Io e il mio compagno abbiamo due figlie di tre anni e di un mese.Nella nostra dinamica familiare avviene che sia io ad occuparmi di tutto ciò che riguarda la famiglia, la casa e le figlie poiché per ragioni lavorative il mio compagno è fuori di casa per 12 ore al giorno e spesso per tutto il fine settimana. Le difficoltà riguardano l'educazione della figlia maggiore e ho paura che si ripeteranno anche con la piccola.Tra i due genitori sono io quella che trascorre più tempo con loro e a ricoprire il ruolo di genitore "cattivo" ma l'eccessivo permessivismo concesso dal mio compagno vanifica il mio "lavoro" rendendolo più difficile per me e più duro per la famiglia che si trova a sopportare i capricci della bimba, il mio nervosismo, le punizioni, i pianti e le tensioni che ne scaturiscono.
Come trovare una linea comune e come far capire al mio compagno che essere poco presente o troppo stanco per il lavoro non deve comportare di accondiscendere alle richieste e capricci delle bimbe?
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3 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 6 persone
Gentile Sonia,
innanzitutto lei nel mettere qualche regola o proibizione alla bimba più grandicella non deve sentirsi "cattiva" anche perchè regole e proibizioni devono sempre essere accompagnate dalle relative spiegazioni che le rendono più convincenti e accettabili.
Il suo lavoro di casalinga e di mamma è apprezzabile e faticoso ma anche quello di suo marito lo è ed è comprensibile che lui, trascorrendo molto meno tempo con le piccole sia portato ad essere più permissivo.
Pertanto, invece di scontrarsi con suo marito, lei dovrebbe fargli comprendere con buone maniere che è assolutamente necessario concordare il medesimo atteggiamento da avere dal punto di vista educativo dimodochè le bambine percepiscano sempre che siete d'accordo vivendo un clima di tranquillità.
Se lei non dovesse riuscire con facilità a trovare questi punti di incontro con suo marito si faccia aiutare da una consulenza psicoterapeutica alla coppia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
3 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Sonia
praticamente lei si trova ad essere la "colonna" di questa famiglia e a gestire l'educazione delle bambine.
La problematica di cui lei parla è reale e suo marito rischia, col suo modo di fare, di essere doppiamente assente: assente materialmente e assente psicologicamente; questo bisognerebbe farglielo notare.
Quello che non mi torna molto è che sua figlia sia così tanto capricciosa, mi viene da pensare che ci sia in atto un "circolo vizioso del nervosismo" cioè: lei è nervosa per l'impegno e l'assenza di suo marito e la bambina è capricciosa per il suo nervosismo e la mancanza del babbo.
Non è possibile proprio cambiare nulla in questi ritmi lavorativi di suo marito?
Valutate insieme la questione
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta
2 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
gentile Sonia,
quello che ci espone è evidentemente un problema di comunicazione tra voi genitori e che pertanto potrebbe essere risolto migliorando quest'ultima.
Non ci sono però ricette definitivamente prestabilite: la seduta in studio dirà cosa e quali argomenti toccare per rendere la comunicazione tra voi più efficace.
Le consiglio perciò di contattare una psicologa psicoterapeuta. L'approccio della Gestalt è particolarmente indicato e presumibilmente sono sufficienti pochi colloqui.
Cordiali saluti
1 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Sonia,
il quesito che pone qui in questa lettera rimanda a un problema molto comune tra i genitori che richedono una consulenza genitoriale.
Molto spesso il genitore che trascorre molto tempo con i bambini assume di fatto un ruolo più normativo e di contenimento; il passare molto tempo con i bambini e prestare loro le cure primarie comporta una grande fatica emotiva oltre che fisica. Mentre il genitore che trascorre molto tempo fuori casa, al suo rientro gode solo dei momenti belli, ludici e di divertimento con i bambini, non ponedo molti lmiti e argini al comportamento die bambin, irritando così l'altro genitore che nella maggior parte dei casi non si sente sostenuto e accolto nelle proprie fatiche educative quotidiane.
Chi è molto in casa assume un ruolo più direttivo, in quanto ha ben presente il comportamento del bambino nell'arco di tutta la giornata: ha parlato con le maestre a scuola, ha osservato i giochi al parco.
E' auspicabile condividere pensieri e preoccupazioni, fatiche e dubbi con l'altro genitore sul proprio comportamento e sul comportamento dei bambini; comunicare come realmente sta lei Sonia al papà è il primo passo perchè possiate poi insieme trovare delle giuste ed efficaci soluzioni per la vostra famiglia in termini di regole e di educazione.
Un suggerimento: chieda al papà di prendere un giorno di ferie da trascorrere interamente in una giornata ordinaria con le bambine....
Buona vita a tutti e 4!
Dott.ssa Cristina Fumi
psicologa psicoterapeuta
Milano
1 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Sonia la situazione che descrive rappresenta una delle sfide che l'essere genitori pone alla coppia . Infatti intorno al proprio ruolo di genitore spesso si possono nascondere tensioni precedenti all'arrivo dei figli. E' molto importante riuscire a dialogare tenendo presente che essere genitori è un ruolo che necessita di accordi e mansioni precise . Se il suo compagno evita questo tipo di dialogo e assume un atteggiamento accondiscendente può darsi che sia in difficoltà nella gestione di situazioni che richiedono fermezza e voglia minimizzare il suo ruolo . Comunque tutto passa attraverso il dialogo tra di voi per cui penso sia opportuno un incontro presso un professionista per poter trovare questa linea comune e trovare il modo di mantenerla . Un saluto
Dott. Giacomo Sella
Dott.Giacomo Sella
1 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Sonia,
come ben osserva, è importante che i genitori tengano una linea comune.
Ha parlato con il suo compagno di questo? Avete provato a condividere i vostri valori e d obiettivi educativi e le modalità con cui trasmetterli?
Nel caso in cui lo aveste già fatto e non fossero arrivati i risultati desiderati, potreste valutare una consulenza psicologica specifica per la genitorialità.
Spesso sono sufficienti pochi incontri.
Si informi presso la asl (a volte vi sono progetti sulla genitorialità individuali o di gruppo) oppure presso uno psicologo privato. In quest'ultimo caso, potrete scegliere anche consulenze online.
Le suggerisco, anche, di leggere con suo marito Cuore di papà di Osvaldo Poli.
1 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 6 persone
Buongiorno Sonia,
la sua analisi è correttissima dal punto di vista del trovare una linea educativa comune per entrambi i genitori. Il mio consiglio è parlare con il suo compagno cercando di non accusarlo di nulla, ma facendogli capire che trovare una linea comune farà bene alle vostre bambine, ma anche a voi.
Il fatto di vedere poco le bambine non deve essere il pretesto per concedere tutto e non è neanche corretto che lei faccia la parte della "cattiva". Stabilisca con il suo compagno delle vostre regole di comportamento con le vostre figlie. Mi viene da pensare ad esempio che prima di dire si o no ad una richiesta dovete sempre dire: "aspetta che chiediamo a papà/mamma". In modo che le vostre bimbe capiscono che voi siete una entità unica, che vi confrontate e che le decisioni sono comuni.
Spero di averle dato qualche suggerimento utile. Nel caso mi scriva pure in privato.
Un caro saluto
dott.ssa Miolì Chiung
Studio di Psicologia Salem
Milano - Agrate - San Donato M.se