Vergogna o senso di colpa: perché nascono e come ci influenzano?

Come possono influire il senso di colpa e la vergogna e perché proviamo queste due emozioni? Scoprite perché nascono.

16 FEB 2023 · Tempo di lettura: min.
Vergogna o senso di colpa: perché nascono e come ci influenzano?

Le emozioni primarie, come la paura e la rabbia, sono necessarie perché guidano il rapporto tra l'individuo e l'ambiente, consentendo i comportamenti automatici necessari per la sopravvivenza (ad esempio, pericolo = fuga/attacco).

D'altro canto, le emozioni autocoscienti o morali, come la vergogna, il senso di colpa e anche l'orgoglio, svolgono un'altra funzione importante, poiché nascono dall'autoriflessione e dall'autovalutazione.

Poiché nascono dalla valutazione, queste emozioni forniscono una punizione immediata per il comportamento (in risposta al senso di colpa o alla vergogna) o una ricompensa (in risposta ai sentimenti di orgoglio). Pertanto, il valore e l'intensità di queste emozioni si basano sia sulla valutazione "etica" del nostro comportamento (ad esempio, il suo effetto sugli altri) sia sulla valutazione di ciò che quel comportamento rivela di noi stessi (ad esempio, il nostro carattere o valore) (Tangney et al., 2007). Ma in che modo il senso di colpa e la vergogna possono influenzarci?

In cosa differiscono il senso di colpa e la vergogna?

Sebbene il senso di colpa e la vergogna derivino dall'autovalutazione, le due emozioni vanno distinte. Nel senso di colpa, l'attenzione si concentra su un'azione (o non azione) specifica e la valutazione si concentra su quel singolo comportamento. La persona prova rimorso o rammarico per aver compiuto quella particolare azione sbagliata ed è motivata ad agire per correggere l'errore.

A differenza del senso di colpa, nella vergogna l'oggetto della valutazione è l'intero sé. Questo rende l'esperienza della vergogna molto più dolorosa e devastante perché, mentre nel senso di colpa l'oggetto della valutazione è un singolo comportamento che può essere cambiato o riscattato, nella vergogna è l'intero sé a essere valutato negativamente da se stessi.

La vergogna e il senso di colpa, come la vergogna e l'orgoglio, funzionano come un barometro emotivo che fornisce informazioni immediate e salienti sulla nostra accettabilità sociale e morale. Inoltre, non è necessario che il comportamento si verifichi realmente perché la pressione delle emozioni abbia effetto. Le persone possono anticipare le loro probabili reazioni emotive (ad esempio, il senso di colpa o l'orgoglio) mentre immaginano e considerano le alternative di comportamento.

Pertanto, le emozioni morali o autocoscienti possono esercitare una grande influenza sulla nostra vita, in quanto ci forniscono un feedback critico sulle nostre scelte e sui nostri comportamenti. Questo feedback critico può assumere la forma di vergogna, senso di colpa o orgoglio anticipati.

Perché proviamo colpa e vergogna?

Alcuni importanti studiosi sostengono che "il senso di colpa è qualcosa che si verifica tra le persone e non solo al loro interno" (Baumeister, Stillwell e Heatherton, 1994, p. 243). Secondo gli autori, il senso di colpa ha una natura sociale, nel senso che è un fenomeno interpersonale funzionalmente e causalmente legato alle relazioni tra le persone.

In cosa differiscono il senso di colpa e la vergogna?

Il senso di colpa è una forma di disagio emotivo distinta dalla paura e dalla rabbia e si basa sulla possibilità di aver commesso un torto o che gli altri abbiano la percezione di tale torto. Allo stesso modo, possiamo distinguere il senso di colpa dalla paura della punizione; questo perché si può provare senso di colpa anche quando la probabilità di punizione è assente e non si verifica l'esperienza della paura delle conseguenze. Anche la semplice consapevolezza di aver fatto del male a un'altra persona è sufficiente a provocare il senso di colpa, anche se la vittima non può vendicarsi o vendicarsi.

Quindi, il senso di colpa è utile perché motiva modelli di comportamento che migliorano le relazioni, cioè aiuta a far rispettare le norme comuni che impongono l'interesse e il rispetto reciproco in assenza di una punizione egoistica; quindi punisce e riduce la frequenza delle trasgressioni interpersonali.

Inoltre, il senso di colpa può funzionare come tecnica di influenza interpersonale che permette anche a una persona con meno potere nella relazione di ottenere ciò che vuole. La terza funzione del senso di colpa è quella di ridistribuire il disagio emotivo tra offensore e offeso: dopo una trasgressione, la vittima soffre, mentre l'offensore beneficia della sua trasgressione.

Attraverso l'esperienza del senso di colpa, questo beneficio per il trasgressore diminuisce, mentre la vittima può sentirsi meglio, e questo accade perché vedere il trasgressore sentirsi in colpa rappresenta per la vittima un segnale dell'impegno del trasgressore nella relazione; la vittima può interpretare questo come un impegno implicito a non ripetere la trasgressione e come una promessa di fare ammenda e riparare al reato.

Per quanto riguarda l'emozione della vergogna, autorevoli autori (Ahmed, Braithwaite, 2006) distinguono due diversi tipi di gestione della vergogna: il riconoscimento della vergogna o la dislocazione della vergogna. Nel riconoscimento della vergogna, si ammette che ciò che si è fatto è sbagliato e disonorevole, il che implica l'espressione del rimorso, mentre il dislocamento della vergogna sposta la colpa e la rabbia sulla vittima.

La prima strategia consentirà al trasgressore di superare l'illecito perché sarà consapevole delle conseguenze dannose per sé e per gli altri; la seconda strategia, cioè rifiutare il sentimento di vergogna spostando il senso di colpa, amplificherà la possibilità di ripetere la trasgressione perché l'azione e le conseguenze personali non sono state collegate.

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Scritto da

Dott.ssa Rita Felici

Bibliografia

  • Tangney, J. P., Stuewig, J., & Mashek, D. J. (2007). What's moral about the self-conscious emotions? In J. L. Tracy, R. W. Robins, & J. P. Tangney (Eds.), The self-conscious Emotions: Theory and Research (pp. 21-37). New York: The Guilford Press.
  • Baumeister, R. F., Stillwell, A. M., & Heatherton, T. F. (1994). Guilt: An interpersonal approach. Psychological Bulletin, 115, 243–267.
  • Ahmed E., & Braithwaite V. (2006): Forgiveness, reconciliation and shame: three key variables in reducing school bullying. Journal of Social Issues, 62(2), 347–370.

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