Blocco con gli esami universitari

Inviata da Stefano · 16 feb 2022 Orientamento scolastico

Buongiorno, mi chiamo Stefano, ho 25 anni e sono a pochi mesi dal mio secondo anno fuori corso e a meno 10 esami dalla laurea in Giurisprudenza. Quando, sette anni fa, ho intrapreso questo percorso, ero molto entusiasta di questa facoltà e di questo nuovo inizio, con il sogno di superare il concorso e diventare un giorno un ispettore o commissario della Polizia di Stato. Non ho mai avuto tentennamenti, a me non interessa diventare avvocato o magistrato, ho, fin da quando ero bambino, il sogno di diventare un poliziotto. Immagino vi starete chiedendo perché allora non ho provato fin da subito i concorsi, la risposta è perché avrei dovuto sottopormi ad un intervento di correzione della miopia che, in assenza dello stesso, non mi avrebbe permesso di superare le visite mediche e a cui, purtroppo, non ho potuto ancora sottopormi. Allora nel frattempo mi sono messo a studiare e lo studio del diritto mi ha confermato, ancora una volta, la passione verso tutte o quasi le branche del diritto. Ho sempre studiato con tanto interesse e curiosità, sebbene ho avuto, fin da subito, difficoltà nel preparare gli esami e nello stare al passo con gli esami e con i ritmi dei miei colleghi. Ma non mi sono mai dato per vinto e ho continuato per la mia strada, con perseveranza e coraggio, fin quando però, di anno in anno, gli esami cominciavano ad accumularsi e io non riuscivo a stare al passo con gli anni. Allora ho iniziato a fare le prime valutazioni, come quella di passare al corso di laurea triennale in Scienze dei Servizi Giuridici, dove mi avrebbero convalidato praticamente tutti gli esami già sostenuti, o quella di cambiare facoltà o, ancora, Ateneo, ma dall'altra parte i miei genitori, in particolare mio padre (professore in pensione), sono delle persone molto severe e, in particolare in merito all'istruzione, hanno sempre preteso tantissimo da me e si sono comportati sempre con grande severità. Mio padre riteneva fosse inutile passare a una triennale quando ero ormai al quarto anno di Giurisprudenza, allora ho continuato, sempre con orgoglio e perseveranza, nei miei studi, con una costante che mi accompagna fin dai tempi del liceo: l'amore per lo studio e il sapere.
Nel 2020 però, giunto al termine del mio percorso accademico, mi sono ritrovato al quinto anno con ancora 15 esami da sostenere e con quasi tutti i miei colleghi giunti al traguardo o quasi. Mi è crollato il mondo addosso, mi sentivo un fallito, mi sono sentito terribilmente in colpa sia verso me stesso, che verso i miei genitori che, in tutti questi anni, mi hanno pagato gli studi. Vedevo amici e colleghi laurearsi uno dopo l'altro e iniziare a fare esperienze ed io che continuavo e continuo a fare fatica nel preparare un esame, ho iniziato ad isolarmi, mi sono chiuso in me stesso, ho rimosso i miei account social, e sono rimasto inevitabilmente solo perché si sono ormai laureati tutti. In due anni, dal 2020 ad oggi, sono riuscito a superare solamente cinque esami, invece di farmi forza e uscire da questa situazione, mi è successo l'esatto opposto. Mio padre, nel 2020, per aiutarmi, mi ha proposto di finire i miei studi presso un'università telematica ma io, persona troppo orgogliosa, non ne ho voluto sapere. Ho continuato nella speranza che qualcosa potesse cambiare, ma nulla è ancora cambiato e adesso, quella facoltà e quegli studi che tanto amavo, si sono trasformati nel mio peggior incubo. Passo giornate tutte uguali, faccio fatica a concentrarmi, sono sempre nervoso e insoddisfatto, mi sveglio al mattino incazzato per l'ennesima giornata uguale alla precedente che andrò ad affrontare. I miei genitori mi sono sempre vicini, ho provato a passare ad una università pubblica non statale, ma non mi sarebbe convenuto in termini di tempo ed esami, mio padre continua a spingere per mandarmi ad una università telematica perché dice "tanto sono solo 10 esami, questa facoltà non ti piace più, finisci in fretta e poi fai quello che vuoi", lui lo fa per aiutarmi e credo che, finalmente, mi sto convincendo ad accettare la sua proposta. Mio padre ha sempre fatto di tutto per me, però è sempre stato anche molto invadente nella mia vita, addirittura pretende di decidere lui quali esami devo sostenere, in quale ordine, come devo prepararli, e questa sua eccessiva ingerenza mi fa solo vivere male perché alla fine penso che la carriera sia mia e decida io come procedere. A me quello che interessa adesso è provare quel fatidico concorso, che adesso finalmente posso fare, ma i miei genitori vogliono a tutti i costi che io finisca prima l'università, altrimenti, a detta loro, avrò buttato solo tempo e soldi in tutti questi anni. Io mi sto convincendo ad accettare la loro proposta per due motivi: il primo perché voglio finire il prima possibile una facoltà che, purtroppo, non mi entusiasma più e dedicarmi finalmente ai concorsi che voglio fare; il secondo perché potrei provare ad alzare la mia media, che attualmente è del 25, e ambire a laurearmi con un voto più alto che, in alcuni concorsi, potrebbe favorirmi in termini di punteggio. Dall'altro lato però, ci tengo ad avere tra le mani un titolo di studio un tantino più prestigioso di quello di una università telematica e temo il giudizio degli altri. Non so cosa fare, sono confuso e sono stanco di essere insoddisfatto della mia vita.

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Miglior risposta 17 FEB 2022

Buongiorno Stefano,
Del suo racconto mi colpisce, a proposito di miopia, una difficoltà ad allargare lo sguardo e un focalizzare tutta, o quasi, l'attenzione sulla questione scolastica. Sullo sfondo traspare invece una questione fondamentale, quella del distacco dalla famiglia e in particolare da un padre molto invadente. Inoltre non ci sono accenni alla sua vita fuori dal contesto familiare, agli amici e a eventuali amori.
Un percorso psicoanalitico la aiuterebbe a mettere maggiormente a fuoco le questioni su cui lavorare, permettendole in tal modo di uscire da uno stallo nella sua crescita personale.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti,
Cordialmente
Dottoressa Poli

Dottoressa Teresa Poli Psicologo a Gorgonzola

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17 FEB 2022

Gentile Stefano, non posso fare a meno di addentrarmi nella questione delle sue dinamiche familiari. Emerge in maniera chiara e inequivocabile che suo padre, ha sempre cercato di sostituirsi a lei, condizionando pesantemente le sue scelte. Nelle situazioni familiari in cui, i genitori non si mettono in connessione con i figli, ascoltandoli e lasciandoli liberi di decidere in un clima di serenità e armonia, ci sono sempre purtroppo dei grossi problemi di insicurezza, timore di mettersi in gioco, paura del confronto con gli altri. Evidentemente, non è stato dato nessun valore all'aspetto emotivo, mentre è prevalso il giudizio severo sulla performance. Mi dispiace molto Stefano, ma questo è. D'altro canto, anche lei è molto severo con sé stesso e non riesce a dare agli eventi, una spiegazione che si discosti minimamente dal modo in cui ragiona suo padre e molto probabilmente tuta la sua famiglia. Se le persone hanno delle difficoltà in un percorso scolastico o lavorativo, bisogna fermarsi e chiedersi il perché e da che cosa ciò può derivare. Soltanto in questo modo si possono trovare delle soluzioni E' vero che i suoi genitori la mantengono agli studi, ma è anche vero che lei ha cercato di fare del suo meglio e che ha avuto delle difficoltà e i genitori dovrebbero essere in grado di capire che le persone possono avere delle difficoltà, non limitarsi a programmare la vita dei propri figli, come fosse la loro. L'unico suggerimento che le posso dare è quello di farsi aiutare intraprendendo un percorso psicoterapeutico, spero davvero che lo faccia. Rimango a disposizione, senza alcun impegno per ulteriori consigli e approfondimenti Dott.ssa daniela Noccioli.

Dottoressa Daniela Noccioli Psicologo a Cascina

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17 FEB 2022

Buongiorno Stefano,
Mi dispiace per il disagio che stai attraversando.
Resto disponibile se vorrai crearti uno spazio tuo personale di ascolto e supporto per gestire al meglio questa situazione.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Margherita Romeo

Dott.ssa Margherita Romeo Psicologo a Roma

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17 FEB 2022

Gentilissimo Stefano, da quello che scrive è evidente che in Lei c’è un eccessivo investimento sulla carriera e sullo studio, da cui dipende la Sua autostima e la Sua voglia di vivere. Forse su questo influisce anche la figura di un padre realizzato e di alto valore sociale e culturale con cui confrontarsi. Di fatto per poter fare ordine e comprendere come uscire da questo blocco Le consiglio di rivolgersi s uno psicologo. Un cordiale saluto

Dott. Vincenzo Crupi Psicologo a Palermo

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17 FEB 2022

Caro Stefano,

non c'è una scelta giusta o sbagliata, ma solo quella in accordo a come si sentirebbe se ne intraprendesse una o l'altra.
Inoltre, non dovrebbe essere condizionata da pressioni esterne, ma guidata dalla consapevolezza che è la decisione migliore per lei e nessun altro.
Rispetto all'importanza di acquisire maggiore assertività e fiducia in se stesso, la invito a intraprendere un percorso psicologico che la aiuti a rafforzare questi aspetti.
A questo proposito, sono a sua completa disposizione, anche online.

Dott.ssa Francesca Orefice.

Dott.ssa Francesca Orefice Psicologo a Bologna

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17 FEB 2022

Buongiorno Stefano,
comprendo il disagio e la sofferenza che queste circostanze ti procurano. Il consiglio che ti do è di non paragonarti a nessuno: hai la tua storia, il tuo vissuto e una missione nella vita che hai intravisto. Guarda all'obiettivo e chiediti quali passi sono necessari per avvicinarti all'obiettivo, dal più vicino al più lontano. Spezzetta il percorso in micro obiettivi e concentrati solo sul prossimo passo. Gli altri, papà incluso, sono secondari. La tua vita risponde a te.
Se hai difficoltà sono a disposizione.
Ti auguro il meglio
Dott.ssa Oriana Parisi

Dott.ssa Oriana Parisi Psicologo a Bari

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17 FEB 2022

Salve Stefano, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Anonimo-181068 Psicologo a Roma

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