Buongiorno, quest'anno devo iniziare l'università, o meglio lunedì ho iniziato l'università a Lecce, io abito in provincia di Bari... ho scelto Lecce per allontanarmi un po' da casa e vivere da solo ma sono completamente bloccato. Per adesso sto facendo il pendolare ma a ottobre dovrei prendere casa lì. Ho estremamente paura, e voi direte che è normale... ma la storia è più complicata di così. Avrei dovuto iniziare l'università l'anno scorso... mi iscrissi a roma proprio perché volevo allontanarmi da casa ma il giorno prima della partenza mi bloccai e decisi di lasciare (in quel caso diedi la colpa ad una difficile situazione familiare, mio padre tradì mia madre). Poi ho avuto l'opportunità di fare 2 mesi di erasmus in Francia e decidi di partire. Effettivamente partii e sono stati i 2 mesi più belli della mia vita. Decisi di partire per capire se effettivamente riuscivo a vivere da solo o se non ne ero in grado, quando tornai capii che potevo tranquillamente vivere da solo. Però ho deciso di frequentare Lecce per non allontanarmi troppo da casa e poter tornare quando voglio. Adesso mi ritrovo nella stessa situazione e sono di nuovo bloccato, impaurito perché dovrei fare tutto da solo (in Francia avevo una mia amica con me, probabilmente avere lei mi ha dato più coraggio). E soprattutto ho paura che se non mi trovo bene perdo un altro anno (per fortuna l'unica certezza è la facoltà che voglio fare: giurisprudenza). Iscrivendomi a Bari potrei fare il pendolare, rimanere a casa con la mia famiglia e i miei amici. Ho sempre voluto mettermi in gioco e affrontare le difficoltà, ma questo mi sembra un limite che non riesco per niente a superare. Sono tentato dal cambiare ateneo e iscrivermi a Bari, ma a questo punto ciò che mi spaventa è il giudizio della gente (so che è sbagliato, ma un conto è dire di fregarsene del giudizio della gente, un conto è fregarsene veramente). Ho 10 giorni per prendere una decisione. L'altra cosa che temo è che andando a Bari poi me ne pentirei nuovamente. Ho già perso un anno e non posso permettermi di sbagliare ancora.
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30 SET 2022
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Buongiorno, ok mettersi in gioco ed affrontare le difficoltà ma non è sbagliato nemmeno semplificarci la vita laddove possibile. Mi sembra ci sia tanto in ballo: l'università, la scelta dell'Ateneo, la famiglia, gli affetti, gli amici. Ed il non immaginare come si andrà a stare. Forse sarebbe meglio mettere in cima alla lista pochi punti fermi e scegliere in funzione di quelli. Un saluto affettuoso, d.ssa Antonella Ricci
23 SET 2022
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Buonasera, l'esperienza in Francia le ha chiaramente fatto comprendere che non sono le difficoltà pratiche che la mettono in difficoltà. Sembra piuttosto che abbia bisogno di una base sicura, la famiglia o un'amica, affinché lei possa funzionare bene. Partendo da questo aspetto che sembra essere abbastanza acclarato, è necessario indagare come mai l'allontanamento da un punto di riferimento affettivo, la mette così in crisi da farla sentire bloccata.
Inoltre, sarebbe importante anche comprendere come si presenta questo blocco? E' fatto di tristezza intensa, di ansia o di rabbia? Ognuno di questi stati interiori ha un tema diverso che va sviscerato per essere superato. Credo sia necessario fare un lavoro di introiezione delle persone per lei significative, ovvero è importante che lei impari a portare dentro gli insegnamenti e gli esempi che ognuna di queste persone le danno quotidianamente e su cui lei si poggia, praticamente ed affettivamente.
E' necessario procedere, con l'ausilio di un* psicolog*, ad esplorare se è la responsabilità, la fatica o la solitudine a sembrarle un ostacolo insormontabile. Sembra come se avesse bisogno di mantenere la sua famiglia a portata di mano: "non allontanarmi troppo da casa e poter tornare quando voglio". Come se avesse bisogno di ripristinare una vicinanza fisica per ricaricare le batterie emotive o rassicurarsi. L'autonomia emotiva si costruisce attraverso la costanza d'oggetto, cioè la capacità di sentire presenti e vicine persone care, anche se sono distanti. Indubbiamente anche la crisi che hanno vissuto i suoi genitori ha pesato molto, forse ha temuto che se si allontana questa crisi possa ripresentarsi e approfondirsi in maniera irreparabile. Molti figli di coppie in crisi sentono il peso di dover tenere i genitori insieme e questo costa loro moltissima fatica psicologica e li distolgono dal loro percorso evolutivo.
22 SET 2022
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Salve caro utente, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, Dott Logiudice
22 SET 2022
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Ciao F_late,
la tua situazione attuale è comprensibile e ti accomuna con molti ragazzi e ragazze della tua età che vorrebbero svincolarsi dall'ambiente familiare, andare verso l'indipendenza, ma si sentono bloccati. Possono esserci ragioni più immediatamente comprensibili ed altre più profonde, che necessitano del giusto spazio e della giusta attenzione. Credo che delle consulenze psicologiche possano darti il giusto supporto per affrontare la tua difficoltà.
A tal proposito, resto a tua disposizione.