Crisi e impatto sulla figlia

Inviata da Mrk78 · 21 feb 2024 Terapia familiare

Buongiorno

La relazione con mia moglie è stata sempre piuttosto complessa. Certo ci sono state le cose positive: l’attrazione, gli interessi comuni, il fatto che sia una persona onesta, generosa…
Tuttavia lei ha sempre manifestato insoddisfazione verso il mio modo di comportarsi: da parte poche parole dolci, poche coccole. Poi le gelosie, con appigli “fantasiosi” (sguardi, modo di camminare accanto a lei…). Accuse di non tenerla prendere le sue parti in situazioni con amici, parenti ecc. Il tutto sempre sottolineato con critiche costanti, musi, minacce indirette di porre fine alla relazione. Mi ha poi sempre detto di non saper comunicare, salvo tacere o arroccarsi su posizioni intransigenti quando si cerca in modo esplicito un confronto. Posto che tutto è relativo, ho sempre trovato che mi dipingesse peggio di quello che sono. Ritengo di essere effettivamente una persona un po’ introversa e quindi apparentemente fredda. Totalmente fuori luogo invece la parte della gelosia.
Queste sue “richieste” quasi sempre poste in modo negativo e mai tendando di trovare una strada con la dolcezza e il dialogo, mi hanno portato ad essere sempre sulle spine (paura di sbagliare), a sentirmi inadeguato, a irrigidirmi di più. Dopo alcuni anni di convivenza, affrontato una breve terapia di coppia che mi ha portato vicino alla decisione di lasciarla. Ne abbiamo parlato e lei (quella che di fatto sembrava sempre sul punto di troncare la relazione) ha espresso una volontà totalmente opposta, facendomi pensare che valesse la pena di salvare il rapporto.
Negli anni, la parte più acuta del problema si è ridotta. La gelosia è quasi del tutto sparita. Le critiche si sono spostate più sulle piccole cose quotidiane. La cosa stancante per me è che da questo continuo commentare (direi recensire) ciò che faccio, quasi mai viene fuori un aspetto positivo, un complimento. Per salvare me e le cose positive del rapporto, ho cominciato a considerare tutto questo una sorta di rumore di fondo da ignorare. A mia volta, quando palesemente mi sento incompreso, ho iniziato a contrattaccare.
In tutto questo, ci siamo spostati e abbiamo avuto una figlia che ora ha 4 anni.
Dalla gravidanza in poi, il sesso (prima costante), è quasi sparito. Mia moglie, nonostante gliene abbia parlato, non fa nulla per creare occasioni in cui essere soli e in intimità.
Nelle decisioni che la riguardano direttamente (lavoro, rapporto con i suoi parenti) si è sempre più rivelata instabile e indecisa. Cambia idea di frequente, prende impegni che fatica a rispettare, parla continuamente di cambiare lavoro ma di fatto non ci prova.
L’essere genitori ci ha per certi versi avvicinato, ma ha creato ulteriori conflitti nelle decisioni che riguardano la bimba, dove, come sempre, lei cerca di imporre il suo punto di vista etichettando le mie opinioni come sbagliate o accusandomi di non prendere posizione (proprio lei che fatica sempre a decidere).
Le priorità legate alla bambina, ad un cambio di casa ecc. hanno spostato un po’ l’attenzione dal “noi”. Negli ultimi mesi però, è rispuntato l’aspetto più acuto. La settimana scorsa in particolare è esplosa durante un pranzo in cui la bambina la stava bombardando di piccole richieste e io ho cercato di distrarla con una battuta sul piatto che mia moglie stava mangiando. Sì è alzata, è sparita per un’ora chiusa in una stanza. Siccome era domenica e avevamo detto alla bambina che saremmo usciti, l’ho preparata per uscire da soli. Mia moglie ci ha impedito di uscire, accusandomi di volerle mettere contro la bambina. La piccola ha reagito malissimo, ci sono volute ore per calmarla.
L’ho poi portata dai nonni (inizialmente mia moglie si è opposta anche a questo, altri pianti) per poter parlare. Ho sottolineato quanto fosse inopportuno quanto era successo (per il bene della piccola). Ho cercato di capire cosa avesse scatenato una reazione così. Lei ha ritirato fuori le vecchie cose, dipingendomi anche come padre assente e poco affettuoso. Ha detto di essere infelice, di non voler continuare più così. Anche io ho manifestato di non essere soddisfatto e di vedere tutto il mio impegno di marito e padre non compreso e dato per scontato. Per esempio il fatto di essere spesso assente è legato agli orari di lavoro, alle commissioni per la famiglia, alla salute di mio padre, ad una serie di “compiti” (spesso di dubbia priorità) che mia moglie si inventa e che io devo gestire.
Al momento di discutere di cosa fare o di come uscirne. È venuto fuori il solito “non si può fare niente, io non voglio più provarci”. A questo punto la conseguenza sembrerebbe la rottura ma qui lei aggiunge che “purtroppo” la bambina ci tiene molto a me e non si può fare.
Da allora mi parla a monosillabi e si rifiuta di mangiare con noi (???). Forse mangia di nascosto o non mangia. Le ho detto di non rovinarsi la salute e piuttosto di parlare, ma niente.

Esausto e preoccupato per l’impatto su mia figlia mi chiedo cosa fare:
1) prendere in mano la situazione e lasciarla, pur provando ancora dei sentimenti e soprattutto sapendo l’impatto devastante sulla bimba e sul mio rapporto con lei, a cui non vorrei rinunciare.
2) non fare nulla, vivere nella “guerra fredda” sperando che si crei un equilibrio sopportabile almeno per la piccola.
3) cercare di essere per l’ennesima volta io a provare a ricucire, chiedendo scusa per i miei limiti (che per carità ci sono, come per tutti). Questo non aprirà nessun tipo di confronto costruttivo, lo so già. Ma c’è una speranza che dopo un po’ faccia qualche passo indietro come ha sempre fatto.
Nel frattempo ho già cercato di ridurre il carico di impegni per essere più presente con mia figlia. Anche perché, purtroppo, comincio ad avere dubbi seri anche sul ruolo di madre. Vuole bene a nostra figlia ma da sola è in grado di fare il bene della piccola?

Grazie per l’aiuto

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