Come sopravvivere alla scuola.

Inviata da TaniaMonia · 8 feb 2023 Psicologia infantile

Buongiorno, sono la mamma di un ragazzino che frequenta la quinta elementare.
Da dicembre mio marito ed io stiamo cercando di affrontare, probabilmente in un modo non adeguato, le ansie e lo stress che nostro figlio porta a casa per diverse situazioni vissute a scuola.
Alcuni alunni dell’altra sezione lo apostrofano con parole quali “elefante” e “bisonte”; un altro ragazzino in mensa non gli lascia prendere la brocca per versarsi l’acqua. Risultato: nostro figlio spesso rifiuta il cibo sperando così di dimagrire.
Un altro giorno l’insegnante l’ha accompagnato fuori dicendo “Abbiamo avuto un problemino”. Mio figlio se l’era fatta addosso ed era bagnato dalla pancia alle ginocchia perché doveva svolgere una verifica e aveva bevuto tutta la bottiglietta non avendo avuto cessò all’acqua nella pausa mensa..
In questa occasione nostro figlio ci ha chiesto di essere punito perché “Non sono come gli altri bambini NORMALI che riescono a trattenere la pipì”.
Oggi pomeriggio ennesima situazione: un coetaneo gli pizzica la pancia e dice”Quanto mangia questo qui!”.
Entro a scuola e parlo con le insegnanti (colleghe) che di tutta risposta anziché accogliere il disagio del ragazzino riferiscono di episodi di cui si è reso “reo e colpevole”.
Il 9 gennaio abbiamo richiesto come famiglia un colloquio urgente con la presenza della psicopedagogista: le insegnanti hanno pensato bene di risponderci tramite mail, senza ad oggi fissarci un incontro.
Sono amareggiata, delusa, arrabbiata. Mi chiedo come si possano“abbandonare” un genitore e il figlio nella loro disperazione senza considerare che i problemi che viviamo sulla nostra pelle scaturiscono e si evolvono nella scuola, non altrove.
Mi scuso per lo sfogo, ma davvero vedo solo un tunnel buio e impervio che dobbiamo attraversare con le nostre forze. Non capisco perché le insegnanti non vogliano (o non riescano a) vedere il malessere vissuto da nostro figlio. Per loro è tutto nella norma perché in classe non mostra disagio (ci credo, non mostra nemmeno le comunicazioni sul diario per paura di essere sgridato dalle insegnanti e poi deriso dai compagni).
Cordialmente, Tania.

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