Il peso del passato all'inizio di una nuova relazione

Inviata da Giorgio · 17 ott 2012 Terapia di coppia

Buongiorno,
vi sottopongo un tema che mi crea molto squilibrio e tormento. Sto cominciando una relazione con una collega (lei 27, io 33) che nei mesi scorsi è stata l'amante del mio capo.

Non mi sono mai fatto problemi sul passato delle mie compagne, perdonando anche tradimenti, questa volta pero' mi trovo davanti a un muro. Lei ha avuto questa storia clandestina durata 6 mesi (lui 41 anni, sposato, 2 figli piccoli) una persona che personalmente non stimo per niente (subdolo, disonesto e manipolatore) l'esatto opposto di me e con il quale in passato ho avuto scontri accesi che mi hanno fatto meditare di cambiare il lavoro.
La loro storia è cominciata mentre lei era in crisi con il suo fidanzato con la quale stava da 9 anni, lei era oppressa da questo ragazzo e con la pressione psicologica continua di questa nuova persona ha trovato il coraggio di lasciarlo per poi buttarsi in questa nuova storia che lei stessa definisce cosi'

"Appena uscita da questa storia ripudiavo l'idea di avere una relazione "normale". Mi sono buttata in quella storia proprio perché sapevo che non ci sarebbe stato futuro, e che potevo prenderla così come veniva, senza troppe aspettative. Lo so, è squallido, ma mi è successo.
Pur volendo trasgredire, buttandomi in un mondo che ripudio, ma che, in quel momento rappresentava la rottura di tutta quella patina che si era formata in me negli ultimi anni, purtroppo non sono rimasta così distaccata e fredda, ma mi sono fatta coinvolgere dagli eventi, forse anche troppo. Ho cercato di raccogliere il bello che c'era. Adoravo la naturalezza con cui scriveva in un modo così insolito, affascinante e curioso.
Mi piaceva il modo in cui riusciva a darmi tutto se stesso, con gesti e confidenze.
Mi impedivo di legarmi perché avrei sofferto ingiustamente.
Mi sono sentita in colpa un miliardo di volte. Io, coinvolta in una relazione clandestina. Ho sempre detestato e guardato con disgusto queste faccende. Eppure mi sono ritrovata nel vortice malefico. Non c'è stata una sola volta che, trovandomi insieme a lui, non abbia pensato ai suoi bambini che dormivano innocenti in un piccolo lettino. E mi detestavo.

Ero confusa, quando io mi avvicinavo a lui, lui mi allontanava...quando lui si avvicinava a me, io lo allontanavo. Era un equilibrio instabile. Finché il suo dirmi iniziale: "non c'è spazio per noi", è diventato un: " concediamoci questo spazio". Ci ho provato, ci ho anche forse creduto nell'incredulità, ma sapevo che sarebbe stato un rapporto a termine. E allora mi dicevo: "ma perché continuare?". Finchè mi sono decisa a smettere, forse il tempo che passava mi ha aiutata a ritrovare me stessa."

Alla fine di questa relazione lei mi ha cercato quasi da subito, con una corte sfrenata che mi ha anche imbarazzato per quando si "strusciava" a me

Per quanto lei mi piaccia molto, tanto da farmi mettere definitivamente la parola fine alla relazione tormentata che stavo vivendo, non sono sicuro di riuscire a gestire questo passato ingombrante con una persona che disprezzo e con la quale lavoro fianco a fianco. Temo di continuare a rivedere la loro intimità, sapere che è stata tra le sue braccia sembra mi colpisca dritto nell'orgoglio, e mi fa mettere in dubbio la volontà di vivere questa relazione. il tutto aggravato dal mio sospetto che lui l'abbia conquistata circuendola (lei è molto remissiva, e lui molto abile e pressante).

Ho anche il sospetto che lei non sia ancora in equilibrio, e sia ancora nell'altalena sentimentale (troppo presto è venuta a cercare me, non conoscendomi poi, ci parlavamo appena).

Oltre tutto so che questo mi porterà sicuri scompensi con il capo, il quale sta ancora facendo pressione psicologica su di lei

Secondo voi sono fisime che inventa il mio cervello e che non dovrei farmi, magari date dalla mia indecisione?

Grazie

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Miglior risposta 18 OTT 2012

Gentilissimo Giorgio,
compito dello psicologo non è quello di dare giudizi o consigliare, ma eventualmente quello di aiutarLa a prendere la decisione migliore per Lei alla luce di tutti i pro e contro che ogni relazione (e ogni decisione) comporta. Penso che il problema consista proprio nello scegliere, piuttosto in che cosa scegliere.
Non è possibile prevedere se e come questo passato influirà, ma è possibile imparare a gestirlo.
Cordiali saluti

Centro Fiorentino Di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale Psicologo a Firenze

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22 OTT 2012

Caro Giorgio,
inizierei a rispondere al suo quesito proprio con le ultime parole da lei scritte: secondo voi e scegliere.
La sua indecisione è... scegliere che cosa? Scegliere di entrare in una relazione? di amare? scegliere una persona adatta a lei? o scegliere una situazione adatta a lei? saper riconoscere se un sentimento è sincero o no?
Mi sembra che entrambi abbiate concluso una relazione , "appoggiandovi" in un'altra: E ora , proprio ora, le vostre strade si incrociano.
La sua dettagliata descrizione mi dà l'idea che voglia fornire più dati possibili per agevolarci in una discrimina della situazione, forse per essere legittimato nelle sue scelte e rassicurato.
Penso che sia un punto su cui riflettere.
per quanto riguarda in specifico questa relazione e questa situazione.., aldilà del contesto, del passato ecc, sono i sentimenti e le vostre parti che si incontrano che dettano l'evoluzione del rapporto.
Mi sembra che vi siano tanti dubbi (ho anche il sospetto, oltretutto.., per quanto lei mi piaccia molto.., mi ha imbarazzato..). Varrebbe la pena di sentire se queste sono paure o motivi su un piano di realtà.
Non abbia fretta!
cordialmente

Dott.ssa Elisa Fagotto Psicologo a Portogruaro

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18 OTT 2012

Caro Giorgio,
se dentro di sé sente tutte queste emozioni e ha tutti questi pensieri un motivo ci sarà, per cui non li bolli come "fisime", né come insicurezza intrinseca. la situazione non è delle più semplici, è normale sentirsi confusi dallìambivalenza dei propri sentimenti.
Nella vita non si può prevedere e controllare tutto, spesso dobbiamo rinunciare ad un ideale senso di sicurezza e vivere, semplicemente.
In bocca al lupo comunque vada
Un caro saluto
Dr.ssa Alessia Scipioni, roma

Anonimo-126894 Psicologo a Roma

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18 OTT 2012

Giorgio, mi permetto di darti del tu. Mi sembra che tu abbia colto la natura delle tue "fisime" (termine con un connotato dispregiativo nell'uso comune e che preferirei sostituire con preoccupazioni, ansie, giusto per mettere da parte forme di autosvalutazione, che non ci servono. La vita risulta a tratti faticosa già di per sè, quindi non è il caso di infliggerci anche feroci autosvalutazioni), legate a indecisione e forse anche orgoglio, competizione, incertezza, giudizio, sospetto, paura...ci sta tutto .
Adesso , devi decidere se rischiare e darti il permesso di conoscere più da vicino questa ragazza, che mi sembra si sia aperta con te raccontandosi ed offrendo anche la parte fragile, oppure scappare prima. E' il margine di rischio che una nuova relazione comporta.

Dott.ssa Luisa Ghianda Psicologo a Desio

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18 OTT 2012

Egregio signor Giorgio,
certe "fisime" bloccano talvolta l'azione e rendono infelici. E' tuttavia difficile cacciarle dalla testa dove sono nate. NOn necessariamente per terapia, ma senz'altro per uno spassionato ma competente consulto psicologico conviene stando le cose come stanno andare di persona dallo psicoterapeuta e esprimergli apertamente le proprie preoccupazioni che disturbano lei e rischiano di compromettere anche la relazione
dr Paolo Zucconi, psicoterapeuta e sessuologo clinico comportamentale a Udine

Dr. Paolo G. Zucconi (sessuologia clinica & Psicoterapia) Psicologo a Udine

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18 OTT 2012

Gentile Giorgio,

la storia che riferisce comporta senz'altro delle riflessioni giustificate. Penso che il passato non dovrebbe condizionare nessuno, perchè tutti ne abbiamo uno, bello o brutto che sia. Certamente la situazione che vive non è facile, perchè siete tutti e tre vicini, nel vero senso della parola. Aal tempo stesso, se una persona è convinta di ciò che vuole, di ciò che prova anche la vicinanza con figure che hanno parte di una vicenda, passano in secondo piano.
A mio parere il presente è il tempo da vivere; basarsi sul passato non è utile, perché le persone possono essere diverse a seconda del momento evolutivo in cui sono e delle circostanze che vivono,
Cordiali saluti

Dott.ssa Roberta De Bellis Psicologo a Gallarate

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