Come supero il giudizio dei miei genitori?

Inviata da Lori · 8 set 2023 Terapia familiare

Ho 21 anni, tre mesi fa contrai una IST e questa cosa mi spaventò subito fin dall'inizio. Iniziai a stare parecchio in pensiero e non riuscivo a smettere di pensarci, non riuscivo a dormire, ero molto in ansia, perché era una cosa da cui non sapevo cosa aspettarmi...anche per l'eventuale pericolosità della situazione, ma col tempo mi resi conto che non era tanto per l'infezione in sé, ma ero più in ansia per cosa avrebbero pensato i miei genitori di me, come avrebbero reagito se l'avessero scoperto dato che da sempre, avevano quel modo altamente giudicante di rapportarsi con me e col resto del mondo con una tendenza estremamente controllante.
Mi spaventava come sarebbe potuta cambiare la mia vita dopo averglielo detto, dato che in passato avevano parlato di qualcuno che le aveva contratte in modo totalmente dispregiativo, come se fosse una persona orribile e facesse "schifo". Mi aiutò pensare che contrarre una cosa del genere non poteva definirmi come persona... Ma il tutto non si fermò li.
I miei genitori sono persone che per piccole cose, come tornare a casa mezz'ora dopo l'ora prevista o rovesciare il bicchiere d'acqua a tavola, erano in grado di andare fuori di testa, dicendomi parole pesanti. Queste "scenate" potevano durare anche 2 settimane, in cui non mi parlavano perché erano "arrabbiati". Una volta mia madre ricordo che ribaltò apposta, presa dalla rabbia per una questione frivola, la cassa musicale a cui tenevo tanto contro il cartongesso, creando un piccolo buco nel muro e staccandola dalla base su cui era fissata. Mi si ruppe il cuore... Ci tenevo così tanto a quella cassa e lei lo sapeva.
Ma a queste situazioni ci sono sempre passato sopra... Anche perché nessuno chiedeva scusa in seguito si faceva finta di niente, come se fosse normale, come se tutto fosse assolutamente giustificato dal rancore che si provava e che non importava quanto cruenta era la litigata, la famiglia è sempre la famiglia, anche se avvengono palesemente mancanze di rispetto e non si chiede scusa.
Sta volta mi sono ritrovato ad aver una IST, presa grazie ad una persona di cui mi fidavo, quando in realtà mi stava tradendo con qualcun'altro e non ho sentito di potermi confidare/sfogare o cercare conforto nemmeno con i miei genitori perché avrebbero sicuramente giudicato qualcosa di tutta questa situazione, scaricando la colpa su di me. Per tre mesi credetti di aver altre malattie sessualmente trasmissibili più gravi dato che, nonostante ci siano i test, comunque per far sì che siano validi, bisogna aspettare un po' di tempo... Il cosiddetto periodo finestra. Ma non riuscivo a trovare il coraggio di confidarmi con la mia famiglia nonostante sentissi il peso della situazione schiacciarmi e mi sentivo solo, questo mi genera tutt'ora risentimento dentro.
Vorrei che non fosse così, sento che devo nascondere ai miei TUTTO riguardo qualsiasi cosa perché non so cosa li farebbe arrabbiare, ed è estremamente FATICOSO cercare di nascondere tutto per far in modo che non si arrabbino. Non voglio che vedano cosa amo perché temo che lo possano sminuire, criticarlo spegnendo la mia energia.
Ed ora, che ho fatto tutti i test di tutte le MTS possibili e immaginabili per essere sicuro di non aver nulla, mi preoccupo dell'unica cosa che per gli uomini non esiste un test, ovvero l'hpv ( il virus del papilloma umano).
Me ne preoccupo perché in caso si manifestasse, e a volte si manifesta anche dopo 5 anni, dovrei toglierlo per via chirurgica o crioterapia e questo non posso nasconderlo ai miei.
Quindi al mattino quando mi alzo, anzi di pensare "iniziamo questa meravigliosa giornata liberato dal pensiero di qualsiasi mts esista" penso "e se un giorno mi svegliassi con un sintomo dell'HPV come cavolo posso affrontare sta cosa?", sembra un loop non finire mai, non tanto per le mts in sé, ma più che altro per i miei genitori, per il loro eventuale giudizio.
Questa vicenda ha un enorme lato positivo, il fatto che posso credere di più in me, perché ho affrontato tutto da solo e ho iniziato ad amarmi tanto di più, perché c'ero io e basta per me stesso nel pieno di quel momento difficile. Non voglio essere una persona pessimista, e infatti di lati positivi ne vedo... Ma vorrei togliermi di dosso ogni paura legata a loro, io amo ciò che sono, amo prendermi cura di me, amo tutto ciò che mi rende me, mentre il loro giudizio, la loro frustrazione sempre lanciata su di me come se fossi il bidone in cui mettere tutta la loro spazzatura della fine giornata e il loro giudizio mi asfaltano tutte le volte. Ma perché mi chiedo? Cosa costa usare una parola amorevole? Il fatto è che solo loro hanno questo potere su di me, se lo facesse una persona a caso per la strada non mi sentirei così triste perché con quella persona non ci vivo... Mentre con loro è diverso perché ogni giorno, se mi confidassi con loro e andasse male, rischierei di imbattermi in una dose di negatività che quasi ti trascina compromettendo la mia serenità.
Non vorrei avere così paura del giudizio dei miei genitori, soprattutto considerando come sono abituati a rapportarsi. Ho paura sempre che loro distruggano il mio mondo. In più, a volte ammetto di sentirmi molto solo nell'affrontare tutto questo perché ci si mette anche lo stigma sociale, con chi mai potrei parlare di una roba del genere?
Vorrei superare il loro giudizio, vorrei che non m'importasse nulla di quello che pensano e che qualsiasi cosa mi capiti nella vita venga presa tipo "è la vita ed è normale che possa capitare" senza necessariamente essere una delusione per me stesso solo per ciò che mi accade. Quando parlano di quanto sia una delusione per loro vorrei essere totalmente libero di fregarmene, senza essere schiavo del fatto che quello che dicono sia necessariamente giusto solo perché sono i miei genitori.

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Miglior risposta 11 SET 2023

Gentile Lori,
come lei stesso ha inizialmente anche riconosciuto, la sua preoccupazione maggiore non è tanto dovuta alla infezione sessuale contratta che può essere prevenuta tramite profilassi meccanica (condom) quanto piuttosto alla deprimente relazione interpersonale con dei genitori ipercritici , svalutanti e rabbiosi.
Queste negative caratteristiche genitoriali compromettono notevolmente nei figli la costruzione di una buona autostima ed è apprezzabile che lei ne abbia consapevolezza ed in parte abbia saputo farsi forza e reagire con coraggio senza abbattersi troppo.
E' tuttavia consigliabile un percorso di psicoterapia per migliorare ulteriormente la sua autostima e risolvere anche quella modica quota di ansia ipocondriaca che si evince da quanto ha scritto.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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17 SET 2023

Buongiorno Lori,
convivere con il giudizio, per di più dei genitori, è una sfida di incredibile difficoltà che lei sta riuscendo a combattere. La sua domanda riguarda il COME. Purtroppo, non esistono strategie collaudate ed efficaci, se non quella di attraversare un percorso che permetta di capire le sue risorse e come utilizzarle e metterle in campo in questa sfida.
Dott. Orsolini Stefano.

Dott. Stefano Orsolini Psicologo a Capannori

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14 SET 2023

Gentilissimo,
Leggendo la sua storia ho sentito un po’ la solitudine che sta vivendo, in una famiglia nella quale il giudizio regna sovrano e dove non riesce a comunicare con loro, per paura di essere giudicato ed etichettato. Nel suo racconto si sente una flebile voce che “urla” di essere ascoltato e amato.
Potrebbe provare a condividere con loro questi sentimenti e dare voce alle sue emozioni.

Dott. Cristian Conforti Psicologo a Rende

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11 SET 2023

Il giudizio di cui parlo è difficile da sostenere. Con una giusta terapia avrebbe la possibilità di girare l'interruttore e cedere gli eventi in modo diverso. La terapia breve strategica è consigliata

Dr. Michele Scala Psicologo a Padova

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11 SET 2023

Caro Lori,
innanzitutto bisogna sfatare il mito che famiglia è sempre famiglia e che quindi tutto è lecito e giustificabile all'interno di essa.
Ci sono comportamenti inammissibili, come la continua svalutazione e il giudizio distruttivo al quale lei è stato sottoposto da sempre.
La sua è una di quelle famiglie in cui "come fai sbagli, chiunque tu sia non vai bene" nelle quali è davvero difficile sopravvivere e uscire illesi dal punto di vista psicologico. Lei è riuscito fino ad ora non lasciarsi permeare da questo pensiero. Evidentemente è stato in grado di riconoscere che gli attacchi aggressivi E le scenate dei suoi genitori e i loro contenuti non riguardano lei, ma loro stessi. Mi sembrano persone piene di rabbia e insoddisfazione che proiettano su tutti, giudicandoli pesantemente, senza risparmiare neanche lei. È saggio da parte sua preservare dagli attacchi la sua personalità e intimità, Le sarebbe Certamente utile poter vivere per conto suo e guardare con un po' più di distanza questi genitori.
Non essere stato amato così come lei avrebbe non solo desiderato e avuto il diritto genara un grande dolore e una profonda amarezza mai pienamente curabili, ma riconoscere che lei nulla a che fare con il loro mondo così disturbato e disturbante è un movimento sano di individuazione e di crescita.
Se avrà la possibilità le le suggerisco un percorso di psicoterapia, per poter elaborare questa enorme ferita di non essere mai stato amato come figlio né apprezzato, ne uscirebbe rinforzato e con un' autostima più solida.
Le auguro il meglio e resto a disposizione
Cari saluti
Dottoressa Simona D'Urso

Dott.ssa Simona D'Urso Psicologo a Torino

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9 SET 2023

Buonasera Lori,
Devo dire che pur rileggendo il suo scritto più volte, non sono riuscito a capire se poi lei ha contratto o no questa malattia venerea, perché in un passaggio sembra contraddirsi. In ogni caso sembra che lei si prenda poca cura di sè mentre si preoccupa moltissimo del giudizio dei genitori. Non si può vivere all’ombra del Superio che alla lunga diventa ricettacolo di tutte le istanze morali in maniera intransigente. Questo vivere sotto quest’egida porta l’individuo ad adattarsi alle richieste di questa parte e poi a trasgredirla, anche inconsciamente, attraverso degli atti che sono rischiosi. Sarebbe opportuno che lei contattasse uno psicoterapeuta con cui instaurare un rapporto di fiducia emotiva che le consenta di ascoltarsi al di fuori del l’istanza unica normatrice che mette a dura prova la sua vita. C’è bisogno di libertà e di cura nella libertà.
Un saluto di incoraggiamento per iniziare la cura.
Dott. Pietro Salemme

Dott. Pietro Salemme Psicologo a Roma

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9 SET 2023

Lei sta affrontando molte sfide e sentimenti complessi. La preoccupazione per il giudizio dei suoi genitori è comprensibile, specialmente se ha vissuto situazioni in cui si è sentito giudicato o criticato.

Prima di tutto, è importante ricordare che Lei è una persona a sé stante, con i suoi pensieri, sentimenti e desideri. Non è definito dalle opinioni o dai giudizi degli altri, nemmeno da quelli dei suoi genitori. La sua autostima e il suo valore non dipendono da ciò che pensano gli altri di Lei.

È chiaro che desidera una relazione più sana e positiva con i suoi genitori, ma a volte può essere difficile cambiare dinamiche consolidate. Potrebbe essere utile cercare il supporto di uno psicoterapeuta o di un consulente che possa aiutarla a navigare in questi sentimenti e a trovare modi per stabilire confini sani con i suoi genitori.

Infine, è fondamentale che continui a prendersi cura di se stesso, sia fisicamente che emotivamente. Lei è l'unico responsabile della sua salute e del suo benessere, e ha il diritto di fare ciò che ritiene sia meglio per se stesso, indipendentemente dalle opinioni degli altri.

Le auguro tutto il meglio nel suo percorso di crescita e di autoscoperta. Lei è una persona forte e resiliente, e merita di vivere una vita piena di felicità e soddisfazione.

Dr. Matteo Piccioni Psicologo a Torino

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9 SET 2023

Stimato Lori,
poiché ha tutta la mia stima ad aver trovato come amarsi all' interno di una famiglia come quella da lei descritta. Lei è un giovane uomo che si trova a chidersi se deve rendere partecipe i suoi genitori di una situazione che le è capitata fidandosi di una persona, per cui non per leggerezza e incoscienza. È lei che sta dando troppo potere ai suoi visti i trascorsi, perciò visto il modo di comportarsi dei suoi fa bene a non renderli partecipi per ora. Cerchi di non dare importanza ai giudizi perché sono frutti di una morale bigotta e retriva , nel suo caso, e non espressi da genitori consapevoli dei bisogni del loro figlio. Il suo modo di ragionare è molto maturo ed effettivamente la contrazione delle ist sono cose che capitano vivendo. Cercare un dialogo con loro risulta molto complicato
se non si fa dare un aiuto professionale ,specie se i suoi genitori non si mettono in discussione. Cerchi di allontanarsi dal bisogno del loro giudizio, lei non ha bisogno della loro approvazione o meno, lei è un giovane uomo che può rispondere di sé stesso e delle proprie azioni senza il bisogno di giustificarsi davanti agli occhi dei suoi. Per quanto riguarda l'ist lei si cura o si è già curato, per l'HIV faccia una visita e così avrà modo di calmarsi. Lei soprattutto patisce della mancanza di comprensione ed amorevolezza che una coppia genitoriale dovrebbe dare al proprio figlio/a è che nel suo caso non ha avuto, ma avendo
Trovato la forza di amarsi , come merita, cerchi di uscire dalla convivenza con i suoi e viva la sua vita come vuole e merita. Non può far cambiare mentalità a chi crede di non doverla cambiare. Non cerchi il giudizio di approvazione, perché facendo questo da' troppa importanza agli altri a scapito della sua autostima,ma viva serenamente la sua vita, e quando si sentirà abbastanza libero dal bisogno del giudizio genitoriale, se vorrà ,potrà approcciare un discorso con loro sul tipo di comportamento che hanno usato su di lei. Si faccia aiutare professionalmente ad uscire dalla paura dei suoi ed alla paura dello stigma sociale,gran parte del lavoro lo ha già fatto. I genitori sono solo tali e non automaticamente padri e madri perché questi riconoscimenti vanno guadagnati" sul campo".
La saluto cordialmente e spero di esserle stato un poco d'aiuto
Giancarlo

Dott. Giancarlo Mellano Psicologo a Padova

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9 SET 2023

Sembra che tu stia affrontando una situazione molto complessa e carica di emozioni difficili, specialmente legate al rapporto con i tuoi genitori e al timore del loro giudizio. È importante ricordare che molti individui hanno relazioni complesse con i loro genitori e possono sentirsi influenzati dalle loro aspettative e giudizi.

Prima di tutto, è fondamentale riconoscere che sei una persona autonoma, con i tuoi pensieri, sentimenti e decisioni. Hai il diritto di vivere la tua vita in base alle tue scelte e valori personali, indipendentemente da ciò che i tuoi genitori potrebbero pensare o dire. È comprensibile desiderare l'approvazione dei propri genitori, ma non dovresti sacrificare la tua felicità o la tua autenticità per soddisfare le loro aspettative.

Può essere utile cercare il supporto di uno psicologo per esplorare questi sentimenti e lavorare su strategie per gestire il timore del giudizio altrui. La terapia può aiutarti a sviluppare una maggiore fiducia in te stesso e a trovare modi per gestire le dinamiche familiari difficili.

Inoltre, considera di mantenere un dialogo aperto con i tuoi genitori, se ti senti a tuo agio a farlo. Esprimi i tuoi sentimenti e le tue preoccupazioni in modo calmo e rispettoso. Potresti scoprire che la comunicazione aperta può aiutare a dissipare alcune delle tensioni e dei malintesi.

Infine, ricorda che la tua vita è tua, e hai il diritto di prenderne il controllo per cercare la felicità e il benessere personale. La crescita personale spesso comporta la necessità di superare paure e ostacoli, e con il tempo potresti trovare la forza per affrontare la tua paura del giudizio e per vivere una vita più autentica e soddisfacente.

Dott. Fabrizio Toti Psicologo a Todi

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9 SET 2023

Stimato Lori
ho scritto stimato perché gestire ciò che descrive e foriero di stima. Genitori non adeguati le hanno reso e le rendono difficile la vita. Il lato positivo è che ora lei è maggiorenne e non deve rendere conto di sé stesso e le sue azioni a loro. Evidentemente risulta difficile cercare in loro un conforto per l'ist che ha contratto ( non si capisce quale è e se si sta curando o ha smesso) ed al momento non li farei partecipi se non a fine cura . Lei inoltre è stato bravissimo a trovare le qualità e le motivazioni che l' hanno portata a valorizzarsi e ad amarsi, cosa non comune.
Il giudizio che teme da parte dei suoi e motivato dalla loro condotta, ma perché per lei è così importante? Non si comportano come genitori che aiutano il figlio nelle situazioni difficili o lo aiutano a esprimere se stesso ma giudicanti e punitivi in nome di chissà quale loro morale. Dovrebbero oloro fare un

Dott. Giancarlo Mellano Psicologo a Padova

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