La Psicoterapia Breve Strategica per i disturbi alimentari

I disturbi alimentari rappresentano oggi una problematica in rapido e costante cambiamento sia in termini di evoluzione della patologia che di target.

23 GEN 2017 · Tempo di lettura: min.
La Psicoterapia Breve Strategica per i disturbi alimentari

L'attività clinica e di ricerca sui disturbi alimentari presso il Centro di Psicoterapia Breve Strategica, ha condotto alla scoperta di nuove e sempre più diffuse realtà legate al mondo dei disordini alimentari. Infatti, mentre la maggior parte degli studi si concentra particolarmente sulle adolescenti anoressiche o bulimiche e sull'utilità di un approccio terapeutico che includa la famiglia d'origine, sempre più spesso ci si trova a dover trattare donne adulte affette ormai da anni da questa patologia, donne che hanno imparato a gestirla da vere esperte, ma ancora imprigionate nel controllo ossessivo del cibo e del peso corporeo.

Attualmente nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, tra i disturbi alimentari troviamo: disturbo evitante/restrittivo dell'assunzione di cibo, anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da binge-eating, disturbo della nutrizione e dell'alimentazione con altra specificazione, disturbo della nutrizione o dell'alimentazione senza specificazione. Oltre a questi disturbi risulta doveroso aggiungere una problematica sempre più diffusa che è la sindrome da vomito o Vomiting, la quale, sebbene inizialmente associata ad anoressia o bulimia, presto si trasforma da "tentata soluzione" circa la perdita di peso a compulsione che trova piacere nell'atto stesso di vomitare.

L'approccio psicoterapeutico Breve Strategico si pone come obiettivo principale per la risoluzione delle problematiche alimentari quello di analizzare con il/la paziente le caratteristiche del disturbo, individuare le tentate soluzioni messe in atto e sostituire comportamenti e soluzioni disfunzionali con comportamenti e soluzioni maggiormente funzionali. Nello specifico, nell'ambito dell'anoressia, si nota che in molti casi il disturbo insorge a seguito di una dieta dimagrante, il controllo ben riuscito del peso corporeo diventa un'ossessione fino ad arrivare al di sotto di un certo peso e distorcerne la percezione dello stesso come se la paziente indossasse una lente deformante che paradossalmente restituisce una immagine di gonfiore del corpo piuttosto che di esasperata magrezza. Spesso i familiari esortano la ragazza a mangiare; nel caso di donne adulte invece, sono figli e mariti a fare la veci della famiglia di origine, originando la stessa forma di controllo che mantiene il disturbo.

Nell'ambito della bulimia, invece, caratteristica centrale del disturbo è data dall'abbondante quantità di cibo ingerito che causa aumento del peso corporeo con successive condotte di compensazione come diete controllate o "fai-da-te". La famiglia della bulimica molto spesso esorta a mangiare meno, producendo così un effetto boumerang che porta la paziente a mangiare sempre di più. Il binge-eating è invece un disturbo dell'alimentazione caratterizzato da lunghi periodi di digiuno e corpose abbuffate. La paziente digiuna per giorni fino al punto di fare aumentare il desiderio di cibo a livelli tali che quando mangia perde totalmente il controllo, abbuffandosi in maniera smodata. La famiglia risulta ambivalente in quanto è molto probabile che sproni la paziente a mangiare nei giorni di digiuno ed a mangiare meno durante gli appisoli di abbuffata. Il vomiting, ovvero la sindrome da vomito auto-indotto, sebbene utilizzato inizialmente come modalità di riparazione alla cospicua assunzione di cibo, necessita di un trattamento a se stante quando diventa problematica indipendente dalla motivazione primaria. La paziente con sindrome da vomito, infatti, prova piacere nell'atto stesso di vomitare e questo piacere porta il terapeuta strategico a orientare diversamente la terapia.

In tutti i disturbi sopra descritti la terapia breve strategica, attraverso manovre che utilizzano la stessa logica del problema del paziente, rompe il circolo vizioso del disturbo e attribuisce allo stesso una diversa consapevolezza fino alla totale guarigione.

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Scritto da

Dott.ssa Lia Parente

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