Buongiorno, mia sorella da tre anni e mezzo ha intrapreso un percorso con uno psicologo. Secondo me e i miei familiari la situazione non sta migliorando anzi, l'atteggiamento di mia sorella è in continuo peggioramento. Siamo molto preoccupati per questa situazione vorremmo poter parlare con il professionista che la sta seguendo è possibile? Ci piacerebbe avere questo incontro per dare un rimando su come vediamo e viviamo noi la situazione senza mettere in discussione l'operato ne vorremmo sapere quanto viene detto nelle sedute.
Grazie, cordiali saluti.
Cinzia
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3 NOV 2017
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Gentile Cinzia,
Se per voi è importante e lo ritenete opportuno, provate a fissare un incontro con lo psicologo che segue vostra sorella.
Fermo restando che lo psicologo non vi rivelerà nulla di specifico sui contenuti di quel che viene detto da vostra sorella in terapia, a meno che vostra sorella non vi autorizzi a farlo.
Potrebbe essere anche utile un confronto tra voi, lo psicologo e vostra sorella presente, ma questo va valutato da caso a caso. In ogni caso se chiedete un incontro allo psicologo che la segue, sarà lui a dirvi e valutare quale potrebbe essere la modalità più idonea per incontrarvi.
Potreste anche pensare di chiedere alla sorella come ritiene che stia andando il suo percorso con lo psicologo.
Vi auguro tutto il meglio.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Elisa Canossa, psicologa psicoterapeuta a Padova e Sustinente (MN)
3 NOV 2017
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Cinzia, se sua sorella fosse minorenne, l'incontro con il terapeuta sarebbe più organizzabile. Se, invece, è adulta lo è di meno ma non impossibile. In entrambi i casi, comunque, la presenza di sua sorella, all'eventuale incontro, non solo è necessaria ma non se ne può proprio fare a meno. Questo per non ledere (involontariamente), il rapporto è la fiducia tra il terapeuta e sua sorella. Ad es., la paziente potrebbe pensare che ci sia un'alleanza "segreta" in atto tra il terapeuta e la famiglia, oppure potrebbe pensare che il terapeuta nasconda qualcosa che, invece, ha detto ai familiari, etc. etc. Personalmente, non vedo mai nessuno dei familiari o amici dei miei pazienti senza la loro presenza (e previo suo assenso e nostro accordo su quanto spingerci nella comunicazione all'esterno) proprio per evitare quanto detto sopra. Dunque, la invito (se già non l'avete fatto) a dire a sua sorella che "avreste" intenzione di chiedere un colloquio con il professionista e chiederle cosa ne pensa. Può accadere che accetti (ma solo perché non se la sente di dirvi di no) oppure che non accetti (per cui sarebbe da rispettare la sua decisione). Sono passati più di 3 anni ma bisogna vedere il tipo di problema, e da dove si è partiti. Personalmente, il peggioramento, in genere, lo vedo in modo "positivo" (attenzione, stante le poche informazioni che ci ha fornito), nel senso che almeno la paziente si è "mossa" dalla sua precedente posizione (posso ipotizzare di difesa).
Capisco la preoccupazione della famiglia ma, in ultimo, le chiedo: questa preoccupazione è la stessa (o simile) a quella di altre volte passate (se c'è ne sono state, ovviamente) che vi ha fatto agire nel modo in cui vorreste agire adesso? E tutto questo, eventualmente, come fu preso da sua sorella?
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti
Psicologo, Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista Roma
3 NOV 2017
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Gentile Cinzia,
Lei non specifica l'età della propria sorella.
Se minore in genere vengono fatte periodicamente delle restituzioni ai genitori, in caso contrario occorre rivolgersi direttamente al professionista e verificare se ritiene opportuno l'incontro.
Come è la comunicazione in famiglia con questa ragazza? Vi è dialogo e possibilità di confronto?
Resto a disposizione
Dott.ssa Donatella Costa
2 NOV 2017
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Gentile Cinzia, quanti anni ha sua sorella? Questa informazione come l'orientamento del professionista sono elementi rilevanti. Nulla vieta che facciate la vostra richiesta perché non direttamente a sua sorella?
Resto a disposizione,
Dott.ssa Daniela Vinci
Arluno (MI)