Come supero il giudizio dei miei genitori?
Ho 21 anni, tre mesi fa contrai una IST e questa cosa mi spaventò subito fin dall'inizio. Iniziai a stare parecchio in pensiero e non riuscivo a smettere di pensarci, non riuscivo a dormire, ero molto in ansia, perché era una cosa da cui non sapevo cosa aspettarmi...anche per l'eventuale pericolosità della situazione, ma col tempo mi resi conto che non era tanto per l'infezione in sé, ma ero più in ansia per cosa avrebbero pensato i miei genitori di me, come avrebbero reagito se l'avessero scoperto dato che da sempre, avevano quel modo altamente giudicante di rapportarsi con me e col resto del mondo con una tendenza estremamente controllante.
Mi spaventava come sarebbe potuta cambiare la mia vita dopo averglielo detto, dato che in passato avevano parlato di qualcuno che le aveva contratte in modo totalmente dispregiativo, come se fosse una persona orribile e facesse "schifo". Mi aiutò pensare che contrarre una cosa del genere non poteva definirmi come persona... Ma il tutto non si fermò li.
I miei genitori sono persone che per piccole cose, come tornare a casa mezz'ora dopo l'ora prevista o rovesciare il bicchiere d'acqua a tavola, erano in grado di andare fuori di testa, dicendomi parole pesanti. Queste "scenate" potevano durare anche 2 settimane, in cui non mi parlavano perché erano "arrabbiati". Una volta mia madre ricordo che ribaltò apposta, presa dalla rabbia per una questione frivola, la cassa musicale a cui tenevo tanto contro il cartongesso, creando un piccolo buco nel muro e staccandola dalla base su cui era fissata. Mi si ruppe il cuore... Ci tenevo così tanto a quella cassa e lei lo sapeva.
Ma a queste situazioni ci sono sempre passato sopra... Anche perché nessuno chiedeva scusa in seguito si faceva finta di niente, come se fosse normale, come se tutto fosse assolutamente giustificato dal rancore che si provava e che non importava quanto cruenta era la litigata, la famiglia è sempre la famiglia, anche se avvengono palesemente mancanze di rispetto e non si chiede scusa.
Sta volta mi sono ritrovato ad aver una IST, presa grazie ad una persona di cui mi fidavo, quando in realtà mi stava tradendo con qualcun'altro e non ho sentito di potermi confidare/sfogare o cercare conforto nemmeno con i miei genitori perché avrebbero sicuramente giudicato qualcosa di tutta questa situazione, scaricando la colpa su di me. Per tre mesi credetti di aver altre malattie sessualmente trasmissibili più gravi dato che, nonostante ci siano i test, comunque per far sì che siano validi, bisogna aspettare un po' di tempo... Il cosiddetto periodo finestra. Ma non riuscivo a trovare il coraggio di confidarmi con la mia famiglia nonostante sentissi il peso della situazione schiacciarmi e mi sentivo solo, questo mi genera tutt'ora risentimento dentro.
Vorrei che non fosse così, sento che devo nascondere ai miei TUTTO riguardo qualsiasi cosa perché non so cosa li farebbe arrabbiare, ed è estremamente FATICOSO cercare di nascondere tutto per far in modo che non si arrabbino. Non voglio che vedano cosa amo perché temo che lo possano sminuire, criticarlo spegnendo la mia energia.
Ed ora, che ho fatto tutti i test di tutte le MTS possibili e immaginabili per essere sicuro di non aver nulla, mi preoccupo dell'unica cosa che per gli uomini non esiste un test, ovvero l'hpv ( il virus del papilloma umano).
Me ne preoccupo perché in caso si manifestasse, e a volte si manifesta anche dopo 5 anni, dovrei toglierlo per via chirurgica o crioterapia e questo non posso nasconderlo ai miei.
Quindi al mattino quando mi alzo, anzi di pensare "iniziamo questa meravigliosa giornata liberato dal pensiero di qualsiasi mts esista" penso "e se un giorno mi svegliassi con un sintomo dell'HPV come cavolo posso affrontare sta cosa?", sembra un loop non finire mai, non tanto per le mts in sé, ma più che altro per i miei genitori, per il loro eventuale giudizio.
Questa vicenda ha un enorme lato positivo, il fatto che posso credere di più in me, perché ho affrontato tutto da solo e ho iniziato ad amarmi tanto di più, perché c'ero io e basta per me stesso nel pieno di quel momento difficile. Non voglio essere una persona pessimista, e infatti di lati positivi ne vedo... Ma vorrei togliermi di dosso ogni paura legata a loro, io amo ciò che sono, amo prendermi cura di me, amo tutto ciò che mi rende me, mentre il loro giudizio, la loro frustrazione sempre lanciata su di me come se fossi il bidone in cui mettere tutta la loro spazzatura della fine giornata e il loro giudizio mi asfaltano tutte le volte. Ma perché mi chiedo? Cosa costa usare una parola amorevole? Il fatto è che solo loro hanno questo potere su di me, se lo facesse una persona a caso per la strada non mi sentirei così triste perché con quella persona non ci vivo... Mentre con loro è diverso perché ogni giorno, se mi confidassi con loro e andasse male, rischierei di imbattermi in una dose di negatività che quasi ti trascina compromettendo la mia serenità.
Non vorrei avere così paura del giudizio dei miei genitori, soprattutto considerando come sono abituati a rapportarsi. Ho paura sempre che loro distruggano il mio mondo. In più, a volte ammetto di sentirmi molto solo nell'affrontare tutto questo perché ci si mette anche lo stigma sociale, con chi mai potrei parlare di una roba del genere?
Vorrei superare il loro giudizio, vorrei che non m'importasse nulla di quello che pensano e che qualsiasi cosa mi capiti nella vita venga presa tipo "è la vita ed è normale che possa capitare" senza necessariamente essere una delusione per me stesso solo per ciò che mi accade. Quando parlano di quanto sia una delusione per loro vorrei essere totalmente libero di fregarmene, senza essere schiavo del fatto che quello che dicono sia necessariamente giusto solo perché sono i miei genitori.