Mi sento totalmente persa

Inviata da Jinjer_95 · 19 feb 2024 Autorealizzazione e orientamento personale

Salve a tutti, sono una ragazza di 28 anni.
Come scritto nel titolo, negli ultimi mesi, circa da novembre dell'anno scorso sto attraversando un periodo di forte crisi.
Per contesto, vivo a Milano da settembre 2022 dopo aver trascorso un anno lavorando all'estero.
Da quando sono qui, ho già cambiato due volte lavoro e mi sono resa conto che anche ciò che sto facendo adesso non mi piace.
Sento di star sprecando la mia vita in attività che non fanno altro che aumentare il mio senso di ansia e depressione, mi sento una fallita perchè lo so che ci sono moltissime persone che avrebbero fatto carte false per essere assunte dalle aziende per cui ho lavorato e non avrebbero mai sognato di dare le dimissioni. Solo che io davvero non ne posso più, senti di aver bisogno di stimoli più coerenti con le mie passioni, non solo di adattarmi a lavori random solo per avere uno stipendio in una città che ti prosciuga della tua esistenza, votata solo al dio danaro e al fatturare.
Allo stesso tempo, mi sento una fallita perchè non so cosa voglio fare realmente. Ho 28 anni, ma mi sembra già di non avere più speranze.
Mi sono messa in malattia per depressione da dicembre e sono tornata a casa dai miei, perchè stavo cominciando ad avere pensieri che mi stavano spaventando, non mi alzavo più dal letto, sono ingrassata di 5 kg perchè ho totalmente abbandonato lo sport e continuo a sfogare le emozioni negative sul cibo. e questo ha risvegliato i disturbi alimentari che ero riuscita a superare.
Il mio datore di lavoro continua a sottolineare come la mia assenza sia un problema per l'azienda, ma io preferirei spararmi ad una mano piuttosto che rientrare, anche se a volte ho il dubbio che abbandonare anche questo lavoro non sia una decisione giusta (solo per questioni economiche).
Vorrei prendermi un anno sabbatico e provare a realizzare tutti quei sogni che ho messo da parte mentre studiavo e provare anche il concorso di dottorato, ma ho sempre il dubbio che non sia la strada più giusta. La mia priorità dovrebbe essere lavorare e sistemarmi, ma io veramente al momento non ci riesco. Mi sento in trappola. La vita è questa? Buttare 40 anni di vita facendo cose che odiamo solo perché la società non ci offre altro? E poi cosa? Questo pensiero mi sta martoriando.
Scusate per lo sfogo, ma veramente non ce la faccio più.
Non posso permettermi di intraprendere un percorso di psicoterapia, per motivi economici e sto cercando di tamponare con la cura prescritta da uno psichiatra, ma non sto notando grossi risultati.

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Miglior risposta 1 APR 2024

Gentile Jinjer,
premesso che il lavoro scelto dovrebbe essere coerente con il percorso di studi che è stato fatto, ritengo che se si hanno delle passioni possono essere coltivate senza entrare in conflitto col lavoro svolto che, a mio avviso, rappresenta un valore da salvaguardare sempre.
Per di più, è preoccupante se lei ha intenzione di licenziarsi senza nemmeno sapere cosa vorrebbe realmente fare in alternativa, anche se accenna a sogni messi da parte, dottorato o altro.
Forse è proprio il disturbo dell'umore la causa prima della sua crisi e su questo disturbo occorre intervenire con una terapia farmacologica associata a psicoterapia che può essere effettuata a costo ridotto presso la ASL.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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27 FEB 2024

Salve Jinjer

se ha difficoltà economiche, le ricordo che è possibile usufruire di percorsi psicoterapeutici anche nel pubblico dove i prezzi sono calmierati. Basti pensare all'ASL ad esempio o a consultori o centri di ascolto gratuiti presenti sul territorio. A volte anche la croce rossa offre uno sportello d'ascolto. Nulla osta che lei possa scegliere di rivolgersi ad un terapeuta nel privato e parlare delle sue difficoltà economiche in modo tale che il professionista possa decidere di accogliere la sua richiesta, contrattando insieme un modo di venirvi incontro.

Bando alle questioni meramente pratiche, sono colpita dalla frase in cui afferma che la sua priorità dovrebbe essere quella di lavorare e sistemarsi ma non ci riesce. Chi stabilisce quali debbano essere le sue priorità? Mi sembra, da quanto ha riportato, che lei abbia ben altri sogni nel cassetto che però, al momento, entrano in conflitto con la strada che "dovrebbe" seguire.
Quanto le pesa il senso del dovere in questo momento della sua vita e cosa racconta di lei? Come si fa a stabilire a priori quale sia una scelta giusta o sbagliata?

Riflettere su questi aspetti e metterli a fuoco, può consentirle di recuperare la speranza persa, la consapevolezza del proprio tempo e soprattutto la facoltà di poter scegliere cosa vuole fare della sua vita, nonostante al momento possa sembrarle difficile.

Resto a disposizione e le faccio un in bocca al lupo.

Dott.ssa Maria Chiara Del Mastro Psicologo a Portici

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27 FEB 2024

Buongiorno Jinjer_95,

dalle sue parole si sentono tutto il dolore e la sofferenza che sta vivendo e si percepisce anche che molte delle difficoltà di cui parla sono dovute a sue insicurezze e a "gabbie mentali" che si è costruita con il tempo.

E' come se abbia in testa che per andare bene bisogna fare ciò che si aspettano gli altri: avere un certo lavoro, guadagnare...
Un'altra parte di lei, però, in contrasto con questo, vuole altro: passione per ciò che fa, coltivare ambizioni e desideri. Molte persone si costringono a seguire direzioni che non sentono congruenti con se stesse, solo perché hanno imparato che è così che bisogna fare. Spesso i messaggi genitoriali e della società ci portano a pensare che per andare bene bisogna necessariamente percorrere certi step, ma tutto questo si scontra con i nostri desideri più profondi. E quando questi vengono messi da parte per conformarsi alle aspettative altrui, alla fine finiscono per farsi sentire, boicottando tutte le scelte e "provocando" sintomi.

Quello che voglio dire è che penso abbia bisogno di cominciare ad ascoltarsi e a dare importanza a ciò che desidera, imparando ad andare oltre a tutto ciò che DOVREBBE fare per andare bene per gli altri. Liberarsi e alleggerirsi di tutte queste zavorre interne, per spiccare il volo.

Spero di essere stata in qualche modo utile, anche se penso fermamente che avrebbe bisogno di un supporto terapeutico per conoscere ciò che veramente e profondamente vuole per sé e per trovare la sua strada.

Un caro saluto.

Dott.ssa Claudia Cioffi

Dott.ssa Claudia Cioffi Psicologo a Ancona

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26 FEB 2024

Gentile utente, innanzitutto la ringrazio per aver condiviso con noi la sua esperienza. Mi spiace molto per la situazione che descrive e posso immaginare il disagio connesso. La cura psichiatrica può sicuramente aiutare e moderare i sintomi, ma sembra esserci un forte bisogno di raccontarsi e analizzare i propri bisogni. Esistono associazioni sul territorio nazionale che svolgono colloqui a prezzi contenuti oppure potrebbe rivolgersi al servizio di psicologia dell'azienda sanitaria locale o al centro di salute mentale che, nonostante i tempi lunghi, potrebbero offrirle un po' di supporto.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, le auguro di poter star bene il prima possibile.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero

Dott.ssa Elena Sinistrero Psicologo a Torino

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25 FEB 2024

Buongiorno,
28 anni sono un'età bellissima, di sogni, passioni, disillusioni....il prezzo da pagare nel suo caso è la depressione, credo sia comunque una depressione situazionale, ovvero legata ad un lavoro che non le piace, a dei conflitti interiori.
Le crisi servono per rinascere, per provare qualcosa di nuovo, di appassionante, per rimetterci in gioco con in nostri sogni, per credere profondamente in sé stessi.
Lasci andare quel lavoro se è la causa di tanto malessere e rincominci a investire nelle sue passioni....sono certa che ce la farà!
Un caro saluto
Paola von korsich Giardini

Dott Paola Von Korsich Giardini Psicologo a Monza

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24 FEB 2024

Buona sera Jinjfer,
ho letto il suo "sfogo" e ne sono rimasto molto coinvolto. Mi sono salite su tutte le angosce esistenziali che a fatica ho mantenuto sopite in questi anni. Mi sono sentito perso, di nuovo, in un Mondo ritenuto ostile perché valutato da me incapace di accogliere il mio "esistere", i miei desideri e le mie fatiche. Leggo la sua lettera e provo tristezza e senso di vuoto. Ma oltre a questo c'è altro; sento che potrei lasciarmi andare alla malinconia e farmi cullare da uno stato depressivo che in qualche modo mi protegge (lo stare nel letto è uno stato regressivo e difensivo, a volte necessario per mantenere i miei confini protetti). Mi chiedo perché Le sto scrivendo queste sensazioni così negative; perché, invece di sostenerLa, Le sto facendo compagnia in uno scenario così deprimente. Mi vengono diverse risposte: la prima è che la scissione tra quello che desideriamo e quello che la società vuole da noi è molto importante; è uno iato davvero difficile da colmare, a volte, ma spetta sempre a noi farlo (e questo ho la sensazione che ne sia consapevole perché lo sta forse vivendo in prima persona e se ne sta prendendo carico). La seconda riflessione è una serie di domande che si legano alla prima : quale ruolo abbia intenzione di assumere per colmare questa distanza tra il mio desiderio e la società? Ce ne facciamo carico di questo ruolo (almeno in parte) o l'abbandoniamo nel rifiuto e forse nella negazione? Che costi dovrò considerare per entrambi le scelte e sono in grado di sostenerli? Domande provocatorie che mi aprono l'ultima sollecitazione che un breve scritto può sostenere: sono pienamente convinto che nulla di tutto questo abbia veramente importanza per me (e mi prendo la libertà di pensarlo anche per Lei). Mi immagino che Lei stia facendo uno sforzo di Ercole per tenere separato ciò che desidera da ciò che sente di dover fare (non c'è più piacere nel dovere). Ritengo che forse lo spazio su cui dovrebbe lavorare non è fuori (rispondere al meglio a quello che il mondo le chiede) ma è dentro di lei. Invece che separare sarebbe importante unire. Ci potrebbe essere delle fratture, dei nuclei di sofferenza importanti che forse non sta valutando. Sarebbe molto utile per lei trovare uno spazio per aiutarsi (e/o farsi aiutare) a riconoscere se stessa oltre le sue sofferenze (che rappresentano forse i sintomi e non le cause).
Forse non sono stato molto utile nel dirle questo e forse sto interpretando in modo errato la sua richiesta di aiuto. Ma può sempre buttare nel gabinetto queste mie parole qualora non le risuonassero.
Le auguro di percorrere serenamente il suo viaggio un passo alla volta ma con un desiderio chiaro e deciso.
Cordialmente
Dr. Claudio Pieroni

Dr. Claudio Pieroni Psicologo a Lequile

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23 FEB 2024

Porta un vissuto molto pesante ed estremamente conflittuale. E mi sembra che porti il racconto di una persona che si è imbarcata in un viaggio carica di speranze e che invece si trova ora spaesata e senza un punto fisso per poter calcolare una rotta sulla mappa. Il fatto che altre persone farebbero le carte false per farsi assumere dalle aziende per cui ha lavorato sembra non essere la chiave per aprire la serratura di questo senso di ingabbiamento che porta, ed è molto conflitta se seguire il cuore o il portafogli.

Mi soffermerei un attimo su delle espressioni che usa: "decisione/strada giusta", che cosa è giusto per lei? Come si è venuto a formare nella sua mente questo concetto? Dice anche "la mia priorità dovrebbe essere" utilizzando il condizionale. Potrei sbagliarmi, ma ho la sensazione che il senso di ciò che è "giusto" e "prioritario" non siano per lei un pensiero autogenerato. Dalle sue parole traspare un senso di rassegnazione e tristezza guardando il futuro, come se toccasse proprio percorrere un binario già tracciato. Il prezzo di deragliare e prendere la propria strada è, forse, la delusione di aspettative altrui. Tutta questo sta finendo sotto il tappeto dei farmaci, del cibo, dei brutti pensieri e dell'ansia ma come lei stessa nota la montagnetta di polvere si vede bene. È difficile dire più di così, ci sarebbe molto da esplorare ad esempio sul suo viaggio all'estero e di più su quello che accade ed è accaduto attorno a lei negli anni.

Voglio darle una bella notizia però, non è finita, e lei è ancora molto giovane! Con questo suo sfogo lei chiede aiuto e io per aiutarla le dico che le risposte alle domande che ha posto si trovano già dentro di lei, forse neanche troppo nel profondo. Mi rendo conto che come ha detto sarebbe un impegno non facile per lei ma la esorto a valutare di investire su se stessa. Come Dante inizia il suo viaggio quando incontra Virgilio, senz'altro aiuterebbe un lavoro su se stessa accompagnata da un professionista. Verrebbero illuminati gli ostacoli che le impediscono di vivere la Sua vita (S maiuscola) e sarebbe più facile superarli, allo scopo di prendere la Sua strada.

Coraggio.

Un caro saluto,
Dott. Luigi Rossi

Dott. Luigi Rossi Psicologo a Bologna

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22 FEB 2024

Gentile Utente
Grazie per la condivisione dei suoi pensieri, le sue parole esprimono bene il suo vissuto emotivo.
Quello che sta provando è legittimo, si trova in una fase di vita che molti vivono con fatica e con la pressione di dover trovare “la propria strada”. I nostri bisogni non sempre sembrano adattarsi con ciò che si sta costruendo o forse a volte, e non ce ne rendiamo conto, vengono soddisfatti in modo diverso.
Il contesto in cui ci si trova e le relazioni significative influenzano il nostro stare nel mondo, sia in modo positivo che in modo negativo. È importante capire quali aspetti e come certe dinamiche attivino delle risposte in noi, che possono essere state apprese nel tempo in tanti modi. Ancora più importante è lavorare per costruire azioni o nuove narrazioni.
È difficile fornirle un aiuto concreto in questo contesto, le suggerisco però di rivolgersi al suo medico di base per richiedere la prescrizione di alcune sedute di psicoterapia attraverso il sistema sanitario nazionale o di rivolgersi ad un consultorio familiare.
È importante supportare in altro modo le cure prescritte dal suo psichiatra. Non può che beneficiarne.

Resto a disposizione, qui o attraverso altri canali

Cordiali saluti
Dott.ssa Jlenia Licitra

Dott.ssa Jlenia Licitra Psicologo a Milano

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