Confusione e contraddizioni - relazione in crisi o finita?

Inviata da Luna · 27 nov 2023 Terapia di coppia

Salve, ho 28 anni e da tre anni sto con il mio ragazzo che ha 10 anni più di me. Purtroppo nel corso degli ultimi due anni la sua vita è stata segnata da problemi di salute sia familiari sia personali. Purtroppo sono insorte delle patologie che hanno minato molto la sua vita, rendendolo molto irrequieto e soprattutto lasciandolo con pochissime energie. E' vero che ha diversi fastidi e dolori, ma ritengo che psicologicamente si lascia limitare da ciò un po' troppo, tendendo ad un comportamento lamentoso e poco reattivo. Purtroppo si rifiuta di andare da uno psicologo...
Io gli sono stata molto vicina e l'ho sempre spronato, ma nell'ultimo periodo litighiamo sempre perché io vorrei un po' di spensieratezza e complicità. Ho fatto molti sacrifici per venirgli incontro e le poche volte che ha fatto lo stesso lui per me è finita "male", perché si sentiva peggio o viveva male la situazione in quanto lo faceva solo per rendermi contenta. Il risultato è che quello che poteva essere un momento di spensieratezza diventava invece un incubo o fonte di litigio.
Abbiamo parlato molte volte e ho espresso sempre i miei bisogni... lui mi ha ascoltata sempre, ci siamo confrontati, però alla fine ci ritroviamo incastrati sempre nello stesso circolo vizioso. In tutto ciò quella che è venuta meno in assoluto è la complicità intima - il desiderio sessuale. Facendolo sempre meno e con diversi limiti sempre dettati dal suo stato di salute, mi sento sempre meno coinvolta, appagata e sempre più frustrata. Abbiamo parlato anche di questo, ma non sembra che riusciamo a trovare un compromesso in quanto la malattia (o probabilmente il modo in cui la vive) ha la meglio su tutto.
Dopo numerosi litigi e diverse volte in cui ho espresso la possibilità di separarci, ha cominciato a essere meno irrequieto, più propenso agli impegni di vita sociale, dicendomi che sta cercando di fare il più possibile per stare meglio e migliorare, anche per la nostra coppia, ma mi ha detto che passerà del tempo - non quantificabile - prima che magari tutto andrà meglio.

Nonostante una parte di me ha una fortissima speranza che possa ritornare a star bene, l'altra parte di me è sfiduciata e ha paura che lui "sia fatto così", pessimista e disfattista.

Nell'ultimo periodo inoltre, nel mezzo di questa tempesta, mi sono sentita attratta da due persone che hanno espresso desiderio nei miei confronti. Uno di questi due mi ha baciata e io l'ho lasciato fare, siamo andati anche un po' oltre, ma ho categoricamente evitato ed escluso di andarci a letto. La cosa mi ha fatto sia molto male (sensi di colpa, confusione, consapevolezza di non aver raccontato l'accaduto al mio partner) sia molto bene, perché dopo due anni mi sono sentita nuovamente viva e ho risentito il mio desiderio sessuale riaccendersi.

Com'è possibile che io viva dei sentimenti così contrastanti? Sono molto confusa... non so se si tratti di una situazione "complessa" in quanto coinvolge una malattia oppure se il mio amore per lui è finito? Non so se quello che è successo è dovuto alle privazioni che ho vissuto oppure perché è quello di cui ho veramente bisogno (ovvero una nuova relazione, nuove emozioni, nuove complicità).
Io sento di voler stare con lui perché reputo che sia l'uomo che voglio accanto a me per via della nostra forte intesa mentale e affettiva; ma dall'altro lato sento il bisogno di vivermi la vita o anche semplicemente avere una vita meno problematica, dove perlomeno i problemi vengano affrontati in maniera meno pesante... ma non so se con lui ciò avverrà mai. Sento che sono impazientita e che non so se sarò ancora capace di accettare i suoi limiti.
Grazie per la vostra gentile risposta e opinione.

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