Crisi coniugale con figli

Inviata da Marco · 2 set 2015 Terapia familiare

Buongiorno, ho 36 anni e sono sposato da 13 con mia moglie. Abbiamo due figli splendidi che amiamo.
Il nostro rapporto coniugale si è aggravato dopo la nascita del secondo figlio. Da diversi anni il nostro rapporto di coppia

ha perso l'intimità dei primi anni di convivenza.Non siamo mai stati una coppia che si faceva molte coccole, sopratutto in

pubblico, però c'erano dei bellissimi momenti solo per noi. Abbiamo deciso così di avere un figlio. Dopo la nascita del primo

figlio mia moglie si è dedicata totalmente a lui, i nostri spazi di coppia si sono sempre più affievoliti. Varie volte ho

provato a ricrearli e parlarle ma non ho ottenuto molto.Ho pensato che fossero solo i primi anni, quando si è in difficoltà

come neo genitori.Mi sono detto: aspetta, vedrai che quando crescono torneremo piano piano vicini l'uno all'

altra.Probabilmente sono rimasto nella fase dell'innamoramento.Con secondo figlio la situazione si è aggravata.
Probabilmente non ho colto i segnali o non pensavo che la crisi fosse così radicata e così siamo andati avanti per più di una

anno. Siamo diventati più freddi però mi ripetevo: è normale con due bimbi piccoli e dopo tanti anni.Anche lei me lo ripeteva

sempre. E' capitato che mi dicesse che i rapporti, tra noi, fossero cambiati,ma avendo da poco avuto il secondo figlio, era

del tutto normale. La sera rimaniamo a casa mentre il weekend usciamo sempre con i figli.Amo mia moglie e ho sempre tentato

di non farle mancare niente: affetto, atenzioni, aiuto.
A seguito di un litigio (dopo circa un anno dalla nascita del secondo figlio) scopro che da diverso tempo non mi ama più. Non

mi ha specificato esattamente da quando, è successo e basta.
Prova me un affetto "fraterno". Abbiamo discusso sul nostro futuro, all'inizio le ho proposto una terapia di coppia (sempre

pensando che la situazione non fosse così grave) ma si è rifiutata dicendo che non può recuperare l'amore di un tempo.
Le ho chiesto cosa ho sbagliato o le mie mancanze. Mi ha risposto che non le ho fatto nulla. Non sono ovviamente perfetto, ho

fatto i miei sbagli, però nulla che mi ha saputo spiegare o voluto dire. Mi ha solo fatto intendere che avrei potuto aiutarla

di più con i figli (lavorando entrambi l'intera giornata). A volte dice di essere sempre lei a pensare ai figli.

Effettivamente lei si dedica completamente a loro, a volte non mi lascia spazio per cercare di aiutarla. Vorrebbe sempre fare

tutto da sola.Non mi ha rimproverato nulla riguardo il nostro rapporto di coppia: "non mi hai dato attenzioni", "non mi

desideri".. Negli ultimi periodi ero io che, intimamente, mi avvicinavo.
Sono diversi mesi che proviamo ad andare avanti per il bene dei nostri figli e, in cuor mio, spero di poterla riconquistare.

Durante la giornata cerco di non infastidirla troppo, le scrivo una solo una volta e cerco di non pressarla troppo la sera.

Mi sforzo di parlare, di trovare qualche argomento utile per non essere completamente indifferenti ma è difficile. Da quando

mi ha rivelato i suoi sentimenti è cambiato tutto. Vedo nei suoi occhi l'insoddisfazione, la frustazione, l'insofferenza.

Quando parliamo dei nostri figli riusciamo ad avere un dialogo interattivo, quando siamo soli o quando i figli sono a letto

per nulla. Fatica a parlarmi e passa sempre più tempo al telefono come se stesse aspettando qualcosa, un periodo di attesa

"infinito". Non sono più riuscito ad affrontare la questione con lei per paura di peggioramenti.Vivo nell'ansia che un giorno

mi chieda di separarci. Non l'ho mai tradita e neanche lei credo. Amo i miei figli ma la situazione è difficile. In una

famiglia dovrebbe anche esserci un rapporto di coppia, una persona cui appoggiarsi, confidarsi, amare anche dopo diversi anni

e in un modo diverso.
Come dovrei comportarmi?
Se dovessimo andare avanti così, cosa faremo quando i figli cresceranno e usciranno per conto proprio?
Grazie per qualsiasi consiglio possiate darmi

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Miglior risposta 2 SET 2015

Caro Marco,
è probabile che sia stato principalmente lo stress il responsabile di questa situazione dal momento che non è facile per una donna portare avanti il lavoro, la casa e contemporaneamente crescere due figli con le dovute attenzioni.
E' anche probabile che la causa non sia solo lo stress e ci sia altro che sua moglie non dice e che magari lei non riesce a prendere in considerazione. Sarebbe interessante ad esempio, sapere a cosa è interessata sua moglie, oltre naturalmente ai figli, e qual'è il contenuto e il tenore delle sue lunghe telefonate che, tra l'altro, sottraggono tempo ad altre cose.
Io penso che lei non deve stare zitto per il timore di ricevere una richiesta di separazione anche perchè potrebbe essere solo una questione di tempo dal momento che questa decisione potrebbe maturare per il prolungarsi cronico dell'insoddisfazione.
D'altra parte è troppo comodo che sua moglie non le rimproveri nulla, che le esprima solo affetto "fraterno" e nello stesso tempo metta le condizioni per sfasciare la famiglia e creare problemi notevoli anche ai figli.
Credo che proprio il benessere dei figli debba essere la molla per lei, caro Marco, per usare tatto e pazienza parlando (non tacendo) con sua moglie quando i bambini non sono presenti. Dovrà farle capire che non servono a niente le sue premure per la soddisfazione dei bisogni fisici dei figli quando poi mette in atto una pesante ipoteca sul loro normale sviluppo psicoaffettivo e sulla loro serenità dal momento che essi saranno alla lunga disorientati sia da una separazione vera e propria sia da una separazione emotiva in casa.
Se sua moglie non vuole iniziare una terapia di coppia e non è in mala fede, non dovrebbe opporsi ad una terapia individuale, cosa che potrebbe fare anche lei, Marco, giusto per non dare l'impressione che vuole puntare l'indice accusatore.
Se vuole, ci tenga informati degli sviluppi futuri della situazione.
Un cordiale saluto.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicopterapeuta a Quadrivio Campagna (Salerno)

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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3 OTT 2015

Ciao Marco,
sembra che la vostra crisi coniugale si stia trascinando da qualche anno,
probabilmente dopo la nascita dei vostri figli si è creata una distanza che negli anni
è diventata difficile da gestire.
Pare che tua moglie non sia più interessata al vostro rapporto e che la convivenza sia diventata complicata e "fredda".
Immagino non sia facile per te vivere in questa situazione e forse, anche per i tuoi figli; spesso i bambini percepiscono l'atmosfera che si respira in famiglia!
So che non è semplice prendere una decisione quando ci si sente emotivamente coinvolti ma in questo caso credo tu debba chiederti cosa vuoi per te e per i tuoi figli, che qualità vuoi dare alla tua vita.
Credo tu debba trovare la forza di fare delle scelte, di assumerti la responsabilità di chiudere un rapporto affettivo se non ti soddisfa più, altrimenti puoi confrontarti con tua moglie e cercare insieme una mediazione che possa andare bene ad entrambi.
In questo momento potrebbe essere utile per te fare un percorso di sostegno psicologico, per farti accompagnare in questa fase delicata e per aiutarti nella
gestione della relazione con i tuoi figli nel caso decidessi di mettere fine a questa relazione.
Spero tu riesca a ritrovare la tua serenità.
Un caro saluto
Tiziana


Dott.ssa Tiziana Giancola, Psicologa - Psicoterapeuta della Gestalt Psicologo a Pontedera

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30 SET 2015

Buongiorno, grazie per gli ulteriori consigli. C'è stata una nuova svolta venerdi scorso
Venerdì sera, mi moglie, si avvicina e mi dice questo: "Senti, non riesco ad andare avanti in questo modo fingendo di provare a stare con te. Non riesco ad avere rapporti, mi danno fastidio le tue carezze. Ho provato ma non riesco. Ho provato anche in vancanza (agosto con figli) ma non c'è stato niente fare. Non sono più innamorata di te e non riesco a fingere. Non riesco e non voglio tenere i piedi in due scarpe. Sono giovane e, visto che non riesco ad avere rapporti con te, non posso rimanere casta a vita. Cosa vuoi fare? Io dai miei non torno, come ti ho detto l'altra volta."
Mi sono alzato e abbiamo iniziato una discussione con toni abbastanza ragionevoli. Le ho spiegato che non voglio tornare dai miei genitori, la nostra famiglia è questa (noi e bimbi), non è una macchina che si può cambiare. Le ho chiesto e richiesto il perchè di questa decisione e da quando. Mi ha ripetuto che è stato graduale, dopo pochi mesi dalla nascita del secondo figlio (come spiegato l'altra volta) e non voleva ferirmi. Le ho detto che io ci sarei stato, che poteva parlarne con me. Le ho rinfacciato che ha preso questa decisione da sola: prima tenersi dentro tutto (ha espresso il suo forte malessere nei primi mesi dopo la seconda gravidanza) poi la decisione di chiudere. Non mi ha dato nessun'altra scelta, non ha voluto accettare la terapia di coppia ne singola. Le ho detto che ho iniziato da solo un percorso, per cercare di capire la situazione e i miei errori. E' rimasta sorpresa. Avrebbe voluto che le dicessi i consigli dello psicologo (ma non le ho riferito niente per ora, il percorso è solo agli inizi). Le ho detto che in questi mesi mi ha trattato peggio di un nemico con le sue risposte e i suoi modi, che tremavo prima di entrare in casa. Le ho detto che non è stato un comportamento corretto. Mi ha risposto che per lei era difficile, che non voleva illudermi scherzando con me o facendo finta di essere gentile.
Le ho detto che la trovo molto più attenta al suo aspetto fisico, mi ha risposto che da pochi mesi ha iniziato veramente a piacersi (per se stessa non per qualcuno). Mi ha
chiesto scusa per il suo comportamento e che mi parlerà di più da adesso in poi (anche quando non ci sono i figli).Mi ha chiesto scusa per il suo carattere tosto ma non ci può far niente. Vuole sentirsi libera di esplorare altro "in sostanza". Per il bene dei nostri figli, per ora, mi ha proposto di rimanere separati in casa ma di non pretendere niente. Non vuole uscire tutti i fine settimana da sola (ovviamente) ma 1/2 volte al mese. Di conseguenza anche io posso farlo. Gli altri fine settimana usciremo insieme con le bimbe. Mi ha detto che non c'è nessun problema se trovassi una donna con cui svagarmi o semplicemente scambiarci numero ecc.. Tra 10 anni non sa come andranno le cose, magari cambiano, magari no......Ho cercato di spiegarle che il principe azzurro non esiste.. che la stessa cosa situazione può succedere anche a lei, che ci saranno sempre le nostra figlie. Le ho detto che abbiamo condiviso momenti magici, intimi (avendo due figli), che valeva la pena tentare tutto,
siamo giovani ma con una famiglia. Mi ha risposto che le dispiace ma non sa cosa fare d'altro. In questi 2 giorni i nostri discorsi sono migliorati (si è liberata da un peso) ma il fastidio delle mie carezze o gesti rimane palese (ed espresso).
Mi ha detto che non mi ha tradito fino ad ora, ma si è guardata intorno (capiterà). Ho il sospetto che ci sia una persona, conosciuta da poco (serata organizzata attraverso
social), che le possa piacere. Il voler essere libera di vivere la sua vita, di non tentare altro me lo fa pensare.
Ho accettato questa situazione per i nostri figli e ovviamente perchè sono ancora innamorato. Vorrei tentare tutto per riavvicinarla a me e ricominciare. Siamo stati una bella coppia e una famiglia (per come l'ho vissuta io)
Vorrei cambiare, per ritornare ad essere suo marito e riavere la nostra famiglia unita. In questi anni sono anche io cambiato: più abitudinario, programmatore, anche più pesante.

Probabilmente si sente troppo legata, ed in prigione con me. Vorrei dimostrarle quanto la amo cercando di migliorarmi, magari cercando di essere più "leggero" come piaceva a lei (almeno 10 anni fa) ma è un percorso molto arduo senza garanzie di risultati. Non sono sicuro di quello che sta cercando. Questo percorso aiuterebbe anche me e potrebbe essere una rivalsa. Come devo comportarmi da oggi? Non ho sicurezze, per ora i figli sono piccoli, ma poi? Se si innamorasse di un'altra persona senza che riesca a fare niente?
Scusate lo sfogo e la grammatica non perfetta
Grazie ancora una volta di dedicarmi il vostro tempo, sono in una fase molto difficile e qualsiasi aiuto è ben accetto

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7 SET 2015

Caro Marco, il primo consiglio che mi viene da darle è di evitare di rincorrerla. Cercare di "essere perfetto", di compiacerla sempre, di non fare cose che possano turbare sua moglie non porta a niente, oltre al fatto di farle vivere una condizione psicologica di continua sofferenza. Ha perfettamente ragione: anche in una famiglia con figli devono rimanere gli spazi dell' intimità di coppia, il piacere dello stare insieme come coppia.
Credo dovrebbe modificare il suo sguardo rispetto alla situazione: " questa moglie qua, quella di adesso, mi piace ancora?"

Cordiali saluti
dott. Alessandro Bertocchi (bo)

Dott. Alessandro Bertocchi Psicologo a Bentivoglio

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4 SET 2015

Buongiorno Marco, a me sembra che la vostra situazione sia in stallo. Lei tenta varie mosse, sua moglie rimane sulle proprie posizioni. Chi si occupa di terapia di coppia sa bene che, qualunque posizione decida un componente di occupare o condotta da attuare, è legittimato a farlo, in quanto non sono i comportamenti o cosa si dice ciò che è importante, quanto i vissuti emotivi e le attribuzioni di significato che ad essi si danno. Detto ciò, come spesso si fa, visto che le azioni da lei tentate non hanno sortito effetto, dovrebbe cambiare modalità. Lei, ad es., ha molto timore di perdere sua moglie, e questo lei o sa, tuttavia non è dato di sapere quanto sua moglie abbia paura di perdere Lei Marco. Partendo da un punto fondamentale è cioè che la terapia di coppia, se non familiare, sarebbe la soluzione più opportuna, se questo non fosse possibile, le consiglierei di cambiare modalità comunicativa (posto che sarebbe necessario sentire anche sua moglie e e sueragioni). In ogni caso, al centro del problema, se si vuole salvare la coppia bisogna mettere le due individualità ed i figli, può darsi che se il problema venga presentato in questi termini, sua moglie si smuove dalle proprie posizioni. Sua moglie, ormai,sa quai saranno le sue mosse per poter farla riavvicinare. Dovrebbe invece, essere meno prevedibile e sorprenderà, anche con qualcosa di forte. Almeno avrà qualche informazione in più su quale successiva condotta adottare.
Cordiali saluti,
dott.Massimo Bedetti,
Psicologo psicoterapeuta Costruttivista Postrazionalista-Roma

Dott. Massimo Bedetti Psicologo a Roma

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3 SET 2015

Gentile Marco, all'interno di un percorso comune, le dinamiche intervenute possono essere molteplici che possono aver fatto cambiare approcci e sentimenti reciproci. Vivere nella speranza che Sua moglie non prenda mai una decisione diversa, non l'aiuterà ad affrontare bene una eventuale separazione, se mai ci sarà, ovviamente. Penso che discuterne sia necessario, magari con l'aiuto di un professionista che aiuti a far chiarezza sui sentimenti di ognuno di voi verso l'altro.

Dott.ssa Michela Morin Psicologo a Piove di Sacco

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3 SET 2015

Caro Marco,
non esistono segreti universali che possano essere svelati per far funzionare un rapporto, o per recuperarlo dopo anni passati insieme.
Dopo tempo, come in tutte le situazioni che ci danno sicurezza, ci adagiamo, nel dare come certezza e forse un po' per scontato quello che possediamo.
Quella di reinventare il rapporto è un'arte, così come accettare l'evoluzione dei sentimenti è una grande difficoltà.
Soprattutto per una donna, un figlio può rappresentare, al di là della gioia e della realizzazione del desiderio di una nuova vita da amare, un momento in cui si passa dall'essere donna all'essere mamma, con tutte le angosce che accompagnano la paura di perdere le caratteristiche che fanno riferimento più al primo ruolo.
Forse l'amore più che finire, evolve e si trasforma, ma, i cambiamenti, come lei ha notato, sono difficili da accettare, e la via più semplice è accusare l'altro di non essere stato abbastanza.
Lei mi ha trasmesso il senso di frustrazione suo e di sua moglie, e, accogliendo la sua paura di non essere abbastanza o di non poter risolvere la situazione nonostante i diversi tentativi, mi fa riflettere sul ruolo del tempo.
Lasci che scorra, e affronti sua moglie così come le detta il suo cuore.
Le auguro una buona giornata,
dott.ssa Maura Grazioli
psicologa clinica dell'infanzia, l'adolescenza e la famiglia

Dott.ssa Maura Grazioli Psicologo a San Giorgio a Cremano

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3 SET 2015

Buongiorno Marco, da quanto leggo lei è stato disponibile e comprensivo con sua moglie. È normale che dopo la nascita di un figlio la coppia si metta un pò da parte e che gli adulti debbano sacrificare i propri bisogni e il proprio spazio per il neo arrivato. Dopo la nascita di un secondo figlio tutto diventa più complesso e occorre altro tempo perchè la coppia si riorganizzi su nuovi equilibri. Poi man mano che i figli crescono, seppur in modo graduale, è importante che la coppia recuperi qualchespazio, qualche momento per ricostruire la propria intimitá, per ritrovarsi e per rifiatare un pò. Naturalmente questo passaggio è possibile se entrambi i partner sono d'accordo e hanno questo desiderio di stare insieme. Senza questa motivazione la coppia resta ferma sui ruoli genitoriali. Come per la terapia di coppia: si può intraprendere se entrambi nella coppia ne sentono il bisogno. Credo sia opportuno che lei possa parlare apertamente con sua moglie per capire se da parte di sua moglie c'è il desiderio di comprendere cosa vi è successo e cosa potete fare per superare questo momento. Ma è fondamentale che anche per sua moglie ci sia l'intenzione di stare insieme. Se invece sua moglie dovesse rifiutare un sostegno alla coppia, le consiglio di farsi aiutare individualmente.
Cordialmente
Dott.ssa Sabrina Ornito

Dott.ssa Sabrina Ornito Centro di psicologia clinica Psicologo a Milano

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3 SET 2015

A me sembra che, stando al suo racconto, non esista nel vostro rapporto alcuno spazio comune di interesse, potrei per esempio riferirmi al desiderio di viaggiare, al cinema, alla musica, allo sport, insomma: c'è qualcosa che vi appassiona entrambi oppure no? Questa relazione su cosa è basata?. Se vi siete sposati, qualcosa in comune lo dovevate pur avere o no? Certamente quando nasce un figlio cambiano molte cose, gran parte degli interessi si spostano su di lui, ma non è possibile che tutto il resto si annulli. Una cosa è certa lei: non può vivere nella costante paura che sua moglie chieda la separazione, anche perchè alla fine la situazione si logorerà al punto che sarà proprio lei a desiderare questa separazione. Parli con sua moglie insista, corra il rischio di essere "maltrattato", ma smuova le acque, non lasci che questa relazione si consumi così col tempo. Una terapia di coppia a mio avviso gioverebbe ad entrambi e non è affatto vero che non si può recuperare l'amore di un tempo, la relazione si può assestare su basi affettive diverse, ma ugualmente piacevoli. Dovete recuperare degli spazi comuni, che in questo momento non ci sono più e voi stessi non sapete quali possono essere, ecco perchè una terapia di coppia gioverebbe ad entrambi. Lei dice giusto, ma quando i bambini cresceranno e se ne andranno, perché questo succederà, ci conti, e sua moglie se ne deve rendere conto, cosa rimarrà per voi? La solitudine e basta? Vivrete da separati in casa? No, questa situazione deve cambiare occorre una scossa e subito. Un saluto affettuoso.

Dott. Sergio Rossi Psicologo a Spoleto

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3 SET 2015

Gentile Marco,
avere un bambino rappresenta una sfida evolutiva importanjte per la coppia, giacché l’esperienza della genitorialità comporta sia opportunità che difficoltà.
Un figlio rappresenta per la coppia una rilevante opportunità di maturazione e sviluppo:
- attiva nei genitori la capacità di riflettere: su di lui, su se stessi, sui propri genitori;
- la tenerezza verso il bambino è un recupero del proprio IO bambino, e della tenerezza dei propri genitori verso di sé quando si era bambini;
- il figlio rappresenta un proprio prolungamento; e contemporaneamente un progetto condiviso della coppia;
- la coppia fusionale ha una nuova opportunità di sviluppo quando riesce ad aprirsi al bambino;
- la sessualità si fa più matura e integrata con l’affettività.

Tuttavia non si parla a sufficienza delle difficoltà che la genitorialità comporta, gravi e rilevanti:
- c'è una riduzione del tempo personale e di quello di coppia,
- lo spazio di intimità fisica e psichica deve essere allargato;
- l'identità della coppia deve essere mantenuta, ma contemporaneamente va dato spazio all’emergere dell'identità di famiglia;
- è necessario sacrificare parte dello spazio ludico, di gioco dell’adulto, a favore del nuovo arrivato;
- nella moglie può emergere il conflitto fra la “donna amante” e la madre;
- i genitori (o uno di essi) possono cadere nella dedizione totale al figlio, a scapito della reciprocità di coppia.

E se il figlio occupa il posto del marito?
Talvolta un consistente, eccessivo, investimento libidico materno si sposta dalla coppia sul bambino.
Tutte le attenzioni della madre, le tenerezze, le affettuosità, il letto matrimoniale stesso, sono riservati a lui, al piccolo; il compagno/marito viene ... sfrattato; non occupa più il primo posto nella mente, nel cuore, nel letto. La “donna amante (che ama)” diviene unicamente “donna madre”.
Con un conseguente ritiro o impoverimento dalla sessualità di coppia e di uno spostamento dell'erotismo femminile sul figlioletto.

Eppure si tratta di due tipi di amore così differenti che ci sarebbe la possibilità di mantenerli ambedue, di trovare "il posto" per entrambi. Occorre avere la capacità matura di creare, tenere aperti, sviluppare, far interagire costantemente questi due ambiti, aree essenziali.
Quando ciò non accade, i genitori deprivano il bambino di una realtà importante: quella dell'amore anche fisico dei genitori. Lo privano di una “scuola di amore”, una scuola di vita che dà i suoi frutti subito, ma soprattutto nella preadolescenza.
Tolgono alla coppia la sua energia, il suo respiro, talvolta il motivo stesso del suo esistere.
Un percorso di terapia di coppia in questi casi dievnta essenziale.


Dott. Carla Maria Brunialti Psicologo a Rovereto

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2 SET 2015

Caro Marco,
evitare l'argomento non vi aiuterà, ma manterrà il problema più a lungo. Riparli con sua moglie. In questo momento potrebbe sentire di aver preso una decisione e di non voler cambiare i programmi. Questo le fa rifiutare il lavoro di coppia. Le riproponga un percorso di coppia e specifichi che una consulenza per la coppia non significa, per forza di cose, recuperare l'amore di un tempo.

Significa offrire ad entrambi l'occasione per comprendere l'evoluzione della vostra storia e i nuovi meccansimi relazionali e scegliere, insieme, consapevolmente e con l'aiuto di un professionista cosa sia meglio per voi.

Un lavoro di coppia vi offre la libertà di scegliere del vostro futuro e benessere, primariamente come singoli.

Potreste restare per il resto della vostra vita in questa situazione di distante cortesia. Crede davvero sia possibile per lei, sua moglie e i vostri figli?

Un saluto
Dott.ssa Francesca Fontanella

Dott.ssa Francesca Fontanella Psicologo a Rovereto

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