30 anni e non so che lavoro mi piacerebbe fare nella vita

Salve,
ho 30 anni, e da un bel po' di anni mi sento tormentato e turbato circa il mio futuro lavorativo. Oltre al timore del tempo che passa senza aver ancora concretizzato la mia vita, vivo per giunta ancora con i genitori e mi assalgono dubbi importanti circa ciò che mi piace e ciò che non mi piace. Ho fatto molti sacrifici nei miei studi scientifici (sono laureato in geologia), ed i REALI turbamenti sono iniziati all' età di 24 anni, quando ho conseguito la laurea triennale ed iniziavo a guadarmi intorno circa le mie prospettive lavorative (iniziai a rendermi conto che forse non sarebbe stato il lavoro adatto a me e che avrei riscontrato non poche difficoltà nella ricerca lavorativa, però non diedi ascolto al mio istinto all' epoca). Così intrapresi il corso di laurea magistrale, ed i problemi, le preoccupazioni sul lavoro futuro, le accantonai temporaneamente, godendomi il "viaggio" verso la laurea magistrale, conseguita a pieni voti dopo tanti sacrifici. Da poco prima di conseguire la laurea, cominciavo ad essere "assillato" dai familiari i quali mi sottolineavano che "ormai sono grande e devo trovare presto un impiego", e lì iniziarono i miei turbamenti, sulla mia personalità, sulla mia carriera e mi cominciavo a pormi domande, ovvero, "ma il lavoro da geologo, che spesso e volentieri si traduce in una vita da nomade, fa per me o no?", e si alimentavano sempre più le ansie, "abbracciate" da uno stato depressivo. A volte mi chiedo, "dovrei cambiare completamente rotta e addirittura iniziare un nuovo percorso di studi? o a 30 anni meglio cominciare a far di tutto pur di guadagnare, e di garantirmi l' autonomia e costruirmi una vita?". Per 2 anni abbondanti ho inviato migliaia di curriculum, anche ad aziende a caso (sempre nel mio settore), senza riflettere sulle attività che quest' azienda facesse o meno...la disperazione da "disoccupato" e a detta di tanta gente intorno a me "mammone nullafacente", mi ha sempre indotto ad inviare curriculum a casaccio, senza un piano, senza sapere COSA io volessi realmente dalla vita lavorativa e COSA io mi aspettassi da essa. Adesso ne sto pagando le conseguenze in quanto, essendo stato selezionato da un' azienda di "geologo di cantiere" (ovvero per la quale si fa una vita da "Nomade"), ho rinunciato al fine dedicarmi agli studi per poter intraprendere la carriera da insegnante. I miei adesso sono in lite con me, la vedono come una "scusa per rimandare il lavoro", o il "non saper affrontare le difficoltà nella vita". Premetto che, ad oggi, di esperienze negative ne ho avute: sono stato licenziato al mio primo lavoro, dopo aver affrontato un trasferimento a Padova e quindi un cambio di vita, come geologo in Veneto per "mancato superamento prova", e poi qualche mese dopo mi sono avventurato da in macchina per coprire una supplenza in Piemonte, ma una volta sul posto, mi avevano detto di aver fatto un errore nella selezione del docente, e quindi dovetti rientrare a casa a mani legate. Da queste due esperienze negative vissute recentemente sono rimasto "scottato" e provo ancor più rigetto verso il mondo del lavoro e la sua burocrazia. Premetto ed ammetto di essere una persona ansiosa, e nel' ultimo anno l' ho capito tantissimo (sono emerse anche crisi di panico notturne): ogni novità, comprese le due esperienze negative, mi ha sempre tenuto col fiato sul collo. Non riesco a capire se queste ansie per il lavoro siano dovute al fatto che "in fondo ciò che cerco quotidianamente come lavoro, non è in realtà ciò che mi piacerebbe fare" oppure se sono dei miei "blocchi caratteriali": questa cosa mi turba, ora più che mai e non so che fare.
Ho pensato qualche volta di investire sulle mie passioni (mi piace tanto il mondo della palestra e ho timore anche di abbandonarlo un domani per lavoro, in quanto mi piace vedermi bene fisicamente e migliorarmi, esteticamente e mentalmente). Mi piace molto la natura, il mare e la meteorologia, tutto ciò che riguarda l' atmosfera e il clima, sin da bambino ed è per questo che ho scelto di studiare Scienze Geologiche (sperando di poter trovare impiego in questi settori, ovvero nel settore del meteorologo o climatologo, ma poi mi sono reso conto che gli studi di questa disciplina erano ben altri, e poco o nulla sulla meteorologia). Alla fine mi sento "rodere" in quanto ho scelto uno specifico indirizzo di studi che mi porta a NON fare ciò che mi affascina da quando ero bambino, ma tutt' altro (cantieri e cose simili). A questo punto non so più cosa fare della vita mia. E' normale essere così "tormentato"?
Grazie a chi risponderà concretamente.