Cardiofobia e mavovre terapeutiche nella Terapia Breve Strategica

L'articolo delinea le caratteristiche della Cardiofobia e descrive alcune manovre terapeutiche che vengono spesso utilizzate durante una psicoterapia breve strategica.

4 OTT 2016 · Tempo di lettura: min.
Cardiofobia e mavovre terapeutiche nella Terapia Breve Strategica

La cardiofobia è una patofobia molto diffusa caratterizzata dalla paura di avere un infarto e poter morire. Tale paura innesca nel paziente una tentata soluzione che mantiene il problema e lo può far anche peggiorare: focalizzare la propria attenzione sull'ascolto ed il controllo del ritmo cardiaco.

Ciò determina però il sentire segnali minacciosi e variazioni del battito. Pertanto si crea una situazione che si può definire paradossale in cui più il paziente cerca di rassicurarsi attraverso le rilevazioni cardiache autoindotte e più si scatenano in lui le sensazioni del panico, che possono determinare una corsa al Pronto Soccorso o la richiesta di consulti a cardiologi poiché la persona si fa prendere spesso dalla disperazione. In questi casi i cardiologi cercano di rassicurare il paziente poiché non ci sono le motivazioni per stare così in ansia, senza però riuscirci: in genere il paziente pretende elettrocardiogrammi su elettrocardiogrammi!

La persona può, dopo svariati esami risultati tutti nella norma, far ricorso ad ansiolitici e antidepressivi che possono sedare le reazioni senza però intaccare minimamente la fissazione fobica. In aggiunta, se il paziente teme sia il battito accelerato che quello rallentato, la sedazione farmacologica può incrementare la sensazione del panico che il suo cuore possa fermarsi di colpo.

Di seguito riporto alcune delle manovre più utilizzate in una psicoterapia breve strategica.

Come prima manovra terapeutica in questi casi, si inizia con l'assecondare il paziente, affermando che è importante sapersi ascoltare e monitorare i segnali del proprio corpo ed in particolare del nostro organo fondamentale: il cuore. Però, ciò deve essere fatto in modo rigoroso e puntuale, affinché le rilevazioni siano davvero utili.

Si prescrive: «Da oggi a quando ci rivedremo lei dovrà, allo scoccare di ogni ora - alle 8, alle 9, alle 10, eccetera - effettuare la rilevazione del suo battito cardiaco misurandolo dal polso. Ma per essere rigorosi dovrà eseguire 3 misurazioni di un minuto, intervallate da un minuto di attesa. Annoti su un taccuino tutte le risposte, così avremo un'effettiva osservazione del comportamento del suo "cuore pazzerello". Da tutto ciò capiremo cosa fare per tenerlo a bada». Il compito appare come un'indagine conoscitiva, ma in realtà è una potente prescrizione terapeutica che ha lo scopo di introdurre nella mente del paziente qualcosa in linea con la sua logica di pensiero ma è capace di sovvertirne l'equilibrio "insano".

Arrivati alla seconda seduta i pazienti affermano di essersi resi conto che il loro cuore si era comportato proprio bene e che, dalle annotazioni, risultava regolare. Molti pazienti inoltre riferiscono di non essere ricorsi al Pronto Soccorso, né al medico. Spesso dicono che dopo la prima settimana talvolta avevano trovato faticoso eseguire rilevazioni ogni ora, visto che non si sentivano preoccupati.

Tuttavia in questi casi il terapeuta strategico prescrive di continuare nel sistematico lavoro di controllo del cuore, ma allentando un po' il ritmo: "solo" ogni due ore, ma sempre per 3 volte come in precedenza. Al successivo appuntamento, i pazienti riferiscono di solito che il cuore da un mese sta "facendo il bravo". Si spiega poi al paziente che la prescrizione è molto più di una semplice rilevazione delle variazioni del suo battito cardiaco e si suggerisce così di scoprire cosa si celi dietro, continuando a metterla in pratica, ampliando a 3 ore lo spazio tra una rilevazione e l'altra. La terapia prosegue per altre sedute sino alla naturale estinzione della consegna ed alla piena consapevolezza del paziente, di come tale indicazione avesse ribaltato la sua patogena percezione del battito cardiaco, conducendola ad un cortocircuito.

Bibliografia

Nardone G., 1993, Paura, panico, fobie: la terapia in tempi brevi, Ponte alle Grazie.

Nardone G., Salvini A., 2013, "Dizionario Internazionale di Psicoterapia".Nardone G., Salvini A., 2004, "Il Dialogo Strategico", Ponte alle Grazie, Milano.

Nardone G., 2000 "Oltre i limiti della paura", Ponte alle Grazie, Milano.

Nardone G., 2003 " "Non c'è notte che non veda il giorno", Ponte alle Grazie, Milano.

Nardone, G (2016). La terapia degli attacchi di panico. Milano: Ponte alle Grazie.

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Scritto da

Prof.ssa Rossella Campigotto

La dottoressa Rossella Campigotto è psicologa-psicoterapeuta, specializzata in Psicoterapia Breve Strategica. È Direttore Generale del Poliambulatorio Astro Salute di Porto Mantovano. È stata relatrice al Terzo Convegno Nazionale di Psicologia Giuridica. Svolge la libera professione a Porto Mantovano, Cremona, Brescia, Verona e Desenzano del Garda.

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