Come tagliare il cordone ombelicale?

Inviata da Mor · 23 apr 2023 Autorealizzazione e orientamento personale

Ho 27 anni appena compiuti e sono al primo anno di università (che pago con i miei soldi). In questi anni, a parte qualche lavoretto, non ho fatto nulla di significativo per me. Ho tanti sogni e obiettivi che non mi do il permesso di realizzare e che rimando da anni a causa della sudditanza psicologica che si è creata nel rapporto con i miei genitori.

Non mi sento libera di vivere la mia vita come voglio, è tutto un "fin quando vivi qui, fai quello che diciamo noi", ma poi ogni mio tentativo di emancipazione viene vissuto dai miei genitori come un tradimento, una mancanza di rispetto nei loro confronti e di conseguenza iniziano litigi, urla, musi lunghi e ricatti emotivi di ogni tipo. Inoltre sono sempre stata discriminata rispetto a mio fratello: se c'è da fare qualcosa in casa devo farlo io "perché tu sei femmina", se mia madre sta male devo aiutarla io "perché tu sei femmina", non posso andare in vacanza con il mio fidanzato "perché tu sei femmina". Mio fratello non ha mai mosso un dito in casa, non si è mai preso una responsabilità e fa tutto quello che vuole e per loro è normale che sia così. Si aspettano che io passi tutta la vita nel nostro paesello del sud Italia per occuparmi di loro quando saranno anziani (sempre perché sono la figlia femmina). Insomma, il messaggio che passa implicitamente è "puoi realizzarti, ma non troppo e alle nostre condizioni" e mi sento investita da aspettative e doveri che mi schiacciano.

Preciso che non voglio scaricare sui miei genitori le colpe di questa situazione, perché a loro volta sono stati vittime delle loro famiglie e non hanno avuto abbastanza consapevolezza da riuscire a elaborare le loro storie famigliari in modo costruttivo: mio padre è cresciuto in una famiglia povera e anaffettiva dove non c'era spazio per i rapporti emotivi, perché l'unica preoccupazione era riuscire ad arrivare a fine mese. Di conseguenza è sempre stato poco propenso al dialogo e, in generale, non ho mai visto da parte sua un reale interesse nel costruire un rapporto con me. Mia madre è cresciuta in una famigli amorevole ma estremamente all'antica che ha limitato la sua libertà fino a soffocarla (ad esempio, se usciva doveva stare a casa entro le 7 di sera), ma lei ha sempre assunto il ruolo della brava bambina, accettando tutto senza battere ciglio e adesso sta replicando lo stesso copione con me. Mia madre non lavora, non ha interessi e ha sempre fatto ruotare la sua vita attorno alla cura della famiglia, il che ha contribuito a renderla estremamente apprensiva, controllante e possessiva. Inoltre, alcuni anni fa, ha avuto un tumore (per ora guarito) che ha alimentato ancora di più la sua ansia e ora usa la scusa della sua salute cagionevole come ricatto emotivo.
Siamo una famiglia disfunzionale in cui non c'è dialogo, comprensione e supporto emotivo e si tira a campare come se questi problemi non esistessero. So che in qualche modo mi vogliono bene e che fanno quello che possono con gli strumenti che hanno. So anche che la mia vita è una mia responsabilità e che è compito mio rompere questa dipendenza, ma sento di non avere gli strumenti per poterlo fare.

Di fronte a ogni litigio e ricatto emotivo, invece di reagire con grinta, cacciare le unghie e prendermi quello che mi spetta, cado nella disperazione. Mi sento fragile, piccola, incapace di farmi valere e di mostrare la parte più autentica di me. Insomma, detto in parole povere, non so stare davanti a loro con la schiena dritta, in modo adulto. Sono arrivata al punto in cui, per evitare il conflitto, ho messo da parte i miei reali bisogni e desideri, ma la mia salute mentale ne sta risentendo. Sono sempre arrabbiata, triste, ansiosa, ci sono dei giorni in cui spreco tutte le mie energie mentali pensando ossessivamente a questa situazione, altri in cui arrivo a desiderare la morte dei miei genitori (di mia madre in particolare), altri in cui desidero di essere io a morire.

Come se ne esce? Mi sento un leone in una gabbia di due metri.

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Miglior risposta 26 APR 2023

Cara Mor, grazie per aver condiviso con noi questo frammento della tua vita.
Dal tuo racconto emerge una grande consapevolezza e un'attenta analisi del tuo contesto di vita e, soprattutto, dei tuoi vissuti e delle tue emozioni. Questo è alla base della possibilità di interrompere quel ciclo intergenerazionale che spesso si viene a creare e che costringe tutti quanti - adulti, bambini e futuri nati - entro le sbarre di una gabbia troppo stretta. Credo che la cosa più difficile in queste situazioni, sia proprio accettare di aver intravisto la via d'uscita, la sbarra da poter scardinare per uscire. Uscire da li, implica infatti avere la consapevolezza che chi rimane dentro, ha scelto per sè stesso quel destino. La gabbia non è invisibile a nessuno, nè tanto meno accogliente: semplicemente c'è chi sceglie di adattarsi e cercare il modo di mettersi comodo - spesso a discapito di altri - e poi c'è qualcuno che, invece, desidera uscire.
Sostenere il senso di colpa, il senso del dovere e della responsabilità, così come accettare di avere vissuti contrastanti nei confronti dei propri genitori ai quali, da un lato, vogliamo bene e che cerchiamo di comprendere alla luce del loro passato, mentre dall'altro possono essere investiti di rabbia per costringerci a provare la loro stessa sofferenza, odio perchè non desiderano un cambiamento nè per sè stessi nè per gli altri, rancore e frustrazione perchè la richiesta di indipendenza che ci fanno è solo apparente, mentre con le parole ci propongono libertà e autonomia, con i comportamenti e i vissuti emotivi ci legano ancora di più a loro e alla situazione.
Se ne esce: imparando a guardare oggettivamente i tuoi genitori per quel che sono, ovvero persone adulte che hanno scelto per sè stesse, riconoscendo di essere anche tu a tua volta una persona adulta e indipendente che può fare le sue scelte e accettando le emozioni e i vissuti negativi che ciò comporta.
Solo noi stessi possiamo liberarci dei nostri sensi di colpa e solamente noi possiamo essere la fonte del nostro benessere.
Il percorso è, come hai potuto ben sperimentare, difficile e doloroso ed è bene essere accompagnati in questo viaggio da qualcuno che possa sorreggere con te il peso della sofferenza, dell'imparare a camminare con le proprie gambe e le emozioni collegate a guardare per la prima volta, con occhi diversi, chi e cosa ci circonda.
Spero di esserti stata di aiuto e rimango a disposizione per qualsiasi cosa,
un abbraccio.
Dott.ssa Annalisa Magnaneschi

Dott.ssa Annalisa Magnaneschi Psicologo a Roma

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4 MAG 2023

Cara Mor, in realtà dimostra di essere una persona molto coraggiosa dal modo in cui analizza la situazione e soprattutto dal modo in cui riconosce i suoi movimenti interni ed esterni con molta onestà e consapevolezza. Questo mi fa pensare che lei é una persona con grandi risorse da mettere al servizio del proprio futuro. Forse, paradossalmente, ciò che la blocca é l'istintivo meccanismo di protezione verso questa famiglia che però la costringe a rinunciare a delle parti vitali molto importanti.
Credo che per il suo buon livello di consapevolezza e ragionamento, potrebbe davvero trovare molto fruttuoso un percorso di terapia personale che tenga in conto non solo le trame personali che lei porta ma anche quelle familiari che la bloccano.
In bocca al lupo
Dott.ssa Giulia Meneghetti psicologa e psicoterapeuta

Dott.ssa Giulia Meneghetti Psicologo a Roma

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25 APR 2023

Gentile Mor, mi colpisce la sua sensibilità nel cogliere le dinamiche che la coinvolgono. È consapevole sia della sua attuale situazione sia delle origini di comportamenti ed atteggiamenti da parte dei suoi genitori; questa consapevolezza la aiuterà molto in un percorso di terapia personale.
Se ne esce proprio così, con un percorso che le permette di decidere da Adulto qual è! L'università, l'autonomia che si è costruita malgrado i freni genitoriali. Gli aspetti depressivi, inclusa la rabbia, la rabbia e l'ansia possono essere accolti come sintomo e bisogno di cambiamento. Penso che questa condivisione sia molto significativa. Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr. Zaupa

Dottoressa Maria Zaupa Psicologo a Vicenza

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25 APR 2023

Carissima,

la dipendenza psicologica si può combattere anche con un piccolo lavoretto che potresti fare e che ti permetta di avere (magari) un migliore rapporto con i tuoi genitori. E' un poco come se avessi nei loro confronti un potere in aggiunta. Non scoraggiarti. Magari rintraccia uno psicoterapeuta nella città più vicina e fai un percorso di psicoterapia personale. Purtroppo, non credo si possa contare sulla tua famiglia per un coinvolgimento di questo tipo, intendo una psicoterapia famigliare. Tu però potresti investire parte dei tuoi soldi in una psicoterapia personale.
Se lo desideri, manteniamo il nostro contatto
Dott.Gabriele Lenti Psicoterapeuta Genova

Dott. Gabriele Lenti Psicologo a Genova

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25 APR 2023

Carissima,
Innanzitutto la ringrazio per la sua condivisione molto intesa emotivamente. Comprendo la sua frustrazione e la sua sofferenza perché le relazioni familiari, quando sono disfunzionali, ci recano un grande dolore proprio perché sono quelle più importanti che sperimentiamo. Proprio in virtù della loro importanza, è difficile svincolarsi da dinamiche invischianti soprattutto quando vengono messi in campo ricatti emotivi. Immagino, sulla base del resoconto che lei ci porta, che sia poco realizzabile l'ipotesi di una terapia familiare, la quale sarebbe davvero l'ideale per lavorare sui comportamenti controllanti messi in atto dai suoi genitori. Ma non disperi, il suo lavoro potrebbe concentrarsi sulla sua crescita personale e sulla sua autonomizzazione. Come lei stessa riporta, i suoi genitori a loro volta hanno esperito modelli genitoriali che purtroppo vendono la riattualizzazione nella loro genitorialità, però lei potrebbe essere l'inizio del cambiamento, il punto di svolta. Occorre lavorare sulla presa di coscienza, da parte sua (e questo è fortunatamente avvenuto) ma soprattutto da parte dei suoi genitori, che lei è un essere a sé stante, non una propaggine e un prolungamento dei suoi genitori. Provi a mettere in atto dei piccoli cambiamenti, non miri ad una rivoluzione che può destabilizzare i suoi genitori fino a creare delle faglie insanabili. Deve lavorare sulla sua assertività, sua sua capacità di autoaffermazione. Occorre anche comprendere se lei ha il coraggio necessario ad emanciparsi o si sente, in un certo senso, monca di quegli strumenti necessari all'indipendenza. In tal caso, si potrebbe lavorare sull'inserimento di piccole autonomie quotidiane a cui attualmente non lascia spazio. Io resto con piacere a sua disposizione. Fabiana.

Fabiana Navarro Psicologo a Maddaloni

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24 APR 2023

Salve, sono Eleonora Visalli, psicologa.
Leggo con piacere il suo sfogo e la sua richiesta d’aiuto riguardo la situazione di vita ed il rapporto con i suoi genitori. Mi sembra di notare che ha le idee abbastanza chiare sui suoi bisogni e quali siano le difficoltà per raggiungerli e reputo utile il fatto che si dica consapevole riguardo il fatto che i suoi genitori sono persone-altre da lei, con la loro storia personale ed una percezione diversa delle cose.
Credo che la parola chiave in questo contesto sia quella di “confine” , comprendere dove si trova questo confine e come poterlo rispettare e far rispettare. Le consiglio di concedersi tempo ed energie per riflettere su se stessa, indirizzando le energie verso il cambiamento che desidera, l’immagine di un leone in gabbia che riporta alla fine credo sia molto esplicativa di come si sente e potrebbe partire da lì: da questa forte energia che vuole uscire.

Eleonora Visalli Psicologo a L'Aquila

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24 APR 2023

Buongiorno Mor,
Inizio col sottolineare alcune espressioni che lei ha usato:
• non ho fatto nulla di significativo per me
• non mi do il permesso
• rimando da anni
• si aspettano (loro) che io passi la mia vita (chi è il soggetto?)
Quando vuole iniziare a vivere la sua vita? Ha 27 anni, è adulta, e soprattutto ha un futuro tutto da scrivere
Sa, cara, descrive molto bene il funzionamento della sua famiglia, ma a cosa le serve questo? Loro hanno fatto le loro scelte di rimanere in quel contesto, e lei?
Li possiamo trovare questi strumenti per rompere questo innesco, sono certa che lei li abbia tutti. Ma mi perdoni la provocazione: lei sente di avere quello più importante di tutti, il coraggio?
Io sono qui se volesse iniziare a prenderlo in mano e costruire mattoncino per mattoncino la vita che desidera costruire LEI. Se lo da il permesso?
Resto a disposizione
Buona giornata

Dott.ssa Cecilia Autelli Psicologo a Pavia

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24 APR 2023

Salve Mor, capisco bene il suo punto di vista e che si senta un leone in gabbia però si vede che ha tante risorse e che è consapevole di tante cose e questo può aiutarla molto nel suo percorso di individuazione e autonomia:)
Penso che iniziare un percorso di psicoterapia possa aiutarla a identificare meglio cosa desidera per sé e come poterlo realizzare, scegliendo delle sue modalità e diventando sempre più autonoma rispetto ai messaggi impliciti e espliciti che riceve in casa. Già il fatto che chieda aiuto e si renda conto di alcuni processi è secondo me molto positivo per lei :) spero di averla aiutata. Un grande in bocca al lupo

Dott.ssa Viola Verri Psicologo a Roma

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24 APR 2023

Gentilissima,

Innanzitutto, Lei è una persona molto coraggiosa, ha raccontato qui la Sua intima esperienza emotiva e La ringrazio per questo.

Il modo migliore di cambiare le dinamiche relazionali in famiglia - è il percorso familiare psicologico con psicologo/psicoterapeuta ad orientamento sistemico-relazionale.
Se questa opzione, invece, sembra impossibile - si può iniziare il percorso anche individuale, ma sempre nel approccio sistemico-relazionale.
Intanto, Le lascio qui le domande-chiave che potrebbe fare a se stessa:
1. Se avessi una bacchetta magica, cosa cambierei?
2. Posso cambiarlo anche senza la bacchetta?

Le auguro ogni bene,
Un caro saluto,
Dott.ssa Svetlana Loginova - psicologa clinica ad orientamento sistemico-relazionale a Bergamo e online

Dott.ssa Svetlana Loginova Psicologo a Bergamo

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24 APR 2023

Buongiorno cara
Penso che ti sarebbe utile effettuare un percorso di psicoterapia, con un training sulla autostima.
Per riprendere in mano la tua vita. Cerca di trovarti un lavoro anche fuori regione.
La psicoterapia la puoi fare anche online
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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24 APR 2023

Cara,

dimostri una grande capacità di autoanalisi nel descrivere e approfondire i membri della tua famiglia e te stessa. Sarebbe molto importante esplorare ulteriormente la tua storia familiare, unitamente agli altri contesti di appartenenza in cui sei inserita.
Sono a tua completa disposizione per ascoltarti e per trasmetterti gli strumenti di cui hai bisogno per focalizzarti sui tuoi bisogni e desideri più che legittimi.

Dott.ssa Francesca Orefice.

Dott.ssa Francesca Orefice Psicologo a Bologna

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24 APR 2023

Ciao, mi rendo conto che la tua situazione sia molto difficile. Comprendo che stai vivendo un momento di grande difficoltà e ti apprezzo per il coraggio che hai avuto nel condividere tutto questo. Mi sembra che tu stia vivendo una grande sofferenza a causa della situazione familiare in cui ti trovi. È comprensibile che tu abbia tanti sogni e obiettivi che desideri realizzare, ma che non riesci a farlo a causa della sudditanza psicologica che ti lega ai tuoi genitori. Inoltre, il fatto che ti senti discriminata rispetto a tuo fratello e che i tuoi genitori impongano su di te delle aspettative e dei doveri che ti schiacciano, ti fa sentire soffocata e limitata nelle tue scelte. La dipendenza emotiva che hai dai tuoi genitori sembra essere molto forte, e comprendo che non sai come rompere questo legame. Tuttavia, non devi sentirsi sola in questa situazione. Posso offrirti il mio supporto per aiutarti ad affrontare i problemi che stai vivendo. Sarebbe opportuno iniziare una terapia individuale, dove potremmo esplorare insieme i tuoi bisogni, desideri e aspirazioni, e cercare di trovare un modo per realizzarli. Inoltre, potremmo lavorare sulla tua dipendenza emotiva dai tuoi genitori, cercando di sviluppare una maggiore consapevolezza di te stessa e delle tue emozioni, e imparando a gestire le situazioni difficili in modo più efficace. Non è facile rompere le dipendenze emotive, ma con il tempo e l'impegno si possono raggiungere grandi risultati. Ti invito a considerare l'idea di iniziare una terapia individuale, perché credo che possa essere molto utile per il tuo benessere psicologico e per aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi.

Dott.ssa Nicoleta Senni Pop-Span Psicologo a Asti

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24 APR 2023

Buongiorno. Lei è molto consapevole della sua situazione familiare e questo è un primo passo importante e fondamentale verso il suo percorso di auto-realizzazione. La scelta di cominciare a frequentare l’università l’ha incanalata verso una maggiore indipendenza più di quanto al momento le possa sembrare; ha deciso di fare una cosa unicamente per se stessa e per il suo futuro.
Nel suo messaggio non ho sentito odio nei confronti dei suoi genitori o di suo fratello, ma piuttosto del risentimento comprensibile collegato a una buona dose di compassione per quella che a loro volta è stata la loro educazione.
A questo punto, con queste buone basi, ritengo che ciò che le resta da fare, ed è anche il punto da cui dovrebbe cominciare, è quello di lavorare sul superamento dei sensi di colpa che allontanarsi dalla sua famiglia le crea, attraverso un percorso con un professionista che possa sostenerla attraverso i cambiamenti inevitabili della sua vita.
Spero di esserle stata di aiuto. Le auguro una buona giornata.

Federica Corvino Psicologo a Torino

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