Menzogna: una linea sottile tra ciò che è reale e quello che non lo è

Almeno una volta nella vita, ognuno di noi, si è trovato costretto, per svariati motivi e in differenti contesti a dover raccontare qualche bugia che possa essere piccola o grande. Ma cosa significa mentire?

6 OTT 2023 · Tempo di lettura: min.
Menzogna: una linea sottile tra ciò che è reale e quello che non lo è

Almeno una volta nella vita, ognuno di noi, si è trovato costretto, per svariati motivi e in differenti contesti a dover raccontare qualche bugia che possa essere piccola o grande. A volte lo si fa per sfuggire dall'eseguire un semplice compito, altre volte per evitare conflitti all'interno delle nostre relazioni (amicali, amorose, familiare e lavorative) o ancora, può capitare, di farlo semplicemente per non volerci assumere le nostre responsabilità etc. Ma quando, raccontare una menzogna rientra in casi clinici significativi? Quando essa diventa una brutta abitudine di vita.

Perché mentiamo?

Come da premessa, tutti noi abbiamo raccontato qualche bugia nel corso della nostra esperienza di vita in quanto, molto spesso, questa tendenza, può rivelarsi essere un efficace alleato nel superare difficoltà quotidiane. In questi casi, quando mettiamo in atto questa tendenza, indipendentemente dalla reale motivazione per cui lo facciamo, siamo coscienti e consapevoli della non realtà dei fatti raccontati. Pertanto, potremmo trovarci a raccontare:

  • Bugie bianche o a fin di bene volte a tutelare l'altra persona, come ad esempio quando una nostra amica ci chiede un parere sul suo nuovo taglio di capelli e noi, per evitare che possa rimanerci male, confermiamo di come le stia bene, nonostante il nostro pensiero possa essere opposto;
  • Bugie sfacciate raccontate con un'espressione facciale seria e un tono della voce convincente, ma che non ingannano l'interlocutore;
  • Bugie grosse per convincere l'interlocutore/ascoltatore di un grande evento nonostante esse vengano contraddette da ciò che l'altro sa essere vero o dal suo buon senso.
  • In questi casi il nostro interlocutore/ascoltatore fa fatica a credere che qualcuno possa raccontare una menzogna su qualcosa di così importante o grosso;
  • Bugie da commiato usate per concludere delle conversazioni;
  • Bugie fabbricate che corrispondono in parte a verità, utilizzate molto spesso per accrescere l'effetto di ciò che si racconta;
  • Bugie esagerate usate per enfatizzare un'affermazione reale rendendola ancor di più significativa;
  • Bugia onesta utilizzata quando ad esempio si ricorda un evento in modo sbagliato.

Cos'è la mitomania?

A questa serie di menzogne, potremmo però aggiungervene altre che tendenzialmente appaiono estreme in cui, il confine fra bugia e realtà, appare confuso soprattutto per colui che le racconta. In questo caso, il mitomane (colui che crea una realtà fittizia), da adito alle proprie bugie credendo a ciò che esse raccontano, cercando di imporre la "propria realtà" agli altri con fermezza e convinzione.

Per chi soffre di mitomania si genera una vera e propria dipendenza dalle menzogne che si alimenta costantemente con ulteriori bugie, creando un vero e proprio circolo vizioso.

In tal caso, il mitomane non riesce a smettere di raccontare menzogne in quanto questa dipendenza crea, a volte, senza un motivo ben preciso, un bisogno fisiologico per essere accettati, come risposta ad una pressione sociale percepita da lui stesso come insopportabile, per nascondere le proprie debolezze, come protezione dal giudizio altrui, per suscitare ammirazione, stima e in alcuni casi compassione o anche per accrescere la propria autostima evidenziando, molto spesso, i propri tratti narcisistici.

Questa tendenza a mentire non crea difficoltà solo a colui che mente, ma anche a chi gli sta vicino come amici, partner, familiari e colleghi i quali rappresentano le vittime principali. Parlando di una vera e propria dipendenza dalle menzogne, il mitomane, laddove dovesse venire scoperto non riesce ad ammettere di aver mentito e per questo, di fronte ad una grande crisi interiore, tenderà a continuare ad affermare i suoi racconti e a reagire in maniera aggressiva.

Cos'è la mitomania?

A tal proposito possiamo definire il mitomane, una persona che può presentarsi come aggressiva, con un'immagine di sé negativa, privo di empatia, con scarse capacità di instaurare un legame affettivo con l'altro, con difficoltà nel ripetere la stessa bugia in maniera esatta, convinto di avere sempre ragione, intollerante, impaziente, egocentrico e con una posizione corporea "da fuga" che li porta a gesticolare, toccarsi costantemente i vestiti quando mentono, abbassare la testa durante il racconto ecc. Nel parlare di queste forme di bugie estreme è necessario fare una distinzione tra le due tipologie principali di bugiardi quello compulsivo ed il bugiardo patologico:

  • Il bugiardo compulsivo è una persona che tende a dare una versione alterata della realtà senza uno scopo preciso. Assume questo comportamento perché gli risulta naturale e perché si sente a suo agio nel farlo, senza avere un'intenzione manipolatoria.
  • Mentono solo se in difficoltà o a disagio.
  • Sono insicuri.
  • Non sono manipolativi.
  • Tollerano le critiche.
  • Provano rimorso delle bugie dette, ma non riescono a non mentire.
  • Sono capaci di relazioni affettive mature.
  • Il bugiardo patologico è colui che mente per uno scopo preciso sena preoccuparsi delle conseguenze del suo comportamento.
  • Generalmente si presenta come un vincitore dalla vita perfetta, mostra una realtà diversa dalla sua per riuscire ad essere elogiato e accettato dal proprio interlocutore.
  • Manipolativi, egoisti, con scarsa empatia.
  • Provocano problemi e dolore a chi lo circonda.
  • Presentano un ego smisurato di sé.
  • Mentono gratuitamente, anche se non necessario.
  • Sono seduttivi e disinibiti.
  • Non provano nessun rimorso.

Come precedentemente accennato, è difficile non solo per chi mente ma anche per chi subisce le menzogne vivere a contatto con bugiardi costanti. Non essendoci modi realmente effettivi per capire se una persona ci stia mentendo o meno, è possibile adottare alcune strategie tramite le quali si potranno osservare degli indicatori specifici. Ciò che sarebbe opportuno fare, nel momento in cui entriamo in contatto con una persona della quale non riusciamo a fidarci è farla parlare, ponendole domande sui fatti narrati e chiedendo, laddove necessario, ulteriori chiarimenti. Nel momento in cui, il presunto bugiardo, racconta la propria realtà possiamo fare affidamento ad alcuni indicatori quali:

  • Uso di un linguaggio impersonale in cui vengono evitati nomi propri.
  • Utilizzo di intercalari e pause per avere il tempo di pensare a cosa dire.
  • Evasività nelle risposte in caso di domande.
  • Utilizzo di frasi specifiche come "per dirti la verità.." o "per essere onesti…" all'inizio del discorso.

Quando riconoscete in una persona la patologia del bugiardo patologico è necessario cercare di portarlo verso un processo di consapevolezza attraverso un percorso di psicoterapia, cercando, allo stesso tempo di non assecondarlo più e allontanandosi da lui attraverso il no contact. Inoltre, alla base delle bugie potrebbero in realtà esserci altri disturbi psicologici importanti, per cui bisogna sempre avvicinarsi con le giuste tempistiche ed appropriate metodologie.

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Scritto da

Dott.ssa Nicoletta Del Monaco

Bibliografia

  • Vazire, S. & Gosling, S. D. (2004). e-Perceptions: Personality impressions based on personal websites. Journal of Personality and Social Psychology, 87, 123-132.
  • American Psychiatric Association (2014). DSM-V Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders , Fifth Edition, Edizione Italiana: Raffaello Cortina, Milano
  • Moscovici, C., (2017) Relazioni pericolose: affascinanti, carismatici e seduttivi. Pericolosi. Come riconoscerli e fuggire da loro. Edizione Sonda, Milano.
  • Saccà, F., (2019). Perché il narcisista? Capire come funziona un narcisista patologico per mettersi in salvo. Youcanprint.
  • Von Foerster, H., Porksen, B., (2001). La verità è l'invenzione di un bugiardo. Colloqui per scettici. Meltemi Editori, Milano.

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