Il ruolo e l'importanza del doudou per il neonato e il bambino

 I bambini sono generalmente molto attaccati a un particolare peluche, il loro doudou.

23 NOV 2021 · Tempo di lettura: min.
Il ruolo e l'importanza del doudou per il neonato e il bambino

Cos’è e cosa significa Doudou

La traduzione letterale dal francese di Doudou è coperta, ma in realtà il termine si riferisce a un qualsiasi oggetto che possa ricordare al bambino l’odore di mamma e papà. Secondo alcuni psicologi il doudou potrebbe essere qualsiasi oggetto impregnato dell’odore di mamma e papà. In italiano doudou si pronuncia dudù ed è una parola che va di moda da qualche anno proprio per indicare questo oggetto caro al neonato che generalmente viene rappresentato da un peluche.

Ma a cosa serve il doudou?

Il doudou serve al bambino per sentire la presenza della mamma anche se lei non è  vicina. Durante i primi mesi di vita il neonato non ha ancora la capacità di distinguere la differenza tra la mamma in carne ed ossa e l’odore della mamma su un oggetto. Quindi, in teoria, nel momento in cui la mamma avesse bisogno di staccarsi qualche attimo dal suo neonato per esempio per andare in bagno, potrebbe usare questo accessorio per far sì che il neonato senta la sua presenza e non si agiti (ovviamente è importante ricordare che i neonati possono essere lasciati da soli solo se in sicurezza). Nel momento in cui il bambino diventa più grande, il doudou può essere utilizzato come oggetto transizionale come suggerisce lo psicoanalista Donald Winnicott. Il bambino capisce che questo oggetto non è più un’estensione di mamma e papà ma un qualcosa a sé stante: è il primo momento in cui il bambino capisce di essere un individuo che vive nel mondo e inizia a differenziare il sé dal non-sé.

Come scegliere

Il doudou, che sia rappresentato da un oggetto di uso quotidiano come una maglietta o da un peluche o da qualsiasi altro oggetto, accompagnerà il bambino nel suo sviluppo. Ma come facciamo a scegliere cosa sarà e come capire quando darlo al bambino e quando toglierlo?


La prima cosa da sottolineare è il fatto che sarà il bambino a scegliere il suo doudou e non il contrario. Il genitore potrà indirizzare il figlio in una direzione o nell’altra ma sarà quest’ultimo ad avere l’ultima parola. La consistenza, i colori ma soprattutto l'odore dell’oggetto saranno decisivi al momento della scelta. I bambini, infatti, sono molto sensibili agli odori: con il passare dei giorni, l'oggetto che assumerà gli odori che il bambino ritiene fondamentali, diventerà l’accessorio ufficiale. Alcuni bambini manterranno lo stesso doudou per tutta l'infanzia, mentre altri preferiranno cambiarlo regolarmente. Alcuni bambini non hanno un doudou fisico ma è qualcosa legato all’ambiente o ai propri sensi o pensieri. È a circa quattro mesi inoltre che il bambino sceglierà il doudou che più gli si addice che potrà essere un peluche, un pezzo di stoffa, un fazzoletto o ciò che il neonato riterrà più adatto.

Come si usa il doudou?

Ma come utilizzare al meglio il doudou secondo il suo ruolo? Gli odori sono importanti nei bambini e generalmente il doudou, perché possa svolgere il suo ruolo correttamente, dovrebbe ricordare l'odore della madre. È per questo motivo, come abbiamo accennato previamente, che viene chiamato dai professionisti un oggetto di transizione

Con il Doudou è la prima volta che il bambino concepisce e si incontra con il non-sé, situandosi così come un individuo nel mondo. Il ruolo dell'oggetto di transizione è quello di consentire la graduale separazione dai genitori. Il doudou permette di confrontarsi con il mondo esterno sentendosi rassicurati. Il bambino va verso ciò che non conosce ma può rassicurarsi grazie al suo oggetto che gli risulta famigliare e tranquillizzante. Lo scopo del doudou è quindi principalmente quello di rassicurare il bambino nei momenti difficili:

  • Prima di addormentarsi;
  • In caso di dolore;
  • In caso di tristezza.

Ma il doudou permette anche al bambino di esprimere i suoi sentimenti. Non è quindi raro vedere bambini piccoli sfogare la loro rabbia sul loro peluche preferito.

Quando separarsi dall'oggetto transizionale

Per il bambino il doudou è qualcosa di unico ai suoi occhi e pertanto la separazione può essere dura e deve essere fatta solo se necessario e sempre gradualmente.

Prima dei 6 anni, i bambini hanno spesso l'opportunità di portare a scuola il loro fedele compagno e di abbracciarlo durante un pisolino: entrare nella scuola primaria segna normalmente la separazione (almeno fino alla sera!).

Tuttavia, tutti i bambini sono diversi e alcuni hanno bisogno di mantenere il legame che hanno con il loro peluche o con il loro doudou. Nessuna regola impone di separarsi dal doudou, molti adolescenti o adulti conservano un peluche in camera o vicino al letto durante la notte. Il doudou ci porta verso i momenti e i ricordi più belli ed è sempre fonte di conforto.

Gli esperti concordano sul fatto che un'improvvisa separazione tra il bambino e il suo doudou potrebbe essere controproducente aumentando lo stress dei bambini e riattivando le paure. La separazione deve essere eseguita al ritmo migliore per il bambino, sempre se vada eseguita, e a seconda delle esigenze del bambino. Ogni bambino è un mondo a sé stante e pertanto va capito e assecondato seguendo i suoi bisogni.

Ma il doudou funziona davvero?


Il doudou non è sempre necessario: abbiamo già accennato al fatto che molti bambini non abbiano bisogno di un oggetto fisico per sapere che la mamma tornerà. Magari hanno già coniato un rituale, un abitudine che li tranquillizza fino al ritorno della mamma. Un esempio potrebbe essere quello di un bambino che si siede sempre allo stesso posto o fa sempre la stessa cosa, perché ha imparato con l’esperienza che alla fine di questi eventi la mamma torna sempre.

Nei casi invece in cui si palesi l'utilizzo del doudou, come abbiamo già accennato sarà il neonato a sceglierlo: non sarà pertanto e necessariamente il pupazzo costosissimo che hanno comprato i genitori, ma magari un fazzoletto o una maglietta della mamma che ha scelto il bambino.

Il doudou è un oggetto che può aiutare a tranquillizzarsi, ma ovviamente non sostituisce la mamma. Il bambino imparerà a camminare sulle sue gambe, ma avrà bisogno di una mamma che lo accompagni durante tutto questo percorso, e non solo in senso figurato.

L’oggetto transizionale all’interno della teoria di Winnicot

Come abbiamo visto, a livello psicologico il doudou rientra in quella che è la teoria dello psicoanalista David Winnicot e che vede l’oggetto transizionale come un passaggio chiave per il bambino. La teoria di Winnicot parte da un discorso più generale che vede la madre, come attrice fondamentale per il benessere psicofisico del bambino.

Il bambino diventerà sempre più autonomo e indipendente con il passare dei mesi dopo la sua nascita non attraverso un allonntanamento della madre, ma attraverso un accompagnamento che porrà le basi della naturale progressione all’autonomia.

Winnicot parte dall’idea che quando il bambino viene al mondo sia completamente fuso con la mamma, tanto da essere inconsapevole del mondo esterno e dei confini che separano il dentro dal fuori.

Man mano che passa il tempo, però, il bambino inizia ad accorgersi che esiste un mondo esterno: ed è qui che appare l’utilità dell’oggetto transizionale, un oggetto che accompagnerà il bambino verso il distacco dalla madre.

Questo spazio occupato dall’oggetto transizionale sarà infatti un’area intermedia che fungerà da riposo per il bambino che è impegnato a conoscere il mondo esterno e che è però separata dal suo mondo interno. Un oggetto che permetterà di mantenere separate la realtà interna da quella esterna, ma che, allo stesso tempo, le manterrà correlate. Questo oggetto, inoltre, essendo normalmente un peluche o un pupazzetto, viene normalmente associato al concetto di gioco.

In questo senso il gioco diventa uno spazio in cui il bambino può sentirsi al sicuro ma non solo. Unendo i tratti del mondo esterno con quelli più personali del mondo interno, il bambino potrà dare sfogo alla propria creatività e fare emergere la propria personalità. Il gioco diventa importante proprio perché si realizza in quest’area neutra in cui è sospeso il giudizio di verità sul mondo e la separazione tra soggettivo e oggettivo, e in cui il bambino può far emergere la propria creatività venendo a contatto con la propria personalità e il proprio sé.

Peluche, pupazzi, coperte e fazzoletti

I doudou sono appunto oggetti che sceglierà il bambino e che possono essere rappresentati da peluche, pupazzi, coperte, maglie e fazzoletti. La stessa coperta di Linus, il famoso personaggi dei fumetti creato da Schulz, rappresenta un oggetto transizionale a cui il bambino si aggrappa nei momenti di tristezza e da cui non riesce a staccarsi.

I peluche doudou esistono da sempre, anche se questo termine è entrato in uso recentemente in Italia e molti degli adulti che oggi sono genitori, hanno avuto il loro da bambini. Il mondo del gioco e della fantasia sono pertanto fondamentali per il bambino per riuscire ad avere una forte autonomia nei confronti del mondo. Su questo piano legato da magia, realtà e scoperta del sé, il bambino porrà le basi della propria personalità e della sua indipendenza. Ovviamente il doudou e l’oggetto transizionale sono solamente un piccolo passaggio di questo lungo cammino e in molti casi non è necessariamente un passaggio fisico. In ogni caso questo aspetto sottolinea l’importanza fondamentale per il neonato di essere accompagnato verso la propria autonomia dal genitore. 

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Scritto da

Dott. Matteo Agostini

Sono il Dott. Matteo Agostini, laureato in Scienze Psicologiche Applicate e con Laurea Magistrale in Psicologia Clinica. Ho acquisito competenze nell’ambito della psicologia clinica, della neuropsicologia clinica, e della psico-sessuologia. Sono Tutor per bambini e ragazzi con ADHD/DSA presso il CCNP San Paolo di Roma e consulente sessuale e nutrizionale.

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