Come può finire una reazione

Buongiorno,
Da circa tre mesi sono stato lasciato dalla mia compagna dopo 20 anni.
Io ho 36 anni, quasi 37, lei 34.
Stavamo assieme da quando avevamo 17 e 14 anni.
Lo scorso settembre, a seguito di una litigata a causa della mia scelta di lasciare il mio lavoro come commesso venditore per una proposta poi rivelatasi errata, che mi ha portato a rimanere disoccupato, la mia compagna mi ha comunicato di voler stare sola e di non essere più sicura di amarmi.
Va detto che da circa quattro anni stavamo cercando di avere un figlio senza successo per problemi di entrambi ed eravamo ricorsi alla fivet anche lì con procedure lunghe e stressanti e cure ormonali per lei.
Dopo molti insuccessi finalmente ad aprile 2023 si erano fecondati gli ovuli che erano solo da impiantare, ma a causa di suoi malesseri fisici abbiamo interrotto momentaneamente le procedure.
Nel mentre sia per stress lavorativo e ovviamente tutto l'insieme delle cose avevamo iniziato a litigare spesso, soprattutto per causa di mie inadempienze nel supporto ai lavori in casa e a causa del fatto che fumavo canne da quando ero ragazzino e negli anni comunque non ho mai smesso anche se lei mi faceva presente di non apprezzare la cosa (da qualche mese ho smesso di fumare).
Negli ultimi mesi era calata molto anche la frequenza dei rapporti sessuali e anche questo era motivo da parte mia di discussione.
A luglio 2023 siamo stati in ferie ed eravamo stati benissimo, facendo l'amore ogni giorno egodendoci le vacanze come ai tempi migliori.
Nel mentre abitavamo da 5 anni nella casa vuota del fratello e i suoi, sempre a luglio le hanno comprato una casa nello stesso stabile ma più grande perché potesse essere la nostra abitazione definitiva, cosa che, per procedure burocratiche, l'ha stressata ulteriormente.
Da ottobre, io sono andato per un mese a casa dai miei ma abbiamo continuato tutti i giorni a sentirci e con alternanza a vederci, fino a che a novembre avevo trovato un nuovo impiego in gioielleria e sono tornato a casa mentre lei era andata al piano di sopra nella casa nuova, anche lì vedendoci e sentendoci tutti i giorni praticamente.
Nel mentre lei è andata in psicoterapia.
Purtroppo però a gennaio lasciai la gioielleria in quanto a causa della sua indecisione non riuscivo a stare a contatto con le persone serenamente e ho accettato l'offerta di mio padre di lavorare in un magazzino di cui è responsabile(scelta fatta non lucidamente).
Da gennaio però, appunto, dopo essere stata nel dubbio, per mesi alternando frasi come "mi manchi" a pianti eccetera, lei mi ha comunicato di essere convinta della scelta e di voler chiudere definitivamente.
Da quel momento io sono venuto in appoggio in una casa vuota dei miei genitori ma la chiamo tutti i giorni cercando di farle cambiare idea, devo ammettere anche umiliandomi e pregandola di non buttare via tutto, ma non ne vuole sapere anzi dice di star bene così, che ha capito anche grazie alla psicoterapia di non amarmi più e che devo andare avanti anche se è difficile.
Io mi sento perso, ho iniziato da due mesi anche io un percorso di psicoterapia e nel mentre ho eliminato tutto quello che a lei dava fastidio, ma lei non vuole saperne.
Io ora mi ritrovo a 36 anni, da tre mesi in una casa non mia con relativamente pochi soldi che a fatica mi permetterebbero di pagare un affitto coi tempi attuali, un lavoro che detesto e di fatica rispetto a quello che ho sempre fatto dietro un banco o scrivania, solo e disperato.
Sto cercando inviando curriculum di tornare al mio settore ma non sembra così facile anche perché mi servirebbe uno stipendio che comunque mi permetta di appunto pagare un affitto o fare un mutuo vivendo decorosamente.
Lei è nella sua/nostra casa con il nostro gatto e molti miei oggetti ancora li che non sono riuscito a portare via e le nostre foto ancora appese alle pareti o comunque sui mobili, sui social ci sono ancora le nostre foto così come nel profilo di telegram.
Nonostante tutto dice di non avere dubbi sulla sua scelta, i suoi genitori le ripetono che sbaglia e la casa l'avevano presa perché potessimo starci entrambi, sua madre mi dice che sono come un figlio e le dispiace tanto quello che sta succedendo.
Gli embrioni sono congelati in clinica per i prossimi dieci anni.
Io non riesco a rassegnarmi e vorrei solo trovare un modo per recuperare, non so come fare, mi sembra di non avere più prospettive, mi sento vecchio e non so se potrò trovare il lavoro giusto per me..credo non amerò mai più una persona come lei e credo di non poter trovare qualcuno meglio di Lei.
Mi alzo tutti i giorni sempre più stanco e facendo un lavoro che odio e non mi da stimoli se non fatica fisica immane.
Senza di lei credo la mia vita sia finita.
La psicologa mi è di conforto, così come gli amici, ma non riesco comunque è non voglio, togliermi lei dalla testa.
Sono disperato, vorrei solo farla tornare e mi sento in colpa perché sono sicuro che se avessi avuto un atteggiamento diverso non sarebbe finita così.