discussioni con il mio fidanzato in merito all'acquisto casa
Gent.mi,
credevo potesse essere un momento di entusiasmo ed euforia ma si sta rivelando l'esatto contrario.
i miei genitori mi stanno dando un grandissimo supporto per incoraggiare l'inizio della mia vita autonoma e si sono offerti di comprarmi casa. inizialmente l'idea era quella di mettere una parte loro (poichè io non ho ancora un reddito autonomo) e un'altra il mio ragazzo, che lavora. Ma, considerate le scarse disponibilità finanziarie attuali, lui mi ha espressamente chiesto di non essere coinvolto, di non essere messo in difficoltà, dicendomi di procedere per conto 'mio' oppure di rimandare a un momento migliore in cui avrebbe potuto fare la sua parte, e che all'attuale avrebbe preferito un affitto. Si è deciso di procedere per la prima opzione, ovvero di acquistare comunque(perchè mi sembrerebbe di sperperare una fortuna del genere con l'affitto e anche perchè sono soldi di fatto non miei e non posso non tener conto delle preferenze dei miei genitori), ma da allora mi dà segnali contrastanti, a volte non venendo insieme a guardare gli immobili ed esprimendo pareri sempre negativi su tutto ciò che valuto, altre volte accennando alla possibilità di partecipare all'acquisto con i suoi pochi risparmi (solo quando l'investimento gli sembra allettante). Questo lo leggo come atteggiamento molto ambivalente, funzionale più a un introito personale che al coronare l'idea di un inizio di vita assieme. Perchè o ce li hai o non ce li hai, detto francamente.
Di recente ho trovato una buona soluzione abitativa, che a me piace e su cui vedo del potenziale ma che lui 'ripudia', e sono fortemente frenata dal procedere con una proposta d'acquisto perchè se sono questi i presupposti mi sento molto sfiduciata. Stiamo già partendo male. Altro aspetto che non mi spiego è perchè preferirebbe dare soldi ad estranei con un affitto e non usare quella somma invece per restituire una parte ai miei? è una questione di orgoglio personale?
secondo le recenti discussioni, a detta sua io non avrei dovuto metterlo in difficoltà chiedendogli più di quanto può al momento, avremmo dovuto contribuire equamente e fare le cose alla pari (significa con un budget molto più ridotto) con una casa scelta da entrambi e non solo da me + il parere dei miei. In sostanza, avrei dovuto aspettare i suoi tempi. Il punto è che questo pensiero si è sviluppato di recente, quando sono quasi arrivata al termine di una ricerca iniziata per conto mio perchè LUI mi aveva chiesto di non essere coinvolto e messo in imbarazzo. Capite bene anche come non sia soltanto una questione tra me e lui ma necessariamente è un momento affollato da troppe teste pensanti e fare una sintesi tra tutti questi voleri mi sta stressando molto.
Tra l'altro le discussioni spesso vanno fuori tematica, mi rinfaccia di comportarmi da egoista e di orientare la mia vita e le mie scelte solo sulla base di ciò che voglio io, a cui lui sente la necessità di adeguarsi, quando per me il fine ultimo di tutta sta storia è affacciarmi alla vita adulta con lui accanto. Non vorrei che procrastinare una scelta simile sia sinonimo di non voler vincolarsi a un tempo e a un luogo.
Sono profondamente confusa e amareggiata e non so come procedere. Da un lato voglio darmi la possibilità di sperimentare nella vita adulta e avere i miei spazi, dall'altro vorrei che lui fosse sereno e non mi facesse resistenze in questo processo. Spero di aver inquadrato la situazione in maniera sufficientemente chiara.
Vi ringrazio per la lettura.