Salve e' un po' di tempo che avverto disagi nell'avere colloqui individuali con altre persone, quello che mi capita e che mi viene da sorridere senza motivo e molto spesso faccio fatica a controllare prestando più attenzione al mio stato che al dialogo stesso. Il guaio e' che più ci penso e più ho difficoltà e facendo il lavoro di agente di commercio capirete...
A chi dovrei rivolgermi, che tipo di specialista può darmi un consiglio?
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27 APR 2013
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Caro Alessandro,
le indicherei di rivolgersi a uno psicoterapeuta della sua zona che usa la tecnica EMDR, molto efficace in queste situazioni.
29 APR 2013
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Gentile Alessandro,
potrebbe rivolgersi ad un professionista della sua zona per comprendere meglio ed approfondire il disagio che avverte in questo momento della sua vita. Se non ho compreso male, riguarda un suo disagio nel parlare con le altre persone. Bisognerebbe ad esempio indagare da quanto tempo avverte tale difficoltà, se è generalizzato a tutte le persone o solo con alcune ( ad esempio quando lavora), se vi è stato un evento in particolare che le ha provocato molta ansia... etc..
29 APR 2013
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Caro Alessandro, quello che lei prova viene definito come "sorriso della forca". Capita ad alcune persone di ridere di fronte a delle tragedie, di sorridere in momenti inopportuni oppure durante situazini di tensioni. Questo "riso" nasconde un'altra emozione che non riesce a venire a galla: forse si tratta di tensione, paura, imbarazzo, ansia da prestazione. Un percorso per entrare in contatto con questa emozione sottostante, ascoltarla, darle voce e prendersene cura può esserle d'aiuto per abbandonare questa modalità che per lei è una forma di protezione automatica. E' come una coperta che improvvisamente compare e serve a protegge quello che c'è sotto. Se è interessato io ricevo a Milano e a Bergamo. Un caro saluto e un grande in bocca al lupo! Dott.ssa Rossella Grassi
29 APR 2013
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Caro Alessandro, la reazione che lei descrive è sicuramente quella dell' imbarazzo. E' proprio l'imbarazzo, infatti, che provoca alcune reazioni fisiche (come il rossore sulle guance) e comportamentali (come il sorriso e la difficoltà a sostenere lo sguardo altrui) che sono incontrollabili. Posso comprendere come tutto ciò sia a sua volta molto imbarazzante per un agente di commercio, chiamato a mostrare sempre una certa sicurezza e padronanza della situazione. Alla fine, come in un circolo vizioso, credo che arrivi proprio a provare vergogna per il suo imbarazzo. Mi colpisce anche che è nelle situazioni più intime (a due) che ciò si verifica maggiormente, suggerendo che non è tanto il timore per la "prestazione" a crearle insicurezza quanto piuttosto la "vicinanza e l'intimità". Credo che possa essere importante per lei sperimentare un nuovo tipo di relazione "a due", libera da aspettative e giudizi, come quella terapeutica. Si senta libero di cercare il terapeuta migliore per lei che, indipendentemente dall'approccio, sarà colui con il quale percepirà una relazione più "comoda e autentica".
Spero di esserle stata di aiuto, cordiali saluti
27 APR 2013
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Ciao Alessandro, io ti consiglio un preliminare colloquio con uno psicologo al fine di inquadrare la tua situazione e la tua domanda.
In bocca al lupo
Dr.Francesco Riccardi Pesaro
26 APR 2013
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Salve Alessandro,
una delle tecniche che potrebbero aiutarla è quella ipnotica, per elaborare e affrontare la sua problematica.
Le tornerà utile anche in altre circostanze anche perché avrà la possibilità di imparare a gestire meglio le motivazioni e le emozioni che sono alla base del suo disturbo.
Dott. Barbara Michienzi, Roma
25 APR 2013
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Buongiorno. Il fatto che lei esprima in maniera consapevole l'irragionevolezza del suo disagio indica la capacità di sviluppare un processo di consapevolizzazione e di rielaborazione delle sue problematiche per cui risulta utile per lei intraprendere una psicoterapia di tipo espressivo. Risulterà utile indagare quale è il significato simbolico che il suo disagio nell'avere colloqui individuali vuole esprimere. Risulterà interessante per esempio capire perché il disagio si ha nel confronto diretto con una singola persona, ossia in un rapporto più intimo piuttosto che con un gruppo di individui. Il mio consiglio è di iniziare dunque un percorso psicoterapeutico
25 APR 2013
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Bisognerebbe seguire un training specifico per l'autostima e le difficoltà' relazionali. Il disturBo potrebbe continuare negli anni se non si risolvono le cause, soprattutto con il lavoro che fa... Esistono tecniche specifiche per questo problema studiate ad hoc di solito con ottimi risultati! Spero di essere stata utile, dr.ssa Federici Giorgia da Bologna
25 APR 2013
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Buongiorno gentile Alessandro,
con i limiti di un consulto on line e senza conoscerla, si può comunque ipotizzare che il suo osservarsi sia riconducibile al suo bisogno di tenere sotto controllo proprio le sue stesse reazioni mentre parla con le persone. Potrebbe essere un problema di stress protratto dovuto a frustrazioni nella conduzione delle comunicazioni. Abbiamo bisogno di difenderci quando le situazioni diventano per noi "pericolose" o imbarazzanti e purtroppo non è così automatico ristabilire l'equilibrio all'interno di noi. Il professionista a cui rivolgersi per superare con successo questo empasse è uno psicologo psicoterapeuta con cui stabilire una serie di incontri volti all'indagine profonda dei motivi che possono essere la causa di questo suo disagio.
Spero di esserle stata d'aiuto
Cordialmente
24 APR 2013
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I problemi che presentate potrebbero essere espressione di un disturbo emotivo. Dite di provare disagio e sarebbe utile conoscere cosa intendete con questo termine, se vi riferite a sensazioni corporee, ad es tensione muscolare o tachicardia, o a pensieri legati al giudizio altrui o al timore che le proprie prestazioni non siano adeguate. Sembra in oltre che il suo problema si sia presentato "ad un certo punto" della sua esperienza lavorativa/relazionale. Il suo modo di controllarsi, come si è reso conto, non l'aiuta a gestire le sue reazioni ma anzi sembra condizionino la qualità della sua comunicazione.
Per comprendere e risolvere questa problematica le sarebbe d'aiuto un percorso psicoterapeutico. Esistono diversi indirizzi psicoterapeutici ad es quello cognitivo-comportamentale; transazionale; gestaltico ed altri ancora, e tutti sono validi. Ciò che è importante è che lei trovi uno specialista con cui si senta libero di lavorare e mettersi in gioco.
Cordiali saluti
S.C.
24 APR 2013
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Buonasera,
lo specialista per parlare del suo disagio è uno psicologo, counselling ovvero una serie di colloqui mirati ad affrontare e trovare delle strategie per risolvere il suo temporaneo problema.
24 APR 2013
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gentile Alessandro,
bisognerebbe capire come è nato questo disagio ed in quali situazioni è più intenso. Durante le interazioni, se auto-monitora i suoi segnali non verbali questi si accentuano. Può rivolgersi ad uno psicologo per un breve percorso al fine di comprendere il disagio e avere strumenti con cui gestirlo.
Cordialmente
dott.ssa Cristina Mencacci
24 APR 2013
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gent.le Alessandro,
penso che tutti gli orientamenti psicoterapeutici siano efficaci, presupposti la motivazione della persona,la professionalita del terapeuta, buona alleanza tra persona e professionista ed obiettivi raggiungibili e definiti.
Non posso dire quale sia il motivo della sua difficolta' attuale nella comunicazione,ma certamente rientra nel tema della modalita' della relazione e suoi vissuti.
Pertanto, ritengo utili la psicoterapia ad indirizzo sistemico relazionale o comportamentale.
cordialmente
24 APR 2013
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Gentile Alessandro, non c'è un terapeuta più indicato di un altro per ogni singolo disturbo o somatizzazione, ma esistono gli PSICOTERAPEUTI, professionisti della psiche che prendono in carico la PERSONA nella sua unicità e totalità.
Il suo comprensibile disagio scaturisce da una reazione apparentemente astrusa e socialmente non-pertinente a qualcosa che per motivi inconsci e profondi la turba. Forse è in qualche modo "saturo" della gente, ma ripeto: le motivazioni possono essere lontane dalla sua coscienza. Sembrerebbe che la sua psiche si stesse difendendo, forse da qualcosa da lei percepito come un'intrusione o comunque generatore di malessere e allora il sorriso come risposta automatica e denigratoria servirebbe a ristabilire gli equilibri. Queste sono semplici intuizioni e non mi azzarderei a produrre facili diagnosi o interpretazioni non conoscendo niente di Lei. Le suggerisco di affidarsi ad un/a collega psicoterapeuta che possa accompagnarla in un percorso di comprensione, liberazione e ritrovata serenità, magari la strada è più semplice di quanto pensi... Può utilizzare questo stesso portale se desidera avvalersi di un ventaglio di nominativi di professionisti che opeano nella sua zona. Cordiali saluti. Dott.ssa S. Oralndini, Torino