credo di non amare più mio marito ma non so come affrontare la cosa

Buongiorno, ho 43 anni, sono sposata da quasi 11 (più un fidanzamento lungo 9 anni) quindi sto con mio marito da 20 anni. Abbiamo una figlia di 6 anni e mezzo. Quando l'ho conosciuto all'università ero una ragazza molto sola, secchiona, un po' spaventata da tutto. Lui era allegro, gentile, divertente. Abbiamo vissuto per un po' la storia a distanza e poi abbiamo inziato a convivere 13 anni fa, per poi sposarci 2 anni dopo.
Le cose hanno inziato a non essere molto lineari già lì: lui ha trovato lavoro qua da me (si è trasferito lui) lavoro durato 3 mesi e lasciato tra le lacrime perchè pare fosse un mostro il suo capo. Da lì non ha mai più lavorato. MAI. Le cose sono state via via sempre più problematiche. Nonostante sia in pianta stabile qua da più 10 anni non conosce nessuno, non ha amici, non ha hobby non fa nulla. Lavoro solo io, sono libera professionista, con tutte le difficoltà del caso. Mi sarei aspettata uno scatto di orgoglio almeno alla nascita di mia figlia, ma zero. Non cerca nessun tipo di lavoro, gli ho proposto concorsi pubblici (è laureato non ha la 5 elementare...) zero, dice che non ce la fa, che bisogna studiare, che non ha tempo ...sempre una scusa.
E in tutto questo ormai da due anni a questa parte io non sono più io. Sono stanca, sfinita, esausta, lavoro, torno a casa, cucino, lavo , guardo mia figlia (lui ci sta quelle due ore tra l'uscita di scuola e il momento in cui arrivo) e mi sento sempre colpevolizzata per tutto: perchè non lavoro abbastanza, perchè non guadagno abbastanza, perchè nostra figlia è timida e poco "intraprendente" ed è colpa mia che sono troppo apprensiva, che non do a lui abbastanza attenzioni (sessuali) che si sente rifiutato. Quando si fa come vuole lui, gli si risponde come vuole lui tutto bene, altrimenti sproloqui di un'ora in cui non si risparmiano il "mi fai schifo" "sono stufo marcio" ecc.. scatti di ira per cose davvero futili, anche con la bambina di punto in bianco le dice di no per delle cose assurde ecc..
Sono arrivata a chiedergli scusa per nemmeno io so cosa e nemmeno così va bene, perchè non devo chiedere scusa, devo agire in non so bene quale modo per dimostrargli chissàche. Che sono io che ho la testa piena di cavolate, che devo diventare adulta, che non ho diritto ad essere stanca.
Sono andata da un psicologa per cercare di chiarire un po' di aspetti e mi ha proposto (come mi aspettavo) una terapia di coppia, ma quando gliel'ho detto ha voluto solo sapere cosa ho raccontato alla psicologa e si è lamentato che costerà tantissimo. Poi non mi ha più chiesto nulla. Quindi non gliene importa nulla, altrimenti mi starebbe ad assillare 3 volte al giorno, ormai lo conosco.
In tutto ciò io non so cosa fare. Non riesco più a stare con lui, non si è mai preso una responsabilità in nulla, faccio sempre tutto io, mi lascia "carta bianca" salvo poi ovviamente recriminare che non ho fatto la cosa giusta. Lui non decide nulla, non fa nulla, quindi non è mai colpa sua.
Non so come affrontare la cosa, come impostare un discorso con lui, perchè mi fa dire 3 parole poi parla lui tre quarti d'ora e alla fini stringi stringi il succo è che sono io che devo crescere, poi il tutto vira sul sesso e sul bisogno che ha lui di avere determinate attenzioni, e tutto finisce lì.
E' fissato con l'essere "preso in giro", magari qualche bugia da me detta (sbagliando, lo so) per "quieto vivere" se scoperta genera attacchi di ira in cui continua a sostenere che lo prendo in giro ecc...
Più di una volta mi ha detto che lui non mi lascerà mai, che non so se interpretarla come una cosa bella o come una minaccia...