Legame morboso madre nei confronti di un figlio

Inviata da ANGY · 23 gen 2024 Terapia familiare

Sono la mamma di un ragazzino di 17 anni non riesco a gestire il legame morboso che ho nei suoi confronti ,sono divorziata da anni,e non ho altri interessi che mio figlio,vivo di lui vivo per lui.Delle volte invadendo anche la sua privacy e lui me lo fa notare vivendo quasi un disagio,per quanto sia anche lui molto legato a me ma sicuramente è un po più obiettivo .Vivo con ansia il fatto che stia crescendo e non potrò più tenerlo d' occhio,quando mi arriva una sua chiamata vado in panico penso già al peggio.Quando non risponde al telefono altrettanto. Ho impostato un applicazione per seguirlo quando esce e a lui da fastidio ma lo faccio qualora non rispondesse al telefono. Sono una mamma che si mette al servizio del proprio figlio nel senso gli preparo tutto non che lui non sappia farlo anzi ne approfitta pure questo lo so,ma è una cosa che parte da me.Mi trascuro molto perché l' unica mia preoccupazione è è gira tutto intorno a mio figlio.Non voglio che gli succeda niente vorrei morire se dovesse accadere.E' certamente un caso patologico il mio ma non voglio pensarci accantono sempre me stessa perché voglio concentrarmi solo su di lui.Cosa potrei fare e soprattutto che disturbo e questo?Grazie mille

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Miglior risposta 1 FEB 2024

Gentile Angy. Definisce il rapporto con suo figlio un legame morboso e si rende conto che avete creato una relazione esclusiva. Suo figlio le rimanda questo, sta crescendo ed anche lei ha realizzato che il vivere in questo modo la relazione le procura tanta ansia. Un percorso psicoterapeutico può senz'altro aiutarla a differenziarsi e a prendersi più cura di sé! C'è stata sicuramente da parte sua la necessità/bisogno di investire e di dedicarsi in questo legame (...) ora sembra che il suo bisogno sia di trovare hn altro equilibrio. Se ne dia il permesso. Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr. Zaupa

Dottoressa Maria Zaupa Psicologo a Vicenza

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2 MAR 2024

Gentile Angy,

E' normale che lei si preoccupi per suo figlio ed è anche normale che per lei sia molto importante, però così facendo (invadendo la sua privacy, scaricando un'app per seguirlo) crea un rapporto disfunzionale.
Il consiglio che le posso dare è quello di rivolgersi ad un terapeuta che l'aiuti a gestire questa forte ansia e questo spirito " controllante" nei confronti di suo figlio. Credo che la cosa migliore, adesso, sia quella di mettere lei e la sua salute al primo posto.

un saluto

Dott.ssa Martina Romano


Dott.saa Martina Romano Psicologo a San Vito Chietino

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19 FEB 2024

Buongiorno, immagino non sia facile tutto ciò, però il primo passo è comprendere il tipo di rapporto che si ha e porsi delle domande, questo è ammirevole. Se vuole si può affrontare questo suo vissuto e ansia in un percorso psicologico.

Dott.ssa Erica Farolfi Psicologo a Forlì

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19 FEB 2024

Gentile Angy,
il desiderio di proteggere e di accudire un figlio è un desiderio materno, ma, come lei ha riportato, risulta essere messo in atto in modo disfunzionale per il vostro rapporto.
È una situazione che andrebbe indagata meglio, poiché la porta a vivere in costante situazione di allarme e di angoscia.

Un passo grande, riconoscendo il problema che c'è dietro questo tipo di rapporto, lo ha già fatto,
si dia la possibilità di iniziare un percorso per poterne farne altri e trovare un equilibrio più funzionale e sereno
sia per lei che per suo figlio.

Resto, ovviamente, a disposizione per qualsiasi chiarimento,
Un caro saluto,
Dot.ssa Silvia Brandini

Dott.ssa Silvia Brandini Psicologo a Roma

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17 FEB 2024

Carissima Angy,

sarebbe importante che ti facessi una tua vita sentimentale in modo da vivere in maniera più indipendente da tuo figlio.
Può esserti utile anche sottoporti ad una psicoterapia di tipo analitico in modo da elaborare un tuo modo di uscire da quella che è una situazione dannosa sia per te che per tuo figlio. Chiami tuo figlio ragazzino, ma ha diciassette anni ed è già un piccolo uomo con le sue esigenze di privacy che vanno rispettate sia per il suo che per il tuo bene.
Rimango a tua disposizione per un eventuale confronto
Dott.Gabriele Lenti Psicoterapeuta Genova

Dott. Gabriele Lenti Psicologo a Genova

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6 FEB 2024

Buongiorno Angy,
Grazie per aver condiviso il suo vissuto.
Ho letto con attenzione quanto sta vivendo come madre di un ragazzo adolescente, relazione che, come lei stessa definisce, non sembra del tutto equilibrata. Capisco come possa essere difficile per lei soddisfare il bisogno di accudimento genitoriale, mantenendo nel contempo quella distanza, utile a suo figlio, affinché possai esplorare e far esperienza del mondo.
Sembra che entrambi ancora non sappiate definire i limiti che preservino sia i relativi spazi individuali, che quelli duali. Pensa di poter concordare con il figlio una linea comportamentale che soddisfi entrambi? Crede di poter rompere questo schema?A volte è difficile da soli uscire dal loop, ma un confronto con un@ professionista psicolog@ potrebbe esserle utile a trovare delle opportune strategie. Iniziando magari da quelle piccole attività quotidiane che, da quanto racconta, sono a suo carico. Piccoli cambiamenti che potrebbero aiutare sia lei a ritrovare degli spazi per Se stessa, sia il figlio ad intraprendere dei passi verso l'autonomia e l'età adulta.
Cordialità
Dr.ssa Ornella Peloso - Psicologa - Pedavena (Belluno)

Dott.ssa Ornella Peloso Psicologo a Pedavena

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6 FEB 2024

Cara Angy,
So che non è semplice riconoscere di avere un problema, soprattutto quando si tratta di un rapporto così importante come quello con il proprio figlio. Ti comprendo per il desiderio che hai di proteggerlo e di amarlo ma devo farti notare che, da qul poco che ci scrivi della tua storia e dalle parole che scegli di usare, il tuo modo di relazionarti con lui non è valido né per te né per lui. Stai vivendo un legame morboso che ti impedisce di lasciarlo crescere e di vivere la tua vita. Stai facendo tutto per lui ma non gli stai facendo del bene: gli stai impedendo di sviluppare la sua autonomia, la sua responsabilità, la sua identità di giovane adulto. Gli stai trasmettendo il messaggio distorto che essere adulti, validi, indipendenti, realizzati nel lavoro e nei rapporti, sia impossibile! Gli stai mostrando che l'unico modo per poter vivere è dipendere da qualcuno, che in questo caso sei tu.
Questo non è il ruolo di una madre, anzi di una mamma come dici tu (ti faccio notare che mamma è la parola che usano i bambini, non i ragazzi di 17 anni e tantomeno gli adulti). Il ruolo di una madre è quello di crescere dei futuri adulti, non degli eterni bambini. Il ruolo di una madre è quello di accompagnare il figlio nella sua crescita, non di frenarla. Il ruolo di una madre è quello di dare al figlio le ali, non di tagliargliele. Il ruolo di una madre è quello di essere una guida, non una gabbia. Troppo facile essere genitori se genitori significa fare tutto noi, il vero genitore si vede quando consente al figlio di uscire pian piano dal nido, quando lo sostiene nel diventare un adulto in grado di vivere. So che è brutto ma dobbiamo pensare che i figli da adulti devono poter vivere appieno anche senza di noi.
Per questo, ti consiglio di iniziare un percorso psicologico con uno specialista che possa ascoltarti, sostenerti e guidarti nella comprensione di te stessa e del tuo rapporto con tuo figlio. Uno psicologo che possa aiutarti a capire le origini del tuo legame morboso, che forse sono collegate ai rapporti con le tue figure di attaccamento nei primi anni di vita. Uno psicologo che possa aiutarti a cambiare il tuo modo di relazionarti con tuo figlio, facilitando in lui la ricerca dell'autonomia e in te la ricerca della tua identità.
Ti consiglio inoltre di ricercare altri interessi nella tua vita, oltre a tuo figlio.
Devi prima essere una donna, prima di essere una madre. Devi vivere tu per te stessa, prima di vivere per lui. Devi essere un esempio di donna adulta, di adulto valido e non bloccato, per lui e per te stessa. Devi coltivare le tue passioni, le tue amicizie, i tuoi progetti. Devi prenderti cura di te, del tuo corpo, della tua mente, della tua anima.
So che può sembrarti difficile o impossibile cambiare questa situazione, ma ti assicuro che ne vale la pena. Non devi rinunciare al tuo rapporto con tuo figlio, ma devi renderlo più sano e più maturo. Non devi rinunciare al tuo amore per lui, ma devi renderlo più libero e più autentico. Non devi rinunciare alla tua felicità, ma devi renderla più completa e più profonda.

Ti auguro tutto il bene possibile,
Un abbraccio,

Dott.ssa Eleonora Ottaviani Psicologo a Acilia

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5 FEB 2024

Salve Angy,
Grazie per avere condiviso con il disagio che sta vivendo, inoltre mi sento di farle i complimenti per la consapevolezza che dimosta nel raccontarsi, non è facile per nessuno mettersi in discussione e saper riconoscere le proprie fragilità.
Suo figlio sta vivendo un'età, fine adolescenza, in cui si sta sempre di più rendendo autonomo, per poi entrare nella fase adulta.
Quello che a me è arrivato dal suo racconto è la sua concentrazione su suo figlio fino ad arrivare ad escludere i suoi bisogni, non prendersi in considerazione, non ascoltarsi. Adesso però che sente l'avvicinarsi sempre di più l'indipendenza di suo figlio, è spaventata, perchè è un pò come "adesso cosa farò", la paura del nido vuoto.
Forse è arrivato il momento di darsi la possibilità di ascoltarsi al fine di riacquisire un'autonomia emotiva che aiuterebbe entrambi a vivere una relazione più equilibrata.
E' importante che inizi un percorso di psicoterapia al fine di imparare ad ascoltare i suoi bisogni, ricostruire la sua autostima che probabilmente con la fine del suo rapporto è andata in tilt, scoprire i suoi interesse e i suoi hobby, ricrearsi un cerchia sociale con cui passare del tempo libero.
Può sembrare strano, ma in età diverse lei e suo figlio state facendo lo stesso passaggio, state percorrendo la strada dell'indipendenza l'uno dall'altro sapendo che ci sarete sempre in caso di necessità, questo passaggio richiede coraggio, ma sicuramente porterà benessere a entrambi.
Sperando di esserle stata d'aiuto, rimanendo a disposizione anche online, saluti,
Dott.ssa Simona Adorni

Dott.ssa Simona Adorni Psicologo a Podenzana

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4 FEB 2024

Gentile Angy,
essere buoni genitori non è di per sè un compito facile ma nel suo caso lo è ancora di meno perchè non ha la collaborazione del suo ex-marito e perchè suo figlio è in piena adolescenza, età in cui tutti i problemi sono amplificati.
D'altra parte, l'attaccamento morboso che lei stessa riconosce di avere nei confronti del ragazzo certamente non lo aiuta nel suo processo di individuazione/auto-realizzazione ed interferisce negativamente nella costruzione di una buona autostima e struttura di personalità.
Inoltre nuoce anche a lei stessa creandole eccessiva ansia e deprivandola della possibilità di coltivare altre amicizie o relazioni sentimentali gratificanti e benefiche che potrebbero avere una ripercussione positiva anche per un rapporto più maturo con suo figlio.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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4 FEB 2024

Cara Angy, non ho ancora conosciuto una mamma che non si preoccupi per il figlio, soprattutto durante l'adolescenza, quando inizia ad essere autonomo e a cercare maggiori spazi di indipendenza. Lei chiede cosa può fare...sta già facendo qualcosa mettendo in discussione la sua modalità di essere presente per suo figlio. Si è resa conto che forse è più un suo bisogno più che un bisogno di suo figlio. E' in una fase critica del ciclo vitale, approfondisca le sue modalità attraverso dei colloqui con uno psicoterapeuta, vedrà che saprà essere una mamma adeguata.
Un caro saluto
Dott.ssa Valentina Borsari

Dott.ssa Valentina Borsari Psicologo a Mantova

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4 FEB 2024

Credo che il punto non sia gestire il rapporto con suo figlio, ma ritrovare una centratura su se stessa. Già dalle prime battute del suo post si definisce per ciò che NON riesce a fare (gestire il rapporto con suo figlio), per ciò che NON è più (una moglie) e per ciò che NON ha (degli interessi). Se suo figlio è l'unico affetto che ha e l'unica motivazione ad agire, è abbastanza naturale che quando si allontana lasci un vuoto nel quale si agitano i peggiori fantasmi.
Se tutto ciò che la definisce, la sua unica fonte di autostima è l'essere madre, qualsiasi cosa possa accadere di brutto a suo figlio (anche se riparabile) la qualificherebbe come una madre che non ha protetto a sufficienza il figlio. Ne consegue che la sua autostima riceverebbe un colpo durissimo.
Quale sarà il suo ruolo e la sua identità quando lui prenderà la sua strada come è naturale sia?
E' importante che lavori per se stessa per ricostruire la sua autostima, che si è smarrita forse con il divorzio o forse già da prima. E' fondamentale che inizi ad avere altre relazioni affettive, di amicizia con donne e uomini o d'amore. Nuovi interessi e ruoli alternativi che si affianchino a quello di madre. La relazione con suo figlio non potrà che giovarne. L'importante è che lei ci possa essere con la sua serenità e il suo amore quando la cercherà. Controllare la vita suo figlio è impossibile. Ciò che può fare è lavorare per stare bene, ritrovare la sua dimensione e serenità. Così potrà esserci quando suo figlio avrà bisogno di lei.

Dott. Lelio Bizzarri Psicologo a Roma

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4 FEB 2024

Gentile mamma, è un bene che si renda conto di comportarsi come un boa costrittore ma questo non le basterà a trovare un equilibrio migliore. Non è sano che il suo unico orizzonte vada nella direzione di suo figlio e nemmeno che vìoli la sua privacy. Cominci ad occuparsi di sé stessa. Palestra, amici, serate, feste, viaggi, libri, parrucchiera, shopping, passeggiate, cinema... e si diverta.

Tiziana Viol Psicologo a Vittorio Veneto

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3 FEB 2024

Buongiorno,
Mi congratulo con lei comunque perché, cosa non trascurabile, ha già preso consapevolezza da sola della "problematicità" del suo attaccamento forte.
Consideri come suo figlio sta vivendo un'età in cui procederà naturalmente verso una sempre maggiore emancipazione ed è importante, per il bene di quest'ultimo, non ostacolarlo in questo processo.
Detto ciò, non per forza concentrarsi su di lui (che afferma essere il suo desiderio ed obiettivo principale) esclude che lei si occupi anche di sé stessa, in primis curando gli aspetti di disagio connessi alla relazione.
Mi viene anche da ipotizzare che ciò di cui si parla è in realtà un suo aspetto strutturale di personalità (dunque un bisogno di appoggiare molto sull'altro e una connessa paura di perderlo), per cui è probabilmente arrivato il momento di trattare, in un percorso di psicoterapia, questi aspetti che le creano difficoltà consistenti nel quotidiano.
La può aiutare considerare come questo percorso aiuta in realtà anche suo figlio a non sentirsi bloccato nel proprio percorso emancipativo.

Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero

Dott.ssa Elisa Folliero Psicologo a Spino d'Adda

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3 FEB 2024

Gentile Angy, grazie per aver condiviso con noi una parte così importante e delicata di sè. Mi spiace molto per la situazione che descrive e posso immaginare la difficoltà che vive nel riconosce questo rapporto così stretto e tuttavia non poterne fare a meno.
In merito alle sue richieste, non è possibile fare diagnosi o anche solo ipotizzare un disturbo sulla base di poche righe di racconto, tuttavia da esse emerge il bisogno e la voglia di lavorare su questo problema.
Le suggerirei di valutare un percorso psicologico, al fine di rielaborare il suo vissuto e le emozioni connesse, sviluppando insieme al professionista strategie utili per far fronte a situazioni di difficoltà e sentirsi più efficace nella sua quotidianità.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero

Dott.ssa Elena Sinistrero Psicologo a Torino

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3 FEB 2024

Cara Angy,

il fatto che tu ammetta di avere un problema, è già un fatto positivo, perchè ti mette nella condizione di potere cambiare. Non da sola, ma con l'aiuto di un professionista che ti incoraggi a vivere le tue emozioni in maniera meno intrusiva. Potresti rivolgerti ad un terapeuta psicodinamico, perchè la tua disponibilità a metterti in gioco rappresenta un fattore prognosticamente positivo.
Augurandoti tutto il bene possibile
Un caro saluto
Dott.Gabriele Lenti
Psicoterapeuta
Genova

Dott. Gabriele Lenti Psicologo a Genova

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2 FEB 2024

Buonasera Angy,
La ringrazio per la condivisione.
Essere disposti a mettersi in discussione e saper riconoscere le proprie difficoltà costituiscono delle premesse importanti per l'efficacia di un percorso che potrebbe aiutarla a relazionarsi in modo più funzionale.
Si dia la possibilità di riacquisire quell'autonomia emotiva che permetterebbe sia a lei che a suo figlio di vivere una relazione più equilibrata.
L'adolescenza è un momento di crescita molto delicato da affrontare sia nel ruolo di genitore che in quello futuro giovane adulto.
Ricevere il giusto supporto, in questa fase, le darebbe validi strumenti per poter sostenere suo figlio e apprezzare nuovamente anche ciò che la riguarda.
Resto a sua disposizione,
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Benedetta Patriarca.

Dott.ssa Benedetta Patriarca Psicologo a Roma

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2 FEB 2024

Gentilissima Angy, grazie per la condivisione. Capisco la situazione che descrive, e comprendo quanto possa essere difficile staccarsi dal proprio figlio in maniera funzionale. Credo che intraprendere dei colloqui di terapia potrebbe aiutarla a trovare delle strategie funzionali ed efficaci soprattutto dal punto di vista emotivo, in modo da avere un approccio diverso alla situazione e crescita di suo figlio.
Resto a disposizione!
AV

Dott.ssa Antea Viganò Psicologo a Pessano con Bornago

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1 FEB 2024

Buon pomeriggio Angy,
Sento la sua preoccupazione di essere "un caso patologico" e di voler capire di che tipo. Fare una valutazione psicopatologica è un processo che parte dai comportamenti che provocano sofferenza, ma non è solo quello, per cui non è possibile farla tramite uno scritto descrittivo di un comportamento senza nessun tipo di contatto ulteriore. Ancora più nello specifico vorrei sottolineare che lei non è solo quello che fa, ma molto di più. Potrebbe essere di aiuto, infatti, domandarsi il perché della sua preoccupazione eccessiva verso suo figlio e partire da lì, piuttosto che dal domandarsi come fare per non esserlo più, domanda che fatta così non ha possibilità di ricevere risposta.
Leggo che sta accantonando se stessa per concentrarsi su suo figlio, che, a suo dire, sta soffrendo per questa situazione. Non pensa che intraprendendo un percorso di psicoterapia lei stessa possa aiutare soprattutto suo figlio che è il suo desiderio più grande? Inoltre, le suggerirei di considerare la possibilità di fare la psicoterapia eventualmente insieme a suo figlio.
Le auguro che riuscirà a trovare il sollievo che cerca.
Un saluto,
Carlotta Dapino

Dott.ssa Carlotta Dapino Psicologo a Genova

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1 FEB 2024

Buongiorno Angy
Lei stessa ha definito il legame con suo figlio morboso.
Ha spostato la relazione con suo marito, nel momento in cui si è separata, con quella con suo figlio.
Tutto questo le crea ansia, costante controllo, timore di perderlo, una serie di emozioni e sentimenti che rovinano la sua vita e quella di suo figlio, impedendogli di sviluppare indipendenza e crescita.

Le consiglio di effettuare un percorso di psicoterapia per imparare ad amare se stessa, a prendersi cura di sé, aiutando nel contempo suo figlio come figura di riferimento presente ma non invadente.
Resto a disposizione per qualsiasi necessità o chiarimento
Cordiali saluti
Paola von korsich Giardini

Dott Paola Von Korsich Giardini Psicologo a Monza

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31 GEN 2024

Cara Angy,
Essere consapevole del fatto che ha un problema relazionale con suo figlio e chiedere aiuto per questo è un passo già molto importante. Non lo dia per scontato e non abbia paura di intraprendere un percorso per aiutare se stessa e suo figlio.
Suo figlio è ormai un ragazzo e il suo compito evolutivo è quello di trovare un posto nel mondo e magari tra qualche anno questo significherà allontanarsi fisicamente e non da Lei. Per poterlo sostenere al meglio in questo percorso e per affrontare Lei stessa al meglio questo cambiamento è importante che si rivolga ad uno psicologo.
Resto a disposizione per riceverLa online per un primo colloquio gratuito.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita

Dott.ssa Antonella Vita Psicologo a Padova

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31 GEN 2024

Buongiorno Angy,

innanzitutto vorrei sottolineare quanto non sia per nulla scontato che una madre si accorga di questo tipo di emozioni nei confronti di un proprio figlio e si interroghi su quanto possa essere o meno un problema. Ed è questo un punto fondamentale da cui partire.

I sentimenti che prova possono essere in realtà molto comuni, per quanto nel suo caso sembrano causare un malessere a entrambi: a suo figlio perché si sente "invaso" e a lei perché teme di appesantirlo troppo e perché ha la testa piena solo di lui. Quando un figlio è adolescente, si amplificano per forza di cose tutte le ansie di un genitore legate al suo rendersi sempre più indipendente, fisicamente ed emotivamente ma, talvolta, queste ansie assumono una dimensione eccessiva, come nella vostra situazione. Il divorzio probabilmente gioca un qualche ruolo, nel senso che siete rimasti voi due e probabilmente suo figlio è diventato anche l'unico motivo della sua vita, per cui è inevitabile che se sente che si allontana, sente quasi di perdere tutto.

Occorre quindi capire meglio cosa sta succedendo, ma per farlo le consiglierei di rivolgersi a qualche professionista che possa aiutarla a farlo. Lei ci ha già messo da sola una grande consapevolezza, ora però forse occorre anche qualcuno di esterno che possa aiutarla a dare una direzione più chiara a questa consapevolezza e comprendere da dove arriva questa "morbosità" e come poterla gestire in modo diverso, potendo così amare suo figlio senza che questo sia soffocante per entrambi.

Un saluto
Dr. Luca Bacchiega

Dr. Luca Bacchiega Psicologo a Gallarate

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