Blocco terapeutico che mi fa stare male

Salve, sono una ragazza di 32 anni in terapia da più di 2 anni con uno psicoterapeuta con approccio umanistico integrato. Cerco di spiegare il problema che si è creato: da 3 mesi a questa parte sto vivendo un momento particolare, non ho lavoro, mi sento senza una direzione, sono molto abbattuta, non riesco a realizzare quello che desidero, mi sento molto chiusa e angosciata, ma nonostante questo penso che il problema non sia il lavoro, ma il mio approccio alle cose e le mie mancanze, in concomitanza con questo evento inizio a sentire una fortissima attrazione verso il mio terapeuta, una proiezione bella e buona di tutto ciò di cui ho bisogno, al punto da staccarmi dalla realtà. La terapia a questo punto smette di filare liscia come prima, nel senso che gliel'ho confessato e lui l'ha accolta tranquillamente, dicendo pure di ricambiare apertamente (cosa che professionale o no ha aumentato la mia illusione), ma da quel momento smette di funzionare qualcosa, io anche se consapevole del mio tentativo di seduzione, cerco in tutti i modi di venirne a capo, sono confusa, sto male e voglio capire cosa mi è successo, perché può indicarmi una strada per stare meglio. L'attrazione ha fatto il suo corso e adesso si è spenta, ma nonostante questo il mio terapeuta non sa dirmi perché è successo, non riesce ad indirizzarmi verso nulla, le nostre sedute sono diventate discussioni in cui stiamo tutti e 2 sulla difensiva, lui quasi mi accusa di essere confusionaria, che non riesco a definire esattamente cosa mi manca, motivo per cui lui non può lavorare su nulla, ed è vero che sono confusa, sento un groviglio di cose che non riesco a districare, ma vado in terapia proprio per questo. All'ennesima pressione da parte mia per avere più attenzione, mi ha detto che ho dei tratti narcisistici e istrionici che potrebbero sfociare in un disturbo (sarà vero, mi ci rispecchio), poi mi ha anche detto che ho una nevrosi (mi rivedo anche in questo), ma non mi fa lavorare su queste cose, non mi guida, anzi quasi mi sento giudicata, dice che quello che sento è inconsistente perché non so definirlo, ed esco ogni volta dalle sedute arrabbiata e nervosa perché mi sento incompresa. Oggi è successo per l'ennesima volta che se non se la sente di aiutarmi può mandarmi via e lui mi ha rigirato la cosa come se fossi io a voler andare via, ed è una cosa che ha detto molto spesso anche se non è così, lui mi ha detto che non mi manderà mai via finché chiederò aiuto, ma è come se stesse cercando di farlo indirettamente. Un'ultima cosa è che lui ha in terapia anche il mio ragazzo perché avevamo fatto terapia di coppi con lui. Io non so che fare, esco da lì più confusa di prima, non so se abbandonare la terapia o resistere e vedere se posso venirne a capo.