4 anni

Inviata da to898 · 20 mar 2023 Psicologia infantile

Buongiorno, mia figlia ha quasi 5 anni e ah iniziato la scuola materna a settembre. L'inserimento è durato una settimana con allungamento graduale dell'orario scolastico e mai con la mia presenza all'interno della scuola. La prima settimana la bimba era entusiasta e non vedeva l'ora di andare all'asilo poi ha iniziato a piangere disperata dicendo che le manca la mamma, le manca casa sua, che sta troppo tempo fuori casa. Ad oggi, dopo 6 mesi dall'inizio, siamo nella medesima situazione: la bambina piange già dalla sera prima e appena sveglia. A volte a scuola si calma subito, altre volte va avanti a piangere per mezza mattinata non interagendo con i compagni. La maestra dice solo di insistere a portare la bambina a scuola perchè si deve abituare. Il pediatra, invece, dice che non è cosi necessario andare all'asilo dal momento in cui io non lavoro e potrei tenerla a casa e che fino a quando inizierà le elementari passerà ancora un anno in cui la bambina crescerà.
Io sinceramente non so più cosa fare anche perchè la bambina da quando ha iniziato l'asilo è diventata molto più attaccata a me tanto da non voler andare nemmeno più a pranzo dai nonni da sola (cosa che fino all'anno scorso chiedeva quasi tutti i giorni e anzi, mi diceva di andare a casa da sola perche lei stava con i nonni) oppure fino a prima dell'asilo giocava anche con bambini che non conosceva, si buttava di più....ora è molto più chiusa e triste.
Puntualizzo che la bambina è sempre stata a casa con me fino ai 4 anni oppure con i nonni ma non ha mai avuto problemi a relazionarsi con persone sconosciute o in luoghi tipo ludoteche o animazione bimbi.
Spero che possiate aiutarmi
Grazie
Veronica

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Miglior risposta 21 MAR 2023

Buonasera cara mamma,
si sente la sua preoccupazione e frustrazione. Ha due pareri discordanti quello che posso dirle è di scegliere prendendo in considerazione diversi fattori sia personali che pratici. Con pratico intendo che poi dovrà comunque in qualche modo affrontare questa situazione e la separazione durante le elementari. Certo può rimandare oppure decidere di approfondire con sua figlia cosa significa per lei separarsi da lei. Ovviamente questo è possibile solo attraverso alcuni strumenti simbolici.
Quello che le consiglio è di intraprendere un percorso di psicoterapia per affrontare nel dettaglio insieme alla bimba le tematiche che porta.
Un caro saluto
Dott.ssa Cecilia Cicchetti

Dott.ssa Cecilia Cicchetti Psicologo a Milano

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22 MAR 2023

Ciao Veronica, come sai la materna inizia a 3 anni e si conclude con il passaggio alla scuola primaria. Nel caso di tua figlia l'ingresso alla materna è stato ritardato a quasi 5 anni , adesso assecondare le paure della bambina penso possa essere sul momento apparentemente risolutivo ( la bambina si tranquillizza e a casa con lei e tutto torna come prima) ma in realtà potrebbe andare ad alimentare dei comportamenti disfunzionali di tipo fobico evitante. Il mio consiglio è di continuare a mandarla a scuola, si fidi dell'esperienza delle insegnanti che sicuramamente hanno visto tante situazioni analoghe alla sua, anche perchè assecondare la richiesta di sua figlia potrebbe rappresentare una scelta rischiosa qualora anche alla primaria dovesse mettere in atto comportamenti analoghi e ciò non è escluso.
Se si sente incerta può esserle utile farsi aiutare, personalmente in questi casi lavoro indirettamente dando ai genitori delle strategie comunicative e di relazione che consentono di gestire questi momenti .
Se sei interessata ti informo che lavoro anche online .
Un saluto
Dott.ssa Cristiana Michelucci

Dott.ssa Cristiana Michelucci Psicologo a Pescara

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22 MAR 2023

Cara to898, grazie per aver condiviso con noi le tue preoccupazioni.
Posso solo immaginare cosa possa significare per una mamma doversi confrontare quotidianamente con il malcontento e la tristezza della propria bambina, anche se si è consapevoli di star facendo la cosa giusta. Per quanto, infatti, la bambina non è obbligata ad andare all’asilo - tenuto conto anche del fatto che la pandemia ha sortito effetti molto negativi sulla socializzazione - è molto importante che si sperimenti nel contesto sociale, un luogo in cui imparare a stare non solo con i propri coetanei, ma in cui trovare anche nuove figure educative di rifermento, ovvero le maestre. È molto importante per la bambina esplorare il mondo e mettersi in gioco in situazioni nuove. Se teniamo in considerazione questo aspetto, possiamo immagine quanto possa essere difficile per lei questo compito, ovvero cominciare a sperimentarsi sul serio per la prima volta, entrare in un mondo che non è composto solamente dai suoi familiari, ma anche di altri bambini e altri adulti. Proviamo a pensare quanto possa essere stancante e quanto conforto la piccola possa trovare in lei, una volta tornata a casa.
La piccola sta affrontando un cambiamento enorme, ciò che mi sento di consigliare a lei come mamma è di essere disponibile nei momenti in cui la bimba ha bisogno di essere consolata e confortata, facendole capire che la mamma c’è e ci sarà sempre al momento del bisogno, che può contare su di lei per ricaricarsi e correre ad esplorare il mondo.
Le consiglio comunque un colloquio con un professionista per cercare di comprendere se nella relazione con la piccola si potrebbero avere degli accorgimenti in più per rendere questo momento di passaggio più tollerabile, sia per la bambina che per lei mamma che sicuramente si sentirà impotente di fronte il suo disagio.
Spero di esserle stata di aiuto e resto a disposizione per qualsiasi cosa,
Un abbraccio.
Dott.ssa Annalisa Magnaneschi

Dott.ssa Annalisa Magnaneschi Psicologo a Roma

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21 MAR 2023

Buonasera signora
la bambina potrebbe soffrire DI ansia di separazione da lei, sentirsi abbandonata, cerchi di andare a scuola con lei per tranquillizzarla e gli faccia capire che giocare con gli altri bambini è meraviglioso.
Gli compri delle favole. . Per quanto riguarda lei , le consiglio dei colloqui con uno psicoterapeuta pe gestire meglio la situazione
la situazione.
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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21 MAR 2023

Gentile Veronica,
è possibile che la bambina si sia spaventata per qualcosa, non essendo stata abituata prima ad un contesto così diverso da quello di casa.
Sul come comportarsi ora, sarebbe necessario approfondire meglio altri aspetti prima di dare indicazioni. Se ha piacere sono a disposizione per una consulenza anche a distanza, altrimenti provi a rivolgersi ad un esperto del territorio per capire come muoversi.

Cordialmente
Serena Costa psicologa dell'infanzia e blogger di Connettiti alla psicologia dei bambini

Dott.ssa Serena Costa Psicologo a Giovo

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21 MAR 2023

Buongiorno to899,
comprendo la sua giusta preoccupazione di fronte al disagio prolungato, espresso da sua figlia, di fronte ad un evento mediamente superato serenamente dai suoi coetanei.
Possiamo quindi ritenere
il comportamento di sua figlia la manifestazione di un disagio che affonda le radici in un tipo di relazione mamma-figlia che richiede di essere osservato.
Tale osservazione, effettuata da un professionista del comportamento infantile, consentirà di cogliere gli aspetti della relazione che richiedono di essere migliorati.
L'intervento più utile in questi casi è quello del genitore che, supportato dallo psicologo, diventa l'agente più idoneo per attuare i comportamenti più adatti per superare il problema.
Rinviare all'ingresso alla scuola primaria non fa che rinforzare il disagio prossimo futuro.
Si rivolga con fiducia ad un professionista.
Un augurio
Giordana Milani

Dott.ssa Milani Giordana Psicologo a Biella

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21 MAR 2023

buongiorno Veronica,
l'inizio "tranquillo" e lo scoppio di ansia successivo è probabilmente dovuto al fatto che la sua bimba, all'inizio, non aveva capito bene che a scuola ci sarebbe dovuta andare tutti i gironi.
una volta capito questo ha iniziato a piangere e da quel momento, se ancora non si è modificato il suo atteggiamento, si è incatenato un meccanismo a due, tra voi due, che deve sicuramente essere sciolto.
molto probabilmente sua figlia sente le sue perplessità, sente che c'è uno spazio di "lotta" per stare con lei ancora, tutto il giorno.
a 4 anni è giusto che inizi la socializzazione con i coetanei e "tornare indietro", a casa, per iniziare l'anno prossimo, potrebbe essere peggio che insistere.
io credo che lei debba essere sicura della sua scelta, così sua figlia anche "accetterà" questa nuova condizione che è una condizione che deve accettare per i prossimi, molti, anni.
andare a scuola all'asilo permette un'inserimento alla scolarità più "dolce"...alle elementari ci sono i banchi, i compiti... si fidi delle maestre che se dicono che la bimba ce la può fare è molto probabile che sia così.

in ogni caso resto a sua disposizione
dott.ssa Paola Parisio

Dott.ssa Paola Parisio Psicologo a Napoli

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21 MAR 2023

Gentile Veronica,
Il non voler andare all’asilo è un’esperienza molto comune per un genitore, ma al tempo stesso è anche un'esperienza alquanto frustrante, nella quale l'adulto si chiede sempre: "Cosa ho sbagliato?" oppure "Cosa sto sbagliando?".
In ogni caso l’asilo può essere, per la piccola, una preziosa opportunità di crescita, di acquisizione dell’indipendenza e una risorsa per lo sviluppo cognitivo, pertanto è un'occasione da non perdere, a patto, però, che esso sia una ambiente vissuto con serenità da sua figlia.
Ciascun bambino reagisce in maniera soggettiva alla separazione, a seconda della propria inclinazione, del rapporto con le figure di riferimento, delle esperienze precedenti, ecc...
Per questi motivi, per risolvere tale difficoltà, è opportuno indagare tutto ciò che succede prima, durante e dopo la giornata, ovvero dalla preparazione per andare all'asilo fino all'eventuale rientro a casa.
Una volta esplorati tali comportamenti, si potrà discernere tra quelli funzionali e quelli disfunzionali, per creare così delle strategie ad hoc per risolvere la problematica.
Il mio suggerimento è quello di rivolgersi lei ad un professionista, specializzato in età evolutiva, per farsi supportare nella gestione di questa situazione e per garantire a sua figlia di poter vivere serenamente la sua prima opportunità di crescita evolutiva.
Spero di esserle stata utile e resto a sua completa disposizione per un'eventuale consulenza psicologica, anche online.
Un saluto.
Dott.ssa Deborah De Luca

Dott.ssa Deborah De Luca Psicologo a Monterotondo

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21 MAR 2023

Si assiste spesso al fatto che i bambini quando sono piccoli sono più ben disposti verso persone sconosciute sorridendo e non manifestando difficoltà o paura nel relazionarsi con loro. Ciò è dovuto al fatto che non hanno ancora sviluppato completamente consapevolezza di Sé e degli altri. Questi sono percepiti come persone adulte indistinte e non come figure di attaccamento privilegiate. Man mano che crescono sviluppano la capacità di distinguere i volti e di creare un legame di attaccamento specifico con le varie figure adulte. Probabilmente lei e i nonni siete diventate figure di attaccamento privilegiate, riconosciute come parte della sua base sicura. I bambini hanno desiderio di esplorare il mondo, giocare e interagire con altre persone, ma durante queste esplorazioni hanno poi necessita di constatare che la loro base sicura è sempre lì, accessibile in qualsiasi momento si possano sentire tristi, turbati o abbiano bisogno di cure perché si fanno male, ad esempio. Se per qualche motivo che impedisce alla bambina di verificare la disponibilità della base sicura, quest'ultima sente che il suo legame di attaccamento non è sicuro, può sviluppare comportamenti che denotano ansia o rabbia. Da quello che ci racconta sembrerebbe che la bambina abbia sviluppato uno stile di attaccamento definito ansioso-ambivalente: la bambina percepisce le sue figure di attaccamento come imprevedibili e di conseguenza ha sviluppato ansia nel momento di separazione e tristezza anticipatoria.
Ciò che può aver creato questa situazione è il fatto che, nella fase di inserimento all'asilo, avete progressivamente allungato l'orario di permanenza, ma la bambina può aver interpretato questo allungamento di orario come una serie di mancati appuntamenti: la bambina si aspettava di rivedere la madre dopo un certo tempo, mentre la madre è arrivata più tardi. In quel tempo può aver pensato che non sarebbe tornata e sviluppato una paura di abbandono.
La situazione dell'asilo può essere molto stimolante e coinvolgente per una bambina e tuttavia può avere anche degli elementi di frustrazione dovuti al rapporto con i pari, con le maestre o per il semplice fatto di dover cambiare regole che possono essere diverse tra quelle in famiglia e quelle all'asilo. Il fatto stesso di dover dividere le attenzioni degli adulti fra tanti bambini, mentre a casa aveva tutti gli adulti per sé può essere fonte di frustrazione.
Infine, altre due considerazioni. La prima è che nel suo racconto sembra che ciò che ha motivato la sua richiesta sia più la preoccupazione per il fatto che la bambina è meno autonoma e ricerca di più la sua attenzione, che per il fatto in sé che la bambina è meno serena che in passato. Questa preoccupazione per la minore autonomia della bambina, può tradursi in un atteggiamento ansioso da parte sua che può minare la sicurezza dell'attaccamento e far percepire alla bambina un senso di rifiuto. In sostanza, credo che per risolvere i problemi di ansia e tristezza della bambina, sia necessario assumere con convinzione un atteggiamento di disponibilità a far percepire alla bambina la sua presenza, la costanza di separazioni e ritorni e l'accessibilità in caso di bisogno di cure pratiche ed affettive dalla mamma o di altra figura di attaccamento. Con questo non intendo dire che deve sempre stare attaccata a sua figlia, ma far sentire la sicurezza che lei c'è, che la pensa e che quando ha bisogno ci sarà.
Infine, ho notato che nel suo racconto non si nomina il papà della bambina. Ciò mi fa domandare se non ci sia stato qualche altro evento rilevante negli ultimi mesi oltre all'inserimento in asilo e come siano i rapporti tra voi genitori.

Dott. Lelio Bizzarri Psicologo a Roma

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