Ansia, tachicardia, disturbi depressivi

Inviata da Enzo · 16 gen 2023 Ansia

Sono un uomo di 18 anni (tra 2 mesi diciannovenne) che frequenta un percorso universitario come quello ingegneristico. La facoltà mi piace, e ho anche preso, con 7 giorni di solo lavoro, un 27 ad una prova scritta di analisi 1. Il fatto è che dopodomani ho l'orale, e nonostante abbia completamente rimosso il telefono e studi molto meglio e per più tempo (circa 12 ore al giorno) studiare così tanto in così poco tempo mi provoca forti attacchi di tachicardia, tanto che spesso (forse anche a causa dell'asma) ho un fiato corto che non aiuta. Ho la fortuna di avere una famiglia molto disponibile e buona con me, soprattutto mia madre, che cerca sempre di farmi vedere l'obiettivo e non la fatica per ottenerlo, e, nel mio inconscio, voglio renderli felici; voglio prendere il massimo in tutto per non deluderli e per avere un lavoro che mi dia dei soldi, perché, razionalmente, capisco anche che non posso fare una laurea che non mi dà problemi ma che paga una miseria, per cui, cerco una via di mezzo. A questo si potrebbe aggiungere che per 8 anni (dalle medie alle superiori) abbia avuto un tono dell'umore fortemente depresso, non uscivo di casa se non per qualche sporadica volta in cui i miei compagni di classe mi cercavano (circa una 30 di volte in 8 anni) e abbia avuto vari problemi inter-relazionali con alcuni ex amici che mi hanno abbandonato senza motivo, dipendenza da strumenti elettronici, insonnia in certi casi, e, ovviamente, ansia da ipercompetitività, totale investimento del tempo nello studio (se non in un periodo di circa 2 mesi di uni in cui, a seguito del diploma, sono stato investito da una forte ondata depressiva), e molto altro. Diciamo che sono stato deriso sin dalle medie, in cui venivo etichettato come "gay" perché non parlavo di tette e culi (alle elementari andavo dalle suore, mentre alle medie-superiori una scuola pubblica in provincia), mentre alle superiori avevo problemi nei primi 2 anni a causa di bullismo emotivo, e nei successivi 3 (tranne l'ultimo) mancanza di autostima ed isolamento. Penso che tutti questi anni, (il mio unico periodo di felicità penso sia stato alle elementari) mi hanno fatto crescere una forte apatia mista a momenti di eccessiva emotività, quasi spasmodica, verso me stesso. Piangevo spesso quando pensavo alla mie condizione, e non avevo mai nessuno al di fuori della mia famiglia con cui parlarne, nonostante, scrivendo poesie, ci provassi in tutti i modi. Penso che dopo l'esame contatterò uno psicologo.

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