Consigli pratici per alleviare la sofferenza del doc da relazione...

Inviata da pollon · 17 ott 2014 Disturbo ossessivo compulsivo

Grazie per il tempo dedicato a chiunque leggerà...
Mi presento: ho 23 anni e una storia alle spalle basata su un'educazione materna incentrata sui sensi di colpa a suon di "pane e mazzate" (ma botte serie) che ancora ricordo molto bene e un'educazione paterna praticamente inesistente: considero mio padre un mio coinquilino, nulla di più; fino a quando ho avuto 15 anni era assente per lavoro ma è sempre stato lontano dalla figura di un genitore. mia madre mi ha riservato un'educazione molto rigida, mio padre soffre d'ansia generalizzata e doc di controllo. (non lo ha diagnosticato un dottore ma non ci vuole un genio per capirlo). ps. ho una laurea in psicologia.
Anni fa ho subito una violenza, a giugno è morta mia nonna, il più grande amore della mia vita nonchè la donna che mi ha cresciuto; la situazione economica a casa e delle più disastrate in quanto mio padre a 60 anni, un'età dove in Italia sei troppo grande per lavorare e troppo giovane per andare in pensione. Ogni giorno dobbiamo inventarci come arrivare a fine mese; in più, ciliegina sulla torta, a luglio mi sono laureata e per preparare la tesi sono stati otto mesi infernali è dir poco.
Soffro di doc che si presentano in maniera ciclica da quando sono piccola (almeno da quando avevo 7 anni che io ricorda) ma fino a poco tempo fasi trattava di doc da controllo o religiosi.... a dirla tutta ero diventata anche brava a controllarli e gestirli! A 21 è cominciato il mio calvario: attacchi di panico, depressione acuta, anoressia e per concludere bulimia. ecco... pensavo il peggio fosse passato e invece non c'è mai limite al peggio: l'8 agosto, corrente anno, mi sveglio una mattina in preda al doc da relazione, il più brutto e angosciante che abbia mai provato perchè a preso di mira la persona che amo più al mondo. sono in cura farmacologica da una psichiatra ormai da tre anni quindi son certa di quel che dico e delle etichette che do alle mie patologie. Sono disperata, giorno e notte mi pongo le stesse domande sull'amore ecc... mi sento come in un limbo SENZA VIA D'USCITA: se provo a razionalizzare la cosa finisco con il fare dieci mila teorie sul perchè di questo doc facendomi pipponi mentali infiniti finendo per alimentarlo e questa cosa mi fa stare male; se invece lo ignoro allora divento apatica e lui (ne parlo in terza persona perchè è un mostro, un tarlo che mi divora dentro) finisce con il cercar di convincermi che proprio questa apatia dovrebbe portarmi a dargli ragione sul fatto che non amo il mio ragazzo. insomma è diventato uno scontro tra titani. mi fa schifo dirlo ma sto tanto male che ho addirittura pensato al suicidio (e a come metterlo in atto) come unica fonte di sollievo. E si... perchè preferisco farla finita piuttosto che rinunciare al mio ragazzo per una voce nella mia testa che vuole dettar legge su di me. Io non ho soldi, non posso permettermi terapie cognitivo-comportamentali. la mia psichiatra mi dice che il primo passo è stare calmi. quello che chiedo a chiunque legga sono dei suggerimenti pratici per alleviare la sofferenza, per stare un po meglio, per cercare di domarlo, di dargli testa insomma. mi hanno detto, distraiti, concentrati su altro. Sto provando di tutto ma fin ora con magri risultati.

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Miglior risposta 24 OTT 2015

Gentile lettrice,
comprendo il suo disagio psicologico e anche l'impegno che lei sta cercando di mettere per liberarsi dal "mostro" del pensiero ossessivo, il cui germe come forse ha capito, è nel tipo di educazione rigida che ha ricevuto da sua madre associata alla mancanza di un riferimento forte nella figura paterna.
Purtroppo, nessuno può mai scegliersi il contesto familiare in cui vorrebbe nascere e quello che si può fare, quando non si è molto fortunati sotto questo aspetto, è di cercare di riparare in seguito le ferite subite con le proprie capacità e possibilità, ciò che anche lei sta iniziando a fare, anzi ha già iniziato a fare scegliendo di studiare la psicologia.
Sappia però che la sua lotta per guarire è appena iniziata e non deve scoraggiarsi all'idea di doverla portare avanti per molto tempo ancora.
La cura farmacologica che lei sta facendo dovrebbe poter ridurre il fastidio dei sintomi ma evidentemente non si è rivelata sufficiente per questo scopo e quindi è necessario associare una psicoterapia che è l'unica cura che può rimarginare le ferite emotivo-affettive.
Quindi, in mancanza di possibilità economiche, può solo provare ad ottenere terapie gratuite presso consultori pubblici o ambulatori ospedalieri previo pagamento di un ticket. Appena potrà permetterselo (perchè prima o poi dovrà pur cercarsi un lavoro) avrà la possibilità di riprendere od ottimizzare la psicoterapia.
Nel frattempo posso solo darle due consigli pratici, uno generico e l'altro specifico.
Quello generico è di non fare col "mostro" la lotta all'ultimo sangue perchè lui in questo momento è più forte e quindi non le conviene, ma piuttosto di farci amicizia sopportando la sua scomoda presenza come si fa con un ospite sgradito o antipatco. Lei a questo non è abituata perchè ha una struttura di personalità rigida che viene da una educazione rigida da parte di una madre altrettanto rigida. Sfrutti questa consapevolezza per aumentare la soglia della tolleranza della frustrazione e ammorbidire la sua rigidità anche perchè più si accanisce a combattere il mostro e peggio sarà in quanto lei adesso è più debole del mostro.Quando si riesce ad attenuare la rigidità, tutto è più sopportabile e lei può guardare il suo sintomo senza troppa sofferenza ma con più compassione.
L'altro consiglio pratico, quello specifico, è di confidare al suo fidanzato con cautela e senza invaderlo ed opprimerlo troppo (qualora non ne sia già a conoscenza) il suo disagio psicologico consistente nell'intrusione di pensieri ossessivi riguardanti il dubbio di non amarlo abbastanza o anche non essere amata abbastanza per avere da lui più accoglienza e rassicurazioni.
Molto probabilmente anche la comprensione e il sostegno del suo fidanzato attenueranno le sue ansie.
Comunque lei dovrà fare un adeguato percorso di psicoterapia per poter diventare talmente tollerante per i suoi sintomi che questi non avranno più ragione di mantenersi e scompariranno.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno)

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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14 LUG 2017

Capisco il suo disagio nel vivere in questa situazione ormai da diverso tempo. Le consiglio di non aver paura ad intraprendere un percorso con uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, un approccio molto efficace in questi casi. Sono certa che ritroverà l'equilibrio e la tranquillità che desidera.
Un saluto
Dott.ssa Ilaria Albano
Psicologo a Roma

Dr. Ilaria Albano Psicologo a Milano

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16 NOV 2015

Ciao Renata, io ho lo stesso identico problema maledetto che dilania te e Pollon. Sono 17 anni che sto con il mio amore e 13 anni che ho iniziato prima con altro DOC di vario genere tra cui quello che il mio compagno potesse morire, ci stavo così male che piangevo..Poi sono passata a quello di" Lo amo?..Questa cosa mi invalida in modo assurdo, mi porta a profonde depressioni tra cui quest'ultima che mi sta letteralmente levando la vita. Tra psichiatri e psicologi, alti e bassi, due anni fa avevo raggiunto una sorta di equilibrio..poi varie delusioni e gravi problemi familiare (che ci sono da sempre) mi hanno fatto ricadere nel baratro più totale da cui non riesco ad uscire e mi sento morire davvero. Piango, mi dispero guardo le sue foto e mi sento morire perché non voglio perdere la persona più bella della mia vita..Questo disturbo dicevo è aumentato da quando mia madre ha cominciato ad esplicitare apertamente l'odio che prova per lui..(perché lui non degno di me,di inferiore classe sociale etc..etc...)....Ormai sono uno zombie e non so davvero come faccia lui a starmi ancora vicino dopo tutto quello che gli confido sui miei pensieri.. E' davvero un santo!!...Ma quanto potrà tollerare tutto questo?.. Quanto puoi tollerare una persona che ti studia che cerca tutti i difetti possibili su di te e che alcuni mesi ti ama da morire ed alcuni altri vuole morire perché non sa più se ti ama??...Non ce la faccio più davvero..
Ora finalmente stiamo per andare a vivere assieme..(cosa che dovevamo fare anni fa ma per colpa di entrambi non abbiamo fatto)..ed io sto così..E' un incubo!!

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23 GEN 2015

Ciao Pollon,
Come ti capisco... Ho 35 anni e sposata da 2 e mezzo dopo 11 anni di fidanzamento con una persona che ho sempre tantissimo e fortemente voluto!
Forse di ossessioni ne ho sempre sofferto, ricordo di avere avuto da sempre un animo abbastanza inquieto e a 13 anni mi ero fissata di avere l'appendicite ( x me un terrore visto che sono ipocondriaca) ed ho girato 10 dottori xché non mi fidavo del loro responso negativo( ovviamente),pensavo che tutti sbagliassero xché io ero convinta di averla! Comunque negli anni ho subito forte amore da pRte di mio nonno il quale in modo ossessivo mi amava non accettando la mia normale crescita e facendomi sentire in colpa sempre... Lui si sentiva abbandonato sempre da me.lo stesso con mia madre! Poi in concomitanza con la triste e difficile chiusura della mia attività lavorativa tutto é iniziato.... L'orrore si é fatto avanti e non mi abbandona, mai...mentre le cose al lavoro non andavano bene io e il mio fidanzato abbiamo deciso di sposarci e all'inizio io ero felicissima....io l'ho voluto più di lui..... Poi un giorno.... Ricordo perfettamente quando e dove... all'improvviso , come un fulmine... Ecco la fatidica domanda"sono sicura di sposarlo? Lo amo?" E da li.... É iniziata la morte della mia anima, io sempre socievole e allegra... Ottimista e fiduciosa all'improvviso mi sono trasformata in una persona nervosa e depressa, ossessionata da questo pensiero e da attacchi di panico che sono iniziati in contemporanea... Insomma...l'inferno! Mi odio, passo tutto il giorno con tremori interni, tachicardia, pensieri ossessivi su mio marito... Lo amo? Mi piace? Come cammina.. Come si veste... Come mangia... Lo paragono agli altri,... E mi sono anche ossessionata sul mio ex amore, il mio primo amore che fisicamente non vedo da circa 5 anni e con il quel ho rotto 15 anni fa!!!! Penso sempre a lui e a come sarebbe stata la mia vita con lui...( da un punto di vista sociale e culturale più elevato di mio marito).... Sto impazzendo.... Ho continue ossessioni sulla sicurezza del mio matrimonio e del mio amore... A volte mi sento anaffettiva e senza amore x nessuno, se penso di scoprire che non amo più mio marito mi sento di impazzire ... Mi inizia a venire automaticamente un attacco di panico e devo cercare di distrarmi x calmarmi! Sono stata in cura e in terapia x 2 anni ( socio comportamentale ) ma ora ho smesso in quanto non potevo più permettermelo economicamente .... Ma mi sento peggiorata... Sono piena di ossessioni....ora mi sono anche fissata sui miei suoceri... Non li sopporto ho l'ansia quando li vedo e da sempre non gli ho mai permesso di stare con i miei (solo alla promessa e al matrimonio) il solo pensiero di immaginarli vicino, a pranzo insieme mi provoca un attacco di panico, ( Premetto che siamo due ceti sociali differenti con nulla in comune) il pensiero di loro a casa mia o con i miei mi fa sentire violentata nel profondo!
La mia dott non mi ha mai parlato di doc... Io mi sono informata su internet di questo disturbo... Mi ha sempre detto che sono fobica, che ho ossessioni e rimuginio su pensieri e che secondo lei non é vero che non amo mio marito.... Ma a volte sono statica, tanto stanca di combattere e sforzarmi sempre x non cadere in un'altra attacco.... E in questi momenti quando mi lascio un po' più andare... Sento davvero di non amarlo...ho tanta paura! Come devo fare! Darei la mia vita x far si che io è lui stessimo bene tutta la vita insieme e nella speranza di ritornare a guardarlo con gli occhi innamoraTi di sempre!
Tu come stai Pollon ora????
Spero in qualche parola di conforto....
Grazie
Ciaooo
Renata

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20 OTT 2014

Cara Pollon,
la tua sofferenza è tangibile, tanto quanto la tue risorse e la tua consapevolezza. Mi fa sempre molto male quando per motivi economici non si riesca ad avere la risposta professionale più efficace per il proprio problema. la cura farmacologica è necessaria, ma dalla tua richiesta di aiuto si evidenziano anche altri bisogni emotivi a cui non sembra tu ottenga risposta. Ti consiglio di rivolgerti al sistema sanitario della tua città, puoi sempre seguire un percorso con uno psicoterapeuta della USL ed informati se organizzano gruppi di auto-aiuto per DOC. Credo che, anche il tuo utilizzo ripetuto di definizioni ed etichette, tenda a nascondere le emozioni ed i pensieri che mantengono il tuo stato di sofferenza.

un saluto,
resto a disposizione per eventuali chiarimenti

Dott.ssa Monica Palla
psicoterapeuta cognitivo comportamentale
Pisa

Dott.ssa Monica Palla Psicologo a Pisa

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20 OTT 2014

Cara Pollon, da quanto scrivi si legge quanta sofferenza affronti, e da molto tempo, pur essendo molto giovane.
Innanzitutto ritengo fondamentale che tu possa rivolgerti ad uno psicoterapeuta (terapia farmacologica e psicoterapia abbinate insieme danno i risultati migliori). Se hai problemi economici, puoi provare a chiamare i consultori della ASL presenti nella tua zona, o i CPS. In alcune strutture ospedaliere , inoltre, sono possibili psicoterapie a ticket.
Venendo ai sintomi, direi che più li combatti e li ritieni "un mostro" tanto più si solidificano. Anche i sintomi più brutti e dolorosi sono parte di noi, sono voce di una sofferenza che in questo momento non sa o non può esprimersi in altro modo.
Il pensiero ossessivo non è il reale problema, è la spia di altro. Sono solo pensieri, niente a che vedere con la realtà. Più cerchi di controllarli, meno ottieni.
Cerca un aiuto specialistico, ti può aiutare.
Un caro saluto
Maria Rita Milesi

Dr.ssa Maria Rita Milesi Psicologo a Bergamo

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20 OTT 2014

Carissima "Pollon", la sua situazione è molto complicata e colma di una sofferenza che non può certo essere risolta in questa sede. Da quel che racconta sembrerebbe che la cura farmacologica non basti, dovrebbe essere coadiuvata da un percorso psicotarapico. Può rivolgersi a consultori pubblici, consultori diocesani, centri famiglia e associazioni dove è possibile usufruire gratuitamente di un supporto. Magari approfitti del mese del benessere psicologico (molti studi offrono consulenze gratuite, consulti il sito dell'ordine della sua regione) per essere ben consigliata da un collega. In bocca al lupo

Dott.ssa Eleonora Russo Psicologa e Psicoterapeuta Psicologo a Trani

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20 OTT 2014

Buongiorno Pollon,
capisco il tuo grado di sofferenza e la tua sensazione di "essere sensazione via di uscita". Da quanto leggo sei seguita da uno psichiatra. Ti ha prescritto dei farmaci? Oltre ad un supporto farmacologico sarebbe opportuno, ove non lo facessi, una terapia. La terapia di cui accennavi, ossia quella cognitivo - comportamentale, risulta secondo dati e studi, una buona terapia per combattere "il mostro". I pensieri sembrano dei mostri minacciosi che ti obbligano a fare qualcosa che tu non vuoi perchè probabilmente pensi che altrimenti succederà qualcosa di negativo. Più dai retta a tali mostri e più loro si impossessano della tua vita e di quello che vuoi veramente. Saper gestire in modo efficace il pensiero è il primo passo per il cambiamento. I consigli che ti danno come ad es. non pensarci...passerà...stai calma... credo che funzionino poco... perchè risulta molto difficile controllare le emozioni. In tal senso quello che tu cerchi è di controllare i pensieri e le emozioni...ma sta proprio lì il circolo vizioso.... più li vogliamo tenere a bada e non pensarci e più ci vengono in mente,.... sempre più forti... La terapia cognitivo - comportamentale aiuta ad affrontare i pensieri, le emozioni ed i comportamenti in maniera più utile ed efficace per la persona. Aiuta anche ad esporsi ai pensieri che tu consideri nocivi per far abbassare l'impatto emotivo che hanno su di te ed aiutarti ad accettarli piano piano. In tal modo la loro forza sparirà e ritornano ad essere pensieri che vengono e vanno ma senza la forte emozione che probabilmente provi.
Per questo ti consiglio di pensare anche ad una terapia oltre che quella con il professionista che ti segue.... capendo anche gli sforzi magari economici che dovrai sostenere... ma, alla luce, del tuo benessere e della tua vita, probabilmente saranno ricompensati.
Resto a disposizione.
Un caro saluto.

Dr.ssa Roberta Fuga
Psicologa - Psicoterapeuta cognitivo - comportamentale e grafologa.

Dr.ssa Roberta Fuga Psicologo a Roma

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20 OTT 2014

Cara Pollon
quello che comprendo dalla sua lunga lettera è che lei, in questa lotta contro i suoi disagi emotivi ce la sta davvero mettendo tutta e questo è un fatto che indica che "alla base" il suo carattere è forte, davvero FORTE, considerando anche le tristi e traumatiche esperienze che ha vissuto nell'infanzia in un "clima familiare" tanto duro.
Lei tuttavia è qui ed è "funzionante" anche con tanti interiori disagi ma anche con tante qualità che emergono chiare dalla sua lettera.
L'importante rapporto col suo attuale fidanzato è certo un suo punto di equilibrio che deve essere mantenuto e non minato dal malessere e dal disturbo specifico che lei ci presenta.
Penso che lei nel "combattere" su questo fronte abbia messo in campo troppa tenacia e penso che questo invece di migliorare la situazione l'abbia un poco peggiorata.
Le spiego nel "domare" il disturbo credo che lei l'abbia rafforzato.
Visto che lei chiede consigli pratici quello che le dò io è di usare tecniche più dolci.
Un buon modo può essere l'uso di "formule neutralizzanti" (come usate nella tecnica del training Autogeno ad es.) che servono appunto a Neutralizzare il disturbo.
Es. "questi sintomi non mi interessano" " Tutti questi pensieri non m i interessano ad essi penserò dopo".
Questo genere di formule possono riportare molto equilibrio.
Certo che se lei potesse farsi aiutare da uno psicoterapeuta sarebbe una bellissima cosa e un dono speciale da fare a se stessa.
Provi a verificare nel suo territorio se c'è possibilità di servizi Psicologici a cui poter accedere gratuitamente.
Detto questo la saluto cordialmente consapevole di aver potuto fare ben poco per lei.
Quel poco l'ho fatto con affetto ed interesse al suo problema, anche stima e vicinanza a lei.
Un abbraccio
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna.

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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