Perché la Psicanalisi?

La psicanalisi è un lavoro contro la rimozione, contro il non voler sapere niente dell'inconscio, è un lavoro che richiede più tempo di altri. Da qui viene la domanda, ne vale la pena?

4 DIC 2018 · Tempo di lettura: min.
Perché la Psicanalisi?

Perché si va in analisi? In analisi si va perché si soffre e perché non si trova una ragione al proprio soffrire. Tutto ciò che pensiamo o facciamo o diciamo non sembra tirarci fuori da quella sofferenza.

Lo psicanalista ha una risposta per questa sofferenza? Lo psicanalista sa che la sofferenza è legata al desiderio.

Che cos'è il desiderio?

Esso è unico e singolare per ciascuno. Ciò che si può dire è che c'è qualcosa che inchioda alla sofferenza e uscirne non è questione di trovare una risposta ne il coraggio di farlo attraverso un gesto di rottura. Quelle forse verranno dopo. Nella sofferenza è intrappolato e dunque anche conservato - il dolore è a suo modo memoria - un desiderio che spesso affonda nel passato e che chiede di essere riconosciuto.

Come si fa emergere il desiderio?

Parlando. Solo parlando? E lo psicanalista che fa? Ascolta, e nel farlo rimette la parola a chi parla, per farle fare un giro ulteriore, per farla più intima, più aderente alla propria verità.

Poi parla a sua volta, per intendere e far intendere ciò che si dice dietro ogni domanda, ciò che l'analizzante già sa, sebbene a sua insaputa.

In questo si differenzia da ogni altra pratica di cura in cui non si fa che sostituire alla tua parola, la parola di chi si presume che sappia qualcosa rimettendo il circolo quel veleno di cui precisamente si soffre: un certo tipo di relazione con gli altri. Noi siamo fin troppo bravi a calcolare i desideri di chi ci sta intorno pensando di trovare nella risposta adeguata ad essi, la nostra felicità ma in realtà ci smarriamo sempre più.

L'analisi promuove invece una distrazione dall'altro nelle forme in cui ci si presenta, sia esso in carne ed ossa sia esso un partner immaginario.

La felicita è cosa che cade, quando si sa che tutto può cadere e noi possiamo ritrovarci nelle nostre parole, nei nostri desideri, di fronte all'altro, per incontrarlo nuovamente, fuori dalle consuete logiche in cui ognuno tenta di disporre dell'altro secondo i propri desideri.

E cosa fa la psicanalisi di diverso?

L'analista esercita, di consuetudine, dopo anni di analisi personale e di ricerca, cosa che gli ha permesso di sviluppare una certa finezza di orecchio e una misura nelle parole per riuscire ad incontrare l'analizzante la dove emerge il suo desiderio, allontanandosi da qualsiasi forma di suggestione.

E come?

All'inizio si soffre, e se c'è una ricerca di risposte è perché ipotizziamo una domanda al fondo della sofferenza, una domanda che viene riproposta incessantemente, domandare su quella domanda è il primo passo fondamentale per accogliere una verità, la nostra. Per entrare in noi stessi, esplorare le profondità nelle quali la nostra vita ha la sua fonte. La si troverà un indicazione di destino, una direzione e si potrà ripartire con la propria storia. L'analista è lì a reggere questo movimento, a sostenerlo.

Ci sarà sempre qualcuno che potrà illuminarci sui misteri dell'universo ma non esiste nessuno tranne te stesso che può scoprire il significato di un sintomo, di una sofferenza, di un sogno, di quell'incessante ritornare sui propri passi, ma questo, a mio avviso, non può accadere senza che ci si sia dati l'occasione dell'ascolto di una terza persona che ti faccia intendere - non necessariamente capire ma avvertire - ciò che si dice di te, ciò che aspetta d'essere detto.

La psicanalisi è una rivoluzione sommessa fatta di parole perché parlando si cede la parola a chi ha da sempre parlato per primo, offrendo ciò che è necessario.

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Scritto da

Dr. Nicola Mariotti

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Commenti 1
  • Marco fratello

    La psicanalisi è una grande fregatura!! Orami superata dal tempo, teorie dei primi del 900., è dalla scienza...voi curerete ancora la pressione alta con le sanguisughe? rivolgetevi a terapie al passo con i tempi!

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