Ho mentito alla mia psicologa durante il primo colloquio e non so perchè
Buongiorno. Ho scritto in passato su questo sito per avere la vostra opinione in merito alla relazione invischiata che ancora mi lega ad un ex fidanzato affetto da disturbo borderline di personalità - relazione che, benchè finita cinque anni fa, continua ad esistere sotto forma di una specie di relazione clandestina fra me e lui. Vi avevo inoltre fatto presente che lui ha comportamenti sessuali non "normali", che non mi portano a vivere con spensieratezza la fisicità fra noi due poichè percepisco un certo viscidume da parte sua, insomma, qualcosa che non va. Il problema maggiore che mi deriva dal sentirlo e vederlo ancora sono delle crisi depressive che subito seguono questi contatti. Ho avuto l'ultima proprio qualche giorno fa, dopo averci chattato per un po' di tempo. In generale, non riesco ad essergli indifferente nonostante tutto il male che mi ha fatto. La verità è che vorrei stare con lui, mi sento ancora innamoratissima, e nella vita quotidiana saboto un sacco di possibili relazioni perché sento che il mio cuore non è libero. Questa è la verità. Su vostro consiglio, ho chiesto di poter avere qualche colloquio orientativo presso un ente pubblico. La psicologa mi è piaciuta molto, anche se ho pianto e di questo mi vergogno. Il problema è che le ho mentito. Le ho presentato la storia come se io non fossi emotivamente coinvolta da lui e amassi invece il mio compagno, quando ogni giorno sento l'esatto contrario. Le ho detto che non ho mai avuto rapporti sessuali con questo ex, ho omesso il fatto che ogni volta che lo incontro ci baciamo e andiamo pure oltre. Non so perchè l'ho fatto, soprattutto alla luce del fatto che sono andata lì apposta per mettermi il cuore in pace. Come posso rimediare?