dott.ssa Piera Briganti Psicologo a Osimo

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13 DIC 2016

Cara Giulia,
Grazie per la tua bella lettera. Sei una giovane donna che deve fare i conti con un lutto del tuo passato che ora si fa sentire con tutto il suo peso, ora che nel tuo percorso di soggettivazione stai cercando delle buone radici per poterti sollevare e trovare la tua strada.
Mi sembra che tu abbia la stoffa psichica per riuscirci, ma certamente il tuo dolore è un peso che rende complicato questo percorso, già di per sé difficoltoso.
Stai recuperando il buono di tuo padre, anche attraverso lo studio della fisioterapia. Hai cercato la distanza giusta da tua madre, mettendoci 600 km tra voi: tuttavia, questo non credo sarà sufficiente a poter trovare un po' di pace e un compromesso con lei e con il passato. Quelli che vivono dentro di noi sono i nostri genitori interni, e per quanto lontano si possa andare, prima o poi dobbiamo fare i conti con loro.
Questo significa che finché non avrai potuto trovare la strada per riappacificati con loro, le distanze saranno un aiuto, ma non la soluzione.
Ciò che mi sento di poterti dire è di continuare come stai facendo ora, studiando e impegnandosi, magari facendo maturare dentro di te l'idea che prima o poi sarebbe utile un percorso esplorativo con un terapeuta che ti aiuti a mettere insieme con maggiore armonia il tuo presente e il tuo passato, Giulia grande e Giulia bambina, Giulia volitiva e Giulia triste. Magari potresti scoprire che dentro di te abitano molte cose belle di tuo padre e di tua madre che sino ad ora non avevi potuto ancore contattare.

Studio Psicoterapico Dottoressa Merighi Chiara Psicologo a Napoli

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7 DIC 2016

Cara Giulia,
perdere un genitore è un evento molto doloroso, se poi accade in tenera età, per alcuni versi, lo può essere ancora di più, soprattutto se non viene data al bambino l’opportunità di chiedere, e di soffrire apertamente per la sua perdita. Non so se ho colto bene, ma mi sembra di capire che tu non abbia avuto molto questa opportunità, e se così fosse, ciò potrebbe giustificare in parte questo tuo bisogno, anche a distanza di anni, di avere delle risposte, e di conoscere di più una persona di cui hai dei flebili ricordi. Mi sembra inoltre di cogliere che il rapporto con la tua mamma si caratterizzato da qualche difficoltà, e in modo particolare ti pesa il non riuscire ad avere il suo appoggio in quelli che sono i tuoi desideri e bisogni. Potrebbe essere utile iniziare a dare maggiore voce a questi bisogni, magari facendo ciò, anche i tuoi stati di ansia e tristezza potrebbero trovarne giovamento. Può essere un percorso complesso ma puoi sempre prendere in considerazione il farti aiutare in questo nuovo cammino in cui potrai affrontare apertamente anche il dolore per la perdita del tuo caro papà.

Dott.ssa Cristina Anile Psicologo a Albignasego

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