Mia figlia di 6 anni va in crisi di fronte alle difficoltà

Inviata da Casali Marzia · 25 mag 2016 Psicologia infantile

Mia figlia di 6 anni all'ultimo anno della materna va in crisi di fronte alle difficoltà. Cosa dovrei fare?

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Miglior risposta 26 MAG 2016

Cara Marzia
"un bambino di 6 anni che va in crisi di fronte alle difficoltà" ... cosa possiamo pensare?
Allora, intanto spesso anche gli adulti vanno in crisi di fronte alle difficoltà, di qualsiasi genere siano; quindi ritengo che, a maggior ragione, possa farlo un bimbo di 6 anni.
I bambini non sono (come si tende spesso a credere oggi) dei "robottini" che debbano fare tutto bene e tutto perfetto; sono, piuttosto dei sensibilillisimi esseri umani che devono crescere, affrontare un mondo che non conoscono e trovare negli adulti soggetti accoglienti, ma non deboli e non stressati e nervosi (come siamo spessissimo noi adulti).
I piccoli vivono molto sulla base del principio del piacere ma devono imparare ad affrontare le piccole (per loro grandi) frustrazioni della vita.
Quindi questo bimbo va accolto nelle sue difficoltà e, amorevolmente seguito e aiutato.
Comunque qui le informazioni sono poche ed è difficile consigliare.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta.

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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15 GIU 2016

Buona sera,
sono la Dott.ssa Elisa Gnugnoli Pedagogista clinico, le consiglio di fissare un appuntamento presso GenuStudio per valutare la situazione. Il primo colloquio conoscitivo è gratuito. Può prendere appuntamento tramite portale. La sede è a San Giovanni in Persiceto

GenuStudio Centro Professionisti associati Psicologo a San Giovanni in Persiceto

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6 GIU 2016

Cara Marzia,
probabilmente nel frattempo avrà già contattato qualche specialista per l'infanzia o si sarà confrontata con le maestre. Vorrei comunque provare ad aiutarla, innanzitutto provi a osservarla mentre succede tutto questo e ascolti cosa succede dentro di lei come mamma. Alle volte noi genitori abbiamo delle aspettative su come devono essere i nostri figli, ad esempio perfetti ed invincibili, forti e coraggiosi? Potrebbe essere utile chiedersi com'eravamo noi a quell'età? Cos'è che ci ha resi più sicuri di noi? L'incoraggiamento di mamma e papà? Il rinforzo delle maestre quando sbagliavamo? Probabilmente un insieme di questi fattori, quello che ci dicono le ricerche neuroscientifiche è che nella prima infanzia il bambino riesce a costruirsi una buona idea di sè e del mondo circostante se ha un contesto familiare e scolastico che lo aiuta e lo supporta costituendo una BUONA BASE SICURA, dove tornare nei momenti di difficoltà. Precisato questo, chiedo a lei, quali sono le risorse che può mettere in campo Marzia, come madre, per aiutare sua figlia, per rassicurarla quando deve affrontare situazioni nuove, che fisiologicamente a tutti noi creerebbero paura. Lei non ha fornito dettagli riguardo le situazioni pratiche nelle quali sua figlia entra in crisi, provo a interpretare quelle che potrebbero essere le più tipiche situazioni concrete. Qualche esempio pratico, porta sua figlia ad una festicciola di compleanno o al parco e la piccolina prova timore ad avvicinarsi agli altri bambini. Semplici passi: mettere da parte le sue aspettative, i giudizi degli altri e stare solo accanto alla sua bambina, sintonizzarsi con le sue paure ad esempio senza farsi soverchiare ma facendo sentire a sua figlia che lei la sostiene e che tutto insieme si può superare. Può tenerla in braccio il tempo necessario a rassicurarla, parlarle e chiederle a quale gioco vorrebbe giocare e in modo graduale avvicinarla a qualcosa di interessante, sapendo che sua figlia può tenerla sott'occhio. In generale è utile sapere che ogni figlio ha un proprio temperamento, che va rispettato, nei tempi e nei modi, senza allarmarsi, ma prendendosi del tempo per osservare, offrire la propria presenza anche solo fatta di un abbraccio e di un sorriso. L'importante è che il proprio figlio sappia che può esprimere le proprie emozioni di paura, tristezza...senza essere giudicato e con la certezza che insieme alle figure di riferimento potrà trovare dei modi per superarla. Tutti i bimbi provano paura e ansia di fronte alle situazioni nuove, è compito degli adulti tranquillizzarli e metterli nelle condizioni di avere successo. Una volta rientrate a casa inviti sua figlia a fare un disegno e insieme narrate le emozioni, le situazioni vissute in modo da allenarvi insieme a superarle; in questo modo capirà anche lei come aiutare sua figlia; non esistono ricette, solo tanta pazienza e tempo per ascoltarvi a vicenda. Buona scoperta insieme a sua figlia.
Cordialmente.
Dott.ssa Silvia Orso (Udine)

Studio Silvia Orso Psicologo a Udine

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28 MAG 2016

Gentile Marzia,
la sua bambina, probabilmente, ha la sensazione di sentirsi inadeguata di fronte alle situazioni, teme il giudizio altrui, e a 6 anni i bambini tengono conto dei pensiero degli altri, e, pertanto, probabilmente con un'indole ansiosa, manifesta con il pianto e il tentativo "fuga" dalla situazione il suo disagio. Aiutatela a non dover essere per forza perfetta, che comunque sarà brava e ben voluta. Ma questa cosa lei deve sentirla veramente attorno a se. A volte i genitori, e mi ci metto in mezzo anch'io, con piccole frasi e ammiccamenti, fanno intendere al figlio che il loro valore stà nel primeggiare, invece bisognerebbe sì valorizzare il proprio figlio nelle sue doti ma non valutare il risultato della prestazione ma la gioia con cui fa le cose, o la volontà di perfezione, che probabilmente fa parte del carattere del figlio, viene rinforzata ed amplificata fino a rivoltarsi contro. Aiutate la bambina a spiegare il disagio che prova, magari rivolgetevi ad un collega della vostra zona.
Cordiali saluti
Dott.ssa Sabrina Fontolan

Dott.ssa Sabrina Fontolan Psicologo a Piove di Sacco

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27 MAG 2016

Gent.ma Sig.ra Marzia,
concordo con la maggior parte dei miei colleghi che mi hanno preceduta nella risposta e aggiungo solo che i sei anni costituiscono una seconda tappa importante di crescita (la prima tappa sono i tre anni). I bambini in questa età leggono "autonomamente" le proprie abilità e capacità e, silenziosamente, molto spesso senza esserne consapevoli, riconoscono le proprie forze e debolezze. Percezione che nasce da un auto/etero percezione e auto/etero attribuzione di valore. Entrambi esercitano un'influenza forte sulla costruzione dell'idea di sé e sull'autostima. È lodevole che lei legga i comportamenti e le reazioni di sua figlia segno di un' evoluzione nello sviluppo emotivo-cognitivo-sociale. Io la invito ad approfondire con sua figlia in cosa sente di avere difficoltà, cosa le procura agitazione in quale aspetto/area della sua vita, in cosa si sente più tranquilla e più capace. Può percepire difficoltà dinnanzi ad un compito che l'ambiente offre o nella relazione con l'altro (i suoi pari o /e gli adulti). I "disturbi d'ansia" nei bambini son più frequenti di quello che l'immaginario comune adulto può pensare. Io la invito a continuare a monitorare il comportamento di sua figlia se dovesse persistere la invito a parlarne con uno specialista che vi guidi nella soluzione delle difficoltà.

Cordiali saluti.

Dott.ssa Arcangela AnnaRita Savino Psicologo a Sammichele di Bari

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26 MAG 2016

Gentile signora dalle sue parole purtroppo si evince poco dalla situazione. Stiamo parlando di una bambina molto piccola, non ci dice per quali motivi ne da quanto tempo percepisce questa problematica. Un bambino risente fortemente di cambiamenti, e situazioni di contorno. A livello emotivo è una " spugna" che può esprimere disagi solo attraverso il pianto o i capricci se è questo che intende per crisi. Sarebbe opportuno un approfondimento per capire meglio anche cosa arriva a lei da genitore.

Dott.ssa Maria Pizzale Psicologo a Roma

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26 MAG 2016

Cara Marzia mi arriva forte la sua richiesta di aiuto e la sua preoccupazione per sua figlia. La sua consapevolezza che la sua bambina sta attraversando un momento difficile è fondamentale ed è già un buon punto di partenza. Continui a vedere sua figlia ascoltandola e stando attenta ai segnali del corpo e qualora ne sentisse la necessità non abbia timore a rivolgersi ad uno psicologo di sua fiducia. Un cordiale saluto

Dott.ssa Lisa Guastini Psicologo a Pistoia

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26 MAG 2016

Buongiorno Marzia,
Non è chiaro, dal suo scritto, da quanto tempo e in che circostanze questo si verifica. Provi a parlare con sua figlia e a spiegarle che le difficoltà le incontriamo tutti ma che ha tutte le risorse per affrontarle e superarle. La incoraggi sempre. Provi anche a confrontarsi con le maestre, anche per capire meglio, qualora non fosse chiaro, se questa sua difficoltà sia stata riscontrata anche a scuola. Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento. Un caro saluto, dott.ssa Valeria Bugatti.

Dott.ssa Valeria Bugatti Psicologo a Roma

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26 MAG 2016

Gentile Marzia,
quello che scrive é poco contestualizzato nel senso che sarebbe interessante comprendere in quali situazioni precise sua figlia va in crisi e dimostra di non sapere affrontare le difficoltà. A 6 anni certamente si pongono le basi della futura autonomia, frutto di sane e funzionali relazioni basate sul sostegno e sul supporto dato da prima dai genitori e successivamente anche dalle maestre e dalle diverse agenzie educative. Coltivi il rapporto con sua figlia affinché si senta sicura di affrontare ed esplorare il mondo, sia serena nello spiegare alla piccola che a volte possono capitare delle situazioni nuove o un pò difficili e che lei sarà in grado di farlo. Oltre a dirlo faccia in modo di essere un buon modello per la sua bambina cosi lei potrà identificarsi con il suo modo di essere e di agire.
Cordialmente
Dott.ssa Anna Gallucci

Dott.ssa Anna Gallucci Psicologo a Vicenza

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25 MAG 2016

Gentile Marzia,
purtroppo lei non specifica di fronte a quali difficoltà sua figlia va in crisi e, nella fattispecie, se si tratta di difficoltà scolastiche oppure difficoltà emotive e relazionali.
In ogni caso, già a partire dagli anni dell'infanzia, i genitori dovrebbero incoraggiare e sostenere i bambini spiegando l'importanza di raggiungere gli obbiettivi prefissati in modo da poter far nascere e consolidare un buon livello di autostima che rimarrà poi anche nelle altre fasce d'età.
Anche l'esempio di vita che i genitori danno è ovviamente importante per trasmettere dei buoni insegnamenti.
Contemporaneamente, non bisogna però dimenticare che all'età di sua figlia i bambini hanno bisogno anche di un clima familiare tranquillo e di spazi adeguati di gioco e divertimento.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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25 MAG 2016

Marzia,
sarebbe utile avere maggiori precisazioni sul significato di "andare in crisi" e magari qualche esempio delle difficoltà che generano queste reazioni.
In linea di massima un bambino che manifesta una reazione esagerata (agli occhi di un genitore) di fronte ad una situazione nuova o problematica, potrebbe essere un bambino particolarmente insicuro e ansioso, convinto di non riuscire a
far fronte alla situazione o perché sottostima le proprie capacità, o perché sovrastima la gravità del problema.
Ansiosi non si nasce, lo si diventa per apprendimento da uno o da entrambi i genitori, quindi è possibile che mamma o papà si riconoscano in questo stile di approccio ai problemi.
Quello che può fare per cercare di infondere maggior sicurezza nella sua bambina, è restarle accanto di fronte al problema, cercando di mandarle un messaggio del tipo "è vero, è un problema nuovo e non facile, ma vediamo insieme quale soluzione possiamo trovare, e se non ci riusciamo non succede nulla, ci riproviamo".
Mi dispiace doverle dare una risposta così generica: se volesse fornire maggiori dettagli potrei risponderle in modo più specifico.
Un saluto

Dott.ssa Ilenia Mariani

Dott.ssa Ilenia Mariani Psicologo a Parabiago

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