E' ansia o depressione?

Inviata da Alessio Vio · 3 dic 2014 Depressione

Salve, ho 28 anni e da 6 mesi soffro di ansia, con soli 2 attacchi di panico (entrambi il primo mese). All'inizio è stato un mancamento, paura di svenire, poi cefalee tensive continue, vertigini, giramenti... accompagnati da ansia e paura di avere di tutto (ipocondria). Ho fatto tutti gli esami e sembro non avere nulla, a parte tensione perenne. Ora l'ansia mi prende in qualche momento di sconforto e rende tutto pesante, ma non è quasi più forte come all'inizio. Il problema è che se i primi mesi avevo 1 attacco ogni 20-25 giorni, ora non passa settimana che non abbia questo malessere. Ho paura che si stia trasformando in qualcosa di più "lieve" ma di fondo, con mancanza di energia e di voglia di affrontare la vita, questo a causa del fatto che il malessere va avanti da 6 mesi e non mi sento più io, ho paura ad affrontare qualsiasi cosa, non sono quello di prima, e ho il terrore di non stare più bene. Sono in psicoterapia da settembre senza risultati, vado, mi sfogo ormai sempre delle solite cose e non ho alcun aiuto concreto, non seguiamo programmi, si parla cosi, a braccio... Non so più che fare.

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Miglior risposta 9 DIC 2014

Gentile Alessio,
la sua domanda specifica mi sembra interessante e credo che possa essere l'espressione di una riflessione importante che é LEI stesso a suggerire.
Nel domandarsi se si trovi di fronte a problemi di ansia o depressione é probabile che si stia chiedendo se continuare a focalizzarsi sul sintomo ansioso degli attacchi di panico oppure cominciare a spostare la riflessione sulle possibili cause che li determinano.
Credo si possa proporre questo tipo di spiegazione: come la febbre di per sé non rappresenta la malattia ma una delle espressioni corporee di questa, anche gli attacchi di panico, così brutti da vivere al punto di bloccarci ed impedirci di continuare di vivere appieno le nostre quotidianità, rappresentano l'espressione di un sottofondo di forte malessere. É come se, incapaci per qualche motivo di ragionare mentalmente sui nostri malesseri (la vera malattia), fosse il nostro corpo ad avvertirci che c'é qualcosa che non va e ad imporci di fermarci per considerare la cosa.
Vede Sig. Alessio, potremo decidere di farci passare la febbre e basta, oppure interrogarci sui motivi che l'hanno causata.
Nello specifico, ansia e depressione sono fortemente correlati ed é difficile, ma non impossibile, cercare di capire quale dei due stati arrivi prima. É indubbio che il dover convivere con l'idea di poter sperimentare attacchi di panico frequenti ci espone ad un cambiamento del tono dell'umore in senso depressivo, non é raro però che le ansie forti dipendano da un sostrato di insoddisfazione, insiemi a timori e difficoltà ad immaginarsi il proprio futuro sulla base del presente che si sta vivendo.
Per questi motivi le suggerisco di cercare di fare un po' di ordine sui suoi eventi di vita e suo contesti in cui questi possono trovare espressione.
Ricordi poi -e so che tale affermazione potrebbe farmi essere poco simpatico ai colleghi- che ogni psicologo, ogni terapeuta, così come ogni medico, é un essere unano; che la terapia é una particolare relazione tra due persone; che le relazioni si fanno in due e quindi il terapeuta con cui é in trattamento potrebbe essere il più competente possibile e pure non essere il più indicato per lei.
Sono molte le considerazioni da fare nei momenti di crisi che, per definizione, sono momenti che aprono alle opportunità di cambiamento. Non tema perciò di ampliare e rendere maggiormente complessa la riflessione su se stesso: é il suo corpo che le chiede di prendersi un po' di tempo per mettere ordine, trasformare, riorganizzare e ripartire. Ne approfitti.

Cordialmente,
E.Cananzi

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10 DIC 2014

Caro Alessio,
da quello che descrivi sembrano essere presenti elementi ansiosi ed elementi depressivi. Spesso,infatti, ansia e depressione sono disturbi collegati tra di loro e possono presentarsi entrambi.
Il mio consiglio è di continuare la psicoterapia, prova a parlare col tuo psicoterapeuta anche di questo.
Non sentirti motivato a continuare le sedute potrebbe essere anche questo un sentimento legato alla depressione.
In ogni caso, trovare fiducia e sintonia con il proprio psicoterapeuta è fondamentale per una buona riuscita della terapia, se non ti senti a tuo agio potrebbe anche non essere il terapeuta giusto per te.

Saluti,
Dott.ssa Francesca Venturi (Bologna)

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9 DIC 2014

Gentile Alessio,
Le consiglio di parlare con il suo psicoterapeuta dei dubbi e delle perplessità che sta avendo a riguardo del sua terapia al fine di creare una buona alleanza terapeutica. Credo che l'aumento della sintomatologia ansiosa possa essere dovuto all'attenzione selettiva posta proprio sui suoi sintomi. I momenti di sconforto e di malessere in generale possono essere, invece, un problema secondario all'ansia, alimentato dai pensieri tipici di chi è preoccupato per la propria salute psicofisica. Per poterle dare dei consigli è necessario conoscere meglio molti fattori, come per esempio le situazioni in cui si presentano i suoi sintomi ansiosi, quali sono, e soprattutto cosa fa lei in questi momenti. Ne parli con il suo psicoterapeuta. Resto disponibile per qualsiasi chiarimento.
Cordialmente,
Dott. ssa Annalisa Settanni
Psicologa-Bari.

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5 DIC 2014

Gent.mo Alessio
parlarne con il suo psicoterapeuta della terapia e delle preoccupazioni rispetto al suo malessere potrebbe esserle d'aiuto. Se non vede miglioramenti ci sarà un motivo e solo con colui o colei che la sta seguendo si potrebbe arrivare a capire il perché.
L'ansia e l'attacco di panico sono manifestazioni di un malessere interiore,l'iter non è breve,ma si confronti sul terapeuta rispetto alla terapia da lui utilizzata, così valuterà se é o meno quella giusta per lei.
Un caro saluto
Dott.ssa Daniela Ciccarelli

Dott.ssa Daniela Ciccarelli Psicologo a Pozzuoli

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4 DIC 2014

Gentile Alessio,
sarebbe importante comprendere meglio tutto questo "iter ansioso" che lei descrive in modo da poter dare, a questi disturbi, un senso circa la loro genesi e il loro sviluppo.
Cosa abbiamo alla base?
E una situazione di forte stress ad aver dato inizio a questo processo o si tratta di altro? Di altre problematiche intendo.
L'ansia è un sintomo molto espressivo e caratteristico di varie situazioni e rappresenta un tentativo dell' Essere (inteso come corpo-mente) di rispondere a situazioni problematiche .
Ora lei si preoccupa del "consolidarsi" di questo sintomo che permane se pure la fase acuta si è attenuata.
E' giusto farsi questa domanda e occorre indagare con un esperto per giungere a delle risposte e valutazioni certe e appropriate.
Fatto questo si arriverà a curare la persona fino a che il sintomo non sia scomparso....avendolo compreso e avendo messo in atto comportamenti ed atteggiamenti interiori evolutivi rispetto la presente situazione.
I Sintomi, quando attentamente studiati, hanno sempre una valenza evolutiva.
Non si scoraggi e consulti uno Psicoterapeuta.
Cordiali saluti
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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4 DIC 2014

Caro Alessio,
Le consiglio di parlare dei suoi dubbi sulla terapia con la persona che la sta aiutando in questo momento, cercando di capire quali sono gli obiettivi comuni.
Da quello che ci riferisce sembrerebbe un disturbo d'ansia, mentre i sintomi descritti come tristezza, sconforto, mancanza di voglia di fare le cose sono dei segnali di un problema secondario, che lei ha sviluppato riflettendo sui suoi sintomi ansiosi.

Dott.ssa Rossella Boretti Psicologo a Prato

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4 DIC 2014

Salve Alessio, le consiglio di parlarne con il suo terapeuta. A volte ci vuole del tempo per capire come funziona una terapia e per trarne beneficio. Ci sono molte variabili che influiscono sull'andamento di una terapia e sulla sensazione di efficacia. Credo sia importante che parli di questo col suo terapeuta e che insieme cerchiate di capire da cosa possono dipendere le sue perplessità.
A volte parlare del piano terapeutico, di come funzioni una psicoterapia, dei dubbi e della fiducia nel lavoro terapeutico e della sensazione di sentirsi accolti e aiutati dal proprio terapeuta può essere il miglior modo di utilizzare la terapia.
Un caro saluto. Dott. Massimo Perrini

Dott. Perrini Massimo Psicologo a Roma

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3 DIC 2014

Egregio Alessio Vio,
solo un professionista di persona anche con test se necessari sarà in grado di esprimersi precisamente e anche proporle una diagnosi certa
dr paolo zucconi sessuologo clinico e psicoterapeuta comportamentale a udine

Dr. Paolo G. Zucconi (sessuologia clinica & Psicoterapia) Psicologo a Udine

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3 DIC 2014

Salve Alessio,
quello che riporta sembra essere un tipico “andamento” dei disturbi d’ansia.. un inizio particolarmente acuto e improvviso, accompagnato da comprensibili timori di avere qualche problema medico (i sintomi dell’ansia assomigliano molto ad altri sintomi fisiologici di condizioni mediche, è quasi tutti ricorrono a degli accertamenti prima di giungere dallo psicoterapeuta), proseguo più blando ma continua tensione, e sensazioni di demotivazione, tristezza, sconforto. Quest’ultimo passaggio in particolare, viene chiamato problema secondario, e consiste nel nostro modo di vedere e “giudicare” il primo problema, cioè quello dell’ansia, ed è un fattore di mantenimento e amplificazione di questo. Dal momento che ha già compreso la giusta via da intraprendere, quella della conoscenza interiore per elaborare le cause più profonde di questo disagio, le consiglierei vivamente di parlare di persona con il terapeuta che attualmente la segue di questa sua sensazione di “non fare niente di produttivo”. E’ vero che il tempo trascorso non è ancora molto ma, almeno dalla mia formazione cognitivo comportamentale, riteniamo molto importante rendere consapevole la persona di ciò che si sta facendo seduta per seduta, su cosa si sta andando a lavorare, anche tramite una vera pianificazione e condivisione del trattamento e dei vari obiettivi e sotto-obiettivi. Si assicuri che la persona che la sta seguendo abbia la specializzazione in psicoterapia e non sia soltanto uno psicologo che fornisce sostegno psicologico.
A disposizione per ulteriori informazioni,
un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Francesconi

Anonimo-127163 Psicologo a Fano

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3 DIC 2014

Caro Alessio,
sarebbe utile sapere cosa sia accaduto 6 mesi fa, ma molto probabilmente questo è un tasto che avrai già toccato con il tuo psicoterapeuta.
Ti consiglierei di parlare apertamente con lui/lei di questa tua sensazione di non miglioramento e delle perplessità che hai nei confronti della psicoterapia.
L'intervento psicoterapico non è un intervento "magico": la risoluzione del problema non è immediata e questo vale per qualsiasi approccio il tuo psicoterapeuta segua.
Ma parlare con lui/lei delle tue difficoltà potrà sicuramente aiutarvi a trovare una nuova strada o ti permetterà di sapere le motivazioni dell'"andare a braccio" oppure, come ultima possibilità, vi permetterà di valutare insieme l'interruzione di questa psicoterapia ed un eventuale invio ad un altro specialista.
Un caro saluto,

Dott.ssa Valentina Mossa in Torino

Dott.ssa Valentina Mossa Psicologo a Chivasso

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