Molestie durante l'infanzia

Inviata da giulia · 8 lug 2016 Trauma psicologico

Buonasera,
non ho mai parlato del mio problema con nessuno, nella convinzione che non parlarne mai lo avrebbe reso una cosa mai esistita. Tuttavia stasera ho deciso che avere un parere da persone sconosciute che non conoscerò mai mi potrebbe aiutare...
Il mio problema riguarda mio zio, la mia infanzia e il fatto che da piccola mi toccava.
Mi toccava nel senso che in più di un'occasione io dormivo a casa di mia nonna e lui mi metteva le mani in basso o sul "seno" che non avevo ancora visto che avevo 10 anni. Spesso mi capitava che mi facesse sedere con le gambe aperte sopra di lui e io lo sentivo che mi premeva verso il basso, però non capivo molto bene. In quel periodo dormivo a casa di mia nonna per le vacanze e abitando li anche lui queste cose capitavano spesso e io lo sapevo che qualcosa non andava, che avrei dovuto dirgli qualcosa, ma non ci riuscivo. Pensavo di immaginarmi tutto, che in realtà lui mi voleva solo bene e che la colpa era mia. Un giorno mentre dormivo mi ha dato dei baci in bocca e io ho continuato a fare finta di dormire..se non fosse che mia nonna venne a chiamarci e penso abbia visto tutto. In realtà spero non abbia visto nulla, perché pensare che lei sapeva mi fa stare peggio, ma sono quasi sicura che lei sapesse tutto. Nel frattempo io avevo gli incubi, i sensi di colpa per non aver detto nulla, mi svegliavo la mattina con lui che mi fissava e mi rimboccava le coperte. Allora decisi di far finire questa cosa e gli tesi una trappola...convinta che mi avrebbe toccata lo attirai nel garage così che io a quel punto potessi urlare e raccontare ai miei genitori cosa stava succedendo. Se non fosse che lui mi mise le mani in basso stringendomi da dietro e iniziò a strusciarsi sul mio sedere mentre io me ne stavo lì immobile con un nodo in gola e la convinzione di essere proprio io la causa del mio male. Non gli dissi una parola.
Da quel giorno io evitai sempre di piu di andare a casa di mia nonna e questi episodi si ripeterono alcune volte a distanza di anni. Oggi di anni ne ho 19 e sono obbligata a vederlo ogni domenica. Non ne ho mai parlato con nessuno, e mi siedo tutte le settimane di fronte a lui e mi ricordo di tutto. A volte penso che in fondo non fossero episodi "gravi", che erano cose leggere che mi dovrei già essere dimenticata.. altre volte penso che in qualche modo abbiano influito sulla persona che sono oggi. Ho un rapporto con i ragazzi complicato, non riesco a fidarmi, ad avere una relazione stabile.. ho paura del sesso e non mi piace farlo

Mi piacerebbe leggere qualche parere o consiglio...grazie.

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Miglior risposta 8 LUG 2016

Cara Giulia,

mi strappa il cuore leggere le sue parole, cariche di emozioni per troppo tempo trattenute.
Anche oggi, mentre leggo, mi sembra che cerchi di mantenere lo stesso distacco emotivo che, in una certa misura, la salvaguardava da un dolore più grande durante quegli episodi.
Si tratta, probabilmente, della stessa salvaguardia che, in modo inconsapevole, la tiene a distanza di sicurezza dalle relazioni; come se non potesse mai lasciarsi andare, sempre vigile, come se questo potesse garantirle un minimo di tutela.
Io credo che il suo vissuto abbia bisogno di essere accolto ed elaborato, in una sede protetta, con un/a collega che possa aiutarla a fidarsi nuovamente, a lasciarsi definitivamente alle spalle queste brutte esperienze.
Vista la sua giovane età, le consiglio di rivolgersi presso un consultorio giovani, o una struttura analoga che potrà trovare nel suo comune, dove, nella massima riservatezza, il suo vissuto potrà finalmente essere accolto.

Resto in ascolto

Un caro saluto

Roberto Callina - psicologo psicoterapeuta - Milano

Dr. Roberto Callina Psicologo a Milano

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12 LUG 2016

Gentile Giulia,

le esperienze che lei racconta sono purtroppo più comuni di quanto si pensi e hanno un nome preciso: lei è stata vittima di abusi sessuali in età infantile. La tendenza alla minimizzazione, così come il sentirsi talvolta colpevoli di quanto accaduto sono reazioni tipiche di chi è stato vittima di queste esperienze e rappresentano un estremo tentativo di autodifesa e di normalizzare e dare una spiegazione ad esperienze che, soprattutto se vissute precocemente, non sono integrabili nel nostro senso di sé.
Le conseguenze sulla vittima sono molteplici, anche a distanza di anni (lei stessa ne ha menzionate alcune) e possono influire pesantemente sulla qualità della vita. Per questo motivo un percorso psicoterapico è quanto mai opportuno e in questo sendo credo che sia molto importante il fatto che abbia voluto condividere qui il suo vissuto. È un primo passo. Se posso permettermi le consiglio di rivolgersi e ricercare un terapeuta esperto nel trattamento di queste problematiche, magari esperto in emdr (eyes movement desensitization and reprocessing) che è il trattamento di elezione per la rielaborazione di esperienze traumatiche come quelle da lei riportate.
Altro importante aspetto è quello legale.
Condividere ed esternare questo tipo di esperienze è molto difficile ed anche in questo senso voglio ribadire l'importanza del fatto che lei abbia voluto iniziare a farlo qui. In un certo senso questa è già una "denuncia", alla quale deve però essere affiancata una denuncia formale alle autorità competenti anche per tutelare altre vittime potenziali (non è da escludere il fatto che lei non sia o non sia stata l'unica vittima delle "attenzioni" di suo zio). Anche nell'affrontare questo processo un percorso psicoterapeutico può esserle di sostegno.

Con i migliori auguri di una felice vita

Dott. Fabio Martines

Dott. Fabio Martines Psicologo a Roma

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11 LUG 2016

Buongiorno Giulia, purtroppo, ciò che lei ha subito è molto più frequente di quello che si pensi e la sua storia è molto simile a tante altre (un parente adulto che si approfitta di una bambina che pensa di essere lei sbagliata perchè non fa niente, etc. etc.). Sicuramente, la ragazza/donna che è oggi è anche il frutto di ciò che le è capitato ma, fortunatamente, non solo. Da cosa lo dico, non conoscendola? Da come ci ha esposto quegli eventi: in modo distaccato ma emotivamente coinvolgente, molto lucida e con praticamente zero "insalata di parole" (ovvero, l'incapacità di comunicare verbalmente i propri pensieri con una certa sequenzializzazione ed ordine, invece che comunicare di getto le prime parole che vengono in mente, senza una progettualità di pensiero), etc. Questo mi fa pensare, siamo sul campo delle ipotesi naturalmente, ma è ciò che credo, che il suo sistema sia riuscito (a suo tempo e nel tempo) a reperire delle risorse per sopravvivere (in qualche modo) emotivamente alle cose terribili sperimentate. Naturalmente, non sono d'accordo con lei, che ciò che è successo avrebbe dovuto dimenticarlo, o fossero cose "leggere"...penso l'esatto contrario. Date tutte queste premesse credo proprio che le risorse che le hanno permesso di arrivare a questo punto (anche prendere un computer e comunicare con degli estranei) sono le stesse che potrebbero aiutarla ad attivare un percorso psicoterapeutico funzionale per lei e che le possa permettere di avere delle relazioni con l'altro sesso, e con lo specifico ambito sessuale, un pochino più naturale, spontaneo e meno mediato (ma non poteva essere altrimenti) dai ricordi e, soprattutto, dagli effetti emotivi di questi ricordi. La terapia, tra le altre cose, potrebbe aiutarla ad avere anche una prospettiva temporale maggiormente orientata al presente ed al futuro e meno al passato (soprattutto quello terribile).
Non posso esserne certo ma, da quello che ho letto e da come lo ha comunicato, lei ha tante risorse (molte delle quali da esplorare meglio) per poter cominciare ad avere un'immagine di Sè meno colpevolizzante e con maggiore autostima.
Buona fortuna
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista Roma

Dott. Massimo Bedetti Psicologo a Roma

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10 LUG 2016

Gentile Giulia,
penso che lo sforzo che ha fatto per esporre il suo problema a "psicologi che non conoscerà mai" sia apprezzabile ma dovrebbe essere soltanto il primo passo perchè servirà poi elaborare quei vissuti dolorosi in psicoterapia dal vivo.
Sembra infatti evidente che tali vissuti abbiano lasciato nella memoria tracce penose che la condizionano oggi nelle relazioni sentimentali.
La viltà e la gravità degli atti di pedofilia sta proprio nel fatto che il bambino molto spesso è incapace di reagire adeguatamente e di confidare ai genitori questi accadimenti, credo, per una carenza di fiducia nel legame di attaccamento con essi.
Ora è necessario che lei recuperi, prima di tutto un corretto livello di autostima e di assertività con l'aiuto della psicoterapia e poi, in un secondo momento valuti con l'aiuto di un avvocato se esistono gli estremi per avviare un procedimento legale nei confronti di quello spregevole parente.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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