Mi sento violata del mio spazio da un ragazzo

Inviata da Giulia · 3 gen 2024 Terapia di coppia

Ciao! Vi scrivo perché sono giorni che non sto bene e vorrei capire come sta funzionando la mia testa.
Dopo aver chiuso una lunga e sana relazione, a distanza di poco tempo ho conosciuto un ragazzo e abbiamo iniziato ad uscire. Inizialmente, eravamo amici: poi, si è dichiarato "pubblicamente" leggendo una cosa scritta per me. Da quel momento, nonostante non mi sentissi sicura al 100%, abbiamo iniziato a uscire in modo serio. Nel giro di poco tempo, due o tre settimane, ho conosciuto le sue amiche e sua madre. Faccio una piccola parentesi su di me: sono una ragazza di 22 anni e faccio parte di una rete di poesia, dove ho coltivato in un anno e mezzo di frequentazione dell'ambiente diverse amicizie, molto profonde, oltre a considerarlo l'ambiente giusto dove potessi emergere. Ho sempre cercato di tenere distante fidanzati/famiglia da questo spazio che ho sempre considerato "personale" e distante dai problemi della vita amorosa e familiare. Insomma, era la mia isola felice. Torniamo alla storia: Dal momento in cui sono iniziata a uscire con questo ragazzo, anche prima di avere un rapporto romantico, avevo iniziato a cogliere la sua passione per la scrittura e, facendo parte dell'ambiente di cui sopra da un po' di tempo, l'ho spinto a fare le cose che scriveva in pubblico, e gli ho chiesto di accompagnarmi nei viaggi che facevo per gli eventi in cui ero ospite. Purtroppo i problemi non hanno tardato ad arrivare: voleva che ci definissimo "fidanzati" - per me non sarebbe stato un problema, se non fosse che sentivo questa sua come una fortissima necessità, al punto che davanti alla mia incertezza a riguardo aveva comportamenti ambigui con altre ragazze per poi dirmi che non potevo lamentarmi, dato che "non volevo essere la sua fidanzata". Spesso usava parole che non mi piacevano, dicendomi che dovevo curarmi di più a livello estetico, e che avevo bisogno di un aiuto psicologico (magari!! Avessi i soldi..) e davanti ad alcuni sentimenti sminuiva ("piangi come una bambina") e mi parlava con "superiorità" (vorrei essere il più oggettiva possibile, ma non riesco a trovare la parola giusta). Per esempio, usando frasi come "ho imparato che.." quasi paragonando la sua maturità alla mia. Personalmente, ho fatto 4 anni di terapia per disturbi alimentari e ho cercato di galleggiare e salvaguardarmi come potevo, e sentirmi dire che dovevo imparare a stare al mondo mi feriva, perché in un mese una persona non può sapere davvero nulla della mia vita: abbiamo avuto un forte scontro quando mi disse "devi mettere a posto la tua vita". Più di una volta ho cercato di spiegare che certe parole mi infastidivano, ma le usava comunque, dicendomi che sono "permalosa" e "troppo sensibile", o che non capivo la sua ironia.
Insomma, non sono del tutto stupida e certi comportamenti, confrontandomi anche con diversi amici, mi sono accorta essere "manipolatori", anche se ,credo, involontariamente da parte sua.
Una sera, mentre eravamo a casa sua, gli ho espresso come mi sentissi vulnerabile davanti al fatto che frequentasse con molto entusiasmo l'ambiente che ho sentito sempre e solo mio (come dicevo sopra). Io so che forse ho detto la cosa sbagliata, ma così mi sentivo e così mi sento ora: da quando ne faccio parte non l'ho condiviso nei rapporti funzionali, figurarsi con quelli disfunzionali. Naturalmente ho ricevuto una risposta arrabbiata: "quindi? Mi stai chiedendo di andarmene? Non lo farò, io sto bene qui, se vuoi possiamo smettere di vederci". Mi sono detta che stavo sbagliando, che lui aveva effettivamente tutto il diritto di frequentare chi voleva: però non riuscivo a convincermi, un po' per gelosia delle mie amicizie, un po' perché credo di essere stata il mezzo che ha usato per arrivarci, e mi sono sentita calpestata davanti alla mia vulnerabilità. Dico la mia: se io frequentassi una persona da poco tempo, e questa mi inserisse in un ambiente che frequenta da molto più di me e che sente come suo, e mi chiedesse di fare un passo indietro, io sarei disposta a farlo se effettivamente tengo più al rapporto che alla mia ambizione. Ho cercato di passarci sopra, ma nonostante mi fossi aperta con lui rispetto a questa mia paura, sono seguite diverse richieste: "voglio uscire con il tuo amico x e y", e al mio "no, non me la sento di condividere anche questo con te" è stato un disastro. Mi ha detto che mi aveva fatto conoscere le sue amiche, sua madre, e che quasi era dovuto: che è normale, che si fa così, eccetera. Per fortuna sono una persona a cui poco frega di cosa "si fa così". Quindi me ne sono andata. Lui è tornato dopo una settimana, ci siamo rivisti, e mi ha confidato di essere andato con un altra ragazza subito dopo che avevamo chiuso il rapporto, ma solo per "vedere se ero ancora innamorato". Poi mi ha detto che voleva entrare direttamente nel mondo poetico di cui ho parlato finora organizzando eventi, creando ancora più tensione rispetto a questa mia paura: alla fine, una sera dopo uno spettacolo, ha deciso di chiedere, davanti a me, a quegli amici x e y (a cui facevo riferimento prima) di andare a bere insieme. Mi si è spezzato il cuore. Mi sono sentita inascoltata a prevaricata, quando gli avevo esplicitamente chiesto di lasciarmi spazio e che non fossi pronta a condividere certi rapporti. Ho passato la serata con una terza persona, perché lui è stato tutto il tempo con questi amici che voleva evidentemente conoscere (sono persone importanti dell'ambiente). Quando sono riuscita ad avere una conversazione con tutti, lui mi interrompeva, finiva le mie frasi e mi parlava sopra. Da quel giorno me ne sono andata.
Ora: lui è riuscito, nel giro di due mesi nemmeno, a emergere in questo ambiente che frequento. È diventato amico di tutti, viene premiato per quello che fa. Sto molto male per questo, non tanto perché forse sono stata proprio un "mezzo" per fargli raggiungere le sue aspettative, ma anche perché mi sento quasi violata nel mio mondo. Purtroppo non riesco a capire, e oggi dopo l'ennesima foto sui social in cui persone di cui mi fidavo fanno le amicone con lui, sono tentata di togliermi instagram, e di smettere di frequentare questo mondo. Sto davvero male, e allo stesso tempo cerco di sistemare nei margini di un rapporto pacifico quello che è rimasto: due giorni fa (dopo due settimane in cui non ci sentivamo) chiedendogli se avesse bisogno di fare una chiamata, dopo aver visto dei suoi commenti su Instagram rivolti a una delusione amorosa (che suppongo essere la mia). Gli ho ripetuto che gli voglio bene (e sono sincera: non ho sentimenti negativi verso la sua persona) e gli ho fatto i complimenti per i traguardi raggiunti. Mi risponde poco e in ritardo. Ho come l'impressione che il mio male sia dovuto al fatto che io l'ho visto (ma non solo io, anche amici che lo hanno conosciuto, come x e y) arrivista, ambizioso e assolutamente indifferente al dolore che poteva provocare. Ora lo vedo slittare in cima prima di me, dopo che ho lavorato tanto tempo non ho raggiunto quello che ha raggiunto lui in così poco; ma non sono certa sia invidia, perché allora non sarei qui a chiedere, è più profondo, è nel cuore ed è una ferita. Mi sento di valere niente. So che sta andando molto veloce e a breve, probabilmente, riuscirà ad entrare in qualche collettivo mentre io non sono ancora stata accettata in quello in cui mi sono proposta. Oggi ho visto un riconoscimento verso di lui e mi sono sentita mancare la terra sotto i piedi. Come faccio a uscire da questa situazione? Mi sento davvero persa. Ho cercato di raccogliere tutto nel modo più veloce possibile. Non metto in dubbio quanto possa essere io, per prima, una persona estremamente sensibile e difficile. Non mi è mai successo di provare questa sensazione di vuoto nel successo di un altra persona. Allo stesso tempo, sento che questa persona non è sincera, almeno non lo è stato con me e sento fortemente ingiusto che stia riuscendo. Allo stesso tempo, mi sento una stronza a sentire questo.

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